Anche gli avvocati sono stati bambini, immagino…
Charles Lamb
Recentemente è stato pubblicato il nuovo romanzo di Harper Lee, “Va’, metti una sentinella“, il seguito de “Il buio oltre la siepe“. Un romanzo rimasto nascosto per 50 anni. Ho amato molto “Il buio oltre la siepe” e, prima di leggere il seguito, ho pensato di rileggerlo.
E così ho rispolverato la mia vecchia edizione. Devo averlo letto, più o meno, quando frequentavo le scuole medie, visto che ho una di quelle edizioni con le schede di lettura alla fine di ogni capitolo. Edizioni pensate proprio per la scuola, perché dopo un tot di pagine ponevano una serie di domande o quesiti che potevano essere utili agli insegnanti per vedere se i ragazzi avevano capito bene quello che avevano letto.
Una buona occasione per riscoprire questo classico della letteratura. Harper Lee, scrittrice americana nata nel 1926, ha pubblicato “Il buio oltre la siepe” (il titolo originale è “To Kill a Mockingbird“, Uccidere un usignolo) nel 1960. E lo stesso anno in cui è stato pubblicato questo romanzo l’autrice ha vinto il Premio Pulitzer.
Jem, mio fratello, aveva tredici anni all’epoca in cui si ruppe malamente il gomito sinistro. Quando guarì e gli passarono i timori di dover smettere a giocare a rugby, Jem non ci pensò quasi più. Il braccio sinistro gli era rimasto un po’ più corto del destro; in piedi o camminando, il dorso della mano sinistra faceva un angolo retto con il corpo, e il pollice stava parallelo alla coscia, ma a Jem non importava un bel nulla: gli bastava poter continuare a giocare, poter passare o prendere il pallone al volo. Poi, quando di anni, ne furon trascorsi tanti da poterli ormai ricordare e raccontare, ogni tanto si discuteva di come erano andate le cose, quella volta. Secondo me tutto cominciò a causa degli Ewell, ma Jem, che ha quattro anni più di me, diceva che bisognava risalir molto più indietro, e precisamente all’estate in cui capitò da noi Dill e per primo ci diede l’idea di far uscire di casa Boo Radley.
Il romanzo è ambientato in Alabama all’inizio degli Anni Trenta, dopo la Grande Depressione. I protagonisti sono Jean Louise (Scout) e Jeremy (Jem) Finch, due bambini orfani di madre che vivono nella piccola cittadina di Maycomb insieme al padre (avvocato) Atticus, con l’aiuto della domestica di colore Calpurnia.
La storia, che si svolge nell’arco di 3 anni, è raccontata da Scout in prima persona. E ci racconta le avventure estive che vivono lei ed il fratello, che ha 4 anni più di lei, insieme all’amico Dill, suo coetaneo, che vive in un’altra città ma passa l’estate nel loro paesino da alcuni parenti.
I 3 sono incuriositi dalla figura del vicino di casa Arthur Radley, che loro chiamano Boo, e vive segregato in casa. I 3 bambini sono spaventati dalla casa dei Radley, ma anche incuriositi. In modo particolare sono incuriositi da Boo, perché non l’hanno mai visto e vorrebbero riuscire ad attirarlo fuori. Boo faceva parte di una band di delinquenti e, per fargli evitare il riformatorio, era stato segregato in casa dal padre. Ma la sua situazione non era cambiata anche dopo la morte del padre ed il fratello aveva continuato a tenerlo chiuso in casa.
La tranquillità della cittadina di Maycomb viene sconvolta dalla notizia che Tom Robinson, un bracciante nero, è stato accusato di aver violentato Mayella Ewell, una ragazza bianca. Ad Atticus viene affidato dal giudice Taylor di difendere il bracciante. Difesa che non sarà facile visto il clima, che contrappone i neri ai bianchi. Durante il processo, Atticus riesce a dimostrare la mancanza di prove e l’innocenza dell’imputato, facendo capire a tutti che in realtà la ragazza non è stata violentata (anche perché non è stata visitata da nessun medico che possa aver appurato la violenza subita) ed è stata picchiata violentemente dal padre, Bob Ewell. Nonostante questo, però, la giuria decide lo stesso di condannare Tom. L’uomo alla fine viene condannato solo perché è di colore.
Atticus deve subire molti attacchi durante il processo, da gente che lo accusa di essere un “negrofilo”, ma lui porta avanti la sua scelta di difendere Tom, anche se non riesce a farlo liberare. E così Tom viene messo in prigione, per scontare la sua condanna. Ma mentre tenta di fuggire, sarà ucciso da una delle guardie come un povero uccellino indifeso (da qui il titolo originale del libro).
La situazione per Atticus e la sua famiglia non migliora dopo la fine del processo. Bob Ewell ha infatti giurato di vendicarsi di tutti quelli che lo hanno accusato e screditato durante il processo. Compreso l’avvocato che difendeva il “negro”. Atticus cerca di minimizzare, pensando che Bob Ewell alla fine dimenticherà tutto e non farà niente, ma alla fine accade l’inevitabile…
Ed una notte Bob Ewell aggredisce Jem e Scout, i figli di Atticus, mentre stanno tornando a casa dalla scuola dopo la festa di Halloween. Ma per fortuna, qualcuno accorre in loro aiuto…
Il titolo scelto per la versione italiana del libro, Il buio oltre la siepe, rappresenta “l’ignoto e la paura che genera il pregiudizio“. La siepe è quella che separa la casa dei protagonisti dalla casa dei Radley. E al di là della siepe si nasconde un segreto. Qualcosa che i protagonisti non conoscono e che suscita la formazione di teorie e “pregiudizi” sulle persone che vivono in quella casa. Quello che non si conosce, si teme. Ma non sempre la paura è motivata.
Mentre invece il titolo originale del libro, To Kill a Mockingbird (uccidere un uccellino), indica un’azione crudele e immotivata verso qualcuno che non poteva difendersi. Come è avvenuto a Tom Robinson, quando è stato ucciso mentre cercava di fuggire dal carcere.
Un libro veramente molto bello, da riscoprire. Ricordo che da piccola avevo anche visto il film omonimo (che era del 1962), diretto da Robert Mulligan e interpretato da Gregory Peck. Un bel film che ora che ho riletto il libro potrò rivedere su Netflix.