Diventi mamma e quel piccolo cucciolo che è cresciuto dentro di te per 9 mesi dipende totalmente da te. Ti cerca perché ha fame. Ti cerca perché vuole essere cambiato. Ti cerca perché ha semplicemente bisogno di coccole. Non sa fare nulla e tu sei il suo mondo.
Poi inizia a crescere. Inizia a scoprire il mondo. Il suo mondo. Inizia a diventare indipendente. Cammina da sola. Mangia da sola. Ma ha ancora tanto bisogno di te. Inizia a mostrare il suo carattere, le sue preferenze, le sue idee. Man mano che cresce diventa sempre più indipendente.
La vedi crescere e non puoi fare altro che cercare di insegnarle i valori importanti. Insegnarle ad essere una brava persona. Fai tanti sogni su come vorresti che diventasse da grande. Su quale persona speri che diventi. Non puoi sapere se si realizzeranno o se farà altre cose nella vita a cui non avevi pensato (ma non è detto che non vadano bene). Ti auguri che possa essere felice. Qualsiasi cosa decida di fare nella vita.
Per ora ti godi i suoi piccoli e grandi traguardi. E speri che abbia ancora bisogno di te per tanto tempo. E quando la grande si sveglia nel cuore della notte per venire da te a dirti che ti vuole bene o perché ha un improvviso ed impellente bisogno di darti un bacio, ti rendi conto, ancora una volta…sempre di più, di quanto sia grande il tuo amore di mamma. Di quanto lei sia importante per te. E quando la piccola, che sta attraversando la fase in cui tutto è suo, appena una persona si avvicina a te, si stringe a te dicendo “Mamma, MIA” e cercando di allontanare l’altra persona, sorridi e capisci quanto anche il tuo secondo amore sia immenso.
Sai che prima o poi saranno entrambe indipendenti da te. Ma per ora non ci vuoi pensare. E ti viene alla mente una poesia che esprime bene questa sensazione. Una poesia che paragona i figli agli aquiloni. Li facciamo volare e, prima o poi, vorranno volare da soli. In fondo è anche questo il nostro compito di mamme.
I figli sono come aquiloni,
passi la vita a cercare di farli alzare da terra.
Corri e corri con loro
fino a restare tutti e due senza fiato.
Come gli aquiloni finiscono a terra,
e tu rappezzi e conforti, aggiusti e insegni.
Li vedi sollevarsi nel vento e li rassicuri,
presto impareranno a volare.
Infine sono in aria: gli ci vuole più spago e tu seguiti a darne
e a ogni metro di corda che sfugge dalla tua mano
il cuore ti si riempie di gioia e di tristezza insieme.
Giorno dopo giorno l’aquilone si allontana sempre di più
e tu senti che non passerà molto tempo
prima che quella bella creatura spezzi il filo
che vi unisce e si innalzi,
come é giusto che si sia, libera e sola
Allora soltanto saprai
di avere assolto il tuo compito.Erma Bombeck