Hanno ucciso l’uomo ragno: perché piace la serie sugli 883

Hanno ucciso l'uomo ragno
Hanno ucciso l’uomo ragno

Hanno ucciso l’uomo ragno

Ho finito di vedere Hanno ucciso l’uomo ragno, la serie in onda su Sky e NowTv che racconta la nascita degli 883. Una serie che sta avendo un enorme successo. Peccato siano solo 8 puntate. Ma perché piace così tanto questa serie? Anche a chi non si è mai propriamente definito un fan degli 883? Io, lo ammetto, non sono mai stata una grande fan, ma allo stesso tempo posso dire di conoscere a memoria tantissime delle loro canzoni. Perché in qualche modo queste canzoni sono entrate nella “storia” della musica italiana. Lo so, ci sarà anche qualcuno a cui questo genere musicale non piace, però non si può negare che molte delle canzoni degli 883 siano così famose che, anche se non li hai mai seguiti, le conosci a memoria.

E così anch’io non vedevo l’ora di vedere questa nuova serie televisiva. E devo dire che mi è piaciuta veramente tanto e mi dispiace che sia già finita. Perché sta piacendo così tanto? Credo che gran parte del successo sia legato all’effetto nostalgia che ha scatenato in noi trentenni/quarantenni. E’ comunque una di quelle serie che ti riportano indietro nel tempo, alla tua adolescenza, agli anni di scuola, agli anni dei primi amori. E credo sia facile un po’ rivedersi nei protagonisti di questa storia. Anche se noi non siamo cantanti famosi e non abbiamo mai provato a diventarlo.

Max Pezzali e Mauro Repetto si sono conosciuti sui banchi di scuola. Qui hanno iniziato a condividere la loro passione per la musica. Qui è nata la loro amicizia che poi li ha portati a fondare uno dei gruppi italiani più famosi degli ultimi decenni.

La serie piace perché ci riporta indietro nel tempo agli anni ’90. Io sono più piccola di età rispetto a quella degli 883, ma comunque negli anni ’90 ho vissuto la mia adolescenza e mi ricordo le loro canzoni. E ricordo molte delle cose che si vedono nella serie. Cecchetto e Radio Deejay, l’Aquafan di Riccione, Brutta di Alessandro Canino, le ragazze di Non è la Rai, Jovanotti, Fiorello… le canzoni di quegli anni e le atmosfere. Insomma credo che l’effetto nostalgia che ha suscitato in tutti noi sia veramente uno dei motivi di questo successo. Ma non solo…

Comunque è la storia di 2 ragazzi come tanti che avevano un sogno. E che per una serie forse fortuita di circostanze hanno incontrato le persone giuste, che gli hanno permesso di realizzare questo sogno. Anche se poi le cose sono cambiate… ma la serie non arriva al momento in cui Repetto ha deciso di lasciare il gruppo ed è rimasto solo Max Pezzali a portare avanti il nome degli 883. Forse qualcosa si comincia ad intuire nelle 2 puntate finali… quando Repetto inizia ad essere considerato come il “ballerino” del gruppo e questa cosa sembra stargli stretta.

A me questa serie è piaciuta veramente tanto. Mi ha fatto ricordare molte cose. Mi ha un po’ riportato a quelli che erano gli anni in cui anch’io frequentavo il liceo. e ascoltavo Radio Deejay.

Io ero convinta che Repetto fosse rimasto più tempo nel gruppo… invece, guardando la serie, ho anche cercato qualche informazione e ho visto che alla fine gli 883 con Pezzali/Repetto sono durati solo 2 anni… perché hanno pubblicato il primo album nel 1992 e Repetto ha deciso di andarsene nel 1994. Chissà perché, nei miei ricordi, ero convinta che fossero rimasti insieme per molti più anni…

Questa serie per me è da vedere! Un altro grande successo per Sydney Sibilia, che è uno degli ideatori, uno dei registi ed uno degli sceneggiatori di questa serie. Max Pezzali è interpretato da Elia Nuzzolo, mentre Mauro Repetto è interpretato da Matteo Oscar Giuggioli. Due giovani attori che promettono molto bene e spero che continuino a fare serie o film.

Voi l’avete vista? Vi è piaciuta?

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