Dal prossimo mese partirà nel nostro nido il progetto Crescere aiutando a Crescere. Un progetto pensato per dare l’opportunità ad alcuni ragazzi autistici di lavorare negli asili nido. Un progetto organizzato dal Comune di Roma con l’Associazione Il Filo dalla Torre Onlus con l’obiettivo di dare la possibilità a “giovani adulti con diagnosi di Sindrome X fragile e difficoltà psichiche” di svolgere “un tirocinio formativo” con bambini dai 18 ai 36 mesi.
Già alla fine dello scorso anno scolastico, per una settimana, due ragazzi con una lieve forma di autismo erano stati al nido ed aveva lavorato insieme ai bambini. Una notizia che aveva lasciato perplessi molti genitori. Il nido ha aderito a questo progetto del Comune, ma non tutti i genitori sono stati contenti.
Quando si sente la parola “autismo” vengono mille dubbi. Ti viene in mente il film Rain Man ed immagini una persona che difficilmente può instaurare un rapporto con gli altri. Ma non è sempre così. Molti genitori hanno avuto paura che questi ragazzi potessero non essere adatti a lavorare con bambini così piccoli. Per questo, ora che il progetto sta per ripartire, durante la riunione di inizio anno, la psicologa che si occupa del progetto è venuta ad incontrare i genitori per chiarire i dubbi e spiegare meglio come si svolgerà questo progetto.
E avendola sentita parlare, devo ammettere che penso sia un progetto molto interessante. Un progetto che sicuramente potrà dar qualcosa in più anche ai nostri bambini.
La psicologa, per prima cosa, ha voluto sottolineare come i due ragazzi, che soffrono di una forma lieve di autismo, non si occuperanno del cambio dei bambini, per quelli che ancora usano il pannolino, o di accompagnare i piccoli in bagno, per chi non ha più il pannolino. Affiancheranno le educatrici nelle attività della mattina, dai giochi e i laboratori alla merenda e al pranzo. Un ragazzo sarà inserito nella classe dei Medi ed uno nella classe dei Grandi. Ognuno lavorerà 2 volte a settimana per 3 ore al giorno. E saranno sempre affiancati da una psicologa che li conosce.
La psicologa che ha parlato con noi ha sottolineato come i due ragazzi siano entusiasti di poter svolgere questa esperienza (hanno già lavorato in altri nidi) e non vedano l’ora di cominciare.
Alla domanda di una mamma che chiedeva come hanno reagito i bambini nelle precedenti esperienze, la psicologa ci ha rassicurate sul fatto che i bambini, non avendo le stesse “barriere” che abbiamo noi adulti, hanno accolto i ragazzi come qualsiasi altra educatrice, senza notare differenze.
Ci ha anche raccontato di occasioni in cui uno di questi ragazzi ha fatto notare alle educatrici dei problemi legati a determinati bambini. Problemi che magari le educatrici non avevano notato. Questo perché, come le ha detto il ragazzo stesso, lui è rimasto bambino dentro ed è per questo che riesce ad instaurare un bel rapporto con i piccoli. Sarebbe proprio la semplicità che contraddistingue questi ragazzi a renderli adatti a lavorare con i bambini. E alcuni bambini, che erano considerati più problematici e agitati rispetto agli altri, si sono calmati accanto a questi ragazzi.
Ascoltandola mi è venuto da pensare che i nostri piccoli possono solo beneficiare ed imparare qualcosa di bello ed importante da un progetto simile.
E gli obiettivi del progetto sono veramente lodevoli:
- promuovere nella comunità la visione della diversità non come limite, ma come opportunità di crescita
- far acquisire, nel soggetto disabile, uno spazio e una dimensione di vita, che gli restituiscano l’adultità, nel rispetto dei suoi bisogni e delle sue tensioni relazionali/affettive
- sostenere la persona con disabilità a percepirsi come portatore non solo di bisogni, ma anche di risorse per sé e per gli altri
- realizzare un progetto innovativo, che possa permettere di creare delle buone prassi
- sostenere le persone con disabilità ad acquisire nuove competenze, legate al prendersi cura dello spazio fisico e dei bambini
- sostenere le persone con disabilità ad avvicinarsi ai bambini, comprendendone gli stati d’animo e sostenendoli a relazionarsi in modo adeguato
- sostenere le persone con disabilità a sviluppare una consapevolezza delle proprie difficoltà e delle proprie potenzialità
- permettere ai bambini, già in tenera età, di sperimentare il valore della diversità
- condividere i risultati del progetto all’esterno, mediante una pubblicazione (alla fine del progetto ci sarà anche un convegno durante il quale saranno spiegati i risultati raggiunti)
Ora non ci resta che aspettare che il progetto parta, per vedere come reagiranno i nostri bambini.