
Cara Atac…
Cara Atac, non ti sopporto più… ma non posso fare a meno di te.
Sin da quando ero bambina ho sempre pagato il biglietto. Perché quando ero piccola anche i bambini dovevano pagarlo. Poi, quando ho iniziato il Liceo, sono passata alla tessera mensile ridotta per Studenti. E l’ho fatta ogni mese, fino a quando, non potendo più fare la tessera mensile ridotta, sono passata all’abbonamento annuale. Non ho mai preso un autobus senza avere la tessera o senza pagare il biglietto.
Ma nonostante questo, tu, cara Atac, non mi vuoi bene.
Mi costringi a lunghe attese alla fermata, sotto al sole cocente, col freddo o la pioggia. La mattina esco di casa e non so mai a che ora arriverò in ufficio. La sera esco dall’ufficio e devo pregare, sperando che ci sia qualche autobus che mi riporti a casa in fretta. Ma la maggior parte delle volte il viaggio è molto più lungo e snervante del previsto.
Arrivo alla fermata del tram e c’è una folla ad aspettare che passi qualcosa (segnale che è già da un po’ che non passa nulla). Arrivo al capolinea degli autobus e mi trovo davanti al deserto. Su tante linee che si fermano lì, non ce n’è nemmeno una disponibile. E se guardo le previsioni di arrivo, mi prende ancora più male. Perché prima di riuscire a trovare qualcosa passano decine di minuti.
Basterebbero circa 20/30 minuti per la tratta che devo fare io, ma capita anche che ci metta 60 minuti, se non addirittura 90 minuti. Una cosa veramente vergognosa, cara Atac. Come è possibile che con tutti i soldi che ti do ogni anno io debba ricevere in cambio un servizio così scadente? Autobus che dovrebbero passare ogni 5 minuti, passano (se va bene) ogni 25/30 minuti.
Per non parlare di quando sto raggiungendo la fermata e l’autobus mi parte davanti. E l’autista nemmeno si degna di aprirmi, anche se potrebbe. A volte qualche autista gentile si trova ed allora lo ringrazio. Perché non capita spesso. E quei pochi che lo fanno, meritano almeno un ringraziamento. Non voglio prendermela con gli autisti, perché so in che condizioni (difficili) sono costretti a lavorare. Ma non si può andare avanti così. L’idea di essere costretta a prendere l’autobus ogni giorno mi snerva. Quei pochi periodi in cui ho potuto non prenderlo sono stata decisamente meglio. Prendere i mezzi pubblici è una fonte di nervosismo enorme. Sai quando esci per prenderli, ma non sai mai a che ora arriverai.
E poi arriva l’estate. Ed è la fine. Le corse diminuiscono. Gli autobus o sono senza aria condizionata (e ti squagli di caldo) o hanno l’aria condizionata al massimo (e ti prende un colpo come sali perché dopo aver aspettato mezz’ora alla fermata sei completamente sudata). La metro passa di meno e passano di più le metro vecchie che quelle nuove.
Ormai siamo entrati in un circolo vizioso da cui è difficile uscire. Ma così veramente non si può andare avanti. Prendo al volo il tram e sono contenta perché magari riuscirò ad arrivare a casa o in piscina ad un orario decente, ma poi arrivo al capolinea degli autobus e lo trovo deserto. E tutte le mie speranze si infrangono contro la tua realtà.
Io non ti sopporto più! Fai qualcosa perché così non si può andare avanti. Lo so che me la farai pagare per quello che ti sto dicendo, ma dovevo dirtelo…