Allattamento a richiesta, prolungato e a termine: la mia esperienza

allattamento al seno
Allattamento al seno

Allattamento a termine

Oggi voglio parlare di allattamento. Un argomento spinoso su cui molto spesso le mamme si insultano. Non sono qui per dare verità assolute. Non sono qui per dire cosa sia giusto fare. Non sono qui per criticare chi non fa la stessa cosa o per accusarle di sbagliare. Questa è solo la mia esperienza. Non mi considero migliore di chi non ha allattato oppure di chi ha smesso dopo pochi mesi. Voglio soltanto raccontare la mia esperienza. Io ho fatto quello che mi sentivo di fare. E sono felice della mia decisione. Non mi rende una mamma migliore, ma semplicemente una mamma che ha fatto quello che pensava fosse più giusto. Ciò non significa che questo debba essere la soluzione giusta per tutte. Ogni mamma sa cosa è meglio per se stessa e per il proprio bambino. Ed ogni scelta dovrebbe essere rispettata. Anche se non è la stessa che avete fatto voi.

Troppo spesso, però, leggo polemiche sull’allattamento. Accuse verso chi non allatta esclusivamente per 6 mesi o chi sceglie di dare l’aggiunta. E accuse verso chi invece allatta a lungo. Accuse che mi sembrano assurde. Perché non si possono rispettare le scelte altrui? Ad ogni modo, io voglio raccontare la mia esperienza. Voglio condividerla con altre mamme. Anche con chi ha fatto scelte differenti. Perché siamo tutte mamme allo stesso modo. Io stessa sono cresciuta col latte artificiale, ma non per questo penso che mia mamma non sia una mamma come chi ha allattato al seno (ho anche letto commenti assurdi di mamme che dicevano che solo allattando al seno si instaura un rapporto esclusivo con il bambino, come se chi non ha latte e dà il biberon fosse esclusa dall’avere questo rapporto col proprio bambino…ma si può?!?). E certe polemiche si potrebbero evitare.

Partiamo dall’inizio…

Ho scelto di dedicarmi all’allattamento a richiesta. Il che vuol dire essere pronta ad offrire il seno al neonato ogni volta che lo chiede. All’inizio può essere molto impegnativo. Ma per me non è mai stato un peso. La cosa più fastidiosa? Dover rispondere continuamente a nonne, zie e parenti di vario genere che ti dicono “Ma quante volte la attacchi?” oppure “Ma sta sempre a ciucciare?“. Per non parlare di chi vuole darti consigli (non richiesti) su quanti minuti dovresti farlo ciucciare e quanto tempo dovresti aspettare prima di farlo attaccare di nuovo. E’ così difficile da capire che l’allattamento a richiesta si chiama “A RICHIESTA” perché non ci sono orari?!?

Ho anche amiche che hanno fatto l’allattamento al seno, a orario. Sotto consiglio del pediatra. A me il pediatra non ha mai dato orari. Se me lo avesse detto non so se avrei seguito il suo consiglio. Non so come si possa fare allattamento a orario al seno, perché non ti rendi conto di quanto latte prende il bambino e magari vuole ciucciare solo perché ha sete (come si possono aspettare 3 ore?!?). Comunque ho amiche che lo hanno fatto e ci sono riuscite. Ed i loro bambini sono cresciuti bene come le mie. Per loro era meglio così, perché riuscivano ad organizzarsi la giornata tra una poppata e l’altra. Per me è stato meglio assecondare le richieste delle mie bambine. Anche se le mie giornate erano più incasinate. Alla fine ognuna ha fatto quello che la rendeva più soddisfatta. Chi può accusare l’una o l’altra di aver sbagliato?!?

Ho scelto (ed ho potuto farlo perché avevo molto latte) l’allattamento esclusivo per i primi 6 mesi. Però ho introdotto la pera a 4 mesi e mezzo. Una cosa che molte mamme criticano e inorridiscono solo a sentirla. Perché lo stomaco dei bambini non sarebbe pronto, l’OMS non lo consiglia e via dicendo. Il mio pediatra me l’ha proposto. Io ho provato. Perché criticare?!? Possibile che su ogni cosa si debbano criticare le altre solo perché non fanno la stessa cosa?!?

Allattamento prolungato

Ho scelto l’allattamento prolungato. L’OMS consiglia l’allattamento materno esclusivo per i primi 6 mesi di vita. E poi, volendo, di portarlo avanti anche fino ai 2 anni. Io ho avuto tanto latte (con la seconda di meno, ma comunque era abbastanza). Quando sono tornata al lavoro dalla maternità ho continuato ad allattare. Ho scelto di continuare a dare il mio latte e di non passare al latte artificiale. Con la prima figlia sono rientrata al lavoro quando lei aveva 5 mesi. Non l’avevo ancora svezzata. E così l’ho fatta abituare al biberon, per non farla stare a digiuno in mia assenza. Ma col mio latte. Farle accettare il biberon non è stato semplice. Non lo voleva (non ha mai nemmeno preso il ciuccio). Ma alla fine ci siamo riusciti. Ed anche quando non c’ero, ha preso il mio latte. Perché ho comprato un tiralatte elettrico e mi tiravo il latte per lasciarlo a lei. Con la seconda, sono rientrata al lavoro che era già svezzata ed allora non ho avuto bisogno di tirarmelo, perché in mia assenza pranzava con la pappa.

Ho amiche che hanno smesso di allattare dopo 5 mesi perché il bambino iniziava a mordere col primo dentino spuntato. Altre che sono passate al latte artificiale quando sono rientrate al lavoro perché non volevano trasformarsi in “mucche” e tirarsi il latte. Libertà di scelta. A me non faceva fatica tirarmelo (e ho accumulato un sacco di scorte nel freezer). E ho continuato così. Poi con lo svezzamento, ho continuato a dare il mio latte a colazione, merenda e la sera prima di dormire. Ogni volta che lo volevano.

L’aggiunta?!? Non so che sia… Ho un pediatra che consiglia l’aggiunta solo dopo un controllo attento di settimane. Con la prima è capitato che una settimana fosse cresciuta poco, ma il mio pediatra l’ha sempre controllata per almeno 3 settimane prima di decidere se era il caso di dare un’aggiunta. E alla fine non me l’ha mai consigliata, perché le altre settimane cresceva bene (e magari la settimana in cui non era cresciuta di peso, si era allungata d’altezza). Con la seconda, me l’ha consigliata quando lei aveva 5 mesi, perché non cresceva molto. Mi ha consigliato di darglielo una volta al giorno. Ci ho provato. Il primo giorno se l’è bevuto tutto. Dal secondo giorno non l’ha più voluto. Alla fine, visto che mancava solo un mese allo svezzamento, siamo andate avanti col mio latte e basta.

Allattamento a termine

Ho scelto l’allattamento a termine. Che significa? Che ho dato il mio latte finché le bambine hanno deciso che non lo volevano più. Sono loro che hanno scelto quando smettere e non gliel’ho imposto io. Ed entrambe hanno smesso a 26 MESI. Ebbene sì: ho allattato 2 figlie per 26 mesi (o 2 anni e 2 mesi per chi inorridisce quando si indica l’età dei bambini in mesi dopo il primo compleanno…come se fosse chissà quale errore imperdonabile!). Non sono mancati i commenti di chi mi chiedeva: “Ma ancora allatti?!?“, guardandomi come se fossi una pazza. Erano troppo grandi. Avrei dovuto smettere molto prima. Ma perché?!?! In fondo, ero ancora piena di latte. A me non pesava allattare. Le mie figlie non volevano altro latte. Allora perché avrei dovuto smettere?

La prima ha smesso da sola a 26 mesi da un giorno all’altro (io ero incinta della seconda e ho anche pensato che magari il mio latte avesse cambiato sapore… visto che ha smesso così da un giorno all’altro). La seconda ha smesso a 26 mesi… avevo iniziato a rallentare da qualche settimana (perché iniziavo a sentirmi un po’ stanca) e alla fine, pian piano, non me l’ha più chiesto. E da quando ha smesso di ciucciare, ha iniziato a provare ad infilarmi la sua mano nella maglietta per toccare il seno (quando è stanca e vuole addormentarsi o semplicemente rilassarsi e trovare conforto). Ancora ci prova, dopo quasi un anno da quando non prende più il mio latte. Con la mano cerca quello che chiama “ciuccia” e lo considera una coccola tra me e lei.

Ho un’amica che ha smesso di allattare quando il figlio aveva 13 mesi, perché non ne poteva più. Era stanca e il figlio di notte si svegliava quasi ad ogni ora. E così da un giorno all’altro gli ha tolto il seno. E mi raccontava che le prime sere il bimbo era isterico. Dava anche le capocciate al muro perché voleva il seno. Io stavo male solo a sentire certi racconti. Non ci sarei mai riuscita. Già per me era stato uno strazio sentire i pianti della prima quando cercavo di abituarla al biberon. E così alla fine ho seguito i loro bisogni e aspettato che si stancassero del mio latte. Non me ne pento. Per me è andata bene così.

L’allattamento è molto personale. Ed ogni mamma è giusto che faccia quello che si sente di fare. Non siamo qui a giudicare chi faccia bene o chi faccia male. Ognuna sceglie per il bene del suo bambino. E per il suo bene. Perché anche la mamma deve stare bene. Quindi che si allatti al seno, col biberon, solo per pochi mesi o per anni, che si smetta di allattare o si continui… va bene qualsiasi scelta. L’importante è che sia fatta con il cuore… cuore di mamma non sbaglia mai! E se, per un qualsiasi motivo, non si riesce ad allattare, niente sensi di colpa. Il momento dell’allattamento tra mamma e bambino può essere speciale anche con un biberon!

Una risposta a “Allattamento a richiesta, prolungato e a termine: la mia esperienza”

  1. Io ho mio figlio che ha 5 anni e prende ancora il seno quindi non voglio giudicare nessuna ma un appunto lo voglio fare quando prendono il latte materno prendono anticorpi e poi il legame fra madre e figlio/a e più forte

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