L’addio al calcio di Francesco Totti

francesco totti
Francesco Totti

Addio al calcio di Francesco Totti

Oggi è una di quelle giornate particolari. Il giorno dopo l’ultima partita di Francesco Totti. Il giorno dopo quello in cui il Capitano ha dato il suo addio al calcio. Una giornata ricca di emozioni. Per chi ha potuto partecipare allo stadio, ma anche per chi invece l’ha vissuta da casa.

Una giornata che certe persone non riescono a capire. Persone che ti chiedono perché piangi per un addio al calcio. Sta “semplicemente” smettendo di giocare, non è certo morto… e allora che bisogno c’è di piangere?!? Ma chi in questi anni lo ha vissuto veramente ha sperato fino in fondo che questa giornata tardasse ad arrivare. Sapevamo che sarebbe arrivata, ma nessuno di noi era pronto ad accettarla.

E il giorno dopo c’è quel senso di vuoto che resta dentro. Perché nulla sarà più come prima.

Molti hanno scritto “Non piango perché smetti, ma sorrido perché ci sei stato“. E’ vero. Ma io ho pianto. E tanto. Ho pianto nel vederlo fare il giro del campo con gli occhi lucidi. Poi ho pianto nel vederlo salutare la curva. Ho pianto nel sentirlo leggere quella lettera che aveva scritto per noi. Ho pianto e continuo a piangere rivedendo i video e le foto di questo 28 maggio 2017. Una data che resterà nella storia.

Il discorso di Francesco Totti

Ci siamo, è arrivato il momento. Purtroppo è arrivato un momento che speravo non arrivasse mai. In questi giorni ho letto tantissime cose su di me. Belle, bellissime, ho pianto sempre, tutti i giorni, da solo come un matto.

Perché 25 anni non si dimenticano così, con voi dietro le spalle che mi avete spinto nel bene e nel male, anche nei momenti difficili, soprattutto. E per questo voglio ringraziarvi a tutti quanti qua, anche se non è facile.

Lo sapete che non sono di tante parole, però le penso. In questi giorni con mia moglie ci siamo messi a tavolino e le ho raccontato un po’ di cose, un po’ di anni vissuti con questa maglia, con questa unica maglia. Anche io ho scritto una lettera per voi, non so se riuscirò a leggerla, ci provo e se non finisco, lo farà mia figlia Chanel, che non vede l’ora di leggerla. Vado perchè sinnò si fa tardi, io starei qua altri 25 anni ma so che è ora di cena e avete fame.

La lettera di Francesco Totti

Grazie Roma, grazie mamma e papà, grazie fratello mio, grazie ai miei parenti e ai miei amici, grazie a mia moglie e ai miei tre figli. Ho voluto iniziare alla fine, dai saluti perché non so se riuscirò a leggere queste poche righe. E’ impossibile raccontare 28 anni di storia in poche righe. Io non sono capace di scrivere o esprimermi se non con i miei piedi con i quali mi viene tutto più semplice.

A proposito, sapete qual è il mio giocattolo preferito? Il pallone e lo è ancora. Ma a un certo punto della vita arriva e ti dice che sei diventato grande, il tempo l’ha deciso. Maledetto tempo: è lo stesso tempo che il 17 giugno 2001 avremmo voluto passasse in fretta. Non vedevamo l’ora si sentire l’arbitro fischiare per tre volte per poter festeggiare tutti insieme lo scudetto.

Mi viene ancora la pelle d’oca.

Oggi questo tempo mi ha detto che devo crescere e non potevo più sentire l’erba sugli scarpini, l’adrenalina. La gioia per le vittorie. Mi sono chiesto in questi mesi perché mi sto svegliando da questo sogno. Avete presente quando siete bambini e state sognando qualcosa di bello e vostra madre vi sveglia perché dovete andare a scuola?

Sogno o realtà?

Stavolta non era un sogno ma realtà. Io voglio dedicare questa lettera a tutti voi, ai bambini di ieri che sono cresciuti e magari sono diventati padri e a quelli di oggi che gridano “Totti gol”. Mi piace pensare che la mia carriera sia per voi una favola da raccontare. Ora è finita veramente. Mi levo la maglia per l’ultima volta. La piego per bene anche se non sono pronto a dire basta e forse non lo sarò mai.

Scusate se in questo periodo non ho rilasciato interviste ma spegnere la luce non è facile. Adesso ho paura, non è la stessa cosa di quando devi segnare un rigore, stavolta non posso vedere cosa ci sarà dopo. Concedetemi un po’ di paura e stavolta sono io che ho bisogno del vostro aiuto e del vostro calore.

Quello che mi avete sempre dimostrato. Con il vostro affetto riuscirò a voltare pagina e a cominciare una nuova avventura. Ora ringrazio i miei compagni, i tecnici e i presidenti, tutti quelli che hanno lavorato accanto a me in questi anni. Poi i miei tifosi, la curva Sud, un riferimento per noi romani e romanisti. Nascere romani e romanisti è un privilegio, fare il capitano di questa squadra è stato un onore.

Siete e sarete sempre nella mia vita. Smetterò di emozionare con i piedi ma il mio cuore sarà sempre lì con voi. Sono orgoglioso e felice di avervi dato 28 anni d’amore.

Vi amo

Io e il calcio

Lo ammetto… ultimamente non seguo più il calcio come facevo qualche anno fa. Mancanza di tempo o altro. Mi sono un po’ allontanata. Ma Totti è Totti. Ieri non ero allo stadio, anche se mi sarebbe piaciuto. E’ stata una di quelle giornate in cui bisognava essere presenti.

Sono cresciuta con Giannini come capitano. E poi è arrivato Totti. L’ho vissuto in maniera diversa. L’ho vissuto quando ero più grande, in maniera più consapevole. Giannini è stato l’amore della mia adolescenza. Totti l’ho vissuto da abbonata allo stadio. Totti è poco più grande di me. Siamo quasi coetanei. E’ un po’ quello della tua generazione che ha realizzato il suo sogno di bambino. Uno di noi.

Ho visto la festa d’addio dopo la partita con le lacrime agli occhi. Quel 17 maggio di cui ha parlato nel suo discorso, io ero lì. Era stato il mio primo anno da abbonata allo stadio. Ed abbiamo vinto lo scudetto. Me la ricordo come se fosse ieri quella festa dopo la partita. Emozioni uniche. Indescrivibili. E pensare ora che Francesco Totti non giocherà più fa un po’ male.

Oggi è un po’ come se ti mancasse qualcosa. Qualcosa che hai perso e non tornerà. Tutto quello che rappresenta ci sarà sempre e non verrà dimenticato. Tutte le emozioni condivise saranno sempre lì. Ma oggi ci sentiamo tutti un po’ spaesati. Anche io. Qualcosa che non riesco a spiegare bene. Ma è lì, pronto ad uscire fuori ad ogni foto o ad ogni video di ieri che mi capita davanti. Passerà, ma per oggi posso solo dare libero sfogo a queste emozioni incontenibili.

Grazie Capitano. Sarai sempre il nostro Capitano.

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