Le canzoni come metodo per occuparsi del disagio sociale e mentale


cropped-copertina-lowAscoltare la musica, sin da neonati,  fa di sicuro bene, perché aiuta il bambini a sviluppare le proprie capacità di ascolto, a esprimere idee ed emozioni, a crescere  la propria immaginazione, a potenziare le proprie capacità comunicative.

La musica è un linguaggio universale. Si canta, si balla e si suona, in tutte le culture del mondo. Si può fare anche una terapia con la musica, chiamata appunto”Musico-terapia”.

I bambini poi, hanno una predisposizione innata alla musica, anche grazie alla percezione dei suoni che avviene sin dall’interno del pancione. Numerosi studi infatti hanno dimostrato che se si fa ascoltare più volte una canzone durante la gravidanza, una volta nato il bambino sarebbe in grado di riconoscerne il suono.

Secondo diversi studi di neurofisiologia, l’ascolto della musica agisce su molte aree del cervello, migliorandone le capacità cognitive, anche nei bambini più piccoli, oltre ad avere un ruolo importante nello sviluppo dell’emotività.

 

Lunathica 2014: serate di puro divertimento 

Le canzoni, come altre forme artistiche, possono giocare un ruolo chiave nella promozione e nella prevenzione. Per tanti la canzone è ancora il principale mezzo di trasmissione culturale.

Da qui nasce il progetto “Psicantria”, la Psicopatologia cantata, che è diventato grazie al lavoro di Gaspare Palmieri, psichiatra  e psicoterapeuta e Cristian Grassilli, psicologo , psicoterapeuta, musicoterapeuta e cantautore, un metodo di lavoro, ora diventato un volume  con CD audio integrato, dal titolo “La Psicantria della vita quotidiana” edito da Edizioni la Meridiana.Un modo per parlare delle difficoltà che diventano problemi sociali usando anche la musica, come espediente per rompere il ghiaccio, per sdrammatizzare con ironia, per comprendere le manifestazione dei fenomeni e anche per accennare le soluzioni.

I lapsus, o meglio gli atti mancati, la famiglia fisarmonica(un modo originale per dire le famiglie di oggi), le vacanze nevrotiche(o che ci rendono tali), i bambini digitali, le adolescenze estreme, il bullismo, l’assemblea di condominio (che stress!), la vanità che diventa malattia fino a confondersi con il narcisismo, la felicità(dove la possiamo trovare?. sono alcuni dei capitoli, ma anche temi e titoli di canzoni del libro dedicato agli addetti ai lavori, psicologi, psicoterapeuti, psichiatri, educatori e formatori.

Lavorare quotidianamente con la sofferenza psichica può essere davvero usurante, ma usare le canzoni può significare rappresentare il disagio in una prospettiva diversa, dando la possibilità agli operatori di stimolare la curiosità, aiutandoli a capire che le malattie psichiatriche non sono entità statiche e inguaribili.

Per maggiori informazioni sul volume: www.lameridiana.it  o www.psicantria.it 

 

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