Torna il telelavoro, quando lavorare si fa sostenibile

Parlare di lavoro in questo momento è toccare note dolenti. Pensare poi di poterselo scegliere o poter scegliere la sede dove praticarlo sembra una vera e propria utopia. Comunque voglio darvi lo stesso qualche breve indicazione  su come sia possibile rendere, anche la più necessaria della pratiche, più sostenibile del consueto e come conciliarla al meglio con la vita domestica e familiare, la parola magica é “telelavoro”.

A rilanciare questa pratica, molto in uso nei paesi anglosassoni, è in questi giorni un accordo siglato tra la Nestlé e sindacati, che darà la possibilità a molti dei suoi dipendenti e collaboratori di portare a termine le loro mansioni, con strumenti telematici, direttamente da casa o da dove preferiscono.

Questa pratica sembra possibile e auspicabile specialmente per chi lavora in determinati settori, come quello amministrativo, l’IT, la comunicazione e l’informazione, perché può portare un notevole abbassamento degli spostamenti all’interno o verso le grandi città, abbassando il fenomeno del pendolarismo, riduce inoltre i costi di gestione di uffici e aziende e anche se molti datori di lavoro italiani sembrano ancora fortemente restii, molte analisi aziendali credono che aumenti la produttività dei dipendenti e migliori la capacità organizzativa, oltre a facilitare la vita familiare.

Il principio su cui si basa è la fiducia tra lavoratore e responsabile, quindi non vi resta che provare a convincere il vostro capo, magari mettendo sul piatto, una piccola percentuale della vostra retribuzione come sembrano essere disposti a fare, da uno studio recente, ben il 40% dei lavoratori interpellati.

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