Lothus birth

In un paese come il nostro in cui i parti con il taglio cesareo rappresentano il 40% delle modalità di nascita, apprendere che un grande ospedale, come il S. Camillo di Roma, venuto alle luci della ribalta con la nota serie ambientata nel reparto maternità, ha appena fatto nascere un bambino con il lotus birth, è davvero una grande sorpresa!
Fino a qualche anno fa il massimo della naturalezza e del diritto della mamma e del neonato sembrava rappresentato dal rooming in (5 anni fa non era praticato nell’ospedale in cui ho partorito) oggi, evidentemente, le cose sono cambiate alquanto.

Cos’è esattamente il lotus birth?
Il lotus birth è una metodologia di nascita che prevede di lasciare il neonato collegato alla placenta fino al distacco naturale del cordone, che avviene dai tre ai dieci giorni dopo la nascita, con benefici sia di ordine psicologico che biologico.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce questa pratica come fisiologica mentre non mancano le critiche nei confronti del lotus birth, definito una moda del momento.
Sta di fatto che il primo bambino nato in questo modo in Italia, è venuto al mondo all’ospedale S. Anna di Torino nel 2009 e da allora è in grande ascesa la richiesta di partorire senza recidere il cordone ombelicale.
Una volta a casa bisognerà avere qualche accortezza in più. Il bambino resterà attaccato alla placenta fino a che questa non smetterà di adempire al suo compito facendo staccare il cordone ombelicale.
La placenta andrà accudita insieme al bambino, tenuta in un colino dentro una ciotola,coperta con un panno di lino o cotone sempre vicina al neonato.
Certo è che la placenta può essere un veicolo di infezioni e quindi bisogna prendersene cura in maniera meticolosa: bisogna lavarla e asciugarla ogni giorno e cospargerla di sale grosso per favorirne il naturale processo di essiccazione.
Il Lotus Birth prende il nome da Clair Lotus Day, infermiera californiana che negli anni Settanta, durante il suo parto naturale, ebbe per prima la percezione che il taglio del cordone ombelicale fosse una violenza sul bambino.
Una visione particolare che è stata pioi sostenuta da Shivam Rachana autrice australiana dell’unico libro pubblicato su questa nascita, «Lotus Birth: il parto integrale – nati con la placenta», (edito in Italia da Amrita editori) grazie al quale il messaggio della nascita Lotus Birth ha raggiunto tante persone in tutto il mondo.
Il lotus birth può essere richiesto in qualunque ospedale italiano e sarà accordato solo nel caso in cui la placenta risulti perfettamente sana e integra, sia con parto naturale che con taglio cesareo.
Che si tratti di una moda del momento oppure no, resto convinta del fatto che parlare di diritti di mamme e neonati rappresenti sempre un punto di forza nei confronti del sostegno della società alla genitorialità.
Parliamone.

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