Educare i bambini al rispetto delle regole: come fare?

RISPETTARE LE REGOLE

Come educare i bambini al rispetto delle regole – Diciamo che fanno i capricci senza comprenderne il motivo. Ci costringono ad estenuanti spiegazioni, sembra che non funzioni nulla per abituarli a rispettare le regole. Questo accade soprattutto nella fascia d’età che va da due a quattro anni: non vogliono mettere la cintura di sicurezza in auto, non vogliono andare a dormire la sera, scappano via quando possono. Perché? Proviamo a ribaltare il nostro punto di vista e insegniamo ai più piccoli il rispetto delle regole.

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E’ IMPORTANTE RISPETTARE LE REGOLE

Quante regole stiamo dando ai nostri figli? E noi siamo nella posizione di farle rispettare sempre o qualche volta chiudiamo un occhio?

Ci sono delle regole che non bisogna assolutamente MAI non rispettare e quelle saranno le regole che i bambini cristallizzeranno. Soprattutto nella fascia d’età che va dai due ai quattro anni i bambini vogliono sperimentare i propri limiti senza capire dove sono i pericoli. E duqnue molto spesso potrebbero assumere comportamenti che ledono la loro salute: c’è chi sbatte la testa per terra, c’è chi scappa via quando può, chi al minimo dissenso da parte dei genitori parte con un pianto che dura due ore. Loro ci stanno studiando e spetta a noi capire in che modo rimanere fermi sulle nostre posizioni ma con dolcezza.

E dunque le regole devono essere poche e non bisogna cedere mai.

 

QUANTE REGOLE DARE AI BAMBINI

Direi che esistono regole generali per tutti sulle quali non transigere mai ma dovete essere voi a stabilire quali siano. Devono essere poche, chiare e semplici e dovete lavorare tanto con voi stessi nella gestione risoluta delle proteste dei bambini.

Ad esempio durante i viaggi in automobile bisogna mettere la cintura nel seggiolino. Anche se dovete fare 2 metri su questa regola non si può transigere. La prima ragione è per motivi di sicurezza, la seconda è che se il bambino capisce che su quella regola possono esserci eccezioni farà di tutto per semplificarsi la vita escludendo la scomodità della cintura.

I bambini utilizzano il pianto o i “capricci” infiniti e noi cerchiamo sempre di sedare l’uno e gli altri spesso a torto. Loro ci comunicano un disagio e noi dobbiamo rispondere nel modo che ci è più opportuno: con fermezza e dolcezza ma senza zittirli. Loro capiranno il nostro punto di vista se noi daremo loro la possibilità di capire il nostro.

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