Tutto questo è opera degli attivisti di Greenpeace e serve a spedire un appello che arrivi sino al Marocco, sino ad Agadir, dove nei prossimi cinque giorni i governi di tutto il mondo dovranno decidere del futuro delle balene. Come se l’esistenza o meno di una specie possa essere decisa con trattati internazionali, come se l’estinzione di una specie possa essere messa sul tavolo della politica.
Questa volta sembra che i paesi balenieri: Giappone, Norvegia e Islanda tentino il colpaccio, volendo rimettere in discussione la moratoria che dura da 24 anni. Come farlo? Semplice: comprando il voto dei rappresentanti dei paesi più poveri. Cosi questa volta, se non si ascolta Green Peace, potrebbe vincere il capitano Achab, e potrebbe essere l’ultima.