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Bambini e coronavirus: le difficoltá delle fasi 2 e 3

| Mamma Bradipa Psicologa, Senza categoria

Finalmente, la fase 1 è finita, siamo da pochi giorni in fase 3 e in certe situazioni sembra quasi che ci si dimentichi come abbiamo trascorso gli ultimi tre mesi.
Una pandemia non è certo una cosa da tutti i giorni e il ritornare ad uscire e socializzare, anche se si può pensare che significhi soltanto gioia e libertà, può invece a volte comportare sentimenti ambivalenti e stress.
Se questo può succedere a noi adulti che abbiamo compreso tutti i vari passaggi della vicenda e siamo in grado di ragionamenti complessi, figuriamoci ai bambini.

Cosa è successo nello specifico? Un doppio cambio di abitudini. Per due mesi la vita è stata sconvolta “in chiusura” e da un mese e mezzo in graduale apertura che però non significa un ritorno alle abitudini pre covid.

Tutto ciò porta CONFUSIONE E SMARRIMENTO

Ma come fare per aiutarli a superare le possibili difficoltà e ritrovare la serenità perduta?

Facciamo un ragionamento diverso in base all’età:

<1 anno: Quello che possiamo notare è sicuramente un nervosismo diffuso che si esaurirà da solo nel momento in cui le nuove abitudini diventeranno stabili. Molti genitori, già in quarantena hanno creato nuove routine e sicuramente anche in questa fase, c’è bisogno di non cambiare tutto all’improvviso per trasmettere sicurezza e stabilità in modo che rimanga qualche costante nonostante il cambio di fase. In linea generale bisogna cercare di trovare dei nuovi ritmi che si differenziano con gradualità dai precedenti.

1-4 anni: E’ un’età molto critica poiché non si è troppo piccoli per non capire, ma nemmeno abbastanza grandi per comprendere certe cose ed esprimere le proprie emozioni con discorsi articolati. Per questo motivo è importante trovare strategie che riescano a far sfogare le possibili emozioni di rabbia, preoccupazione, tristezza o nervosismo. Utilizzare libri, giochi e tutto ciò che i nostri bambini amano fare per rilassarsi. Bisogna focalizzarsi sugli aspetti positivi della nuova fase e mostrarci il più possibile sereni e ben disposti all’apertura.

>4 anni: Il parlare diventa fondamentale. Si possono fare discorsi sul cambiamento riferendosi al tempo come “fino a ieri abbiamo fatto così, da oggi possiamo fare questo”, inventare storie molto semplici e rassicuranti sul coronavirus, considerare mascherine ed igienizzanti come mezzi per essere delle specie di “supereroi che combattono il virus” ecc ecc. In ogni caso evitiamo di parlare con ansia e preoccupazione di ciò che sarà o di cosa potrà succedere, focalizziamoci sul qui ed ora e su ciò che di positivo possiamo fare e non delle limitazioni ancora necessarie.

Ok tutto chiaro, ma poi nella nostra mente accade questo:

il mio bimbo era così ed ora è cosà cosa ho fatto di sbagliato aiutoooooo non lo riavrò mai come primaaaaa

Calma!!!! Non andate in ansia di fronte a cambiamenti comportamentali dei bambini, cercate soluzioni. Non siete genitori sbagliati, quello che succede ai vostri figli dipende dalla situazione che stanno vivendo.

Non lo dico solo io, ci sono vari esperti che lo riferiscono e c’è anche un interessante studio del Gaslini di Genova, in cui si parla di regressioni ed ansia. Seppure riferiti a fasce d’età maggiori, fornisce informazioni importanti. Prendiamo ad esempio le regressioni: esse sono frequenti nei periodi di stress.Che significa? Che autonomie o capacità acquisite prima della pandemia, possono essersi congelate; sembrano scomparse, ma non è così: i nostri bambini sono tornati in una “zona di comfort” in cui si sentono a proprio agio, come quando non ci sentiamo tanto bene, ma andiamo lo stesso in palestra, ma decidiamo di fare una serie di esercizi più facili e leggeri del nostro standard.

Ciò significa quindi, che nella maggior parte dei casi, se i bambini saranno compresi ed accolti, recupereranno non appena la nuova routine li avrà nuovamente rassicurati.

Quindi cari genitori, so che viene spontaneo allarmarsi ed andare in panico se ciò che i bambini avevano messo in pratica dopo grande impegno nostro e loro viene meno, ma tranquilli! Tutto ritornerà alla normalità!(In caso le problematiche si manifestassero con grande intensità o lunga durata, consiglio di prendere contatti con uno psicologo).

P.s. l’esempio della palestra non è riferito a me, sono sempre la vostra bradipa come prima della pandemia!!! 😉

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Autunno: una giornata in casa senza impazzire.

| Senza categoria

Care Mamme,

vi confido che in questi giorni la mia creatività è andata sotto le scarpe. Il cambio repentino di tempo, temperature ed abitudini, mi ha narcotizzato le idee.

Volevo scrivere qualcosa di divertente, utile ed originale, ma non mi veniva in mente niente.

Poi, ho pensato che forse, molte di voi sono nel mio stesso stato di letargo psicofisico, o per lo meno, in bilico tra la gioia di non sudare più, avere più tempo libero perché i bambini sono a scuola, bearsi dei colori dell’autunno – e la pesantezza del pensiero di un inverno da affrontare tra influenze, mal tempo e ritmi serrati.

Ho riflettuto che una giornata a casa con i bambini, quando piove e non ci sono impegni fuori casa, può essere devastante per tutte e non solo per un’estatiana convinta come me.

Quindi bando alle ciance! Cosa possiamo fare per non arrivare alla fine di una giornata casalinga, con i capelli dritti, le occhiaie ai piedi e l’umore stile Diavolo della Tasmania?

Ecco cosa ho imparato negli anni e che devo rispolverare per la nuova stagione:

  • PROGRAMMARE LA GIORNATA:  Per non avere la sensazione che le ore ci sfuggano di mano e non accorgersi alle 19 di non aver messo a cuocere il brodo, meglio scrivere una lista delle cose fondamentali da fare ed alternarle ai momenti di gioco e relax. Inseriamo dei momenti creativi, dei giochi super amati e delle pause cibo e riposo. Inutile cercare di fare dei lavoretti di bricolage per due ore, se avete due bambini sotto i 4 anni…sarebbe un suicidio per tutti! E non pretendiamo nemmeno di spacciare per momento relax, guardare tutti insieme la tv sintonizzata su “Abito da sposa cercasi”, perché non è un momento relax, è un diabolico sotterfugio!
  • ABOLIRE LA FRETTA: Una volta che abbiamo fatto una tabella di marcia (non ritmata al millisecondo sia chiaro), godiamoci tutti i vari momenti, senza essere prese dalla frenesia di “se mi sbrigo faccio prima e posso fare altro”, perché rischiamo di stressarci ed innervosirci senza motivo. Un giorno che non abbiamo orari imposti dall’esterno, non imponiamoli noi stesse. Se i bambini ci chiedono di saltare sul letto e ridono e scherzano come pazzi, non diciamo loro “basta” per rifare i letti.
  • PENSARE DA BAMBINI: Sintonizziamoci con i nostri figli. E divertiamoci. La giornata casalinga vincente, è quella che non si preoccupa delle briciole sparpagliate per casa o dei giochi da rimettere a posto. E’ quella che nutre il nostro buonumore con la possibilità di stare in pigiama e non tenere il conto delle caramelle mangiate. E’ quella per cui la mega montagna di panni da saltare, può diventare una montagna da scalare. E in cui si possono lavare i piatti tutti insieme anche se per farlo ci mettiamo il quadruplo del tempo ed il pavimento poi sembrerà una palude.

 

Questi consigli, li scrivo a voi e a me stessa. Perché modificare le giornate in funzione della brutta stagione, mi ha sempre creato tantissime difficoltà. Poi prendo il via, ma partire è dura.

Confesso di cadere spesso e volentieri nel tranello dell’apatia. Comincio la giornata beandomi di non dover fare le corse e arrivo a metà mattinata con il cervello in pappa e stanca mentalmente come se fossero le 22.

E considerate che io amo stare in casa e pure i miei figli!

Quindi se voi odiate farlo, vi sono ancora più nel cuore!

Ma per stare bene in casa, bisogna considerare la giornata non come 12 ore in cui annoiarsi o massacrarsi di lavori domestici, ma come un’ATTIVITA’, così come andare in gita o ad un compleanno.

 

Proviamoci e facciamoci sapere come va!

 

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