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Secondo anno di Covid: strategie per non demoralizzarsi

| Mamma Bradipa Psicologa, Senza categoria

Rileggendo i miei articoli dello scorso marzo, mi faccio quasi tenerezza.

Trasudano di ottimismo, perché “il lockdown è l’occasione per rivedere le nostre priorità, per passare del tempo esclusivo con i nostri figli, per mettere in atto tutti quei PIANI B che avevamo sempre scartato. E per fare il pane”.

Ogni foto è fradicia di speranza, pervasa di romanticismo e di fiducia sul genere umano che, chiamato ad affrontare questa prova, ne uscirà migliore.

Tutti noi siamo certi che con l’estate tutto tornerà come prima, che “teniamo duro questi due mesi e poi vivremo la vita a mille”.

Ed in effetti, l’estate scorsa, se non avevate in mente viaggi galattici o serate tra discoteche e concerti, è andata piuttosto benino.

Quindi l’essere umano che fa? Si rilassa. E’ andata. Ce la siamo vista brutta, ma ciaone. Covid fakkiù.

Tipo quando guardi un film ad alta tensione e finalmente i protagonisti inseguiti da feroci pesci alieni, scappano su un motoscafo e si abbracciano stretti. Fiuuuuu, salvi. E poi tra ta tannnnnnn un pesce alieno era sulla barca e loro sono in trappola.

Reso l’idea no? Peccato che non sia un film, ma siamo noi a novembre. Ah già ma son quasi pronti i vaccini, il 27 dicembre c’è il V-Day, dai che in un mese ce lo leviamo di torno.

Ed eccoci ai miei post di dicembre: ‘sta volta mi  sembra di leggere il mio diario delle medie, con quelle frasi scritte in 3D che portavano messaggi per la salvezza dell’universo tipo : “Non perdere la speranza, dopo ogni notte sorge il sole”.

Per carità è vero eh, ma certi giorni ci sono pure gli uragani.

Ora siamo di nuovo a marzo e che scrivo? Mi sento come se fossi stata fidanzata con la Speranza e mi avesse messo le corna. Io ci provo a credere che non lo farà più, ma mi viene difficile.

Perché diciamoci la verità, questo secondo anno di pandemia fa vacillare non solo gli ottimisti, ma pure quelli come me, che mio marito definisce “nel mondo delle favole”.

Sono cioè arrivata al punto che quando penso positivo, mi sento idiota. Proprio come lo ero alle medie.

Poi però mi viene in mente il mio ruolo, l’approccio che utilizzo nel lavoro e così mi sono spremuta le meningi per trovare un modo per sopravvivere a quest’ennesimo periodo difficile e non demoralizzarsi.

Ed allora quando ansia, stanchezza e paura fanno capolino, non c’è altro da fare che mandare in panchina la speranza e far appello alla razionalità e cercare quindi di capire che “vantaggi” ci potrà portare in futuro la situazione che stiamo vivendo da marzo scorso:

  • Darci la possibilità di sbagliare: Avete presente quando ci diamo un obiettivo e falliamo? Di solito ci sentiamo degli scarti umani, dei falliti. Che siano piccoli o grandi insuccessi, ci sentiamo sbagliati. Pensiamo allora che da parecchi mesi, il mondo intero sta cercando di venire a capo di questa pandemia. Il mondo intero! Le persone che governano, i politici più esperti, i medici più illustri. Che ne dite di darci la possibilità di commettere qualche errore e considerarli semplicemente esperienze da cui imparare?

 

  • Perseverare: Da più di un anno, nessun politico ha detto “basta, arrendiamoci”, nessun medico ha detto “basta, non curo più nessuno”, nessun ricercatore ha detto “basta, non studio più una cura”. Ripensarci, in futuro, potrà servirci per capire che se una cosa non si avvera subito non significa che il destino ci sta suggerendo di desistere, ma semplicemente che ci vuole più tempo. Quindi, se qualcosa ci interessa sul serio, non arrendiamoci alle prime avversità.

 

  • Allenamento alla frustrazione: Questo anno è stato un corso accelerato di sopravvivenza e  di resistenza alla frustrazione. Un domani, ci servirà di sicuro per rimanere sereni di fronte a contrattempi e disguidi che ci sembreranno niente di fronte all’impossibilità di abbracciarci e di stare insieme.

Certo queste strategie di pensiero non ci cambieranno la vita, ma possono essere un gancio cui attaccarci nei giorni più bui.

In attesa che tutto torni come prima della pandemia inoltre, scriviamo su un quaderno quello che abbiamo capito ci interessi veramente fare. Avvantaggiamoci quanto più possiamo così quando si potrà, saremo già sul nastro di partenza!

Ve ne vengono in mente altri?

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Post Partum: 3 strategie di pensiero durante la quarantena

| Mamma Bradipa Psicologa, Senza categoria

Buongiorno a tutti!

Dopo aver parlato delle emozioni, della gravidanza, dei bambini e della famiglia – in relazione al Coronavirus, oggi mi rivolgo specificatamente alle neo mamme, fermo restando che le indicazioni generali date in precedenza ad esempio qui, sono comunque valide.

Ma cosa c’è da dire in più per chi si trova con un neonato in braccio e l’impossibilità di una vita “normale”?

Ecco allora tre modalità di pensiero che potrebbero rivelarsi utili e rasserenanti.

 1 – NON POSSIAMO ESSERE FELICI AL 100%:

Uno dei pensieri più frequenti nella mente di una neo mamma giù di morale è “Perché non mi sento felice?“. Sappiamo che maternità non è uguale a FelicitáEstremaYuppyYeaSuperStar, ma oltre a questo aggiungiamo che TUTTI NOI in questo momento NON POSSIAMO sentirci felici fino in fondo, perché non possiamo svolgere la nostra vita come al solito, abbiamo la preoccupazione  più o meno conscia che qualcuno dei nostri cari possa ammalarsi e l’incertezza del “fino a quando”. Questo può aiutarci anche a sentirci meno diverse dagli altri: infatti un altro pensiero che affligge spesso una neo mamma  è ad esempio il cambio di vita drastico e repentino soprattutto in merito alle uscite quando le nostre nuove giornate sono tutto un conoscersi e riuscire ad incastrarsi tra poppate, nanne, sonno mega cosmico e straripamenti di pannolino. Uscire a cena fuori è impensabile, fare shopping per ore pure. Ebbene? in questo periodo NESSUNO può farlo.

2 – NON È DETTO CHE SENZA QUARANTENA AVREMMO FATTO CIÒ CHE VOLEVAMO:

Dire neonato significa dire imprevisti! E in tantissime circostanze una neomamma non mette in pratica quello che aveva programmato, per i più svariati motivi: il bebè ha sballato tutti i suoi ritmi e al momento di uscire è appena crollato accoccolato a voi sul divano –  è l’ora di uscire, ma il piccolo in preda ad una crisi sconosciuta si calma solo due ore dopo – ha trascorso la notte dormendo in braccio (in piedi) e voi piuttosto che uscire vi berreste una bottiglia di olio di ricino…Ecco, ci siamo capite. Oltre a ciò, si possono aggiungere gli svariati imprevisti dell’universo:  avevate programmato di andare a fare una bella passeggiata dopo giorni chiusi in casa? Pioverà tutta la pioggia del cielo. Volevate andare a comprare un regalo per il compleanno di una vostra amica? Il negozio in questione è chiuso per inventario. Avete sudato 18 camicie per preparare voi, il pupetto, la borsa del cambio, riuscire ad allacciare le cinture dell’ovetto, caricare la carrozzella, l’ombrellino, il sonaglino e il coniglio Pino…e la macchina non parte. Quindi è vero che la quarantena significa fare zero, ma non quarantena non sarebbe significato fare 1000.

3 – NESSUN AIUTO, MA NESSUNA INTRUSIONE:

Ci sono realtà in cui appena una neo famiglia torna a casa, vanno a trovarla 6382 parenti come se stessero partecipando alla gara “chi sfracassa di più l’intimità familiare”. Persone a tutte le ore, che non avvisano prima di venire, si attaccano al campanello, arrivano anche se raffreddati, toccano e sbaciucchiano il bimbo e parlano a voce alta. Insomma non è un segreto che mantenere la quiete familiare nelle prime settimane dopo la nascita non sia mai stato facile. Bene, in questa quarantena non vi sarà niente di più semplice! Fate squadra col papà e createvi la vostra piccola ed irripetibile isola felice: riposate col neonato, mangiate quando avete fame, seguite le vostre emozioni e i vostri ritmi…avete l’occasione per una magica “Luna di Latte”! Troppo romantica? Fate qualche telefonata alle vostre amiche con i bimbi più grandicelli e chiedete loro come è andato il rientro a casa…mi darete ragione!

P.S.:

Tantissime neo mamme in questo periodo mi hanno contattato angosciate dal fatto che il proprio bambino non uscendo, non vedendo persone e non facendo particolari esperienze, non verrà stimolato e rimarrà penalizzato a vita da questa quarantena. Uno degli assiomi della Comunicazione, elaborati dalla scuola di Palo Alto, di cui uno dei massimi esponenti fu  Paul Watzlawick, afferma che “Non si può non Comunicare”. Io lo prendo in prestito per dirvi che NON SI PUO’ NON STIMOLARE: i neonati sono spugne che assorbono tutto ciò che li circonda: solo a noi adulti la nostra casa e il suo contenuto appare privo di stimoli. In realtà, con alcuni accorgimenti, la casa potrà essere una fonte inesauribile di apprendimenti.

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Emozioni e Coronavirus: 4 strategie per gestirle al meglio

| Mamma Bradipa Psicologa, Senza categoria

Ciao a tutti!

Nell’ultimo articolo sui 5 suggerimenti per mantenere la serenità familiare ai tempi del Coronavirus, (che potete trovare qui ) accennavo alle emozioni, buttando là un “andatevi a fare un ripasso”.

In realtà, quel messaggio era per chi per lavoro, propensione o diletto, delle emozioni fosse già ferrato; tutt’altra faccenda se si è abituati a fare-pensare-agire senza porre molto caso al sentire.

Quindi ho pensato di scrivere qualcosa che andasse bene per TUTTI, per questo specifico e delicatissimo MOMENTO: che siate single, una coppia, una neofamiglia o una famiglia da un pezzo, cavalcare le emozioni anziché farsene schiacciare, è senz’altro un bene per ognuno.

Cercherò di non parlare troppo in psicologese e nemmeno in emozionese per essere utile anche a chi “odia” certi tipi di discorsi.

Vediamo….ecco, ci sono!

Tutti abbiamo una cucina ed un lavello giusto? Il nostro sistema emotivo in questo momento è come un lavello intasato. L’acqua scende al 20%, abbiamo provato con il disgorgante, ma non funziona e non possiamo chiamare l’idraulico.

Tradotto significa che non possiamo sfogare le nostre emozioni come al solito. E questo vale per tutti, adulti e bambini – e le emozioni sommate tutte insieme – se arrabbiate, nervose e di malumore, renderanno ancora più difficile la convivenza.

Dite la verità, inizialmente un po’ tutti abbiamo provato a non prendere la situazione troppo sul serio,  ad affidarci all’ottimismo ed al credere che tutto finisse in una-due settimane (il nostro disgorgante) , ma quando abbiamo capito che la cosa andava ad oltranza, non abbiamo potuto fare come di solito facciamo di fronte ad un problema (chiamare l’idraulico) emotivo: chi esce con gli amici, chi fa shopping, chi fa una bella passeggiata, chi va a trovare cari parenti. o semplicemente distraendosi con il lavoro e la scuola. E invece niente.

C’è poco da fare, fino a che la situazione non tornerà alla normalità dovremo lavare i piatti a mano e pochi alla volta. Ma emotivamente che significa???

Vediamo 4 strategie da mettere in pratica affinché il lavello non si intasi del tutto ed allaghi la cucina:

  1. FACCIAMO UN PATTO SCRITTO: No non sono impazzita a forza di sentire parlare di autocertificazioni da Conte, ma per evitare i conflitti, un grosso aiuto può essere quello di un giudice. No, non sto contravvenendo alle indicazioni di non invitare nessuno a casa, sto parlando semplicemente di accordi scritti decisi insieme. Può essere un gioco da fare tutti insieme, da colorare ed appiccicare sul frigo. Alcuni esempi? “Non dire che non si ha niente quando invece si è arrabbiati”, oppure “non strapparsi le cose di mano e chiedersi scusa se si fa male” o anche “non cominciare una discussione prima di andare a letto ed in ogni caso non andare a dormire litigati“. Ovviamente scrivere non è obbligatorio, ma intanto si passa del tempo e soprattutto così si evita che qualcuno sul più bello dica “non è vero questo non l’avevamo deciso!!!”
  2. FACCIAMO COME SHREK: Ve lo ricordate il nostro caro amico verde? “Meglio fuori che dentro” diceva. No, non sto parlando di difficoltà digestive! Ma di pesi sullo stomaco sì! Quando c’era qualcosa che ci dava fastidio nella vita pre Coronavirus cosa facevamo? Aspettavamo che si esaurisse andando a lavoro, uscendo, vedendo persone…ebbene, chiusi in casa questo fastidio si consuma con maggior difficoltà, anzi rischia di crescere! Quindi se siete arrabbiati con il vostro partner o con vostro figlio per una cavolata, come per esempio che ha lasciato la cartina della yogurt dalla parte dello yogurt spiaccicato sul tavolo, DITELO! Se lo farete subito sicuramente sarà un’emozione meno intensa e troverete il modo di esprimerla in modo più  calmo e dicendola puff! Scoppierà via! Se invece vi terrete tutto dentro, una-due-tre volte, arriverete a fine giornata nervosi e di cattivo umore senza nemmeno rendervi conto del perché.
  3. NON ALIMENTIAMO LE EMOZIONI NEGATIVE: Se è vero che qualcosa che ci dà fastidio va subito detta al diretto interessato, ciò non vale se vogliamo dirlo “al mondo intero”: ciò che ci consente di non sentirci alienati, è sicuramente la possibilità di comunicare attraverso i social. Di certo è una buona occasione per sentirci “distanti, ma uniti”, ma evitiamo di condividere post o video pieni di rabbia e astio. Sul momento vi sembrerà che vi alleggeriscano, ma in realtà non faranno altro che mettere in circolo emozioni negative che non potranno sfogare liberamente (il lavello è intasato!!!). Questo è proprio il momento giusto per diffondere emozioni positive, essere ottimisti e focalizzarsi sugli aspetti positivi, su ciò che abbiamo e su tutto ciò che possiamo fare e non su ciò che non possiamo fare! Così sì che staremo meglio e comunicandolo, potremo anche rasserenare un po’ chi ci leggerà!
  4. INCANALIAMO LE ENERGIE IN UN NUOVO PROGETTO. Avete presente tutte quelle volte che avete pensato a quel progetto nascosto in fondo in fondo in fondo alla vostra mente a cui nemmeno voi avete mai creduto? Scrivere, dipingere, inventare qualcosa…è arrivato il momento per farlo!!!! Anche perché l’energia se non viene sfogata si trasforma in ansia! Non vorrete mica stare in casa tutti insieme ansiosi e nervosi??? Dai che qualcosa vi viene in mente!!!! Un qualcosa per voi stessi o per tutta la famiglia, oppure per i bambini! Adesso che acquistare dei giochi è quasi impossibile, potremo costruire una casa delle bambole o un garage porta macchinine. E se non avete il materiale che vi occorre improvvisate con ciò che trovate in casa e date spazio alla fantasia!!! Magari quello che ne verrà fuori non sarà eccezionale, ma sicuramente costruiremo dei ricordi da ripensare con tenerezza una volta che tutto sarà tornato alla normalità.

Ecco queste sono alcune strategie secondo me efficaci.
Non sono miracolose e non vi faranno fischiettare allegramente tutto il giorno senza arrabbiarvi mai. Siamo in una situazione di emergenza! Va bene se non ci comportiamo al nostro meglio! Anche perché senza idraulico i lavelli non si stasano da soli solo perché ci impegniamo!

Sarà dura aspettare di poter risolvere i nostri casini interiori come abbiamo sempre fatto, ma l’importante è pensare che anche se non sappiamo quando, sappiamo che lo faremo.

Non temete, ce la faremo!

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