psicologia

La sfiga di essere una mamma psicologa

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dialogo

Quando mi laureai, nel lontano 2006, agli occhi della gente fu come se fossi diventata una specie di Cloris – la zingara che fa le carte.

Tutti mi raccontavano i loro sogni, mi chiedevano pareri sulla base dei segni zodiacali, o volevano che esprimessi la mia opinione sulle storie d’amore, sapendo solo i nomi dei due innamorati.

“Che secondo te lo devo lasciá Tancredi? ”

“Secondo te, visto che ho sognato zia Pinuccia, che numeri devo giocare al lotto?”

Tutto ciò che cominciava per *Psi* era per me, tutti pendevano dalle mie labbra, anche se io mi affannavo a dire che non potevo conoscere tutto lo scibile psicologico.

Poi sono diventata mamma.

Ed allora, ZIM ZUM ZIP BARABAM!  Automaticamente, i miei ragionamenti, ciò in cui credevo e ciò che dicevo, sono diventati cacchiate, pensieri fasulli come quelli delle finaliste di Miss Italia e degli sconti di 25€ con scritto piccolissimo “su una spesa minima di 1500”.

Se dicevo A era ovvio che la verità fosse B perché tutte le persone del mondo, avevano in mano la VERAVERITA’, come la vicina di casa di Piera ,che fa la gelataia, che se ha detto che è B, è insindacabilmente e per sempre B.

Una laurea ed una specializzazione, cancellate dalla mente delle persone, solo perché avevo un neonato.

Gli anni passano, ma la storia continua.

Perché essere psicologa, non è lo stesso che essere elettricista.

Grazie, direte voi, non ci eravamo proprio arrivati.

Pensate a GianGiusberto, l’elettricista che lavora in piazza. Se vi dice che toccando quel tal cavo non prenderete la scossa oppure sì, tutti ci credereste. Perché l’elettricità è governata da leggi ben precise e nessuno le mette in dubbio.

Ma pensate ora a GianGermana, la psicologa che lavora in piazza. Se all’interno di una conversazione vi dice che prendere a ceffoni un bambino non è una soluzione efficace, nessuno (o quasi), ci crederebbe. Perché la psicologia non ha leggi assolute ed universali ed ognuno si sente competente nel criticarle.

E allora interviene Edismunda che se ne esce con “ahhhh, io son cresciuta a suon di ceffoni e son venuta su bene!”

“Ovvio!” rincara Edoardina, “una ciaffata al giorno leva i problemi di torno!”

E inesorabile, c’è sempre l’ Ermenegilda di turno che fa “ora lei perché è laureata, mi vuole insegnare a fare la mamma dei miei figlioli! Io non lo so!”

Allora. Io mi sarei un po’ rotta le palle.

Quindi, così come sfogo personale mio e informazione generale per chi ha voglia di leggere, ascoltarmi o avere conversazioni con me, ci tengo a precisare che:

1. Il fatto che sia psicologa, non presuppone che le mie parole siano oro colato per tutto ciò che concerne la psicologia;

2 il fatto che io sia psicologa, non presuppone che io dica delle cazzate per tutto ciò che concerne la psicologia;

3 il fatto che abbia studiato psicologia, non fa di me una gasata con la puzza sotto al naso che si crede di sapere tutto;

4 il fatto che abbia studiato psicologia, potrebbe voler dire che su certi argomenti ne so di più di te che ti occupi di altro.

5 se siamo io, Mariè, Carlè, Sarè e Catè – e Sarè è parrucchiera, se devo chiedere un parere sulle doppie punte, lo chiedo prima a Sarè e non dò per scontato che sia una parrucchiera dimmerda incompetente.

Se qualcuno è competente in qualcosa, non è A PRIORI un imbecille pieno di sé e magari vale la pena di prendere in considerazione ciò che dice.

Che siano un elettricista, una psicologa, una parrucchiera, una maestra, un verduraio, un’ostetrica, un’artista, una ragioniera ecc ecc ecc…hanno la stessa possibilità di essere competenti o di essere imbecilli!

E poi gente, di imbecilli c’è pieno il mondo…mica potranno essere tutti psicologi eh?!?!?!?!?

 

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Da Bradipa ad Anatra

| Mamma Bradipa tenera, Senza categoria

Care Moms

Dopo lo sdoppiamento di personalità in mamma bradipa a mamma bradipa psicologa,

Oggi per voi addirittura un mutamento animale: da bradipa ad anatra!

anatra

Questo articolo è d’obbligo perché so che se in questo periodo dell’anno non mi sentite, pensate subito che in depressione post ferragosto, fine estate, inzio dell’autunno eccetera eccetera eccetera.

Ma contro ogni mia più fantascientifica previsione, quest’anno settembre non lo temo come fine di qualcosa, ma lo attendo come inizio di altro.

No non mi hanno rubato l’account.

Non ho nemmeno bevuto la Coca Cola con le menthos dentro e non sono nemmeno montata su un ottovolante così veloce da invertirmi i pensieri.

No. Sono sempre io.

Solo che quest’anno a settembre ricomincio a fare quello che avevo smesso di fare da tanto. Fare la psicologa.

Con i miei ritmi bradipi, i miei guizzi geniali e le mie paranoie ansiose, sto mettendo insieme tante idee. E per la prima volta dopo taaaaanto tempo, la voglia di cominciare è molta di più di quella di progettare.

Che la passione sia un salva vita me lo racconta anche il fatto che per il momento non sono ancora a rischio infarto per l’inizio delle elementari di Giacomo e l’asilo di Aurora.

Settembre di inizi e non di fini.

In realtà l’ho sempre saputo. Che mi sarei trasformata in anatra intendo.

Che dal non riuscire a combinare niente se non starmene avvinghiata ai miei figli, mi sarei sgranchita le gambe (ops, le zampe) un passo più in là con i bimbi ad un passo più in qua, come teneri anatroccolini.

Le mani non sono più occupate a stringere manine sudaticce, le braccia non sollevano più dozzine di chili cicciosetti –  e la mente, non deve più pensare ad anticipare qualsiasi evento che si possa verificare nel raggio di 8 chilometri intorno ai bambini e in qualsiasi dimensione temporale.

Così il cervello, alleggerito e ringiovanito, se ne può tornare a sguazzare nelle passioni e interessi messi in bozza.

Per me, “fare figli”, è stata la forma più elevata di creatività. E per fortuna, quando Aurora ha compiuto due anni, la creatività ho deciso di direzionarla nella professione!!! 🙂

Però la mia anima bradipa è nel DNA non vi preoccupate eh!?

Volevo solo rassicurarvi sul fatto che non sono in preda al panico che avevo prospettato a primavera.

Il calendario non mi fancula, i grembiuli nell’armadio non mi fanno la linguaccia e le giornate sempre più corte non mi salutano con malinconia.

Certo gente, io che parlo di settembre con giubilo e gli faccio l’occhiolino, è inquietante eh?!

Cioè io!

Ho un attimo di smarrimento…

Ok allora penso ai primi pizzicorini di gola, al freddo quando si esce dalla doccia, ai fazzoletti seminati ovunque, ai 45 minuti per vestirsi/spogliarsi, all’ansia per i regali di Natale e…..

Ahhhhhhhhhhhhh! Aiutooooooooooooooooooo!!!!!!!!!

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