post partum

Il paradosso della signora Armanda

| Mamma Bradipa Psicologa, mamme, neomamme, post partum, Senza categoria

 

 

Ricordo una volta che stavo ritornando da una passeggiata con Giacomo piccino. Lui in braccio piangente e la carrozzina vuota. Non avevo idea di che disagio avesse, stavo imprecando nella mia mente e per un secondo pensai che un criceto sarebbe stato molto più semplice da crescere. Proprio mentre ero ferma alle strisce davanti casa, la mia vicina Armanda mi vede e mi apostrofa così:

 

“Bimba!!! Se continui così sei fritta, non te lo spiccicherai più di dosso, son piccoli, ma son furbi, devi fargli capire subito chi comanda!”

Che rabbia! Ma come si permette questa! Lo so io come educare mio figlio! Chi si crede d’essere!

La fulminai con lo sguardo senza dire nulla, ma ricordo che nonostante le mie conoscenze fossero colme di tutt’ altre informazioni, mi sentii una madre debole e perdente e cominciai a covare una sorda rabbia verso quelle credenze, ma pure verso me stessa.

Una volta rasserenata la situazione mi misi a pensare a come mai quella frase mi avesse così infastidito.

Lì per lì non lo compresi. Anzi direi che non mi fu chiaro per parecchio. Poi mi si accese la lampadina:

Vi siete mai chiesti come mai, nonostante da anni si parli di quanto sia importante ascoltare i bisogni dei neonati, è ancora immensamente diffusa la paura di viziarli?

Vi siete mai chiesti come mai si parla sempre di “chi comanda” e di chi “ubbidisce” come se ci si riferisse ad un animale da circo?

Vi siete mai chiesti come mai se avete letto libri, ascoltato esperti e vi siete confrontate con persone che ritenete importanti per voi, se una persona per strada vi dice che tenendo sempre in braccio vostro figlio lo vizierete, in voi si insinua un dubbio? Una microscopica crepa nelle vostre certezze?

PER IL PARADOSSO DELLA SIGNORA ARMANDA (che mi sono inventata io😅)

per il quale fa più paura lo spauracchio di un futuro adulto diPENDENTE da noi di uno con problemi psicologici e relazionali.

A parte che accogliendo i bisogni di un neonato non lo si rende in nessun modo dipendente o viziato o piagnucolone o debole, ma a parte questo perché certe frasi ci colpiscono così tanto nonostante conoscenze, studi e propensioni personali? E soprattutto dopo parecchi anni in cui si sono diffuse le conoscenze dell’importanza di rispondere ai bisogni del neonato per evitargli ferite emotive che avranno conseguenze anche nell’età adulta?

Ero una mamma cattiva ad essermi preoccupata di star educando mio figlio nel modo sbagliato?

Lo erano tutte quelle che mettono in pratica ciò che diceva la mia vicina?

Certo che no!

Tutto ciò succede per il fine ultimo di un genitore crescere un bambino per renderlo un adulto capace di badare a se stesso, staccarsi dal nido e costruire una sua famiglia.

Una spiegazione per la conservazione della specie, dunque. Nessuna cattiva intenzione. Ma al giorno d’oggi si sa che non si diventa madri o padri solamente concependo un figlio, ma crescendolo ed amandolo. Quindi direi che è arrivato il momento di sovvertire questo pensiero facendo comprendere a tutti che in realtà è l’esatto contrario:

più si accoglieranno i bisogni di un neonato e più diventerà un adulto autonomo, sereno e sicuro.

Praticamente dobbiamo eliminare il PARADOSSO DELLA SIGNORA ARMANDA e diffondere il PRINCIPIO DELLA SIGNORA GIORGIA (anche questo me lo sono inventata io😆): un neonato non ha vizi, ma solo bisogni ed accoglierli lo farà crescere sereno e sicuro.

Mi aiutate a farlo circolare?

Faccio un appello alle aziende che producono test di gravidanza: potete per favore scriverlo nelle istruzioni? Bello grosso, in grassetto. “DA LEGGERE MENTRE SI ASPETTA CHE IL TEST SIA PRONTO!”

 

P.s. Il nome Giorgia è ispirato a Giorgia Cozza autrice di innumerevoli testi sui bisogni dei neonati.

P.s2. se incrociate una mamma con un bambino che piange, sorridetele, – adesso che siamo tutte con le mascherine parlate loro con gli occhi come a dire “Forza mamma, sono con te, stai facendo del tuo meglio!”

 

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Ma perché voi prima dei figli eravate SEMPRE felici??

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

Allora ammettiamo che siate in giro con il vostro frugoletto neonato.

Avete dormito 8 ore in 8 giorni e benché sia estate, avete indossato un vestito di velluto perchè è l’unico indumento pulito che avete trovato in casa oltre all’accappatoio.

Incontrate una persona X, pensate voi al prototipo che vi infastidisce di più e fissatelo nella vostra mente.

Ora immaginate che vi dica:

“Ciao cara!!!!! Ma allora è nato!!!!! Ma allora adesso per te esiste solo la felicità, la beatitudine, la gioia, la gratitudine, l’apoteosi, il gaudio più immenso!!!!”

E tu rimani lì impalata, tra la voglia di piazzarle una testata in mezzo alla fronte e quella di urlarle in faccia un mega vaffanxxxx con tanto di alitata e sputacchi e con una forza tale che lo spostamento d’aria dell’onda energetica di Goku in confronto è una puzzetta di passerotto.

Con immane difficoltà non lo fate e balbettate: “Sì insomma per ora è un po’ dura…”.

La persona X sgrana gli occhi ed esplode: ” Ehhh ma che muso lungo! Hai una creatura sana e bellissima tra le braccia e ti lamenti?! Mahhh!”

Rimanete lì come una cacca. La persona X se ne va e voi tornate a casa con voi stesse, vostro figlio ed un senso di colpa così pesante che fa suonare il sensore dell’ascensore.

Ora io vorrei dire una cosa:

M prima dei figli voi eravate sempre felici?


No vero? Ed allora non è che un figlio è una gomma che cancella le emozioni negative e mai e poi mai più più piùissimo proverete tristezza/rabbia/paura.

Già si parte “con danno” come direbbe mio figlio in piena fase carte Pokemon, perché nasce il bebè e così per scherzetto, la natura ti regala il crollo ormonale, perché aver partorito, essere private del sonno e avere le puppe doloranti non era abbastanza.

Poi cambia tutto, perché bisogna assestarsi alla nuova vita, ritrovare un equilibrio col papà, magari il papà è geloso di mamma e bimbo o voi siete gelose di papà e bimbo, le coliche, le cacche straripanti, i consigli non richiesti ingeneranti ansia che esplode come la cola con la Mentos,  le prove per capire come cacchio si smacchiano i body dalla cacca straripante (mi raccomando levateli dalle gambe, fidatevi, n.d.r.), il ruttino, le gocce di vitamine e la zia Abelarda che vi chiama mentre stavate facendo il pisolino per dirvi che cominciano le nuove puntate di Don Matteo.

Come se questo non bastasse, la vita va avanti.

Magari vi si rompe la macchina e dovete spendere 500€ ,mica potete pagare in pannolini usati!

Vi casca un cassetto sul mignolino del piede, non è che ci poggiate sopra vostro figlio e magicamente il dolore sparisce!

Oppure pensiamo a cose tipo andare a fare la spesa prima e dopo i figli o andare al mare prima e dopo i figli. Persone X avete presente?

Quindi care neo mamme, tutte ‘ste persone X, ma pure Y e Z, non possiamo eliminarle, le troveremo sempre e soprattutto quando saremo stanche e avvilite. Però possiamo imparare a rispondere a tono alla loro domanda circa la nostra felicità! Come? Con un esercizio di burla e sdrammatizzazione, ovvio! Fate un’espressione seria e solenne e dite:

“Guarda ti rispondo con una frAse del celebre poeta erandonio: <<Nel cammino della vita, quando è grano, quando è calamita!>>”.

Me lo sono appena inventato, non ha alcun significato, ma sapete che figurone farete???!!!! E invece che col senso di colpa, tornerete a casa con orgoglio e gagliardezza stile emoticon con gli occhi a stella!!! Il sensore dell’ascensore non suonerà, ma dovrete entrare di profilo per riuscire a far passare tutta la vostra magnificenza!!!

E soprattutto potrete sghignazzare stile Muttley immaginando le persone X che passeranno la giornata a cercare il significato della vostra citazione su Google!

N.B: NESSUNO HA DIRITTO DI DIRCI COME DOBBIAMO SENTIRCI E SOLO NOI SAPPIAMO PERCHÉ CI SENTIAMO IN UN CERTO MODO! GIUDICATE MENO E OFFRITE IL VOSTRO AIUTO, CASOMAI.

 

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Post Partum: 3 strategie di pensiero durante la quarantena

| Mamma Bradipa Psicologa, Senza categoria

Buongiorno a tutti!

Dopo aver parlato delle emozioni, della gravidanza, dei bambini e della famiglia – in relazione al Coronavirus, oggi mi rivolgo specificatamente alle neo mamme, fermo restando che le indicazioni generali date in precedenza ad esempio qui, sono comunque valide.

Ma cosa c’è da dire in più per chi si trova con un neonato in braccio e l’impossibilità di una vita “normale”?

Ecco allora tre modalità di pensiero che potrebbero rivelarsi utili e rasserenanti.

 1 – NON POSSIAMO ESSERE FELICI AL 100%:

Uno dei pensieri più frequenti nella mente di una neo mamma giù di morale è “Perché non mi sento felice?“. Sappiamo che maternità non è uguale a FelicitáEstremaYuppyYeaSuperStar, ma oltre a questo aggiungiamo che TUTTI NOI in questo momento NON POSSIAMO sentirci felici fino in fondo, perché non possiamo svolgere la nostra vita come al solito, abbiamo la preoccupazione  più o meno conscia che qualcuno dei nostri cari possa ammalarsi e l’incertezza del “fino a quando”. Questo può aiutarci anche a sentirci meno diverse dagli altri: infatti un altro pensiero che affligge spesso una neo mamma  è ad esempio il cambio di vita drastico e repentino soprattutto in merito alle uscite quando le nostre nuove giornate sono tutto un conoscersi e riuscire ad incastrarsi tra poppate, nanne, sonno mega cosmico e straripamenti di pannolino. Uscire a cena fuori è impensabile, fare shopping per ore pure. Ebbene? in questo periodo NESSUNO può farlo.

2 – NON È DETTO CHE SENZA QUARANTENA AVREMMO FATTO CIÒ CHE VOLEVAMO:

Dire neonato significa dire imprevisti! E in tantissime circostanze una neomamma non mette in pratica quello che aveva programmato, per i più svariati motivi: il bebè ha sballato tutti i suoi ritmi e al momento di uscire è appena crollato accoccolato a voi sul divano –  è l’ora di uscire, ma il piccolo in preda ad una crisi sconosciuta si calma solo due ore dopo – ha trascorso la notte dormendo in braccio (in piedi) e voi piuttosto che uscire vi berreste una bottiglia di olio di ricino…Ecco, ci siamo capite. Oltre a ciò, si possono aggiungere gli svariati imprevisti dell’universo:  avevate programmato di andare a fare una bella passeggiata dopo giorni chiusi in casa? Pioverà tutta la pioggia del cielo. Volevate andare a comprare un regalo per il compleanno di una vostra amica? Il negozio in questione è chiuso per inventario. Avete sudato 18 camicie per preparare voi, il pupetto, la borsa del cambio, riuscire ad allacciare le cinture dell’ovetto, caricare la carrozzella, l’ombrellino, il sonaglino e il coniglio Pino…e la macchina non parte. Quindi è vero che la quarantena significa fare zero, ma non quarantena non sarebbe significato fare 1000.

3 – NESSUN AIUTO, MA NESSUNA INTRUSIONE:

Ci sono realtà in cui appena una neo famiglia torna a casa, vanno a trovarla 6382 parenti come se stessero partecipando alla gara “chi sfracassa di più l’intimità familiare”. Persone a tutte le ore, che non avvisano prima di venire, si attaccano al campanello, arrivano anche se raffreddati, toccano e sbaciucchiano il bimbo e parlano a voce alta. Insomma non è un segreto che mantenere la quiete familiare nelle prime settimane dopo la nascita non sia mai stato facile. Bene, in questa quarantena non vi sarà niente di più semplice! Fate squadra col papà e createvi la vostra piccola ed irripetibile isola felice: riposate col neonato, mangiate quando avete fame, seguite le vostre emozioni e i vostri ritmi…avete l’occasione per una magica “Luna di Latte”! Troppo romantica? Fate qualche telefonata alle vostre amiche con i bimbi più grandicelli e chiedete loro come è andato il rientro a casa…mi darete ragione!

P.S.:

Tantissime neo mamme in questo periodo mi hanno contattato angosciate dal fatto che il proprio bambino non uscendo, non vedendo persone e non facendo particolari esperienze, non verrà stimolato e rimarrà penalizzato a vita da questa quarantena. Uno degli assiomi della Comunicazione, elaborati dalla scuola di Palo Alto, di cui uno dei massimi esponenti fu  Paul Watzlawick, afferma che “Non si può non Comunicare”. Io lo prendo in prestito per dirvi che NON SI PUO’ NON STIMOLARE: i neonati sono spugne che assorbono tutto ciò che li circonda: solo a noi adulti la nostra casa e il suo contenuto appare privo di stimoli. In realtà, con alcuni accorgimenti, la casa potrà essere una fonte inesauribile di apprendimenti.

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Corona Virus: il mio contributo a distanza per le future mamme (parte 2)

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Care future mamme,

ecco la seconda parte dell’articolo, questa volta sui trucchi emotivi.

Se vi siete perse la prima sui trucchi pratici, potete trovarla qui

Ho pensato a questi consigli, molto tempo prima dell’emergenza covid-19 , lungi da me cercare di non considerare i particolari effetti emotivi della situazione. Piuttosto, il mio intento è quello, da un lato di dare uno scorcio di normalità e dall’altro di fornire degli esempi che siano senza tempo e replicabili dalle future mamme del prossimo anno o di quello dopo ancora.  Eccoli qua di seguito:

Trucchi Emotivi:

  • Diario emotivo: Tantissime neo mamme, nei momenti di sconforto, si buttano ancora più giù credendo di non aver mai provato certe sfumature emozionali. In realtà, seppur con intensità minore, anche la gravidanza, è spesso caratterizzata da momenti di angoscia, paura o tristezza. Chi di noi (né incinta né neomamma) non ha momenti in cui pensa che niente stia andando come dovrebbe andare? Ma se non siamo in una fase particolare della nostra vita, aspettiamo che passino e basta. Per questo, tenere un diario delle nostre emozioni, può servirci per andare a rileggercelo una volta che il bambino sarà nato e ci aiuterà a guardare la situazione con occhi più oggettivi ed a non sentirci troppo diverse da quelle che eravamo prima di partorire.
  • Coppia: che un figlio cambi gli equilibri della coppia è cosa risaputa, ma non è vero che non si possa far niente per far sì che il passaggio non sia troppo brusco. Un giorno che voi ed il futuro papà avete del tempo in relax da passare a casa, potrebbe essere carino scrivere una serie di “to do” interpersonali da rispettare una volta nato il bambino. Alcuni esempi potrebbero essere “dirsi quando siamo stanchi”, “dirci che ci amiamo almeno una volta al giorno”, “dirci subito cosa c’è che non va”. In questo modo , seguendola, sarà più facile non ingarbugliare il gomitolo dei vostri sentimenti. Scrivetela insieme, appendetela al frigo, aggiungete qualche bel ricordo. Nei momenti giù, sarà un toccasana per la vostra coppia. Potete anche scambiarvi le idee che avete su come sarà il vostro “dopo”: come si svolgerà la giornata, cosa vi piacerebbe che l’uno facesse per l’altra e viceversa. Approfittate di questi momenti lenti ed a due e fatene tesoro!
  • Parenti e amici: Che siate future mamme indipendenti e piene di amicizie, oppure le eterne piccoline di mamme e zie, la nascita di vostro figlio cambierà il vostro modo di percepirvi e di percepire i vostri parenti ed amici. Quando siete ancora in dolce attesa, preparate un messaggio, una foto o un biglietto scherzoso con su scritto che se sembrerete loro diverse, è perché lo sarete davvero. Ma che il vostro amore nei loro confronti non cambierà. Che anzi, avrete ancor più bisogno di loro, anche se non vi farete sentire per giorni interi. Avrete bisogno che gli altri vi dimostrino che ci sono, anche se non dovessero ottenere nulla (per il momento) in cambio. Se sarete nervose o stanche o poco interessate a quello per cui un mese prima impazzivate. Avrete solo bisogno di tempo…ditelo subito!!!! Ora che ne avete ancora molto e potrete dilungarvi in spiegazioni a riguardo! Eviterete dopo,  di creare inutili malintesi e tristezze, in un periodo già ormonalmente in subbuglio.
  • Sdrammatizzare: Come vi dicevo, la bozza di questo articolo è in cantiere da parecchio tempo prima della quarantena. Il mio, è un suggerimento volto a prendere con maggior leggerezza gli accadimenti quotidiani della mammitudine, non certo del momento storico che stiamo vivendo. Un esempio? Pensiamo a quando ci arrabbiamo perché per aprire il pacco di caffè ne buttiamo metà in terra, o quando non riusciamo a chiudere occhio perché il bimbo ha deciso di puntarsi sulle nostre costole. Una volta passato il momento di rabbia e fastidio, proviamo ad osservarci dal di fuori, come se stessimo guardando una sit-com e facciamoci su una risata.Ci allenerà a staccare il pensiero e fare “reset” con la mente, cosa che vi ritroverete molto utile nel post partum. Inoltre sapete che ridere fa bene al sistema immunitario? Proprio così!!!
  • Imparare cosa significa fallire: ci sono cose che è meglio conoscere prima di partorire: una di queste è come cambia il concetto di fallimento quando si diventa genitori. In parole semplici, con un neonato (e non con un bambino di un anno badate bene) si riesce quando ascoltiamo i suoi bisogni e facciamo del nostro meglio per soddisfarli. Fallire significa il contrario. Correre appena nostro figlio piange, non significa fallire. Farlo dormire con noi non significa fallire. Attaccarlo al seno a richiesta non significa fallire. Si fallisce quando si lascia piangere un neonato perché così si abitua a dormire da solo, così per dirne una. Un neonato non si vizia. Semplicemente perché non ha la capacità di farlo. Agisce per istinto di sopravvivenza. Ascoltatelo e non sbaglierete. Soprattutto ricordatevi che non sarete delle pappe molle senza spina dorsale che hanno ceduto; sarete delle mamme che si prendono cura del loro bambino.
  • Aspettativa/prospettiva: L’altra sera ho guardato una diretta Instagram di Graziana Mamma Coach e Lucia di Mamma Mia Che Viaggio e per caso è emersa una bellissima riflessione sull’aspettativa e la prospettiva ed ho pensato subito che potesse essere utile inserirla qui. Spesso infatti, tendiamo sia ad aspettare troppo da noi stesse ed allo stesso tempo siamo invischiate nei nostri pensieri che ci fanno dilatare situazioni e sentimenti. Ebbene, per essere più serene bisognerebbe fare l’esatto contrario: darci piccoli obiettivi e ogni tanto fare un passo indietro e guardarci dal di fuori. Ci accorgeremo di come sentirci soddisfatte sia appagante e di come siamo in gamba se ci guardiamo senza lente di ingrandimento (per altri CHI sotto una lente appare perfetto???)  Imparare a farlo da incinte, sarà un allenamento nel caso in cui vi possiate sentire oppresse dai ritmi pressanti di un neonato. Anche perché chi vi vuole bene, vi farà presente quanto siete brave e quanto state facendo, ma se non ne siete convinte voi almeno un pochino, vi entrerà da un orecchio e vi uscirà dall’altro. Datevi piccoli obiettivi per la giornata. Non vi sovraccaricate. Perché se poi non riuscite a fare tutto, l’incupimento sarà dietro l’angolo. Se invece vi chiedete poco, riuscirete di sicuro a raggiungere l’obiettivo e magari vi avanzerà pure un pochino di tempo per rilassarvi un po’.

Questi sono alcuni suggerimenti che ho pensato, se avete dei trucchi pratici od emotivi che state mettendo in pratica, scrivetemeli e li pubblicherò con piacere!

Vi lascio il link ad un mio video su Facebook delle rubriche di Pronto Mamma sulle strategie emotive e pratiche per un post partum sereno: https://fb.watch/3_3rxc07fj/

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Il mio contributo a distanza per le future mamme (parte 1)

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Care future mamme,

una delle conseguenze delle misure di contrasto del diffondersi del Coronavirus, è la sospensione dei corsi di accompagnamento alla nascita. Per fortuna esistono ostetriche che potranno seguirvi a prescindere dagli incontri, ma mi faceva piacere, per ciò che concerne la psicologia, dare un mio contributo a distanza, per potervi sostenere a mio modo.

Per questo motivo ho pensato a dei “trucchi” pratici ed emotivi che potrete utilizzare nell’ultimo trimestre di gravidanza, per occupare il tempo e per gettare le basi per un futuro Post Partum sereno.

Si sa, gli ultimi mesi non passano mai, avete energia da vendere, che vorreste usare per spingere le ore del giorno a scorrere più velocemente e non vedete l’ora di stringere tra le braccia il vostro piccino.
Tranquille, seppur lentamente, i giorni trascorreranno e i vostri occhi si incontreranno con quelli di vostro figlio.

Ma una volta tornate a casa, le cose da fare si moltiplicheranno e dovrete incastrare tutto con i ritmi del neonato e con un nuovo assetto familiare. C’è chi accoglierà questo cambiamento senza particolari difficoltà e chi invece potrebbe sentirsi impaurita e sopraffatta dalle novità. E allora che fare? Ci sono dei trucchi che potrete mettere in pratica mentre siete ancora incinte! In questo primo articolo vi parlerò di quelli PRATICI, nel prossimo tratterò quelli EMOTIVI.

Eccoli!

Trucchi Pratici:

  • Cibi pronti: I bisogni primari, come dormire e mangiare, saranno quelli che si faranno sentire di più durante la fatica dei primi mesi; ma se il detto “dormi ora finché puoi” non ha alcun senso dato che non possiamo metterci da parte ore di sonno di riserva, il consiglio di cucinare e congelare pietanze, rappresenta una sacrosanta verità. Cucinate i vostri cibi preferiti con dosi doppie ed una parte metteteli via. Conservateli in porzioni singole ed in contenitori che possano essere messi nel microonde, così quando alle tre di notte vi prenderà una fame disumana, invece che finirvi un pacchetto di patatine formato famiglia, vi mangerete qualcosa di ben più nutriente e sano e senza il minimo sforzo.
  • Ordine furbo: Che siate delle disordinate incallite o delle precisette da guinness, la nascita di un bebè non vi permetterà di riordinare quando e come vi pare. Nei lunghi momenti in cui il vostro bebè mangerà (il latte mi raccomando, non le monoporzioni scaldate al microonde :-P), il vostro sguardo si poserà inevitabile su quei mucchi informi di vestiti ed oggetti che alloggiano in varie zone della casa. Adesso che siete sempre incinte, liberate uno-due cassetti e ripiani di un armadio: quando l’ansia da disordine vi coglierà, zac! Potrete infilare tutto dentro e sistemare un po’ alla volta quando avrete tempo (e voglia!). La sensazione di vedere sala e camera libere da cianfrusaglie, vi rasserenerà subito!
  • Shopping on line: Da tempo, i negozi in cui andate a fare acquisti hanno anche negozi virtuali on line. Iniziate fin da subito a scrivere su un quaderno (non un foglio volante che vi assicuro perderete!) le taglie delle tutine che avete acquistato e la marca relativa; prima di tutto perché quasi sicuramente taglierete le etichette per non irritare la pelle delicata del neonato e nel momento in cui dovrete acquistare una taglia in più non vi ricorderete se avevate comprato la “zero”, la “zero-tre”, la “un mese” o la “per quando è appena nato piccino piccino tenero tenero”. Oltre a questo, da brand a brand possono esserci vestibilità diverse e così eviterete di ritrovarvi un capo smisurato o striminzito non ricordandovi la taglia e la marca corrispondente.
  • Letture: Leggere fa sempre bene, ma in gravidanza può diventare veramente una risorsa. Esistono vari libri divulgativi che vi potranno spalancare il mondo della genitorialità e dei neonati. Per fare solo due nomi, vi consiglio i testi di Alessandra Bortolotti (psicologa dello sviluppo e dell’età evolutiva, esperta del periodo perinatale e scrittrice.) e Giorgia Cozza (giornalista e scrittrice che si occupa di gravidanza, allattamento, salute della mamma e del bambino.). Evidenziate le righe che vi ispirano di più e che potrete rileggere nei momenti che preferirete con il vostro bambino a fianco. Eviterete così di farvi innervosire da commenti o consigli non richiesti, perché avrete ben presente quello che è il meglio per voi e per la vostra famiglia.
  • Fascia: Il neonato, per bisogno e non per vizio, necessita di contatto e contenimento. “Devo fare la pipì con lui in braccio!”, “Non ho mai le braccia libere!”, sono alcune frasi tipiche di una donna appena diventata mamma. Acquistare una fascia e prendere confidenza, prima di partorire, con la prima legatura pancia a pancia per neonati, potrebbe risultarvi particolarmente utile. Esistono infatti Consulenti del Portare Certificate che vi potranno insegnare e seguire in tutto e con cui avrete già stabilito un rapporto di fiducia quando nascerà il vostro bambino.

Questi sono alcuni trucchi che avrei voluto sentirmi dire quando aspettavo il mio primogenito. Sono validi in qualsiasi situazione, ma in questo periodo di emergenza, ancora di più.

Per tutto ciò che vorreste chiedermi o condividere, resto comunque a disposizione via mail, via telefono e via social.

E ora via, correte a mettere in pratica il primo trucco!!!

Vi lascio il link al mio video di Facebook delle rubriche di Pronto Mamma sulle strategie emotive e pratiche per un post partum sereno: https://fb.watch/3_3rxc07fj/

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La mamma è come una scatola di cioccolatini

| Mamma Bradipa polemica, Senza categoria

Contenitore

Il pomeriggio di Natale, mentre passavo distrattamente da una stanza all’altra, mi è caduto l’occhio sul piatto in tavola pieno di gusci di arachidi mangiate poco prima e sulle scatole vuote dei giochi appena scartati, abbandonate in cucina.

Presa da un pensiero animista da digestione pesante, ho pensato “poverini ora non se li fila più nessuno”. E mi sono venute in mente le neo mamme.

Diceva Forrest Gump: “la vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita”.

Io invece propongo: “la mamma è come una scatola di cioccolatini: vuota non conta nulla”.

Più precisamente mi riferisco a quando una mamma partorisce ed automaticamente tutte le attenzioni si riversano sul neonato.

La mamma è lì nel lettino di ospedale, provata e un po’ sofferente, circondata da persone che guardano dentro ad una piccola culletta trasparente.

Fino a poche ore prima era tutto un “Tesoro come ti senti? Hai mal di schiena? Hai mal di piedi? Hai mal di testa?”, “Tesoro, non ti chinare, te lo raccolgo io il telecomando!”, “Tesoro hai qualche voglia particolare per cena?” “Tesoro vai a dormire che sei stanca…” e così via. Praticamente la saga di Tesoro-landia.

Ma appena IL BEBI non è più IN LEI, ma AUT LEI, diventa la saga di SpostatiCicciaCheNonVedoIlBebi-Landia. Nel migliore dei casi, si chiede un rapido “come va?”, nel peggiore, l’odioso-fuori luogo-inopportuno-controproducente “sei felice?” 

D’altra parte che ce ne facciamo di un contenitore vuoto?

Quando mangi le arachidi, che te ne fai del guscio?

Quando un bimbo apre un gioco che se ne fa della scatola?

Ordunque che ce ne facciamo della custodia di un bebè?

Guardiamola bene: è rovinata (“ti vedo sciupata tesoro”), sformata (“vedrai che poi ti torna il bel personalino di prima”), ingombrante (“ma lo devi tenere sempre tu il bimbo?”)

Quindi che si fa? Si butta? Ma Va nell’umido o nell’indifferenziato?

No via… ‘sta differenziata che complica tutto! Non si può…allora l’alternativa è quella di distruggerla (solo) psicologicamente.

Ma sì cominciamo ad attaccarla su come ha partorito, su come nutre il bambino, su come si veste e così via.

Vi sembro pazza?

I veri pazzi sono quelli che circondano una neomamma e non si rendono conto che una mamma non è un contenitore, ma un essere che dà contenimento, nella pancia prima e nelle braccia dopo.

E se sta bene la mamma starà bene anche il piccino.

Ma una neomamma ha molti motivi per non stare proprio benissimo.

Può essere in preda agli ormoni come se avesse il ciclo elevato alla millemillesima potenza, si vede la pancia come quei sacchi-pouff per sedersi, ha il seno dolorante, lá sotto non ne parliamo, non sa niente di quell’esserino che dipende totalmente da lei, dorme poco, non ha più una routine e 363724 persone vogliono venire a casa a vedere il bambino chiamandola ad ogni ora della giornata.

Quindi gente, smettetela di massacrare le povere neomamme.

Considerate più loro che il neonato.

Al bebè di voi non importa un fico secco e invece la mamma è sensibile alla più piccola vostra critica od osservazione.

Cucitevi la bocca e rimboccatevi le maniche.

Passate a prendere i panni da lavare e stirare.

Offritevi di fare la spesa.

Cucinate qualche buon manicaretto.

Possibile che la maggior parte delle donne mamme da anni, non si ricordi di come si sentiva appena partorito?

Quando dicono che i dolori del parto si dimenticano, dovrebbero dire invece che si dimentica come ci si sentiva. E al posto dei ricordi di bisogno di sostegno, si insinua nel sistema il virus della perfetta rompipalle.

Neo-mamme date retta a me! Scaricate un buon antivirus!

 

 

 

 

 

 

 

 

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Post Partum e angoscia

| famiglia, mamme, post partum

Care Mamme,

Contrariamente alla mia super esplicitata pigrizia, da piccola volevo avere 17 figli. Da buona organizzata, programmatica e ignorante sulla indecisionabilità dei tratti estetici, avevo già scelto per tutti, non solo il nome, ma anche il colore di occhi e capelli.

Ho sempre giocato “a mamme”. E ho smesso solo quando ho cominciato a desiderare di esserlo per davvero.

Per me, essere mamma, è sempre stato al primo posto. Anche a 19 anni, quando scelsi l’università che mi permetteva di fare una professione che potevo gestirmi da sola, ovviamente per seguire i bambini.

Nel frattempo, avevo aggiustato un po’ il tiro e quando decidemmo di metter su famiglia, ero scesa a quota tre.

Ho avuto una gravidanza meravigliosa, seppur con lo spauracchio del parto, che temevo fin da quando mi avevano spiegato come nascono i bambini. Stavo benissimo, ero felice e non vedevo l’ora di coccolare quel batuffolino che alloggiava temporaneamente dentro me.

Poi nacque. Del parto neanche me ne accorsi si può dire. E per me il più era fatto. Ora avevo davanti a me giorni, mesi, anni di felicità, di messa in atto di tutto quello che sognavo da anni e su cui mi sentivo preparatissima.

Ma non fu subito così.

Proprio io che non avevo mai pensato ad altro, mi sentivo in una terra straniera senza dizionario.

Io che sognavo di metterlo a dormire nel lettone ogni volta che piangeva, mi ritrovai un bambino che amava dormire a stella e solo.

Io che immaginavo di dover rassicurare mio marito, su quanto lo amassi, nonostante l’arrivo del bambino, mi sorpresi gelosa delle attenzioni che lui dedicava al figlio. Perché io, non riuscivo a provare per quel piccino (col senno di poi, lo credevo solamente), quell’amore che leggevo negli occhi del suo papà.

Io che mi immaginavo realizzata e felice, ero sopraffatta dagli ormoni, e per un bel po’, quando mio marito tornava da lavoro, gli affidavo quel fagottino caldo e morbido e scoppiavo in un pianto impetuoso.

Io che mi immaginavo preparatissima e naturalissima nel seguire la sua crescita, mi ritrovai circondata da post-it con gli orari dell’ultima poppata, dell’ultima pesata e ogni sera andavo a dormire con l’angoscia di non sapere per quante ore avrei potuto farlo, stretta nella morsa del non sapere e del non poter programmare.

Non ne parlavo con nessuno se non con marito e mamma, perché a distanza di tempo, posso dire che mi sentissi un’imbranata inutile che non sarebbe mai stata in grado di accudire un bambino.

Ricordo ancora con il gelo nel sangue, che non percepivo lo scorrere del tempo. Per me sarebbe stato sempre così: pianti, mangia, pianti, dorme, sereno per dieci minuti, popò, poi pianti per sonno e via così.

Ma per fortuna, il tempo scorre e i bambini cambiano. Le mamme cambiano.

E sbocciai.

Ricordo che la notte mi svegliavo con il cuore che batteva fortissimo perché ero emozionata da come amassi mio figlio. Da come me ne fossi innamorata piano piano.

Ho pensato che magari ci sono tante neomamme che si sentono contente per metà e l’altra metà in colpa ed infelici.

E allora non fate come me, parlate-parlate-parlate, non sentitevi diverse. Perché quando mi decisi a confidarmi con una mia amica, scoprii che anche per lei l’inizio era stato un bel casino.

Così magari, prima di quanto sia successo a me, vi sveglierete di notte col cuore in gola per tutto l’amore che provate.

P.s.: Con la seconda figlia non avevo aspettative caratteriali ed è stata tutta discesa.

P.s.2: Sono scesa a quota due!!!!

 

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