L’ultima volta che sono andata dal pediatra, ci sono stati degli intoppi logistici ed ho dovuto aspettare parecchio. Per fortuna dovevo solo recuperare delle ricette ed ero senza bambini.

Così mi sono messa ad osservare le varie tipologie di mamme che erano lì in attesa.

L’ANSIOSA. Ha un bambino al di sotto dei sei mesi; non conosce ancora i cocktail di virus da asilo, ma ne ha sentito le più dettagliate descrizioni. Per lei andare dal pediatra, è più una sfida a non far peggiorare il figlio, che la possibilità di farlo star bene. La si riconosce perché si affaccia intimorita alla porta e con voce flebile domanda: “Ehm scusate, siccome mio figlio ha 73 giorni, c’è qualche bambino che sta male? Perché sennò magari, ecco, aspetto fuori e mi chiamate quando è il mio turno…”. In risposta, solo degli sguardi alla MaFallaFinita e quindi si rassegna a fare dentro e fuori 57 volte. Quando arriva il suo momento, schizza dentro allo studio quasi in apnea e con un fagottino in braccio con la tuta gialla alla Virus Letale.

LA PRATICAMENTE MEDICO. Classicamente è logorroica e dopo un minuto sa tutte le problematiche di tutti i bambini presenti e pure dei loro parenti di primo e secondo grado. Per un momento ti domandi se è una tirocinante del medico che prima della visita recupera le informazioni necessarie. Ma poi comincia a raccontarti i sintomi di suo figlio dalla nascita, alla mattina stessa. E come ciliegina sulla torta aggiunge “Sai l’ho portato a far vedere, ma lo so già cosa devo fare figurati…al giorno d’oggi con internet che ci vuole…basta un po’ di paraceTImolo e un po’ di areosò!” Oddiamine! Come darle torto!!!!

LA DEVO FARE SOLO UNA DOMANDA. Non mi dite che non ne avete mai incontrata una perché non ci credo. Entra trafelata, sudata, con un sorriso a 45 denti e chiede chi sia l’ultima. Fin qui nulla di male. Ma poi comincia a dire “Ah io devo fare solo una domanda!” agitando le chiavi davanti al viso, come a volerci ipnotizzare a pensare chiavi in mano=rapidità. Il medico apre la porta e lei con sguardo così dolce che Bamby in confronto era un cerbiattaccio malefico, dice “Posso entrare un attimo, solo una domandina”…una giravolta, i capelli fluenti che distraggono e bum la porta si chiude. Con loro dentro. E ovviamente si riapre dopo 43 minuti.

L’UNTRICE. Arriva con minimo due bambini tra i due e i sette anni che amano girellare nella sala d’aspetto. Tossiscono come draghi senza conoscere la possibilità di poter mettere una mano davanti alla bocca a limitare sputacchi infetti e si asciugano il naso colante con la mano mentre toccano tutto; perché la loro mamma, non ha MAI fazzoletti. Accorgendosi degli sguardi angosciati degli altri genitori, dice ai bambini “state buoni che avete 39.3 e tutte quelle macchie sospette addosso! Via abbiate pazienza, ora tocca a noi così il medico ci dice se siete contagiosi…”e tu ti maledici per aver portato tuo figlio, perfettamente sano, a fare il bilancio di crescita proprio oggi.

L’ORGANIZZATA DAI TEMPI STRETTI. Di solito è una mamma impegnatissima che ha i minuti contati per la visita dei bambini. Quindi li porta con una mise interamente con gli strappi per velocizzare le operazioni di svestizione e vestizione, facendo invidia ad Arturo Brachetti ed ai più veterani spogliarellisti. Le domande sono tutte stampate su un foglio ed anche le possibili risposte, in modo da dover semplicemente barrare con una crocetta quella corretta. Arrivano esattamente quando è il loro turno, facendo dei complessissimi calcoli tra l’orario di appuntamento e il ritardo maturato dalle visite precedenti. Arrivano, si fanno visitare ed escono in 13 minuti netti.

Poi è stato il mio turno: L’OSSERVATUTTIPERCHE’DEVESCRIVEREILSUOBLOG. Se in sala d’attesa vi accorgete di una che vi fissa, sappiate che sono io! Uahahahahahahaha (risata malefica).

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