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Quel gran pigliameriti di Babbo Natale

| Natale, Senza categoria

Ogni anno, all’incirca a metà novembre, si comincia a parlare di Natale.

Da quando si diventa genitori, alla classica “MagiaDelNatale” si aggiunge la MAGIADIBABBONATALE che scalda il cuore dei bambini facendo pensare loro a questo nonnone del polo nord che costruisce giocattoli insieme agli elfi e che poi li distribuisce a tutti tutti tutti i bimbi in una notte sola.

Fin dal loro primo Natale, a soli 5 mesi, la Vigilia lasciamo latte e biscotti, a un anno e mezzo iniziamo a portare i piccini ai Villaggi di Babbo Natale, a fare le foto con qualsiasi simil Babbo Natale che avvistiamo e soprattutto cominciamo a scrivere le letterine. Ogni anno ci anticipiamo con i preparativi, aggiungiamo particolari magici e bellissimi che facciano traboccare di stupore gli occhi dei nostri bimbi.

Nessuno ci avvisa però, che ad una certa età, tutti questi particolari ci si ritorcono contro e ci complicano la vita non poco.

Tipo quando hai finito di comprare i regali, sei felice e in pace con te stessa perché hai preso tutto ciò che era scritto nella letterina ed una sera, mentre ti stavi per addormentare ti dicono: “Mamma chissà che cosa  ci porterà Babbo Natale che non abbiamo chiesto” e tu maledici quel Natale in cui, per giustificare dei pensierini inaspettati avevi detto che Babbo Natale fa anche dei regali a suo gusto.

O quell’altra volta che avevi deciso che fosse la Befana a portare dei librini, ma loro (sempre quando ti stai addormentando sia chiaro) ti dicono: ” Chissà che librini ci porta Babbo Natale quest’ anno! Lui ci porta sempre dei librini!” Perché per invogliare tuo figlio alla lettura avevi detto che Babbo Natale è contento se i bimbi leggono e che ogni anno lasciava qualche libro che gli piaceva.

Tutto ciò è condito da:

“Povero Babbo Natale a portare i giochi in tutto il mondo in poche ore”, “Meno male che ha gli elfi al aiutarlo!”, “Che fortuna che ci porta i regali lui così te e papà risparmiate un sacco di soldi!”

Insomma ‘sto omino si becca tutti gli onori e nessun onere.
Me lo vedo su una spiaggia caraibica a prendere il sole ed a sorseggiare cocktails, leggendo letterine su letterine piene di complimenti e gentilezze, colme di richieste che non esaudirà mai!

Perché OVVIAMENTE gli oneri son tutti nostri! I famosi elfi che si fanno il mazzo siamo noi!

Con i biglietti nascosti in tasche segrete delle borse scritti in un misto tra geroglifici e lingue sconosciute sia mai venissero trovati, con le nottate a cercare le offerte migliori, con le scuse più assurde per distrarre i fanciulli e riuscire a nascondere i regali, con la nostra insistente richiesta di scrivere nero su bianco i doni sulla mitica letterina per poter cominciare ad acquistare e con l’abilità comunicativa di un Nobel in intercomunicazione intergenerazionale per far capire ai parenti i regali richiesti.
Anche perché oggi giorno se non ricordi alla perfezione un nome di un gioco sei nei guai.

Per ciò che riguarda Barbie, animaletti a pile, bambole e bamboline, da un paio d’anni tutto gira intorno ad una manciata di parole:

Arcobaleno

Unicorno

Fantasia

Magic

Sogni

Capite bene che se sbagliate l’ordine, invece di un unicorno alato che cavalca sull’arcobaleno, potreste ritrovarvi con un magic arcobaleno che disegna unicorni!

D’altra parte se siete alle prese con Transformers e dinosauri, non andrà meglio perché tutto è più bello se più grande e quindi praticamente in ogni gioco troverete parole come:

Mega

Super

Gigante

Fantastico

Stellare

E se a questi aggettivi non fate seguire il soggetto giusto sarà un macello.  Perché Mega tirannosauro rex non è lo stesso di Super fantastico Tirannosauro e nemmeno del Brontosauro mega stellare.

Immaginate quando dovete spiegare tutto questo a nonni e zii.

Anche perché non puoi ovviare spiegando cosa fanno perché tutti fanno le stesse 3-4 cose! (Che spesso sono anche schifose!)

L’unica salvezza, credetemi, è inviare le foto e dire loro che le facciano vedere al giocattolaio. Incrociare le dita e convincersi che Babbo Natale esiste, così in caso di errore la colpa sarà sua. Anche perché visto che si becca tutti i meriti, qualche possibile sgridata potrà pure sopportarla, no?

Comunque, in un modo o nell’altro arriva la Vigilia e ogni anno ti chiedi come della carta così sottile possa fare un rumore così forte anche se manovri i pacchi con lentezza e precisione e con la stessa ansia di un ladro durante un colpo in gioielleria.

Per calmarti, nella tua testa ti ripeti il piano di emergenza, cioè che hai beccato Babbo Natale sul fatto, ma speri che non serva.

Finito ogni allestimento, a notte fonda, ti addormenti con l’angoscia di aver scordato qualche gioco in qualche armadio o peggio, di aver scordato di comprare quel gioco che “Ma come mamma non l’avevi aggiunto alla letterina come ti avevo detto?”

Ti giri e ti rigiri tutta la notte promettendo che il prossimo anno lo stress non ti farà suo e all’improvviso vieni svegliata dalle vocette più tenere e meravigliose che ti fanno scordare ogni difficoltà e che ti chiedono: “Andiamo a vedere se è passato Babbo Natale?”

Ed allora ti dici che il prossimo anno anticiperai ancora di più i tempi, aggiungerai ancor più particolari e ti incasinerai ancora di più, solo per vivere ancora più intensamente quella magia e quella luce di meraviglia.

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Il Natale delle Neo Mamme

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

Ognuno reagisce all’atmosfera natalizia in modo diverso, sceglie se farsi trasportare dal periodo o se continuare il proprio corso come al solito, pensando semplicemente all’acquisto di qualche regalo.

Chi invece non ha possibilità di scelta è una Neo Mamma. A decidere non è lei, bensì una serie di Boss con cui deve avere a che fare: gli Ormoni, i Parenti e la Società.

Gli ormoni vi trasformeranno in due possibili modi:
nel primo caso vi renderanno la magica fata Stellastellina del Natale, vi faranno preferire vestiti bianchi, rossi e dorati, sostituire la parola BIANCO con CANDORE, COINCIDENZA con MAGIA, PAPÀ con BABBO. Vi faranno trovare deliziosamente meraviglioso qualsiasi addobbo o decorazione natalizia, anche la carta igienica con i pupazzi di neve o l’abominevole creazione con la pasta di sale di vostra nipote duenne. Vi faranno amare il prossimo, vedere il bello in tutti, persino nella zia Teubelia con le unghie ricurve che usa per prendere il tabacco da masticare tra una parolaccia e l’altra. Penserete che questo, con il vostro neonatino in braccio, sarà il miglior Natale di sempre, sognerete ad occhi aperti tutti i successivi Natale fino ai 18 anni, facciamo 20 già che ci siamo. Sarete fiere, propositive, entusiaste…porterete avanti il motto “A Natale puoi” inteso proprio nel senso che vi sentirete invincibili e vorrete salvare il mondo con l’ammore.
Nel secondo caso, il Grinch in confronto a voi è il fratello di Babbo Natale, saltereste volentieri questo periodo stucchevole dato che dormite due ore per notte, avete sempre un fagotto in braccio, non avete tempo per nulla -figurarsi per comprare i regali – e odiate tutti. Senza distinzioni. Da zero a cento anni, con una spiccata cattiveria verso quelli che vi dicono “Allora quanto è meraviglioso questo primo Natale col tuo cucciolo?” Meditate di trasferirvi in un paese dove non si festeggia il Natale,coe seconda opzione di boicottare la vita e la magia altrui noleggiando un furgone con megafono e urlare per le strade “Babbo Natale non esiste!!!!” E il motto “A Natale Puoi” voi lo continuereste volentieri con… Mandare a quel paese tutti.

Parliamo ora dei Parenti. Anche per loro troviamo due categorie: quelli che ti faranno sentire compresa e sostenuta e quelli che “Non vorrai mica mandare a rotoli tradizioni di anni per un bebè“. Nel primo caso tutto il periodo Natalizio filerà liscio, sarete supportate nel comprare i regali, negli addobbi e ovviamente non avrete nessuna incombenza per i pranzi e le cene…anzi no, cene bandite per quest’anno, “La sera sarai stanca ed è freddo per il bimbo“.

Oppure ci sono quelli che pretenderebbero tu li accompagnassi in quel negozietto tipico a 40 km da casa,  a comprare addobbi come l’anno scorso, che ti affidano responsabilità e compiti perché “Tanto quando dorme hai tempo“, o che non modificano di una virgola le riunioni familiari in tutti i luoghi e in tutte le ore perché “Così abbiamo sempre fatto e così sempre faremo“. Unica eccezione se il loro alluce valgo si fa sentire ed allora è tutto annullato.

L’ultimo Boss di cui vorrei parlare è la società. Nello specifico il mondo del commercio, della pubblicità e dello shopping. Perché se tu dalla disperazione della stanchezza ti fossi sniffata un po’ di mercurio cromo mentre disinfettavi l’ombelico del tuo pupetto e non ti ricordassi più che è il primo Natale di tuo figlio, non preoccuparti. Perché come entrerai in un negozio per bambini, sarai letteralmente sommersa dagli oggetti con su scritto “Il mio primo Natale“. Dal più classico bavaglino, alla tutina, al ciuccio. Ma non finisce qui: ovunque ti giri lo troverai. Anche nei negozi di articoli per la casa, sopra soprammobili o cornici. Per non parlare dei negozi di fotografia. Dove troverai la famosa scritta su ogni genere di cose: tazze, cuscini, calendari, palline di Natale, plaid, cover di cellulare eccetera eccetera.
Che bello è??????? Tutto molto magggico e cuccioloso vero????
Certo, se ormoni e parenti remano insieme verso la magic isola Natale!
Ma se così non fosse state tranquille, vostro figlio sarà felice anche se farà la pupù in un pannolino anonimo senza la scritta “Come è bello evacuare sia Vigilia che Natale!”

E voi come avete passato o passerete il Primo Natale da mamme?
Buon Natale a tutti!!!!!!!

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Raccolta firme di protesta per i regali di Natale

| Mamma Bradipa ironica, Mamma Bradipa tenera, Senza categoria

Cari genitori di bambini dai 3 anni in su,

oggi mi rivolgo a voi. A voi che avete trascorso il pomeriggio del 25 e del 26 a montare i giochi che Babbo Natale ha portato ai vostri figli.

Lo so che avete affrontato tre fasi:

  • la gioia nel vedere la felicità dei propri bambini e la totale ignoranza di ciò che vi aspetta;
  • la tensione sempre più consistente e insistente, mentre vi rendete conto dell’effettiva complessità del montaggio accompagnata dal logorante dubbio di riuscire a farcela;
  • l’incazzatura/rompimento di palle intergalattico, puntualizzato da imprecazioni che cancellano qualsiasi sacralità natalizia.

Quindi so che  sarete d’accordo con me nel fare una raccolta di firme per protestare circa la chiarezza delle istruzioni dei giochi, la difficoltà di montaggio, l’odiosità degli adesivi, la megagalatticità dei playset e l’impalpabilità degli accessori.

  1. La chiarezza delle istruzioni. Oggigiorno, con l’avvento della tecnologia intuitiva, anche le istruzioni non sono volute rimanere indietro ed hanno abbandonato la banalità delle parole. Perciò sono costituite dalle illustrazioni delle parti del gioco da montare, spesso in bianco e nero così da rendere piena di suspance l’intera avventura, la sequenza di montaggio indicata da numeri giganti, qualche freccia tirata qua e là e ciao. Montalo.
  2. La difficoltà di montaggio. Cari produttori di giocattoli, accanto agli anni che indicano l’età indicata per il gioco, siete pregati di indicare anche quelli che ne servono di formazione ingegneristica, elettronica, meccanica e via dicendo, per riuscire a montarli.Perché già uno si è svegliato alle 6 del mattino a causa dell’entusiasmo dei figli, già si è scofanato chili di cibo, già ha un mal di testa abissale – non ci vogliamo mica mettere il pianto di Gennarino perché papà non riesce a montare i 546389 pezzi del gioco???
  3. Gli adesivi. Gli addetti alla produzione degli adesivi dei giocattoli, devono essere persone che hanno sofferto da piccoli e che per questo odiano il prossimo. Perché altrimenti non si spiega come mai ogni volta c’è un lembo non pretagliato che ti rende lo “spiccicamento” arduissimo, poi se un micro lembo si appiccica erroneamente, rimane attaccato come se tu li avessi saldati con la super saldatrice saldantissima, poi quando finalmente li tieni saldi tra i polpastrelli, scopri che vanno messi nelle posizioni più assurde, roba che bisognerebbe avere le manine di un bambino di un anno con la manualità di un prestigiatore. Ah e se non bastasse, anche per scoprire dove vanno attaccati, c’è da divertirsi:con i mitici numerini microscopici. Ammettiamo che la mela sia indicata col numero 34, poi tu devi trovare il 34 nella famosa fotocopia delle istruzioni che ti dovrebbe far capire il posto nel giocattolo. Peccato che dopo 9 o 10 volte che hai accoppiato i numeri, sei talmente rintronato che te li mangi e fingi che la confezione sia difettata.
  4. La megagalatticità dei playset. Quando ho saputo di aspettare un maschietto, la mia mente è volata subito a pensare alla mastodonticità di certi giochi, alla complessità di certe combinazioni, ed ero gasatissima. Poi ho dovuto scontrarmi con l’impenetrabilità della materia. Con la possibilità di dover mettere una libreria sul balcone per far spazio a MEGA SUPER FIGO GALATTICO XXXXXXL COSMIC PLAYSET.
  5. L’impalpabilità degli accessori.Quando ho saputo di aspettare una bambina, la mia mente è volata subito a pensare ai bellissimi e deliziosissimi giochi di bambole e bamboline. Poi mi sono imbattuta negli accessori. E non biberon e pettinini, no. Aggeggini minuscoli che si confondono con le briciole, che finiscono nei commenti delle mattonelle e che si mimetizzano così bene, che tu camaleonte scansate proprio. Quelli che suscitano crisi interminabili se non si trova la fibbia della cintura di Asdrubalina o la scarpa di Ughetto.

Siete d’accordo? ho dimenticato qualcosa? Casomai scrivetemi che la raccolta firme poi, vorrei mandarla a Babbo Natale per fargli capire che qualcosa non quadra. Perché ci ho riflettuto bene, gli elfi mica son capaci di costruire quelle robe lì, ci scommetto!

Quindi da dove vengono tutti i giochi?

Dobbiamo avvertirlo che qualcuno sta cercando di rubargli il lavoro!!!

Siete con me?!?!?!?!?!?!?!?!?!

P.s. Da questa descrizione è esclusa la famosissima marca di costruzioni che è così chiara da riuscire pure a me!

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Il Natale a scuola con un figlio e con due figli

| Mamma Bradipa ironica, Mamma Bradipa tenera, Senza categoria

Buongiorno mamme!

Come sono i vostri rapporti con la scuola nel periodo natalizio? Pieni di entusiasmo o pieni di stress? E soprattutto: siete coinvolte con un bimbo o con due?                        Perché le cose cambiano….

LA RIUNIONE A SCUOLA

Figlio unico:                                              Quando alla riunione di settembre, le maestre annunciano lo spettacolino di Natale, sul tuo viso ancora abbronzato, si forma un leggero sorriso misto di orgoglio e curiosità.

Due figli:                                                    Quando alla riunione di settembre, le maestre annunciano lo spettacolino di Natale, sul tuo viso ancora abbronzato, si forma una leggera smorfia mista di “speriamo che i due spettacolini non siano lo stesso giorno alla stessa ora ” e “stavolta mi metto in prima fila cascasse il mondo”. Oppure sei alla riunione dell’ altro figlio e quando tutto verrà scritto sul resoconto della rappresentante nella chat di classe, sarà ormai tarda sera, starai dormendo sul divano a bocca aperta e con sottofondo una puntata dei Robinson. La mattina troverai 98 notifiche di “grazie, gentilissima!”, “Ma si sa già la data?”, “quanto durera?” – e tu non capirai assolutamente nulla.

I VESTITI PER LO SPETTACOLINO

Verso metà novembre, le maestre annunciano i vestiti da indossare per lo spettacolino. Solitamente una maglia rossa o bianca e dei jeans…

Figlio unico:                                              Cavolo i jeans li ha celesti e blu, serviranno mica azzurri classici? Ma sì, gliene compro un altro paio.                                            Maglia? Non ha nessuna delle due! Compriamole entrambe che poi magari una non gli dona, oppure la bruci a stirarla, oppure qualcuno non ce l’ha e gliela presti, oppure…insomma ne compri due.

Due figli:                                                           Nel tuo cervello, non appena in un negozio compare la scritta “collezione autunno- inverno”,  si innesca il riflesso Pavloviano che ti fa comprare in automatico una maglia rossa e una bianca ciascuno. Quella bianca non devi usarla MAI perchè sennò a dicembre è grigina schifosina. I jeans vanno bene di qualsiasi nuance di blu. Han detto jeans, non hanno dato la palette con il numero della tonalità.

IL CALENDARIO

Figlio unico:                                                        A dicembre, ti diletti a scrivere con le penne colorate gli impegni scolastici dell’unicogenito…azzardi anche il disegno di una nota musicale nel giorno delle canzoni, forbici e colla per il laboratorio, fuochi d’artificio per l’ultimo giorno di scuola.

Due figli:                                                               Il mese di dicembre sembra uno di quei giochini enigmistici in cui un simpatico gattino deve capire quale filo arrivi al suo gomitolo: un casino di frecce, scritte piccolissime, sigle azzardate. Trovi per esempio MSC e per un secondo pensi che stai per partire per una crociera, ripiombando poco dopo nella consapevolezza del vero significato:  Mercatino Scuola Cesare.

IL MERCATINO

Figlio unico:                                          Preparare qualcosa che sarà venduto, ti mette un’ansia sovrumana. Ci vorrà qualcosa di natalizio o che va bene tutto l’anno? Qualcosa da mangiare o no? Lo compro o lo creo? Arrivi con super stress a dicembre e ti ritrovi a portare un poutpourri creato da te che profuma di gelsomino e colla vinilica.

Due figli:                                                         Cioè doppio lavoro. Doppio tempo da investire. Doppio investimento economico. Quindi da luglio, cominci a conservare tutto il conservabile, rischiando di tenere anche i coperchi degli yogurt perché in effetti è un alluminio tondo e di un bello spessore, ma la muffa che trovi dopo una settimana ti fa desistere. Tutto per proporre il meravigliosissimo riciclo creativo, altrimenti detto “che acciderbolina ci potrei fare con sta roba?”

 

L’ANSIA

Figlio unico:                                              Dunque quella per il mercatino l”abbiamo detta. Poi c’è quella che non suoni la sveglia il giorno dello spettacolino, che un meteorite ti impedisca di raggiungere la scuola, che il bimbo pianga, che TU pianga o che tu NON pianga.

Due figli:                                                          Con il secondo figlio si ha meno ansia. Tranne che a Natale. A Natale raddoppia. La sveglia è ancora prima e quindi oltre a non suonare, potresti spegnerla e riaddormentarti senza nemmeno accorgertene. Doppi viaggi a scuola, doppia possibilità di meteorite. Le canzoni del grande sono ad un orario, le canzoni del piccolo ad un altro. Ma almeno sul pianto, puoi star tranquilla per il grande! Ennò perché la giornata storta ci sta per tutti e finché non ha finito, non sei tranquilla. E ti senti schizofrenica mentre guardi con orgoglio il tuo bimbo grande che calca le scene con la naturalezza di un attore navigato e la tenerezza struggente mentre osservi  il piccolo incerto e intimorito alla sua prima esperienza.

 

In ogni caso, tra un lavoretto, una corsa, una lacrima e una sudata, anche quest’anno arriverà la sera dello spettacolino fatto, dei lavoretti per il mercatino consegnati e del cellulare pieno zeppo di bellissimi DOPPI ricordi…

Buon Natale a tutti!

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Ansia a palla. Di Natale ovviamente.

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

ansia a palla

Bene, ho finito di acquistare i regali per i bambini. E di nasconderli.

Ed ecco puntuale salirmi lo stress a palla. Di Natale ovviamente.

Ho paura che mi sentano mentre parlo – ed allora utilizzo dei codici. Peccato che se dico spaghetti aglio, olio e peperoncino, a nessuno venga in mente l’associazione tra 3 + eroi del gusto + uno dei tre è rosso, con i Super Pigiamini. ‘Gnoranti.

Ho paura che scoprano il nascondiglio – ed allora li tengo in altre case, così, per semplificarmi la vita.

Ho paura che possano sentire qualche discorso sull’inesistenza di Babbo Natale e da ottobre,  cerco una storia plausibile, ma con scarso successo.

Non c’è stato esame universitario, appuntamento amoroso, colloquio di lavoro, che mi abbia mai messo questo tipo di ansia.

Che poi ce la fanno tutti i genitori giusto?

Ce la fanno i miliardari che magari sotto l’albero devono metterci un attico di New York, non ce la faccio io?!

Ce la fanno quelli che abitano con la bisnonna sorda che urla nomi di regali dal primo dicembre, non ce la faccio io?!

Ce la fanno quelli che regalano uno di quegli animaletti a pile che fanno ottantacinquemile versi, ma si scordano di spegnerli e per circa un mese devono improvvisarsi ventriloqui eccezionali ogni volta che il cagnolino/gattino/delfino/tartaruga/tigre inizia a parlare e non ce la faccio io?!

Ce la fanno pure quelli con 5 figli e 899 regali, non ce la faccio io?!

Quindi ogni giorno cerco di darmi un tono.

Così oscillo tra sentirmi rilassata stile “Bella raga, scialla, la vita è bella, il mondo è mio” a terrorizzata come quando ti accorgi di aver inviato una traccia audio alla persona sbagliata.

Comunque vada Natale arriverà, i bambini saranno felici, io come al solito mi chiederò dove cavolo metterò i giochi ricevuti e gioirò per la raccolta della carta del 26 mattina.

In ogni caso, il 25 pomeriggio, mi troverete bocconi al tavolino. Non per la mangiata, ma per il calo di tensione.

 

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I dubbi amletici dei regali di Natale

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

 

Salve gente,

siete pronti per Natale?

Eh sì perché appena finito Dolcetto o Scherzetto, in poche ore, tutto diventerà a tema Natalizio.

Le Zucche, i Fantasmi e i Pipistrelli – si trasformeranno in Abeti, Babbi Natali e Renne.

Così come a Luglio abbiamo dovuto comprare i maglioni di lana, dal 2 di novembre (solo perché il 1° è festa), con ancora gli occhi mezzi neri per il trucco di Halloween, dovremo buttarci nei negozi per comprare tutto quello che ci piace, perché si sa, sennò poi finisce.

Insomma, pochi giorni e l’Ansia per la corsa ai regali di Natale sarà ai posti di blocco.

E allora dubbi amletici ci assaliranno.

Innanzitutto a CHI fare il regalo.

Ma Claudia mi farà il regalo? Se poi me lo fa e io non ho niente? E se invece io lo faccio e lei no? Non posso darglielo, la metterei in imbarazzo…

Se a mio marito dico “quest’anno regali solo ai bimbi”, mi comprerà lo stesso il regalo ed io mi sentirò in colpa? E se invece io glielo compro e lui no, penserò subito che non mi ami più?

Ma quanto bisogna spendere per i figli degli amici? E per i nostri amici?

Io tutti gli anni ci casco. Sempre la stessa solfa.

Poi si passa alla questione COSA regalare

E allora c’è stata la volta dell’ideona di fare a tutti la stessa cosa. Dai dai dai! Ai maschi una cosa ed alle femmine un’altra e in un giorno hai iniziato e finito! Ti senti furbissima, un mito assoluto e poi ti ritrovi la vigilia di Natale a ricordarti terrorizzata di aver regalato un dopo barba per tuo zio che non si rade dal ’98 e uno smalto a tua cugina che si mangia le unghie da ancora prima.

E poi l’anno del “Ma no dai, qualcosa di personale per tutti!” Ma è matematico che ognuno di noi ha qualcuno cui deve fare un regalo che non ha hobby, passioni, necessità e ogni volta ti ritrovi a pensare se sarebbe proprio brutto fare solo un biglietto di auguri.

Infine il dubbio di QUANDO comprare. Perché quando mi convinco che comprerò ad ispirazione, senza pianificare a tavolino, mi ritrovo ogni anno a novembre, appiccicata ad una vetrina a pensare:

Carinalacompro! Manodaimancatantotempo! Setroviqualcosadimeglio? Lacomprocomeriserva…Masenonhaiunaliramancoperiregalicerti…

E se non la compro…poi non trovo mai niente di meglio.

La compro…e i giorni successivi trovo 27354925 cose che sarebbero state 385739507 volte meglio.

Avete capito di cosa parlo vero? E siete pronti a tutto questo?

Io quest’anno ho deciso di “ansieggiarmi” felicemente, perché una vocina dentro me mi ha ricordato che nessun CHI, COSA o QUANDO sarà mai un problema in confronto al vero grande ed immenso dilemma del Natale:

Cosa rispondere ai nostri figli quando ci chiederanno:

MA BABBO NATALE ESISTE??????????!!!!!!!!

 

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Bambini: un anno è bello per 365 giorni.

| bambini, estate, mamme, scuola, Senza categoria, stagioni

Care Mamme,

cosa pensano i vostri bimbi dei vari periodi dell’anno? Ce ne sono alcuni che preferiscono ed altri che odiano?

Ve lo chiedo perché fino a due giorni fa credevo che mio figlio, come me, adorasse l’estate. E solamente quella.

Ma facciamo un passo indietro all’estate scorsa. Conoscendo la sua spiccata non voglia di andare all’asilo, a settembre 2016, mi ero inventata tutta una serie di cose bellissime dell’autunno-inverno-primavera che per me erano delle vere e proprie supercazzole. Partivo da Halloween (che ho sempre odiato), mi soffermavo una mezz’ora sul periodo Natalizio, arrivavo al suo compleanno passando per carnevale e con la Pasqua mi sentivo ormai fiera e felice di poter dire: “E poi dopo poco c’è l’estate!”

In effetti l’anno è passato con tanti periodi divertenti, ma io non facevo altro che fare il conto alla rovescia per maggio e seguire.

Quest’anno, alla fine dell’asilo, l’unico mio problema che avevo considerato, era non far fissare Giacomo su quanti giorni mancassero prima del nuovo anno scolastico, certa che sarebbe stato sempre contento.

In effetti, per una decina di giorni fu come sotto effetto di stupefacenti. Aveva sempre in bocca frasi come “non c’è cosa più bella che andare al mare”, cantavamo in macchina mentre raggiungevamo la spiaggia, tornava a casa rilassato e burlone e si sincerava che l’asilo fosse chiuso.

Ma poi, tipo il venti di giugno… “Mamma, non vedo l’ora sia Befana! Porta un sacco di cose buone!!!!”

Io ho uno shock apoplettico e lo guardo come se mi avesse detto che per cena gli andrebbe il passato di verdura, ma invece che dirgli “Amore hai chiesto ininterrottamente da aprile quando avremmo iniziato il mare e adesso, dopo dieci giorni vuoi la Befana???????????!!!!!!!”, ma facendo appello a tutte la mia intelligenza emotiva, ho risposto solo “Eh amore, manca tanto tempo…!”

Dopo pochi giorni torna a bomba con: “Mamma, ma quando la intagliamo la zucca?” (Porca vacca amore che angoscia, siamo a fine giugno, c’è ancora tuttttttttttttto luglio e agosto e poi sett…… No. Agosto due volte).

Quindici giorni fa : “Mamma li facciamo i biscotti di Natale?” (What’s????? Forno-impastare-burro-8745935 calorie che fai il bagno in mare dopo una settimana? Naaaaaaaaaaaaa!)

Una settimana fa: “Mamma, ma il mio compleanno dove lo faccio quest’anno?” (Oioi con cosa le vuoi quest’anno le magliette? Ispettore Gadget? SuperPigiamini? Miles dal futuro? Ah no, a marzo manca ancora un cincinin.

Due giorni fa mi dice che gli mancano le sue scarpe con Spiderman ed il piumino con lo stemma della montagna.

Da bambina “estatiana” ferita nell’orgoglio, gli chiedo: “Amore, ma non ti piace il caldo?”

“Oh sì! Ma mi piace anche il freddo!”

E così, con un sorriso di stupore e tenerezza, ho capito che i bambini non sapendo quanto durano le stagioni, come si alternino e che in fin dei conti, sanno a malapena cosa siano, vivono nella serenità della ricerca dei periodi belli. Con la neve, in infradito, mascherati da chihuahua, con l’albero di Natale in mezzo al salotto. La loro mente salta dal desiderio di una cosa bella ad un’altra, perché non c’è una classifica, son belle tutte.

E mentre entro in pre-fase di pre-ansia da quasi fine estate, cerco di pensarla come lui e di godermi l’anno per 365 giorni.

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