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Il mio contributo a distanza per le future mamme (parte 1)

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Care future mamme,

una delle conseguenze delle misure di contrasto del diffondersi del Coronavirus, è la sospensione dei corsi di accompagnamento alla nascita. Per fortuna esistono ostetriche che potranno seguirvi a prescindere dagli incontri, ma mi faceva piacere, per ciò che concerne la psicologia, dare un mio contributo a distanza, per potervi sostenere a mio modo.

Per questo motivo ho pensato a dei “trucchi” pratici ed emotivi che potrete utilizzare nell’ultimo trimestre di gravidanza, per occupare il tempo e per gettare le basi per un futuro Post Partum sereno.

Si sa, gli ultimi mesi non passano mai, avete energia da vendere, che vorreste usare per spingere le ore del giorno a scorrere più velocemente e non vedete l’ora di stringere tra le braccia il vostro piccino.
Tranquille, seppur lentamente, i giorni trascorreranno e i vostri occhi si incontreranno con quelli di vostro figlio.

Ma una volta tornate a casa, le cose da fare si moltiplicheranno e dovrete incastrare tutto con i ritmi del neonato e con un nuovo assetto familiare. C’è chi accoglierà questo cambiamento senza particolari difficoltà e chi invece potrebbe sentirsi impaurita e sopraffatta dalle novità. E allora che fare? Ci sono dei trucchi che potrete mettere in pratica mentre siete ancora incinte! In questo primo articolo vi parlerò di quelli PRATICI, nel prossimo tratterò quelli EMOTIVI.

Eccoli!

Trucchi Pratici:

  • Cibi pronti: I bisogni primari, come dormire e mangiare, saranno quelli che si faranno sentire di più durante la fatica dei primi mesi; ma se il detto “dormi ora finché puoi” non ha alcun senso dato che non possiamo metterci da parte ore di sonno di riserva, il consiglio di cucinare e congelare pietanze, rappresenta una sacrosanta verità. Cucinate i vostri cibi preferiti con dosi doppie ed una parte metteteli via. Conservateli in porzioni singole ed in contenitori che possano essere messi nel microonde, così quando alle tre di notte vi prenderà una fame disumana, invece che finirvi un pacchetto di patatine formato famiglia, vi mangerete qualcosa di ben più nutriente e sano e senza il minimo sforzo.
  • Ordine furbo: Che siate delle disordinate incallite o delle precisette da guinness, la nascita di un bebè non vi permetterà di riordinare quando e come vi pare. Nei lunghi momenti in cui il vostro bebè mangerà (il latte mi raccomando, non le monoporzioni scaldate al microonde :-P), il vostro sguardo si poserà inevitabile su quei mucchi informi di vestiti ed oggetti che alloggiano in varie zone della casa. Adesso che siete sempre incinte, liberate uno-due cassetti e ripiani di un armadio: quando l’ansia da disordine vi coglierà, zac! Potrete infilare tutto dentro e sistemare un po’ alla volta quando avrete tempo (e voglia!). La sensazione di vedere sala e camera libere da cianfrusaglie, vi rasserenerà subito!
  • Shopping on line: Da tempo, i negozi in cui andate a fare acquisti hanno anche negozi virtuali on line. Iniziate fin da subito a scrivere su un quaderno (non un foglio volante che vi assicuro perderete!) le taglie delle tutine che avete acquistato e la marca relativa; prima di tutto perché quasi sicuramente taglierete le etichette per non irritare la pelle delicata del neonato e nel momento in cui dovrete acquistare una taglia in più non vi ricorderete se avevate comprato la “zero”, la “zero-tre”, la “un mese” o la “per quando è appena nato piccino piccino tenero tenero”. Oltre a questo, da brand a brand possono esserci vestibilità diverse e così eviterete di ritrovarvi un capo smisurato o striminzito non ricordandovi la taglia e la marca corrispondente.
  • Letture: Leggere fa sempre bene, ma in gravidanza può diventare veramente una risorsa. Esistono vari libri divulgativi che vi potranno spalancare il mondo della genitorialità e dei neonati. Per fare solo due nomi, vi consiglio i testi di Alessandra Bortolotti (psicologa dello sviluppo e dell’età evolutiva, esperta del periodo perinatale e scrittrice.) e Giorgia Cozza (giornalista e scrittrice che si occupa di gravidanza, allattamento, salute della mamma e del bambino.). Evidenziate le righe che vi ispirano di più e che potrete rileggere nei momenti che preferirete con il vostro bambino a fianco. Eviterete così di farvi innervosire da commenti o consigli non richiesti, perché avrete ben presente quello che è il meglio per voi e per la vostra famiglia.
  • Fascia: Il neonato, per bisogno e non per vizio, necessita di contatto e contenimento. “Devo fare la pipì con lui in braccio!”, “Non ho mai le braccia libere!”, sono alcune frasi tipiche di una donna appena diventata mamma. Acquistare una fascia e prendere confidenza, prima di partorire, con la prima legatura pancia a pancia per neonati, potrebbe risultarvi particolarmente utile. Esistono infatti Consulenti del Portare Certificate che vi potranno insegnare e seguire in tutto e con cui avrete già stabilito un rapporto di fiducia quando nascerà il vostro bambino.

Questi sono alcuni trucchi che avrei voluto sentirmi dire quando aspettavo il mio primogenito. Sono validi in qualsiasi situazione, ma in questo periodo di emergenza, ancora di più.

Per tutto ciò che vorreste chiedermi o condividere, resto comunque a disposizione via mail, via telefono e via social.

E ora via, correte a mettere in pratica il primo trucco!!!

Vi lascio il link al mio video di Facebook delle rubriche di Pronto Mamma sulle strategie emotive e pratiche per un post partum sereno: https://fb.watch/3_3rxc07fj/

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La mamma è come una scatola di cioccolatini

| Mamma Bradipa polemica, Senza categoria

Contenitore

Il pomeriggio di Natale, mentre passavo distrattamente da una stanza all’altra, mi è caduto l’occhio sul piatto in tavola pieno di gusci di arachidi mangiate poco prima e sulle scatole vuote dei giochi appena scartati, abbandonate in cucina.

Presa da un pensiero animista da digestione pesante, ho pensato “poverini ora non se li fila più nessuno”. E mi sono venute in mente le neo mamme.

Diceva Forrest Gump: “la vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita”.

Io invece propongo: “la mamma è come una scatola di cioccolatini: vuota non conta nulla”.

Più precisamente mi riferisco a quando una mamma partorisce ed automaticamente tutte le attenzioni si riversano sul neonato.

La mamma è lì nel lettino di ospedale, provata e un po’ sofferente, circondata da persone che guardano dentro ad una piccola culletta trasparente.

Fino a poche ore prima era tutto un “Tesoro come ti senti? Hai mal di schiena? Hai mal di piedi? Hai mal di testa?”, “Tesoro, non ti chinare, te lo raccolgo io il telecomando!”, “Tesoro hai qualche voglia particolare per cena?” “Tesoro vai a dormire che sei stanca…” e così via. Praticamente la saga di Tesoro-landia.

Ma appena IL BEBI non è più IN LEI, ma AUT LEI, diventa la saga di SpostatiCicciaCheNonVedoIlBebi-Landia. Nel migliore dei casi, si chiede un rapido “come va?”, nel peggiore, l’odioso-fuori luogo-inopportuno-controproducente “sei felice?” 

D’altra parte che ce ne facciamo di un contenitore vuoto?

Quando mangi le arachidi, che te ne fai del guscio?

Quando un bimbo apre un gioco che se ne fa della scatola?

Ordunque che ce ne facciamo della custodia di un bebè?

Guardiamola bene: è rovinata (“ti vedo sciupata tesoro”), sformata (“vedrai che poi ti torna il bel personalino di prima”), ingombrante (“ma lo devi tenere sempre tu il bimbo?”)

Quindi che si fa? Si butta? Ma Va nell’umido o nell’indifferenziato?

No via… ‘sta differenziata che complica tutto! Non si può…allora l’alternativa è quella di distruggerla (solo) psicologicamente.

Ma sì cominciamo ad attaccarla su come ha partorito, su come nutre il bambino, su come si veste e così via.

Vi sembro pazza?

I veri pazzi sono quelli che circondano una neomamma e non si rendono conto che una mamma non è un contenitore, ma un essere che dà contenimento, nella pancia prima e nelle braccia dopo.

E se sta bene la mamma starà bene anche il piccino.

Ma una neomamma ha molti motivi per non stare proprio benissimo.

Può essere in preda agli ormoni come se avesse il ciclo elevato alla millemillesima potenza, si vede la pancia come quei sacchi-pouff per sedersi, ha il seno dolorante, lá sotto non ne parliamo, non sa niente di quell’esserino che dipende totalmente da lei, dorme poco, non ha più una routine e 363724 persone vogliono venire a casa a vedere il bambino chiamandola ad ogni ora della giornata.

Quindi gente, smettetela di massacrare le povere neomamme.

Considerate più loro che il neonato.

Al bebè di voi non importa un fico secco e invece la mamma è sensibile alla più piccola vostra critica od osservazione.

Cucitevi la bocca e rimboccatevi le maniche.

Passate a prendere i panni da lavare e stirare.

Offritevi di fare la spesa.

Cucinate qualche buon manicaretto.

Possibile che la maggior parte delle donne mamme da anni, non si ricordi di come si sentiva appena partorito?

Quando dicono che i dolori del parto si dimenticano, dovrebbero dire invece che si dimentica come ci si sentiva. E al posto dei ricordi di bisogno di sostegno, si insinua nel sistema il virus della perfetta rompipalle.

Neo-mamme date retta a me! Scaricate un buon antivirus!

 

 

 

 

 

 

 

 

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Corso preparto a chi?!

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

corso pre parto

Avete mai provato a chiedere alle vostre amiche incinte se faranno il corso preparto? Salvo una piccola percentuale che vi risponderà un entusiastico sì, la restante parte si dividerà tra chi non è per niente interessata perché non è una cosa nelle proprie corde ( e su questo niente da dire) e quelle che avranno una reazione alquanto bizzarra:

prima vi guarderanno come se aveste della rucola tra i denti;
poi come se scoprissero che non è rucola, ma un verme
e poi sgranando gli occhi, risponderanno NO con paura, terrore e sdegno, come aveste detto loro che avrebbero dovuto fare bungee jumping senza elastico.

Io che di corsi ne ho frequentati addirittura due (sono di sicuro presente nel libro dei Guinness dei Primati, nella pagina accanto a quella del salto nella pozzanghera più grande di Papà Pig), mi son chiesta spesso perché.

E sono giunta alla conclusione che nell’immaginario collettivo, il corso preparto è considerato o come una specie di campo per Marines, o come un ritiro per Figli dei Fiori.

Nel primo caso, il Sergente, si fa chiamare Ostetrica. È una tizia, abbastanza vecchia, corpulenta, con un neo peloso sul naso e una voce che sfonda sette mura.

Costei vi spiegherà come son fatte le vostre patate e come si trasformeranno durante il travaglio, con la poesia di un badile che spala cacca di cavallo.

Flessioni e corse intorno all’edificio, sotto la pioggia e sotto la neve, perché la frase  “mamma: il mestiere più difficile del mondo”, ha inizio da qui.

Vi spiegherà come respirare, spingere e partorire soffrendo.

Nel secondo caso, corso preparto equivale ad immergersi in un mondo di cuoricini e petali di fiori, di racconti talmente melensi che 9 su 10, vi aggiudicherete il diabete gestazionale e in cui qualsiasi cosa che parla di un neonato è bellezza e amore;

Compresa la loro pupù tesorosa che straripa dai pannolini.

Compresi i rigurgiti che formano disegni bellissimi sui nostri vestiti.

La Dea del Parto si fa chiamare Ostetrica e non parla,sussurra. Non cammina, ma fluttua.

Vi farà intrecciare coroncine fiorite e stare in posizione fetale per 123 minuti per sintonizzarvi con vostro figlio e vi farà dipingere quadretti ad acquarelli, di teneri puttini.

Vi spiegherà come respirare, spingere e partorire intonando canti celestiali.

 

Se la realtà fosse questa, avrei di sicuro abbandonato a metà il mio primo corso preparto e mai mi sarei sognata di seguirne un secondo.

I corsi sono condotti da professionisti senza idee strampalate o modi di fare estremi. Negli incontri preparto si imparano cose utilissime, si conoscono nuove persone e si racconta e si partecipa quanto si desidera. È un momento di relax e di coccola, accogliente e non giudicante.

E soprattutto, contrariamente al nome che portano, i corsi preparto ti lasciano un bagaglio di esperienze che sarà utilissimo per molto molto tempo!
Fateci un pensierino mamme panzone che state leggendo!

 

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La salvezza della lista di nascita

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

Care mamme,

quando prendete il libretto di gravidanza, sappiate che dopo gli esami dei primi mesi, quando cominciate a stare meglio fisicamente e siete più serene emotivamente, c’è un foglio invisibile, con un esame invisibile, che nessuno vi dice esista, ma che prima o poi sarete chiamate ad affrontare.
Si tratta dell’inevitabile e apparentemente innocua domanda

COSA VUOI PER LA NASCITA DEL BAMBINO??????????

Voi, nella più totale inesperienza rispondete come se fosse il vostro compleanno, con un banale “mah, non so, quello che ti pare” o dando indicazioni di massima tipo “mi servirebbe il seggiolone…avrei bisogno del lettino…del trio…

Arghhhhhhh! Non lo fate mai! Non lo dite nemmeno sussurrando!!!!!!

QUELLOCHETIPARE è la formula magica che fa partire in azione tutte le zie, le nonne, le bisnonne e le cugine di bisnonna di 1°, 2° e 3° grado. Vi ritroverete poi con un copriletto fatto all’uncinetto nei colori ocra e verde acqua perché “tanto che non si sa il sesso!” con tanto di nappe che cadono dai bordi; persino con gli orecchini col pendente eredità della zia Pinuccia che sicuramente sono utili per una neonata; oppure con la culla costruita da bisnonno Sigismondo che puzza di anti tarme e che pende tutta da un lato.

Quindi direi proprio di escludere il quellochetipare.

Ma anche dare indicazioni generali sugli oggetti è rischioso. Ammettiamo che  chiediate un seggiolone. Sapete quanti tipi di seggioloni esistono? Magari, avete una casa piccola e lo vorreste ultracompatto e invece vi regalano uno mangia-dormi-relax-gioco che non sapete dove mettere, o nell’idea di fare un secondo figlio lo desiderereste unisex ed invece ve lo prendono fucsia tempestato di Swarovski.
Idem per il lettino: magari ne prendono uno che è troppo alto e picchia nella mensola, o troppo largo e non fa aprire un’anta dell’armadio; senza considerare che chiedendo un trio, vi potrebbero portare una raccolta musicale del Trio Lescano o se hanno già qualche nipotino, i personaggi del fantastico trio Superpigiamini.

Vi è venuta un po’ di paura eh?!?!?!?!?!?!

Per fortuna, da un po’ di tempo esiste la possibilità di fare la lista nascita:

Voi ed i futuri papà andate comodamente a scegliere i prodotti che più vi piacciono – e amici e parenti si recano in negozio e scelgono cosa regalarvi. Voi riceverete quello di cui avete bisogno e chi compra, è certo di avervi fatto felice. Comodo no?

Qualche lavoro fatto all’uncinetto o qualche regalo obrobrioso arriverà comunque, ma almeno avrete tutto il necessario quando nascerà il vostro bebè!

 

 

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Ma ti è venuto o l’hai cercato???

| Senza categoria, venuto o cercato

Care Mamme,

Parliamo di un’altra domanda da aggiungere a quelle che non andrebbero mai chieste ed invece molti chiedono!

Nonostante tra Giacomo ed Aurora ci siano 3 anni di differenza, alcuni mi hanno posto la famosa domanda: “Ma ti è venuto o l’hai cercato?” Praticamente un po’ come ti viene un brufolo o come cerchi il calzino spaiato.

E lo stesso vale se rimani incinta e non sei sposata/under 30/hai già due figli/non lavori.

Ma io dico, come cacchio vi viene in mente di fare una domanda del genere?

“No guarda non lo volevo proprio per niente, l’avvisi te la zie Marietta ,Pinuccia e Germana che non hanno Facebook? Perché ho già fatto un post per tutti gli altri!” Eccerto! Una cosa così intima e familiare perché non dovrebbe essere dominio di tutti e soprattutto fare in modo che tutti, un domani, si ricordino questa cosa e così nei secoli dei secoli, il “figlioVenuto”, potrà sapere che mamma e papà non avevano pianificato il suo arrivo? Così nel caso in cui fosse stata la sorpresa più bella mai avuta, tutti potranno rinfacciargli che non era benvenuto e magari un ricordo di Facebook lo ricorda pure ai genitori. Una figata no? Sarà mica un trucco degli psicoterapeuti per avere pazienti a vita????

E quando dici che l’hai cercato ti  senti immediatamente ebete. A me è successo. Rispondi d’istinto, ma poi ti fermi e pensi “Ma come cacchiarola si permette?!” E il bello è che la tipologia di persone che fa queste domande, nel caso in cui tu risponda che l’hai cercato, non ci crede! Le vedi che si mordono il labbro mentre soffrono perché volevano coglierti sul fatto! E si arrendono solo se fai vedere loro dei filmati in cui tu ed il futuro papà, vi facevate una promessa di <<ricerca di un bambino>>. E se c’era il notaio presente era meglio. Vincete a mani basse se il notaio ve lo siete proprio sposato.

Insomma care mie pettegole…se incontrate una conoscente incinta non fate questa domanda, perché un bel giorno qualcuna potrebbe rispondervi: “Non preoccuparti di me, dimmi di te piuttosto…ma il cervello non t’è venuto proprio o l’hai cercato e non l’hai trovato?”

 

 

 

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Festa della Mamma:Perché non chiedere MAI: “E tu quando lo fai un bambino?”

| festa della mamma, Senza categoria

 

 

Buongiorno!

Oggi è la Festa della Mamma. Ci sono mamme a cui non frega una mazza, quelle che l’aspettano in gloria per ricevere tenerissimi obbrobri creati dai propri frugoletti, e chi la odia. Perché mamma non lo è. E se non hai 16 anni o 87, qualcuno ti dirà sicuramente: “E’ la Festa della Mamma! E tu quando lo fai un bambino?”

Ecco, se facciamo girare questo articolo, prima o poi qualche inopportuna (eh sì son quasi sempre donne), la smetterà di essere fuori luogo.

Perché se una donna non ha un figlio, ci sarà un motivo no?

  • Non lo vogliamo. Sfatiamo questo mito: non è che perché La Natura ci ha dotate di un utero, che tutte devono per forza diventare madri. Ma se rispondiamo “Grazie, ma stiamo bene da soli”, veniamo guardate come se si fosse appena detto che come antipasto adoriamo mangiare caccole.
  • Madre Natura non ce l’ha permesso. Anche in questo caso, dire utero non è uguale a dire mamma. Prima di tutto smettiamola di usare quel modo di dire orribile quale “non riesco a rimanere incinta”! Perché non è questione di merito, nonostante la nostra società si ostini a farlo credere. Quindi proprio perché non si tratta di impegno, se una donna non ha la fortuna di realizzare il desiderio di maternità, ci arriverete da sole che chiedere, è come una pugnalata allo stomaco (come se non ci pensasse già la festa in sé).
  • Il lavoro non ce lo permette. Siamo libere professioniste? Lavoriamo a progetto? Siamo utili, ma non indispensabili? Fai un figlio vai, che poi lo sfami con le stampe dei fogli di Excel. E cosa dovrebbero rispondervi? “Uh lo vorrei tanto, ma mi licenzierebbero”….Lo vedo già lo sguardo alla “Se lo volesse veramente una soluzione la troverebbe…” (#?!@!!!).
  • Non abbiamo aiuti. Se vivi sul cucuzzolo della montagna, non hai la macchina e a piedi arrivi solo a lavoro, può darsi che tu non te la senta di avere un bambino. E ve lo dice una che senza nonni, il secondo figlio non l’avrebbe mai fatto (forse manco il primo!). Ma anche in questo caso ci sarebbe la Pieretta di turno a rispondere “sie ovvia, io di figli ne ho 7 e me li son cresciuti da sola!” E si vede! Verrebbe da rispondere!

 

E tutti questi motivi, magari, non abbiamo piacere di condividerli! Perché così come per l’allattamento (https://blog.pianetamamma.it/diariodiunamammabradipa/allattamento-fatti-miei/), sono cose PRIVATE, DELICATE E PERSONALI.

Certo con persone care con cui siete in confidenza potete farlo. Ma per capire se è il caso, chiedetevi: a questa persona riuscirei a domandare senza imbarazzo se il giorno prima ha fatto sesso, se ha fatto la cacca e se gli state simpatiche?!

Noo??????!!!!!! Allora adottate il pensiero Bradipo della massima resa col minimo investimento: invece che chiedere quando faranno un bambino, augurate Buona Giornata! Non dovete faticare a ricordate il giorno giusto, sarete gentili ed eviterete di essere mandate a fanculo col pensiero!

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Parto: tutto quello che non va raccontato ad una futura mamma

| parto, Senza categoria

Ciao Mamme,

Avete appena partorito ed avete un’amica incinta?

La futura mamma, penderà dalle labbra di chi ha appena partorito, in cerca di parole di conforto. La neo mamma di fatto, sarà considerata un po’ come il primo uomo sulla luna e le si chiederanno milioni di informazioni tra la curiosità più insaziabile ed il “non ce la farò mai” più  inconsolabile.

ATTENZIONE! NON PROSEGUIRE NELLA LETTURA SE NON HAI ANCORA PARTORITO!

Il problema è che quasi nessuna partorisce come se andasse al bar a prendersi un caffè e quindi come si fa a non traumatizzare le amiche panzone? Come tradurre il racconto del parto dal “HoAppenaPartoritese” al “TraPocoPartorischese”?

Ecco qualche suggerimento:

  • Parlate di una leggera nausea, se avete vomitato anche gli occhi dal dolore; e dite che il senso del tempo si perde durante il travaglio, se il vostro è durato 32 ore. Utilizzate il verbo “vocalizzare”. Fa molto natural e soft e suona meglio di “ho urlato come un drago-dinosauro-leone-zombie”.
  • Se vi dicono <<Io non userò nessun medicinale, farò solo la respirazione indio-giappo-ambient-style che ho letto su “Sono brava, sono bella”>>, mordetevi la lingua se vi viene da rispondere <<Sì sì vai, credici! Che poi durante il travaglio chiamerai il vincitore di Ink Master e ti farai tatuare EPIDURALE in stile Gotic sulla fronte>>.

Tutto chiaro? Andiamo avanti.

  • Laddove non si possono usare giri di parole o eufemismi, tacete e mentite!!!! Appellandovi al quinto emendamento delle neo mamme: l’amnesia da parto. Cancellate dalla mente parole metaforiche  come “morire”, “squartata”, “sventrata” e il termine “punti” e “cacca”. Sì perché non c’è niente che una futura mamma tema di più dei punti e di fare la cacca mentre spinge. Perché per chi non ha mai partorito, l’idea di farsi cucire proprio lì, dopo che c’è appena passato un bambino, è qualcosa di impensabile, insopportabile ed insostenibile.     E l’idea di evacuare lì davanti a tutti…altrettanto!Quindi: vi siete lacerate così tanto che con un po’ di prosciutto ed insalata potreste farcirvi come un ottimo panino e vi hanno dato così tanti punti che potreste usarli per prendere tutti i premi del catalogo del supermercato? Tacete.Hanno dovuto chiamare d’urgenza il camion per lo smaltimento dei rifiuti organici per un’invasione di cacca in reparto? Tacete.

 

Insomma perché non far stare più tranquilla una vostra amica? Eviterete alla futura mamma di agitarsi per delle cose che come per voi neo mamme, non saranno più importanti una volta che avranno il loro fagottino tra le braccia.

 

 

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