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Col secondo figlio non puoi far finta di non vedere…

| fratelli, Mamma Bradipa tenera, Senza categoria

Care Mamme,

quante volte fate finta di non vedere qualcosa che stanno facendo i vostri figli per cui in realtà dovreste intervenire? Non cose proibitissime o pericolose – s’intende, ma quelle che ripetiamo loro di non fare 267977 volte al giorno e che non abbiamo voglia di ripetere la 267878 volta. Perché magari ci stiamo godendo 32 secondi di silenzio.

Con Giacomo piccolo, mi capitava un sacco di volte:

stavo magari finendo le faccende e lui con un biscotto tutto sbavoso si metteva sul divano…

stava troppo vicino alla tv mentre avevo un bisogno impellente di andare in bagno…

sparpagliava sul pavimento ceci e fagioli per i travasi mentre ero al telefono con un’amica…

andava in giro senza antiscivolo, ma non avevo ancora spazzato/pulito.

Facevo finta di non vedere per non fargli credere che potesse fare quel che voleva e se non smetteva da solo, poi, intervenivo come se Ops! Non mi ero proprio accorta!

Con Aurora non è possibile perché ho un vigile in casa. Suo fratello. Ad educare troppo bene un figlio, ci sono degli effetti collaterali!

Ed allora ciao ciao alla nanosecondica pace perché subito viene richiamata da una voce…

“Mammaaaa, Aurora è salita sul divano con le mani sporcheeeeeee…Mammaaaaa Aurora è troppo vicina alla tivvùùùùùùùùùùùùùùù….Mammaaaaaaaaa Aurora butta in terra i fagioliiiiiii, mamma Aurora è senza calziniiiiiiiiii!!!!!”

Arrivo, amore…arrivo. E tra me penso a come la mia precisione e costanza nell’educazione dei figli,  si scontrino a volte con la mia infinita pigrizia!

A volte, non mi chiama neppure, tira fuori il libretto per le multe ed il fischietto!

La prima volta che successe era quest’estate:

Eravamo al mare, Aurora giocava tra gli ombrelloni con me al seguito. Ad un certo punto arriviamo alla fila di ombrelloni del bagno accanto. Giacomo sa che quello è il “confine”, ma ovviamente Aurora era sempre troppo piccola per sapere quando fermarsi. Così prima ancora che io le dicessi “Vieni Aurora qui siamo troppo lontani”, lui mi supera, va da lei e comincia a dirle “Aurora sei troppo lontana qui, vedi gli ombrelloni sono bianchi e blu e non gialli e azzurri come i nostri? Dopo ti perdi e noi dobbiamo venire a cercarti e rimaniamo senza cibo né acqua! Capito?!” E lei “Capito”. Persino i vicini di ombrellone si sono messi a ridere.

A volte mi mancano i miei momenti di “miopia educativa transitoria”, ma vedere come lui si preoccupi di lei e come lei lo guardi con gli occhi a cuore, mi ripaga ben più di quei 32 secondi di silenzio mancati.

E i vostri primogeniti come si comportano con le marachelle dei fratelli minori?

 

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Se c’è una Mamma c’è un Papà

| mamme, papà, Senza categoria

Care Mamme,

se voi ci siete, c’è anche un Papà. Perché vi do’ uno scoop: un bambino ha una mamma ed un papà.

Ora, non si capisce bene come mai, alcuni papà (che preferirei chiamare donatori biologici – D.B.-), contribuiscano al 50% alla procreazione e poi, per una legge fisica/chimica/matematica a me sconosciuta che alcuni chiamano “EgoismoStronzismo”,decidono che è meglio farsi i fatti propri che far parte della famiglia.

Quindi quando qualcuna dice “Sai mio marito MI aiuta con i bambini”, “Sai a volte ME LI guarda mentre faccio le faccende”, oppure “E’ a casa SOLO con i bambini??????? Ma che papà modello!”
Ecco, a quel punto mi incavolo. Ma mica con i D.B., no con quelli non c’è speranza.

Con voi mamme!!!!! Mamme sveglia!!!!! Quell’essere di sesso maschile con cui condividete la casa non è un commesso di Mondo Convenienza che dopo avervi montato la cucina, è rimasto per un caffè! E’ vostro marito nonché il padre di vostro figlio!

Quindi se vostro malgrado vi siete ritrovate con un papà a mezzo servizio, anzi facciamo pure a “un millesimo” servizio, è arrivato il momento di cambiare le cose.

Intanto dovete capire la causa della loro assenza pratica.

Visto che mi pare strano che vi siate scelte un compagno ameba, dopo aver fatto un’indagine sul territorio, ho scoperto che le motivazioni possono essere sostanzialmente tre:

  • Gli alieni: mentre eravate incinte, una notte, degli alieni con le orecchie a punta e la pelle verde, con un raggio aspirante, hanno portato via le capacità di fare il padre a vostro marito, per fare degli studi alien-psicologici. In questo caso, o trovate sulle Pagine Gialle il numero del centro Alienpsicologico e fate reclamo, o siete fottute.
  • Maledizioni: In ospedale, dopo aver partorito, vostro marito incontra una santona che lo maledice: “Se farai il padre, diventerai sonnambulo e di notte andrai nei night club vestito da donna a fare spettacoli sexy”. In questo, caso potete puntare sul fatto che la cosa stimola le vostre fantasie erotiche. Ma solo se non scoppiate a ridere mentre glielo dite.
  • Servizi Segreti: una volta che siete rimaste incinte, i vostri mariti sono stati contattati da una spia travestita da cespuglio che ha dato loro un biglietto che poi si è autodistrutto in cui c’era scritto << Non fare niente.>> Nel 23% dei casi,  una supercazzola delle vostre, in cui li convincete che si sono immaginati sia il cespuglio che il biglietto, potrà trasformare i D.B. in padri.

Adesso mamme smettete di leggere e fate continuare i D.B.

Sì. Dico davvero.

Forza.

Chiamateli un secondo.

 

 

Hei mariti/compagni ci siete?

Allora ascoltatemi bene. Con questo articolo ho appena salvato il vostro matrimonio. Ho sbombato alle vostre mogli delle scuse assurde per cui non fate una cippa in famiglia.

Vi ho appena regalato una vita come in Super Mario Bross. Usatela bene.

Muovete il culo e cominciate a fare i padri. Perché se c’è una mamma c’è anche un papà e non c’è nessuna scusa per non esserlo. Perché badate bene che una mamma non smetterà mai di fare la mamma, ma può sempre smettere di fare la moglie!

P.s. se pensate che i Papà siano un’invenzione, contattate mio marito.

P.s.2 sì lo so è un P.S. smieloso, ma quando ci vuole ci vuole!

 

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Ma ti è venuto o l’hai cercato???

| Senza categoria, venuto o cercato

Care Mamme,

Parliamo di un’altra domanda da aggiungere a quelle che non andrebbero mai chieste ed invece molti chiedono!

Nonostante tra Giacomo ed Aurora ci siano 3 anni di differenza, alcuni mi hanno posto la famosa domanda: “Ma ti è venuto o l’hai cercato?” Praticamente un po’ come ti viene un brufolo o come cerchi il calzino spaiato.

E lo stesso vale se rimani incinta e non sei sposata/under 30/hai già due figli/non lavori.

Ma io dico, come cacchio vi viene in mente di fare una domanda del genere?

“No guarda non lo volevo proprio per niente, l’avvisi te la zie Marietta ,Pinuccia e Germana che non hanno Facebook? Perché ho già fatto un post per tutti gli altri!” Eccerto! Una cosa così intima e familiare perché non dovrebbe essere dominio di tutti e soprattutto fare in modo che tutti, un domani, si ricordino questa cosa e così nei secoli dei secoli, il “figlioVenuto”, potrà sapere che mamma e papà non avevano pianificato il suo arrivo? Così nel caso in cui fosse stata la sorpresa più bella mai avuta, tutti potranno rinfacciargli che non era benvenuto e magari un ricordo di Facebook lo ricorda pure ai genitori. Una figata no? Sarà mica un trucco degli psicoterapeuti per avere pazienti a vita????

E quando dici che l’hai cercato ti  senti immediatamente ebete. A me è successo. Rispondi d’istinto, ma poi ti fermi e pensi “Ma come cacchiarola si permette?!” E il bello è che la tipologia di persone che fa queste domande, nel caso in cui tu risponda che l’hai cercato, non ci crede! Le vedi che si mordono il labbro mentre soffrono perché volevano coglierti sul fatto! E si arrendono solo se fai vedere loro dei filmati in cui tu ed il futuro papà, vi facevate una promessa di <<ricerca di un bambino>>. E se c’era il notaio presente era meglio. Vincete a mani basse se il notaio ve lo siete proprio sposato.

Insomma care mie pettegole…se incontrate una conoscente incinta non fate questa domanda, perché un bel giorno qualcuna potrebbe rispondervi: “Non preoccuparti di me, dimmi di te piuttosto…ma il cervello non t’è venuto proprio o l’hai cercato e non l’hai trovato?”

 

 

 

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Lettera ai miei figli. Perché non chiederò loro scusa.

| bambini, famiglia, figli, mamme, Senza categoria

Cari Bambini,

Non so se quando sarete in grado di leggere, questo blog esisterà ancora. Io che comincio mille cose e non ne finisco nessuna, proprio non lo so. In ogni caso stamperò queste righe in modo da esser certa che possiate prima o poi vederle.

Quando tra un po’ di tempo comincerete qua e là a leggere Facebook (il mio sia chiaro!!!), magari capiterete per caso su un articolo sulle scuse di una mamma ai suoi figli. O al grande per averlo trascurato una volta che è nato il piccolo; o al piccolo perché non è stato seguito esclusivamente come il grande. E affinché non dobbiate chiedervi perché io non vi ho scritto proprio nessuna scusa, eccomi qua a spiegarlo.

Non vi chiederò scusa perché seppure qualche attenzione esclusiva non c’è stata – molto, ma molto di più è stato raddoppiato.

Perché adesso ci sono il doppio dei giochi, il doppio di amici, il doppio di feste di compleanno e il doppio di baci-abbracci-risate. Certo anche il doppio di volte che mamma si arrabbia, di influenze, di tempo da aspettare prima di essere pronti per uscire.

Ma quando mamma si arrabbia, potrete supportarvi a vicenda in attesa di far pace;

A casa malati, potrete farvi compagnia;

E nell’attesa che l’altro sia pronto, potrete giocare ancora un po’.

Giacomo non avrai avuto sempre mamma che ti osservava, ma chiedi a tua sorella se non è una figata non avere la mia angoscia sulle spalle.

E Aurora, non avrai avuto tutti gli occhi dei parenti fissi su di te, ma chiedi a tuo fratello se lui era felice di tutti quegli sguardi.

Giacomo, non ti chiederò scusa perché l’arrivo di tua sorella ti ha regalato la possibilità di sentirti orgoglioso come fratello e soddisfatto come mio aiutante; di imparare a giocare da solo, di sapere quanto tu fossi amato: perché facevamo le costruzioni seduti in terra come prima, ma adesso mentre allattavo tua sorella. E io lo so che lo sapevi che stavo scomodissima, che mi faceva male tutto e che lo facevo solo per te.

Aurora, non ti chiederò scusa perché avere un fratello ti ha regalato la possibilità di amare tre persone anziché due. Di avere mille stimoli e di poter stare tranquilla, perché se vedevi tuo fratello felice, sapevi che andava tutto bene e potevi stare bene anche tu. Di sapere quanto tu fossi amata: perché facevo le costruzioni seduta in terra con tuo fratello e nel frattempo ti allattavo. E io lo so che lo sapevi che stavo scomodissima, che mi faceva male tutto e che lo facevo solo per te.

Ma soprattutto, non vi chiederò mai scusa perché essere fratelli vuol dire non sentirsi mai da soli.

E infatti, anche in questo caso, la vostra mamma sgangherata, queste parole stucchevoli, malinconiche, amorose, retoriche, che non sapete se ridere,piangere o mandarmi in quel posto, le ha scritte a tutti e due insieme.

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