figli

Non giudicare una neomamma alla prima apparenza

| Mamma Bradipa polemica, Senza categoria

Una mattina di quest’estate, al mare, il rumore delle onde era sovrastato da un pianto disperato.

Ruotando la testa verso la sua provenienza, vedo una mamma che cammina in su e in giù, tra le braccia una manciata di chili che si dimenava velocissimamente e nervosamente e lo sguardo smarrito nel vuoto.

Piano piano dagli ombrelloni intorno a me hanno cominciato a levarsi commenti a mezza bocca:

“Ma povero bimbo perché non lo calma?”

“Hei è già viziato vedi?”

“Non lo coccola nemmeno, piccino!”

“Per me ha le coliche, perché non gli dá le goccine?”

“E’ troppo agitata! Ma non lo sa che lo fa piangere ancora di più?”

Io ascoltavo basita e d’un tratto si è palesata in me la considerazione che per le persone che giudicano alla prima apparenza esistono solo due tipi di mamme:

le MAMMEDIEMME che non sanno educare e

le MAMMEDIEMME che non sanno accudire.

Se ne deduce che per il totale di spettatori, coloro che hanno un figlio piangente, sono tutte MAMMEDIEMME.

Certo perché i neonati bene educati e ben accuditi quando hanno qualche bisogno, alzano la manina e dicono :”Mammina mia adorata, quando ti aggrada potresti cambiarmi il pannolino/darmi da mangiare/farmi dormire?” Ovvio.
E poi invece di giudicare perché non chiedete se potete fare qualcosa? Perché se è il tuo primo giorno di lavoro puoi essere affiancata da un esperto, se sei a scuola puoi farti rispiegare la lezione, ma se hai un neonato da 3 minuti, devi essere capace di intervenire in qualsiasi circostanza DA SOLA, pure nel caso in cui ti prendesse un colpo per lo stress e dovessi farti una puntura al centro del cuore come in “The Rock*” .

All’improvviso una coppia anziana che sembrava innamorata da 200 anni e ricordava in quanto a tenerezza, la coppia di uccellini di Robin Hood Disney, passando lì accanto per andare verso il mare, si rivolgono verso la giovane mamma: ” Cara, possiamo fare qualcosa per te?”
Io mi sarei alzata in piedi ed avrei cominciato ad applaudire forsennatamente, ma mi sono data un tono ed ho esultato solo con le pupille.

La giovane mamma, con gli occhi increduli e stupiti, scoppia a piangere e singhiozzando dice loro: ” Mio marito è partito stamani alle 5 per lavoro e tornerà fra 4 giorni, il bimbo si è svegliato, strasonnato, adesso lo vedo che ha sonno, ma non dorme, allora forse ha fame, ma non si attacca, bo io non ce la farò da sola con lui 4 giorni! Già dopo poche ore sono esausta! Mia mamma mi ha detto che viene ad aiutarmi se ho bisogno, ma io penso ai racconti delle mie amiche che con uno o addirittura due bimbi piccoli fanno tutto! Da sole! Sono un’incapace…”

I nonnini la lasciano finire e poi l’uomo rivolgendosi alla moglie, parlando sotto voce come se quel pianto non esistesse, le dice ” Gina te lo ricordi quella volta che per far addormentare Mauro facemmo 20 chilometri in macchina ed alla fine ci fermammo a bordo strada a fare un pisolino perché eravamo devastati?”

“Certo caro me lo ricordo! E quando cenammo a tonno e fette biscottate perché non eravamo riusciti ad andare a fare la spesa?”

I due risero complici e nostalgici e poi la nonnina aggiunse alla neomamma: “Cara, allevare un bambino piccolo è difficile in 2, in 3 in 10 persone. Ogni giorno non si sa cosa succederà e dividere i compiti non è sintomo di inefficienza, ma di sopravvivenza.” Una carezza sulla spalla e proseguirono verso la riva.

La mamma, che si era distratta per qualche secondo attenta ai racconti dei coniugi, aveva rilassato le braccia e le spalle, rallentato il battito, disteso la fronte. Il piccolo, ancora inquieto, aveva smesso di piangere e la mamma frastornata da quegli attimi, si era seduta all’ombra ed aveva riproposto il seno al suo piccolo. Dopo 10 minuti dormivano entrambi.

Morale della favola: dove si comprano due nonnini uguali a quelli?????

Scherzo.

Ma quando cavolo la smetteremo di giudicare le mamme? Per di più a prima vista? Che le mamme li sentono i vostri sguardi inquisitori penetrare le loro nuche, le vedono le frecce luminose lampeggianti che le indicano. Si sentono sotto esame! Si sentono come di fronte ad una giuria che le fa andare avanti con 3 sì e sperano che dicano loro : “Hai il Mum factor!!!”

EBBASTA! Ma voi sapete fare tutto? Scommetto che a volte vi si brucia qualcosa in forno nonostante abbiate la ricetta. E che accettate volentieri qualche trucco per smacchiare i colletti delle camicie che vi rimangono sempre grigi.

Quando riusciremo a far passare il concetto che essere genitori è difficile e che se siamo più esperte sarebbe bello poter dare una mano invece che pensare che le neommme siano esseri difettosi di cui fare il reso?

EDDAI.

*https://it.wikipedia.org/wiki/The_Rock_(film)

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Le mamme e la didattica a distanza (con video)

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

Ebbene sì,

Dopo più di due mesi di scuole chiuse, anche io parlo di didattica a distanza.

Perché la giornata di chi lavora, di chi ha più di un figlio sopra i sei anni, di chi non ha una stanza per figlio e un mezzo tecnologico da affidare ad ognuno, è sicuramente difficile, a volte da urlo (anzi da urli va’!).

A tutto ciò bisogna sommare l’innaturalitá della situazione, degli insegnanti che devono stravolgere il loro modo di educare e dei bambini che devono impegnarsi e lavorare senza poterlo fare essendo guidati , incoraggiati e sostenuti di persona e senza ciò di cui più di tutto ha bisogno un bambino: amici con cui condividere le esperienze.

Purtroppo nessuno avrebbe voluto che ciò accadesse e chi mi conosce sa che da tempo abbraccio “la terapia della risata” quindi questo non è il luogo in cui affrontare certi discorsi in modo oggettivo o serio.

Ma per questo motivo ho aspettato tanto. Non riuscivo a capire come poter scherzare su una cosa così complessa e difficile per le famiglie e gli insegnanti, senza risultare offensiva. E mi venivano solo cose dette e ridette.

Poi l’altro giorno mentre inviavo i compiti alle maestre, ho cominciato a canticchiare “E penso a te” di Battisti…il resto, con un marito che dá spago alle mie follie e suona il pianoforte, è stato un gioco da ragazzi😝

Buona visione ed inviatelo a chi ha bisogno di sorridere😊

https://youtu.be/ai7vILaO9Fs

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Il Metodo Puzzle

| Mamma Bradipa Psicologa, Mamma bradipa suggerisce, Senza categoria

Cari genitori,

Sono lieta di informarvi che dopo anni di studi e di ricerche, è stato scoperto

un metodo rivoluzionario per l’accudimento dei vostri bambini!!!!!
  • Adatto a tutti
  • Gratuito
  • Ecologico

Il metodo del puzzle!

Per spiegarvelo vi farò un esempio.

Prendiamo due famiglie immaginarie:

I Bradiponi e i Ghepardini.

Scattiamo una foto agli uni ed una agli altri.

Stampiamola su cartone.

Ora diamo la foto alle rispettive famiglie e chiediamo loro di tagliarla in tantissimi pezzettini.

Convenite con me che per immagine e per forma dei pezzi, i due puzzle delle famiglie non sono intercambiabili?

Ebbene! Eccoci giunti alla SENSAZIONALE RIVELAZIONE!!!

Ogni famiglia è consapevole di come sia costituita, di come ha tagliato i suoi pezzi e del posto in cui vanno incastrati in caso che un colpo di vento sparpagli tutto!

Non fidatevi di chi vi dice che il pezzo va in alto a destra senza nemmeno sapere chi siete! Senza guardare con attenzione la vostra foto, i vostri incastri…sarà impossibile!

Ma senza metafore, cosa significa tutto ciò?

Niente di nuovo amici miei, mi dispiace. Parliamo ancora una volta di loro: delle EMOZIONI.

Lo so, lo so vi hanno stufato, avete ragione!

Sembra siano da tutte le parti come il prezzemolo, stuccano come i buongiorno sbrilluccicosi su Whatsapp e lasciano la sensazione che siano una specie di jolly tirato fuori dagli esperti quando sono incompetenti e non sanno cosa dire.

Ebbene è l’esatto contrario: chi vi dice di ascoltare voi stessi, crede nel vostro potere genitoriale, sa che voi e il vostro bambino siete una cosa unica e speciale e sta evitando di cadere nella ben più semplice soluzione di dire “si fa così punto e basta”.

Se vi trovate di fronte ad un problema educativo, per prima cosa

  • Leggete (G. Cozza e A. Bortolotti per esempio, hanno tantissimi testi scritti appositamente per i genitori e le trovate anche su internet);
  • Ascoltate quello che vi dice il vostro cuore e non la vostra vicina con 8 figli o l’oroscopo delle mamme.
  • Se non siete abituate a farlo e lo trovate difficile, contattate un professionista che abbracci la teoria delle emozioni e che non punti a spillarvi soldi, ma a fornirvi strumenti per diventare consapevoli della vostra unicità genitoriale.

La dura realtà è che non esistono istruzioni per crescere un figlio.

Però vi dico anche un’altra cosa: cosa sarebbe la vita senza emozioni????? Facciamocele amiche anziché reprimerle: saranno nostre compagne fedeli per affrontare tutte le sfide che il diventare genitore ci riserverà.

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Le “Mamme Gufatrici”

| Mamma Bradipa polemica

Care Mamme,

ieri al supermercato, mi sono imbattuta per ben due volte, in quella categoria di mamme che ti fa venir voglia di toccare ferro e di recitare riti antisfiga: le Mamme Gufatrici.

Costoro, sono mamme con figli dai 6-7 anni in su, che adorano avvertire le mamme che hanno figli dai 6-7 anni in giù, della futura Apocalisse. Cioè quelle per cui, finché si ha un nanerottolo sbavoso va tutto bene, ma poi, sarà una Tragedia.

Ecco. Volevo comunicare il mio odio per la categoria.

E non lo faccio senza motivo. Ne ho ben 4:

  1. Se è vero per te, può non esserlo per me. Cara Mamma Gufatrice (MG), sai che non sono un tuo clone? Sai che potrebbero succedermi cose diverse? Sai che esistono cose come il DNA e l’esperienza? Sai che quando mi dici queste cose ti viene la bava alla bocca e lo sguardo assassino come se io fossi Mrs Tuttigliaspettinegatividelfuturo?
  2. Se è vero per te e poi sarà vero per me, non cambierà niente per me se me lo espliciti. Ammettiamo che sì, col passare degli anni la faccenda si complichi. Tu, esattamente, perché me lo dici? Così scarico un antivirus da installare nel cervello dei miei figli o una App chiamata “Meglioprimachedopo”?
  3. Empatia questa sconosciuta: sia che mi attenda un futuro roseo o uno color cacchina, tu, cara MG, sei empatica come un sasso. Anzi, magari, conoscendoli, qualche sasso empatico esiste. Perché io, esattamente, secondo te, dopo questa tua affermazione, come dovrei sentirmi? Dovrei iniziare a cantare e danzare come Julie Andrews in “Tutti insieme appassionatamente”, a baciare il pavimento ed a camminare con le mani a forma di cuore vivendo con gioia infinita anche i giorni di virus gastrointestinale????
  4. Evviva il sadismo. Diciamoci la verità: tu ci godi. Tu ci godi a dire certe cose, come uno che spoilera il finale di stagione della tua serie preferita fingendo di non farlo apposta. Tu speri che io scoppi a piangere, batta i pugni in terra e finisca la giornata soffrendo, vero?

Però care MG sappiate che vi ho scoperte. Perché voi avete non avete vissuto con entusiasmo i primi anni dei vostri bambini. Voi avete cominciato a lamentarvi ed a triturare le balls a chiunque, nel momento in cui avete letto il test positivo.

Sì perché voi avete sempre qualche bersaglio che è un passo indietro. E avete la missione di gufare il passo dopo.

E allora la gravidanza è un cammino di sofferenze costellata di nausee, gambe gonfie, emorroidi, insonnia e via così;

Il parto..il parto non ne parliamo…vi rimando direttamente qui a quello che avevo scritto qualche tempo fa su cosa non dire ad una futura mamma, e voi ovviamente dite tutto;

Sia che tu allatti al seno o che tu allatti con il latte artificiale, non avrai scampo. Nel primo caso ti trasformerai in una mucca dalle poppe doloranti e nel secondo ti sentirai un inutile essere che accudisce un neonato.

Con lo svezzamento non ti credere che le cose andranno meglio, perché o non mangeranno niente o mangeranno troppo;

E poi i terribili due, lo spannolinamento, l’asilo…

E allora sapete una cosa MG?

Sono una mamma avventurosa, preferisco farmi stupire dagli eventi e decidere se sono buoni o cattivi, senza anticipazioni.

La vostra cattiveria gratuita conservatela per schiacciarvi un brufolo sul naso o per pulire le fughe delle piastrelle del bagno.

E la prossima volta che mi incontrate, state zitte.

Penserò che siate musone e taciturne, ma almeno non vi fanculerò con la mente.

 

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Quello che le mamme non dicono

| Senza categoria

Quello che le mamme non dicono è sicuramente il titolo di qualche libro e la deformazione “professionale” della famosa canzone di Fiorella Mannoia.

Ma soprattutto, è quello che penso io mille mila volte, in questo periodo in cui mio figlio ha cominciato a vedersi nel futuro dopo aver abbandonato la fase del “non voglio crescere, non crescerò mai”.

Quando mi dice che da grande mi sposerà, non gli dico che non sarà così; che troverà una ragazza e si farà una famiglia (sempre che io dia la mia benedizione!!!!!), perché è così pura la sua idea di amore e così infinito quello che prova per me, che voglio lasciarCI questa sensazione fin tanto che il suo cuore non comincerà a battere per qualcun’altra.

Quando mi dice “mamma quando sarò grande come te e papà, chiederò a Babbo Natale una spada laser con sopra la calcolatrice, ok?” Non gli dico che quando sarà grande avrà ben altri desideri,perché i suoi occhi si illuminano nel pensare che potrà usare una spada laser senza che nessuno gli possa dire di fare attenzione.
Cosa? Come Babbo Natale non esiste…

Quando mi dice che da grande farà il dottore delle mani per curare quelle del suo papà, non gli dico che potrà fare quello che gli piacerà, perché in questo momento lui è certo di quello e in fondo, nessuno può sapere quando nasce l’anima di un medico.

Quando mi dice mamma non vedo l’ora di andare alle elementari, non gli dico “Godi, fanciullo mio; stato soave, stagion lieta è cotesta. Altro dirti non vo’” perché ci sarà da studiare, da imparare cose pallosissime, interrogazioni, ANSIA, materie che trovi meno importanti degli ingredienti degli orsetti gommosi, il Sabato del villaggio da imparare a memoria (che però casomai tu scrivessi un blog potrebbe tornarti utile) e pomeriggi passati a fare i compiti; perché non voglio togliergli la possibilità di farsi un’idea sua della scuola e di decidere da solo che sentimento provare.

Ed allora gli rispondo che sarò felice di sposarlo, che quasi quasi la spada laser gliela chiederò anche io a Babbo Natale, che papà non avrà più nemmeno un dolorino e che alle elementari manca solo un anno.

E quando tra un po’ di tempo mi chiederà perché gli abbia mentito, gli dirò che non l’ho fatto.

Che ho semplicemente risposto con il mio cuore di 5 anni, anche se in un corpo di 37.

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Mamma come ti pare

| mamma perfetta, mamme, mamme sclerate, neomamme, Senza categoria

Care Mamme,

in questi giorni il blog sta diventando più popolato. Vuoi per sfinimento, vuoi per compassione, vuoi perché il caldo sta dando alla testa a molti –  fatto sta che le visite sono aumentate. E leggendo i commenti qua e là, sento la necessità di spiegare ciò che sottostà a qualsiasi articolo che ho scritto e scriverò.

Perché la mia idea è scrivere la mia esperienza, quello che penso, quello che mi viene in mente, quello che osservo. Ma non c’è nessuna intenzione di far cambiare opinione a chi la pensa diversamente o credere che quello che faccio io sia meglio di quello che fanno tante altre.

Già lo potete aver intuito dal fatto che non ho messo un titolo tipo “diariodiunamammachevespicciacasa“, o “diariodiunamammabravadamorì” o “diariodiunamammachehacapitotuttoevoinoncapiteunacippa“.

Ma ci tengo a precisare che oltre a portare avanti i pensieri della mia vita di MammaBradipa, mi piacerebbe passare il concetto di Mamma come ti pare.

E cioè che io dico la mia e voi se vi va rispondete la vostra. Che non c’è un meglio e un peggio perché di articoli che dividono ce ne sono anche troppi ed a me piacerebbe scrivere per unire.

Perché tu sei mamma dei tuoi figli e io dei miei. E tu sai cosa sia meglio per i tuoi e io per i miei. Per eventuali problemi ci sono medici, psicologi, ostetriche… Non di certo io. Né la Pinuccia, la Marietta, o l’amica della vicina di casa di tua suocera.

Se ognuna di noi si impegna ad ascoltarsi ed a fare come le pare, sarà così serena, che non avrà bisogno di ostentare la propria “bravura” e di dare il via a quelle fastidiose ed inopportune lotte per chi ha ragione.

Ma siccome quando si scrive non si sente il tono di voce, non si può guardare l’espressione del mio viso e talvolta le battute possono essere fraintese, ecco qua che vi dico nero su bianco: fate le mamme come vi pare.

Per onestà intellettuale, vi dico anche però quello che mi dà fastidio: le generalizzazioni. Di tempo, di sesso, di pregiudizio, di estremismo.

Cioè che a due anni devi essere senza pannolino senza se e senza ma.

Che alle femmine le bambole ed ai maschi le macchinine. E guai ad invertire.

Che se li tieni in braccio li vizi.

Che una cosa o la fai sempre o non la fai mai (tipo dormire nel lettone).

Perché le generalizzazioni non sono mai pensate autonomamente.

Sono sempre imposte, suggerite, copiate.

Se avete voglia di fare come vi pare, io sono qui. Per dirvi che faccio allo stesso modo, un po’ diversamente od in maniera opposta alla vostra. Con rispetto ed allegria.

Stretta la foglia larga la via, dite la vostra che io ho detto la mia.

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I venerdì sera di una mamma

| Mamma bradipa suggerisce, mamme, Senza categoria, venerdì sera

Care Mamme,

come sono i vostri venerdì sera? Sono cambiati da quando siete diventate mamme? Vi mancano i vecchi tempi o avete trovato un nuovo equilibrio?

Oggi ero in macchina con i bimbi; faceva caldo. Finestrini aperti e due ragazze in motorino accanto a noi al semaforo rosso. “Ci troviamo in Passeggiata alle dieci ok?”

Giacomo mi dice: “Mamma, alle dieci noi che cosa facciamo?” “Amore alle dieci tu e Aurora siete a letto e io e papà sul divano a guardare la tv”.

Arriva il verde, riparto, il vento mi porta indietro i cappelli e pure la mente.

Da ragazza il venerdì era sinonimo di inizio di week-end ed uscita serale assicurata.

Oggi il venerdì sera è uguale al lunedì-martedì-mercoledì-giovedì. Sprazzi di vitalità il sabato e la domenica.

Ma il mio culo, la ragione per cui ho chiamato così questo blog, è che quando mi sono sposata, ho cominciato a fare quello che veramente mi piaceva senza seguire il gregge della compagnia di amici o forse peggio, quello dei gruppetti di coppie. E a me e a mio marito piaceva stare sul divano a guardare la tv col plaid sulle gambe.

Quindi a parte periodi particolari di nascite, malattie, crisi di crescita, ho continuato a passare il venerdì, così come lo passavo prima di diventare mamma.

Ho sempre pensato che quando ti nasce un figlio non ti mancano più certe cose. Ok, lo penso ancora. Però è anche vero che le mie abitudini e passioni sono mooooolto compatibili con la vita di un bambino.

Ma sicuramente ci saranno mamme che adoravano uscire, anche solo per una passeggiata, che facevano uno sport, suonavano o avevano un altro hobby o che magari hanno conservato gli amici cari – con o senza figli.

E allora mamme, ascoltatevi. Pensate se vi manca qualcosa.

Sappiate che se c’è qualcosa che desiderate tanto, potrete trovare il modo di incastrarlo nel vostro presente.

Sappiate che “una volta ogni tanto” è diverso da “Tutti i week-end”.

Sappiate che una volta ogni tanto un venerdì sera di una mamma, può diventare un venerdì sera di una donna.

Ps. Oggi è venerdì eh!

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Tra moglie e marito non mettere il dito. Ma tra mamma e figlio mettici pure tutta la mano!

| figli, moglie, neomamme, Senza categoria

Premessa:

ieri ero in fila alla posta e davanti a me c’era una coppia. Quando è stato il loro turno, la moglie ha fatto una mega parte al marito perché aveva dimenticato a casa un bollettino da pagare.
L’ha preso a male parole lì davanti a tutti e lui zitto.
Io mi sarei sotterrata, invece tutti gli altri non si son fatti né in qua né in là.
E anche una volta usciti nessuno ha commentato.

Ma se la partaccia fosse stata fatta dalla mamma al figlio?
Ve lo immaginate???

Non credo occorra che vi faccia esempio dei 153 possibili commenti a favore di uno o dell’altro.

Perché è assodato che dare giudizi travestiti da consigli alle neomamme, è uno degli sport che saranno ammessi alle prossime olimpiadi dato l’immenso successo e frequenza nella popolazione femminile.

Tutte si sentono autorizzate a dirti : “ma come non gli prepari il brodo fresco ogni mattina con la luce delle sei mentre il gallo canta???”
“Ma come non lo fai dormire nel lettino Montessoriano?”
“Perché non gli fai il bagno con l’amido?”

Ma ci avete fatto caso che invece è passato di moda dare consigli alle neomogli?

E nessuna che ti dica: “ma come non friggi mai? A tutti gli uomini piace il fritto!”
“Ma come lo mandi a dormire sul divano perché russa?”
“Perché non gli compri il bagnoschiuma Supermanstraficoemaledetto? Guarda che sarebbe contento!”

Notate la differenza?

Alle prime domande si risponde sempre, alle seconde, se venissero fatte, si fanculizzerebbe.

E per me figlio e marito son privati uguale, non so per voi.

E sapete secondo me come mai è passata questa moda di impicciarsi delle giovani mogliettine inesperte? Perché tanti non si sposano! E allora le sputasentenze rimangono fregate perché se non ti vedono con velo e l’abito bianco non possono dirti :”Hehe!!! Contenta oggi eh?!!! Ma devi impegnarti perché sennò il matrimonio diventa la tomba dell’amore!”
E quindi le ragazze che poi diventano donne, pian pianino si fanno la loro vita di coppia e nessuno rompe loro le palle.

Invece quando diventi mamma è un po’ come il famoso battito di ali di farfalla che provoca di tutto.

Io sono stata molto fortunata, ma me ne hanno raccontate di tutti i colori. E allora faccio una proposta:
che ne dite se invece di diventare mamme restiamo incinte a vita? Un po’ come le compagne che sono eterne fidanzate!?
Ma non per davvero non preoccupatevi! Nove mesi incinte (in) e poi incinte (out). Le freghiamo tutte! Nessuna coccarda di nascita, nessun annuncio. Non abbiamo partorito, abbiamo spostato di stanza nostro figlio! Io sono incinta out da cinque anni per esempio.

Scherzi a parte, ce la facciamo a far smettere certi sproloqui?

Perché non si sa come mai tra moglie e marito non mettere il dito, ma tra mamma e figlio metteteci pure la mano e tutto il braccio!

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uscire prima dei figli, uscire con un figlio, uscire con due!

| bambini, figli, Senza categoria

Care Mamme,

ve lo ricordate com’era uscire prima di avere un bambino? io ho una vaga reminiscenza che mi fa sorridere al pensiero di come potessi gingillarmi fino a un secondo prima di prepararmi e di come i “problemi” riguardassero se i capelli fossero puliti abbastanza o se dovessi fare uno shampoo, che ombretto scegliere, se abbinarlo con la maglia o era un’esagerazione, se indossare quel vestito nuovo o lasciarlo per un’occasione migliore e quando proprio era un lavorone, dovevo cambiare borsa e travasare il contenuto da una all’altra. Una volta fuori potevo lasciare la macchina lontana chilometri e farmi una bella passeggiata, entravo nei negozi e giravo per mezz’ora tra i reparti e quando mi saltava il ticchio venivo a casa.

Poi fai un bambino e allora cominci a truccarti (se ti trucchi ancora eh!) con due ore di anticipo mentre sta dormendo, o con lui in braccio riempiendolo di brillantini e facendoti venire il torcicollo. Passi mezz’ora a ragionare quale tutina mettergli, che sia comoda, che sia della giusta temperatura, ma che sia pure carina! Controlli che i vestiti che hai messo il giorno prima e quello prima ancora siano decentemente puliti e per scegliere il cappottino da mettergli hai fatto installare una stazione meteorologica direttamente sul terrazzo. E comunque esci se non è troppo freddo né troppo caldo, se piove – escluso, ma anche se tira troppo vento. Insomma, tre volte in un mese. La borsa diventa un trolley anche se devi arrivare al negozio in fondo alla strada e se devi per caso andare al mare, monti la roulotte e sticazzi. E mi raccomando a non tornare a casa troppo tardi che se si addormenta prima di pranzo è la fineeee. Perché poi chissà quando ridorme onnoooo aiutoooo, come farò ad arrivare a fine giornataaaaa nuooooooo! Ecco, reso l’idea? I negozi li eviti e ti dedichi direttamente allo shopping on line.

Poi fai il secondo bambino e sull’orlo tra lo sclero e lo svenimento, adotti degli stratagemmi per sopravvivere.

Ed allora giochi con la piccina ai trucchi e chi se ne frega se sembri esser stata interrotta mentre ti eri già struccata un occhio;

Usi la stessa borsa ogni giorno con le stesse cose per i bambini, tra cui cappellini/sciarpine/felpine, qualche giochino inganna tempo, i crackers salva vita  e naturalmente salviette e pannolini. Il telo per il cambio è stato abbandonato da tempo avendo studiato una soluzione “Metti e sfila” che permette di utilizzare il pannolino nuovo come base (cavolo sembro una pubblicità). Insomma con una borsa sola te la cavi benissimo. Per te non hai nemmeno l’assorbente di ricambio o l’acqua, ma per loro hai tutto.

I loro vestiti sono già divisi a completini nei cassetti e devi solo pescarne uno mentre cerchi di bloccare la piccina che non vuole farsi cambiare.

Tu ti metti i vestiti del giorno prima abbandonati sulla vasca. Zero pensieri.

Il cappotto? ne hanno uno a testa e non devi scegliere un bel niente!

Nei negozi ci vai eccome, eccheccavolo una volta che esco! Impegni il grande facendoti cercare degli inesistenti calzini con gli gnomi o dei barattoli con i fenicotteri che lo terranno fermo davanti allo scaffale almeno due minuti, ti fai largo tra i corridoi dei negozi dove butti giù almeno sei sette cose perchè sono troppo strettiiiiiiiiii, avete capito? STRE-TTI! Possibile che non li progetti mai una mamma con passeggino? (Ora sembro una del sindacato “mamme con il passeggino”). Insomma, con lo sguardo di un’aquila, visualizzi quello che serve ed esattamente in un minuto e cinquantanove secondi, sono pronta per recuperare il primogenito e dirigerci alla cassa. Evvai è fatta, tutti in auto.

E se la piccina si addormenta, ho imparato che non è una tragedia e che in qualche modo a fine serata ci si arriverà!

 

 

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Lettera ai miei figli. Perché non chiederò loro scusa.

| bambini, famiglia, figli, mamme, Senza categoria

Cari Bambini,

Non so se quando sarete in grado di leggere, questo blog esisterà ancora. Io che comincio mille cose e non ne finisco nessuna, proprio non lo so. In ogni caso stamperò queste righe in modo da esser certa che possiate prima o poi vederle.

Quando tra un po’ di tempo comincerete qua e là a leggere Facebook (il mio sia chiaro!!!), magari capiterete per caso su un articolo sulle scuse di una mamma ai suoi figli. O al grande per averlo trascurato una volta che è nato il piccolo; o al piccolo perché non è stato seguito esclusivamente come il grande. E affinché non dobbiate chiedervi perché io non vi ho scritto proprio nessuna scusa, eccomi qua a spiegarlo.

Non vi chiederò scusa perché seppure qualche attenzione esclusiva non c’è stata – molto, ma molto di più è stato raddoppiato.

Perché adesso ci sono il doppio dei giochi, il doppio di amici, il doppio di feste di compleanno e il doppio di baci-abbracci-risate. Certo anche il doppio di volte che mamma si arrabbia, di influenze, di tempo da aspettare prima di essere pronti per uscire.

Ma quando mamma si arrabbia, potrete supportarvi a vicenda in attesa di far pace;

A casa malati, potrete farvi compagnia;

E nell’attesa che l’altro sia pronto, potrete giocare ancora un po’.

Giacomo non avrai avuto sempre mamma che ti osservava, ma chiedi a tua sorella se non è una figata non avere la mia angoscia sulle spalle.

E Aurora, non avrai avuto tutti gli occhi dei parenti fissi su di te, ma chiedi a tuo fratello se lui era felice di tutti quegli sguardi.

Giacomo, non ti chiederò scusa perché l’arrivo di tua sorella ti ha regalato la possibilità di sentirti orgoglioso come fratello e soddisfatto come mio aiutante; di imparare a giocare da solo, di sapere quanto tu fossi amato: perché facevamo le costruzioni seduti in terra come prima, ma adesso mentre allattavo tua sorella. E io lo so che lo sapevi che stavo scomodissima, che mi faceva male tutto e che lo facevo solo per te.

Aurora, non ti chiederò scusa perché avere un fratello ti ha regalato la possibilità di amare tre persone anziché due. Di avere mille stimoli e di poter stare tranquilla, perché se vedevi tuo fratello felice, sapevi che andava tutto bene e potevi stare bene anche tu. Di sapere quanto tu fossi amata: perché facevo le costruzioni seduta in terra con tuo fratello e nel frattempo ti allattavo. E io lo so che lo sapevi che stavo scomodissima, che mi faceva male tutto e che lo facevo solo per te.

Ma soprattutto, non vi chiederò mai scusa perché essere fratelli vuol dire non sentirsi mai da soli.

E infatti, anche in questo caso, la vostra mamma sgangherata, queste parole stucchevoli, malinconiche, amorose, retoriche, che non sapete se ridere,piangere o mandarmi in quel posto, le ha scritte a tutti e due insieme.

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