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“I NO”: istruzioni per l’uso

| Mamma Bradipa Psicologa, Senza categoria

Uno dei punti più spinosi dell’educazione infantile, è il tema del NO.

Parliamoci chiaro una volta era più semplice.

I genitori erano SEVERI o PERMISSIVI.

I primi, urlavano, picchiavano e punivano ogni qual volta i figli facevano qualcosa di confusionario/rumoroso/maleducato.

I secondi, lasciavano i figli a razzolare come galline non curanti di ciò che facevano.

Oggi, si sa che i bambini sono persone e come tali meritano rispetto fin dalla nascita.

Quindi vi è molta più attenzione verso le emozioni, la non violenza, l’ascolto, ma se siamo genitori alle prime armi, arriva un momento in cui, sembra che all’improvviso, veniamo catapultati in un mondo alla rovescia.

Il famoso giorno in cui il nostro frugoletto paffuto e ridente, si trasforma in un piccolo diavoletto della Tasmania che non vuole fare niente di ciò che gli chiediamo e nemmeno l’opposto.

Ci troviamo persi.

Proviamo a fargli fare ciò che vuole, ma la sue richieste non si esauriscono mai e diventano sempre più assurde.
Proviamo a dire NO, ma le reazioni sono esplosioni simili a quando mettiamo una Mentos dentro alla Coca-Cola.

Quindi? Quello che succede più frequentemente (fatto con le migliori intenzioni), è di dire NO finché riusciamo, per poi capitolare sfiniti e acconsentire.

Ecco. Facendo così, vi rovinerete. Ve lo dico da amica. Perché vostro figlio saprà che insistendo, fosse anche fino all’infinito e ritorno (i bambini sanno avere una determinazione ed una tenacia inesauribili), prima o poi vi arrenderete. 

La fai facile, direte voi. Prova tu ad essere irremovibile in mezzo ad un ristorante con bambino che è un fascio di muscoli urlanti, che ci scivola tra le mani come un serpente e pesa come un dinosauro.

No, non è per niente facile. Ma se terrete duro una volta, la volta dopo sarà più facile e più facile ancora, fino a che il bimbo capirà che il vostro NO è NO e quindi è inutile provare a convincervi.

  • Ovviamente non potete dire no a tutto, dovrete cercare compromessi, tra il vostro pensiero e l’energia vitale e sprizzante dei bambini (Se lui vuole bianco e voi nero, accontentatevi di un grigio scuro) e soprattutto mettete in conto di poter cambiare idea nel corso del tempo perché acquisite maggiori informazioni che non sapevate o vi rendete conto di stare esagerando. Non ci sono problemi, è importante che i nostri figli sappiano che non siamo infallibili, che possiamo sbagliare, cambiare idea e soprattutto che teniamo conto di ciò che ci dicono.

Ammettiamo che siate a cena fuori con amici e vostro figlio voglia il gelato, ma voi dite NO perché ne ha già mangiato uno super cioccolatoso e grande a merenda e avete paura possa fargli male. Il bimbo protesta, si mette a piangere e voi non cedete. Poi una vostra amica vi dice che il gelato in questione è solo una pallina al fior di latte che una terza amica offre a tutti i bimbi con un cucchiaino che si trasforma in matita colorata, per festeggiare l’inizio dell’estate. Pensate che in fondo potete anche darglielo. Siete VOI che cambiate idea.
Ok, ma come dirlo a vostro figlio? Con LA VERITA’. Fatelo calmare e poi ditegli:

“Ascolta, la mamma di Mirko mi ha detto che il gelato è molto piccolo e al fiordilatte quindi non ti farà male al pancino, così ho deciso che puoi prenderlo anche tu.”

  • Un altro importante accorgimento sono le ECCEZIONI. Le eccezioni sono l’asso nella manica di un giocatore di carte, la VAR di un arbitro, il Patronus di un mago. Ci sono occasioni in cui si possono fare cose che di solito non si possono fare. Facciamo un esempio pratico:

Di solito a casa vostra non si mangia sul divano alla tv, ma al tavolo chiacchierando tra di voi.
Ammettiamo però che il papà debba andare ad una cena ed i bambini siano tristi, oppure che sia saltata una festa per un’influenza. Ecco che potete giocarvi il Jolly e inventarvi la “super serata mattacchiona” in cui si cena sul divano con i cartoni. Magari con pizza e pop corn!
In questo modo i bambini non vi sfiniranno ogni sera perché sapranno che c’è stata un’occasione speciale!

Quindi cari genitori forza! Crescere un figlio è difficile, difficilissimo, ma dentro di noi abbiamo tutto di cui abbiamo bisogno!

P.s. Quando parlo di tenere duro di fronte ad una richiesta che non potete esaudire, intendo che rimaniate fermi sulla vostra decisione, ma siate calmi e accoglienti nel sostenere vostro figlio nella frustrazione di non poter ottenere ciò che vuole. Siate presenti, non ignorateli, fate sentire loro che ci siete e che li amate anche se non potete esaudire la loro richiesta.

Vi lascio anche il link di un altro mio articolo correlato:
https://blog.pianetamamma.it/diariodiunamammabradipa/tre-terribili-trappole/

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Secondo me

| educazione, emozioni, Senza categoria

Cari Mondo, Moda, Abitudine e Società – oggi mi rivolgo a voi.

Che ogni giorno mettete il becco nell’educazione e nel comportamento dei genitori che spessissimo, agiscono per conto vostro, anziché dare retta a loro stessi.

Perché ogni coppia di genitori potrebbe pensare con la propria testa e il proprio cuore, scegliendo di fare quello che è meglio secondo loro.

E allora intanto, vi dico cosa penso. Come sarebbe bello che fosse SECONDO ME.

Secondo me, si potrebbe rispettare la riservatezza di un bambino anziché criticarlo perché a tre anni non è socievole con tutti;

Secondo me, si potrebbe ammirare un bambino che non alza le mani, anziché criticarlo perché non se la sa cavare da solo;

Secondo me, sarebbe meraviglioso valorizzarne le qualità, anziché evidenziare le sue mancanze;

Secondo me, si potrebbe riconoscere e rispettare le differenze, invece che considerare positivi certi comportamenti e negativi altri;

Secondo me, si potrebbe imparare ad aspettare.

Perché un bambino non è una funzione del computer con la percentuale di completamento. Non si può sapere esattamente quanto ci vorrà perché impari qualcosa;

Perché gli piaccia qualcosa;

Perché non abbia paura di qualcosa.

Secondo me, si potrebbe smettere di esaltare questa cosa dell’essere indipendenti a un anno;

Secondo me, potremmo imparare a chiedere aiuto, spunto, consiglio ad altre mamme, anziché criticarle;

Secondo me, l’unica cosa per cui dovrremmo avere fretta, potrebbe essere far capire a nostro figlio il nostro amore nei suoi confronti;

Secondo me, si potrebbe smettere di chiamare “soprammobili” i bambini educati e “vivaci” quelli maleducati;

Secondo me, potremmo lasciare che i bambini a volte si annoino;

Secondo me, potremmo lasciare che provino a trovare dentro se stessi il modo per uscire da una fase di crisi (non medica eh) e non correre, o essere mandati, da 98796 specialisti.

Secondo me, troppo spesso tendiamo a dimenticare che i bambini non sono né oggetti, né animaletti domestici. Sono persone.

E come ogni persona, hanno bisogno di rispetto.

SECONDO ME.

 

E secondo voi?

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Col secondo figlio non puoi far finta di non vedere…

| fratelli, Mamma Bradipa tenera, Senza categoria

Care Mamme,

quante volte fate finta di non vedere qualcosa che stanno facendo i vostri figli per cui in realtà dovreste intervenire? Non cose proibitissime o pericolose – s’intende, ma quelle che ripetiamo loro di non fare 267977 volte al giorno e che non abbiamo voglia di ripetere la 267878 volta. Perché magari ci stiamo godendo 32 secondi di silenzio.

Con Giacomo piccolo, mi capitava un sacco di volte:

stavo magari finendo le faccende e lui con un biscotto tutto sbavoso si metteva sul divano…

stava troppo vicino alla tv mentre avevo un bisogno impellente di andare in bagno…

sparpagliava sul pavimento ceci e fagioli per i travasi mentre ero al telefono con un’amica…

andava in giro senza antiscivolo, ma non avevo ancora spazzato/pulito.

Facevo finta di non vedere per non fargli credere che potesse fare quel che voleva e se non smetteva da solo, poi, intervenivo come se Ops! Non mi ero proprio accorta!

Con Aurora non è possibile perché ho un vigile in casa. Suo fratello. Ad educare troppo bene un figlio, ci sono degli effetti collaterali!

Ed allora ciao ciao alla nanosecondica pace perché subito viene richiamata da una voce…

“Mammaaaa, Aurora è salita sul divano con le mani sporcheeeeeee…Mammaaaaa Aurora è troppo vicina alla tivvùùùùùùùùùùùùùùù….Mammaaaaaaaaa Aurora butta in terra i fagioliiiiiii, mamma Aurora è senza calziniiiiiiiiii!!!!!”

Arrivo, amore…arrivo. E tra me penso a come la mia precisione e costanza nell’educazione dei figli,  si scontrino a volte con la mia infinita pigrizia!

A volte, non mi chiama neppure, tira fuori il libretto per le multe ed il fischietto!

La prima volta che successe era quest’estate:

Eravamo al mare, Aurora giocava tra gli ombrelloni con me al seguito. Ad un certo punto arriviamo alla fila di ombrelloni del bagno accanto. Giacomo sa che quello è il “confine”, ma ovviamente Aurora era sempre troppo piccola per sapere quando fermarsi. Così prima ancora che io le dicessi “Vieni Aurora qui siamo troppo lontani”, lui mi supera, va da lei e comincia a dirle “Aurora sei troppo lontana qui, vedi gli ombrelloni sono bianchi e blu e non gialli e azzurri come i nostri? Dopo ti perdi e noi dobbiamo venire a cercarti e rimaniamo senza cibo né acqua! Capito?!” E lei “Capito”. Persino i vicini di ombrellone si sono messi a ridere.

A volte mi mancano i miei momenti di “miopia educativa transitoria”, ma vedere come lui si preoccupi di lei e come lei lo guardi con gli occhi a cuore, mi ripaga ben più di quei 32 secondi di silenzio mancati.

E i vostri primogeniti come si comportano con le marachelle dei fratelli minori?

 

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Convivenza al mare: piccole semplici regole

| bambini, educazione, mamme al mare, Senza categoria

Care Mamme,

ormai la stagione estiva è finalmente iniziata! Le spiagge si fanno sempre più gremite e la convivenza tra vicini di ombrellone più stretta.

E al mare si sa che si possono fare 1000 cose diverse contemporanemente. Puoi trovare chi dorme, chi mangia, chi gioca, chi legge, chi chiacchiera. Perché ci sono persone di ogni età e con le abitudini più varie. E ognuno ha il diritto di fare ciò che vuole se non lede la libertà del vicino.

Ma come comportarsi al mare? C’è un manuale di buona educazione per famiglie?

Non lo so, ma per la mia esperienza, bisognerebbe cercare di attuare poche e semplici regole per evitare di arrivare a ferragosto con una paresi da stress.

Tono di voce: sarebbe meglio non urlare troppo al mare. Mi spiego: se sono le due del pomeriggio e tu stai raccontando ad un’amica a tre ombrelloni di distanza, la ricetta del polpettone all’hawaiana, puoi anche alzare le tue regali chiappe e andare al suo ombrellone. Perché poi, se si sveglia il neonato che dormiva beatamente all’ombrellone accanto, e comincia a urlare come un allarme, son cazzi vostri.

Sabbia: Che bello fare le buche!!!!! Ma se tiri la sabbia a chilometri di distanza un po’ meno. Se beccate le quarantenne in tanga che si è appena spalmata otto chili di olio “Abbronzami e baciami”, vi conviene cominciare a scappare veloce veloce!

Vigilare: Se vostro figlio va a giocare all’ombrellone dell’amico, non vuol dire che voi siete liberi, potete andare al bar, dormire, andare a casa a stirare o dall’estetista. No. Vuol dire che per lo meno dovete restare nei paraggi in modo da sentire per lo meno eventuali urla di disperazione o il rumore dei cazzotti!

Spazio vitale: a volte penso che gli ombrelloni dovrebbero essere delimitati con le righe blu come i parcheggi. Perché troppo spesso le persone, nella maggior parte dei casi per scegliere la posizione migliore per prendere il sole, si mettono “in bocca” all’ombrellone accanto! Tanto che a volte, all’ora di pranzo vien voglia di dire “Vuole favorire??????”

Insomma: non è ancora giugno, quando andate in spiaggia non fate quello che non vorreste facessero gli altri con voi! A settembre mi ringrazierete!!!

 

 

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Non dorme e non mangia? Spesso non è colpa nostra!

| educazione, mamme, Senza categoria

Care Mamme,

Le persone giudicano. Le mamme giudicano. Prima di tutto se stesse.

E quando il loro bambino ha qualche comportamento che si discosta dal “BuonissimoBravissimoEducatissimo“, vanno in paranoia. E se non ci vanno da sole, ce le mandano le altre mamme che giudicano.

Io, Pigra e Fortunata, ho notato che a volte, per quanto uno si impegni, non c’è nulla da fare…

Ci sono mamme che hanno letto libri sulla nanna da quando hanno scoperto di essere incinte. Anzi, ingannavano l’attesa del risultato, leggendo un libro sulla nanna. Hanno 78589 cd di musiche rilassanti per bambini, da quelle strumentali, a quelle cantate, quelle africane, quelle islandesi, pure quelle sarde. Hanno fatto 5 corsi di massaggio neonatale rilassante, studiato le proprietà degli oli essenziali per facilitare il sonno e hanno provato ogni cosa per far dormire il proprio bambino. Ma soprattutto per dormire loro. Addormentarlo in braccio ninnandolo, saltellando, saltellando su una gamba sola. Nella culla, nel lettino, nel lettone. A luce accesa, luce bassa, a luce spenta. Con la mamma, con il papà, con mamma e papà insieme, con i nonni, gli zii e tutto l’albero genealogico.

Ma il bambino non dorme.

O dorme poco, o dorme a intervalli, o dorme agitato, o dorme con i piedi puntati nella tua schiena o solo i giorni dispari o solo quelli pari.

 

Ci sono mamme che girano le varie nazioni per avere frutta e verdura sempre di stagione, che le verdure solo dell’orto del nonno, che la frutta solo del frutteto di Mario, l’amico di nonno. Che si buttano in mare ed arpionano i pesci per averli sempre freschissimi. Che fanno la pasta fatta in casa, con la farina comprata direttamente al Mulino di Maurizio (Amico di Mario, l’amico di nonno). Che comprano solo cose con scritto “Bio“, “Bio super Bio“, “No guarda Bio come il mio nessuno” e che sanno talmente tante ricette bilanciate, sane ed appetitose, che se incontrassero i giudici di Masterchef, offrirebbero loro di condurre “Masterchef NewBorn”.

Ma il bambino non mangia.

O mangia solo “schifezze” o solo cose di un certo colore, o alcuni giorni non si sazia neanche con un bue con pure le corna e altri,  si nutre solo assaggiando minuscoli bocconcini.

 

Ci sono mamme che non dicono una parolaccia dal 2003, che chiedono scusa anche alla sedia su cui si sono sfracellate il mignolino del piede sinistro, che si sa, si premiano i comportamenti positivi e non si puniscono quelli negativi, che non urlano mai, che sono sempre sorridenti, gentili, pacate. Che in casa tutto è studiato per stimolare l’autonomia, l’educazione e i buoni sentimenti. Che la Montessori la chiamano amichevolmente “La Mary”.

Ma il bambino è una iena.

Non ha regole, urla, picchia, si rotola,si arrampica, sputa. Sarà autonomo? Macché.  Ma non vuole nemmeno farsi aiutare.

 

Care mamme,  la prossima volta che qualcuno vi giudica per il comportamento del vostro bambino, non vi fate il sangue marcio. Non è colpa vostra, ma del DNA! Per gli amici anche detto CULO.

P.s. le cose miglioreranno eh!

P.s.2 Veramente miglioreranno! Daje!

 

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