Ebbene sì,

Dopo più di due mesi di scuole chiuse, anche io parlo di didattica a distanza.

Perché la giornata di chi lavora, di chi ha più di un figlio sopra i sei anni, di chi non ha una stanza per figlio e un mezzo tecnologico da affidare ad ognuno, è sicuramente difficile, a volte da urlo (anzi da urli va’!).

A tutto ciò bisogna sommare l’innaturalitá della situazione, degli insegnanti che devono stravolgere il loro modo di educare e dei bambini che devono impegnarsi e lavorare senza poterlo fare essendo guidati , incoraggiati e sostenuti di persona e senza ciò di cui più di tutto ha bisogno un bambino: amici con cui condividere le esperienze.

Purtroppo nessuno avrebbe voluto che ciò accadesse e chi mi conosce sa che da tempo abbraccio “la terapia della risata” quindi questo non è il luogo in cui affrontare certi discorsi in modo oggettivo o serio.

Ma per questo motivo ho aspettato tanto. Non riuscivo a capire come poter scherzare su una cosa così complessa e difficile per le famiglie e gli insegnanti, senza risultare offensiva. E mi venivano solo cose dette e ridette.

Poi l’altro giorno mentre inviavo i compiti alle maestre, ho cominciato a canticchiare “E penso a te” di Battisti…il resto, con un marito che dá spago alle mie follie e suona il pianoforte, è stato un gioco da ragazzi😝

Buona visione ed inviatelo a chi ha bisogno di sorridere😊

https://youtu.be/ai7vILaO9Fs

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