aspettare

Le mamme “così intanto si abitua”

| Mamma Bradipa polemica, Senza categoria

Care Mamme,

essere ansiosa e pigra, è una condizione che mi porta spesso a non essere in sintonia con il 99% delle mamme. Perché vado sotto pressione anche solo per il cartello “portare due foto tessera” fuori dalla porta dell’asilo, ma lo stress viene schiacciato dalla mia proverbiale pigrizia che mi porta a pensare “oioi che palle” e la mia voce interiore conclude con “tranquilla, non è urgente”.

In questo life motive sconclusionato, pensate a come mi sento quando parlo con quelle mamme, che si avvantaggiano su qualsiasi cosa, al motto di “così intanto si abitua”.

Cerco di mantenere un’espressione neutra, mentre dentro di me si scatena il tiro alla fune tra stress e bradipaggine.

Le suddette mamme, hanno fatto un corso di realtà aumentata sul parto, ancora prima di restare incinte, perché così intanto si abituano;

Indossano un cuscino sotto ai vestiti al secondo mese di gravidanza, così si abituano a muoversi essendo ingombranti e poco agili;

Si pizzicano quotidianamente i capezzoli mentre sono incinte, così intanto si abituano agli iniziali dolori di allattamento;

Poi Lucreziuccia nasce, e tutto viene trasferito su di lei.

La porta sul water ogni mezz’ora;

La fa dormire in un lettino di due metri di lunghezza;

Le appende in camera le lettere dell’alfabeto;

Le proietta video sull’educazione sessuale;

 

Così intanto si abitua.

Avete presente il tipo?

Ecco. Ogni volta che di fronte a certe motivazioni mi agito, do’ la colpa al mio carattere, ma poi riflettendo, arrivo alla conclusione che c’è tempo per tutto e che il presente va goduto. E se c’è un bambino che manifesta chiaro desiderio di anticipare i tempi, perché no. Ma se Lucreziuccia, Osvaldino o Bertoldina non ci pensano neanche, perché forzarli per abituarli?

Perché per me su certe cose ci si può abituare piano piano, ma per altre, bisogna aspettare e basta.

 

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Domani saranno grandi

| bambini, famiglia, Senza categoria

Care mamme,

oggi pomeriggio un brivido mi è corso lungo la schiena. No, non era influenza.

Avevo finito le faccende indispensabili per nutrirci e per non far mettere i sigilli alla casa dalla USL e sono andata in camera dove l’appenacinquenne stava disegnando e la quasiduenne mettendo in fila in una logica a me incomprensibile, dei personaggi dei cartoni animati.

Provo ad interagire con i due e ricevo in cambio dei mugugni. Un po’ come quelli che regalavo ai miei, quando mi chiedevano come era andata a scuola.

Sottotitolo: lasciami stare, non ho voglia di comunicare con te.

E all’improvviso, L’ANGOSCIA.

Ho pensato che tra un po’ non avranno più bisogno di me per giocare. Che servirò solo per intervenire nelle litigate, per cercare un maglione nell’armadio, per farsi dare la paghetta.

Diciamoci la verità, un po’ tutte noi, se stiamo sfaccendando e i bambini vogliono giocare, diciamo loro “aspettate” oppure “domani”.

E dopo l’angoscia mi son sentita una cacca. Perché a volte Miss Ansia entra nel mio cervello e dà un calcio nel sedere al bradipo che è in me. Non parlo di Miss Puntualità che ovviamente mi è utile ed è vitale per chi lavora ed ha una vita ad incastro, Miss Ansia ti rompe le palle e basta; quando non serve.

Insomma.

Mi son sentita in colpa perché a volte vado di fretta e mi agito quando non ce n’è bisogno.

Perché troppe volte mi arrabbio quando il cinquenne la sera per mettersi il pigiama ci mette un secolo. Perché vuole i grattini alla schiena, vuole che mi metta tutti i capelli sul viso e li soffi via, vuole che io faccia la sua voce e lui la mia, che si stia per un po’ abbracciati sul bidet;

Perché mi innervosisco quando mi afferra i vestiti per trattenermi quando gli passo vicino;

Quando ogni sera vuole che si vada tutti in bagno a vedere che ha schizzato apposta lo specchio mentre si lava i denti.

Perché sbuffo quando la duenne vuole fare le scale da sola, contando gli scalini ed io ho 54 pacchi a tracolla. Perché ha i suoi riti per rientrare in casa: deve stare un po’ in giardino, un po’ dalla nonna, un po’ a farsi leccare dalle canine. E si arrabbia quando non possono essere accontentati perché non può capire che tra “non ho fame” e “mamma ho fameeeeeeeeeee” ci sono delle azioni da compiere che non possono essere fatte in giardino;

Perché quando la cambio dobbiamo nominare tutte le parti del corpo. Se va bene solo due volte;

Perché a tavola dobbiamo fare finta 567 volte di prenderci la mano anche se siamo lontane.

 

E allora mi son detta, il tempo passa eccome. Anche se non sembra.

Se i bimbi ci chiamano, fermiamoci (ovviamente non se sono le 8.08 e alle 8.10 suona la campanella e voi siete sempre a casa). Che sia per una coccola, per un gioco, per una domanda apparentemente inutile; o anche solo perché non sanno come sbarazzarsi di una caccola.

Non diciamo loro troppi “domani”. Perché domani saranno grandi e ciao.

P.S. Che se poi vi chiamano tanto, magari avrete per qualche ora una casa bradiposamente incasinata come lo è sempre la mia.

P.S.2 Per reclami per l’articolo banale, scontato e stucchevole, rivolgersi a Miss Maliconia. La trovate in fondo a destra accanto a Miss Ansia.

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