abbigliamento

Anche se un giorno su due non sembra, la primavera è arrivata. Nei negozi di abbigliamento impazzano colori pastello, fiori, farfalle e tessuti leggeri. Quando una mamma vede per la prima volta una vetrina così agghindata, la modalità “mezza stagione” va automaticamente su ON. Ma ogni mamma lo sappiamo, è diversa; ovviamente anche in questo caso.

Le mamme “macchine da acquisti”: loro sono sono le fortunate estratte a sorte, che quando sono rimaste incinte hanno ricevuto in regalo il pacchetto corso pre parto + corso all’acquisto. Non sono mai impreparate, anche se in una fredda giornata di gennaio, improvvisamente arrivasse l’estate. Hanno SEMPRE tutto per tutte le occasioni e tutte le temperature, oggetti di qualità, acquistati a prezzi stracciati che non ti possono far nemmeno esclamare con sdegno “Eh, avessi tanti soldi da spendere, saprei fare anche io!” Per gli acquisti on line hanno un’applicazione che crea un ologramma ad ogni occasione da non perdere e negli store, si materializzano all’improvviso direttamente negli scatoloni dei nuovi arrivi. Oltre a questo, acquistano cose per anni ed anni a venire, grazie ad un algoritmo che calcola la crescita dei figli e le taglie con le relative pesantezze dei capi da acquistare.

Le mamme “solo on line”: da quando sono mamme, non entrano in un negozio di abbigliamento per bambini. Dover interagire con le commesse ed insinuarsi tra scaffali stretti, provoca loro l’orticaria. Anche loro posseggono l’app con ologrammi delle “macchine da acquisti”, ma oltre a questo, nel loro cervello sono mappati tutti i siti dei negozi e la vestibilità dei capi. Riconoscono un tessuto semplicemente toccando la foto sullo schermo e il corriere ormai le chiama per nome.

Le mamme “giorno per giorno”: loro sono acquistatrici seriali mimetizzate. Una maglietta un giorno che ancora ci sono 4 gradi, un pantaloncino mentre tu sei appiccicata al termosifone, un vestitino mentre tu infili i calzini dentro ai pantaloni; et voilà, esplode il caldo e loro hanno già tutto. E soprattutto non hanno un tracollo psicologico da improvviso conto in rosso da mega compere, perché sono quelle che ti dicono “Una cosina ogni tanto e neanche te ne accorgi” mentre tu stai leccando il cartone della pizza della sera prima come colazione.

Le “svuota negozio (con commessa)”: possono essere la gioia delle commesse o il loro peggior incubo. Questo dipende ovviamente da quanto sono rompiballe esigenti: ci sono quelle che dicono “mi servirebbero 5 magliette taglia 8 anni per maschio, di vari colori ” o quelle che “mi servirebbe qualche maglietta, ma non di quelle banali, un po’ sfiziose, di taglia dipende…7-8-9 anni dipende dalla vestibilità…me le può aprire?…Vede vede questa è 16/4 di cm più grande dell’altra… no ma poi non mi piace la tonalità…ma quello è il tessuto che cangia o è sporca? senta ma un tessuto un po’ più corposo? Scusi, ma questa è veramente bruttina…ma se invece di magliette vedessimo delle camicie???????”

Le mamme “svuota negozio (senza commessa)”: Anche loro possono essere la gioia o l’incubo delle commesse, ma questa volta solo per come lasciano il negozio: ci sono quelle che cercano le taglie, guardano e rimettono tutto in ordine e quelle che sembra stiano facendo il gioco della bandierina con ogni capo che maltrattano ad ogni manipolazione. in ogni caso, in testa hanno una check list di quello che serve. Con lo sguardo di ghiaccio, guardano, valutano, scelgono e  vanno alla cassa; con i soldi contati persino di centesimi.

Le mamme “apparentemente organizzate, ma in realtà cazzare”: Io. Ogni volta io. Per sempre io. Io che provo ai bimbi le cose dell’anno passato per vedere quelle che vanno o non vanno più di taglia. Io, che faccio il foglietto con le cose da comprare. Io, che fisso sull’agenda il giorno in cui andare in quel negozio preciso per comprare quelle cose precise, spendendo quella cifra precisa. Io quando alla fine faccio un conto mentale della spesa mi sento una Dea perché ho preso tanto e speso poco. Io, che torno alla macchina cantando e ballando perché sono il genio degli acquisti per i bambini-ma chi mi frega a me – yea so fare – yea faccio le tracce audio alla mia amica, gasata come se avessi risolto il Cubo di Rubik in sette secondi. Io che quando arrivo a casa  e tiro fuori le cose dai sacchetti per bearmi della mia bravura, mi accorgo che mi manca metà delle cose che avevo creduto di comprare. Io che spero che siano rimaste alla cassa (pagate). Io che mi accorgo con angoscia che sullo scontrino non compaiono. Io che devo tornare al negozio e vergognarmi come una ladra, perché scegliendo un vestito, avevo appoggiato circa 5 completini su una mensola e devo riportare delle cose per non spendere un botto e prendere quel mucchietto famoso; perché sennò sono fornitissima per luglio, ma non ho niente per maggio. Io, che torno a casa mogia mogia come un canino della Carica dei 101 nella neve, dubitando della mia intelligenza.

E niente. E’ quello che mi è successo ieri.

Ditemi che anche voi a volte fate delle cavolate e non siete tutte macchine da acquisti. E se necessario, mentite. Vi prego.

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