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Convivenza al mare: piccole semplici regole

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Care Mamme,

ormai la stagione estiva è finalmente iniziata! Le spiagge si fanno sempre più gremite e la convivenza tra vicini di ombrellone più stretta.

E al mare si sa che si possono fare 1000 cose diverse contemporanemente. Puoi trovare chi dorme, chi mangia, chi gioca, chi legge, chi chiacchiera. Perché ci sono persone di ogni età e con le abitudini più varie. E ognuno ha il diritto di fare ciò che vuole se non lede la libertà del vicino.

Ma come comportarsi al mare? C’è un manuale di buona educazione per famiglie?

Non lo so, ma per la mia esperienza, bisognerebbe cercare di attuare poche e semplici regole per evitare di arrivare a ferragosto con una paresi da stress.

Tono di voce: sarebbe meglio non urlare troppo al mare. Mi spiego: se sono le due del pomeriggio e tu stai raccontando ad un’amica a tre ombrelloni di distanza, la ricetta del polpettone all’hawaiana, puoi anche alzare le tue regali chiappe e andare al suo ombrellone. Perché poi, se si sveglia il neonato che dormiva beatamente all’ombrellone accanto, e comincia a urlare come un allarme, son cazzi vostri.

Sabbia: Che bello fare le buche!!!!! Ma se tiri la sabbia a chilometri di distanza un po’ meno. Se beccate le quarantenne in tanga che si è appena spalmata otto chili di olio “Abbronzami e baciami”, vi conviene cominciare a scappare veloce veloce!

Vigilare: Se vostro figlio va a giocare all’ombrellone dell’amico, non vuol dire che voi siete liberi, potete andare al bar, dormire, andare a casa a stirare o dall’estetista. No. Vuol dire che per lo meno dovete restare nei paraggi in modo da sentire per lo meno eventuali urla di disperazione o il rumore dei cazzotti!

Spazio vitale: a volte penso che gli ombrelloni dovrebbero essere delimitati con le righe blu come i parcheggi. Perché troppo spesso le persone, nella maggior parte dei casi per scegliere la posizione migliore per prendere il sole, si mettono “in bocca” all’ombrellone accanto! Tanto che a volte, all’ora di pranzo vien voglia di dire “Vuole favorire??????”

Insomma: non è ancora giugno, quando andate in spiaggia non fate quello che non vorreste facessero gli altri con voi! A settembre mi ringrazierete!!!

 

 

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Odio i film verità

| film verità, Mamma Bradipa polemica, Senza categoria

Care Mamme,

E’ giovedì sera e un’altra volta sfido la mia bradiposità per comunicarvi un dilemma che mi affligge: lo scopo dei film verità. Sì avete capito, quelli in cui c’è per forza qualcuno che è gravissimamente malato o infelice o tutte e due le cose insieme e alla fine muore. Per forza. E se chiedi in giro a chi ha guardato il film con commozione e passione, ti rispondono “Perché la vita è così, non è sempre bella, esistono anche queste cose!”

Ohhhhhhhhhhhhhh! A questo volevo arrivare! Io dico, ma se già la vita non è perfetta, perché cavolo devo passare due ore, di sera, distrutta e praticamente lobotomizzata, a guardare robe tristi? Perché?

Non dico di guardare per forza robe banali irreali o stucchevoli, ma cavolo nemmeno di fare harakiri con il telecomando!

Poi uno si lamenta che in giro c’è gente nervosa, te credo.

Unica eccezione la ammetto se per voi fanno l’effetto “MarcoMasini“. In adolescenza, mi chiudevo al buio in camera, sdraiata sul letto, con a palla con le sue canzoni… Dopo aver ascoltato parola per parola mi dicevo che in fondo la mia vita non era niente male.

Ecco, se anche la vostra mente funziona come quella mia adolescente, allora vi perdono.

Altrimenti suvvia, cambiate canale.

Cercate un bel film d’azione, una commedia, vi passo pure un bel drammaticozzo, ma la conditio sine qua non, è che finisca bene. Non transigo.

Ma purtroppo il lieto fine non va più di moda. L’hanno un po’ tutti sulle palle ‘sto poraccio.

Ma datemi retta, se stasera non avete sonno, mettetevi un film che finisce bene, registrato e che sapete a memoria. E domani starete meglio.

Buona serata e buonanotte!

 

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3 cose da non dire a una neomamma

| Mamma Bradipa polemica, mamme, neomamme, parto, post partum, Senza categoria

Care Mamme,

Dite la verità, che quando avete partorito e incontravate qualcuno in giro, venivate fermate con un gran sorriso, come se foste delle VIP. Ma al posto di un autografo o un selfie, vi venivano poste le domande più idiote della terra.

 

Tipo:

  • Sei felice? Ecco. Magari te sei lì, in preda al post partum più bastardo che ti ripeti come un mantra “non ho fatto una cazzata, non ho fatto una cazzata, non ho fatto una cazzata…” E non sei felice, proprio per nulla. E ora, dopo questa domanda ti senti anche una cacca. Perfetto. Se invece sei in quella fase di innamoramento perso verso il tuo frugoletto, rischi di cominciare a piangere di gioia e di non smettere più per tre giorni.

 

  • Sei stanca? Considerando che provieni da nove mesi di gestazione faticosa, parto dilaniante e ti svegli ogni tre ore (se va bene) per nutrire il tuo piccino, vivi con lui in braccio, ti metti seduta solo per far pipì e cammini come un orso obeso a causa dei punti, no. Non sei stanca. Sei un fiore, non si vede?

 

  • L’avrai coperto troppo/troppo poco? Allora, una neomamma, ci mette in media un’ora e mezzo ad uscire. Perché prima prepara se stessa (la maggior parte delle volte con una mano sola, con una poppata nel mezzo ed un cambio pannolino subito dopo). Poi cambia il bambino scegliendo l’ultima tutina rimasta pulita dopo che il fanciullo ha rigurgitato tutta la notte. Una volta che entrambi sono pronti, lui fa la popò. Pregando in aramaico che il pannolino sia riuscito a contenere il tutto, lo ricambia ed escono. Magari dopo una settimana di clausura per temporali. Magari è cambiata la stagione e si ritrova con 10° e le infradito o 25° col piumino. Ok. Che glielo dite a fare? Ci arriverà da sola che se suo figlio è viola e madido di sudore ha caldo e se trama ha freddo. Ma visto che non sa quando mai riuscirà ad uscire la prossima volta, adotta la tecnica dell’adattamento per far prendere almeno 7 minuti di aria al neonatino.

Possibile che nessuno si ricordi di quando ha partorito o è stato vicino a qualcuna che lo aveva appena fatto?  Perché non so voi, ma io quando ho partorito la prima volta, non riuscivo a vedere ogni giornata come una conquista, un miglioramento, un cambiamento. Se era andata bene, dicevo che avevo avuto culo, e se era andata male mi convincevo che le successive sarebbero state anche peggio.

E allora sapete che dovete dire ad una neomamma?  “Se ti sembra un casino, migliorerà!”. Farete una mamma felice, assicurato.

Avreste reso felice me per esempio.  Ma figuriamoci. Nessuno ti dice che sembra strano, ma un giorno parleranno, cammineranno e faranno la popò nel wc. Che vi divertirete insieme a loro e che rispondere alle loro astruse domande sarà una figata. Che vi scioglierete di fronte alle loro frasi amorose, disegni impiastricciati e baci sbavosi.

No, nessuno.

Cioè magari te lo dicono parenti e amici stretti, ma tu come dire, non sei proprio convinta che siano sinceri se te lo dicono mentre  sei in preda al più pazzo degli ormoni e non dormi da 20 ore.

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Ho detto mamme, non sante!

| mamme stronze, Senza categoria

Care Mamme,

vi do’ uno scoop: Esistono mamme stronze. Sì sì sì, notizia verificata, certa.

Queste righe nascono dal fatto che in questi giorni, mi sono spesso imbattuta per caso in discorsi sui social che avevano in comune frasi come “dai detto proprio da una mamma!”, “Pensa che è pure mamma!”, “Cattiverie così tra mamme, via!”.

Io ho partorito due volte. E nessuna delle due volte mi hanno dato la patente di Santità.

Giuro. Figli, certificati di dimissione, braccialetti plasticoni (che per altro sono il gioiello più bello che una donna possa desiderare non lo sapevate?!!! Infatti lo vedo addosso a tutte o!!!!”), ma nessuna attestazione di santa.

Riflettete: tutte noi abbiamo avuto una professoressa delle medie, quella che vi interrogava appena tornavate dall’influenza con ancora l’antibiotico in circolo….non era stronza?

E quella vostra zia lontana che quando a cena lasciavate le cose nel piatto, vi smaronava su come i bambini in Africa muoiano di fame nonostante i vostri genitori vi avessero detto che andava bene così, non era stronza?

E quella vigilessa che tutti troviamo nella vita, che con sorriso malefico, scrive la multa nonostante stiate correndo manco fosse la staffetta alle olimpiadi per passarle il ticket-testimone del parcheggio, non era stronza?

Ebbene. Non potrebbero essere anche madri? Certo! Professoressa e mamma, zia e mamma, vigilessa e mamma.

E Con la mamma di Genoveffa e Anastasia, matrigna di Cenerentola, come la mettiamo?

E la mamma di Georgie, cartone animato degli anni ’80?

E lo so che non erano mamme biologiche, ma avevano altri figli, quindi erano madri.

Insomma, con utero e company c’è bisogno di ripetizioni.

Ricapitoliamo: se avete un utero non dovete partorire per forza, se volete farlo non dovete far finta di non averlo fatto per sentirvi come un uomo e infine, se siete delle persone stronze, sarete delle mamme stronze!

E in quanto persone stronze, farete le stronze anche nei discorsi tra mamme.

Quindi amiche, tenetevi in tasca un bel vaffanculo, non si sa mai!

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Mamma e bimbi al mare: cosa non dire ai papà che vanno a lavoro!

| mamme al mare, Senza categoria

Care Mamme,

l’estate è ormai alle porte e quindi per chi abita al mare e non lavora full-time, inizieranno bagni in mare, pranzi fuori e tintarella.

I papà dal canto loro, durante la settimana, potranno godere solo di abbigliamento più leggero e aria condizionata in ufficio.

Quindi, per la serenità familiare, ecco 10 cose da non dire ai papà la sera quando tornano da lavoro e chiedono come sia andata la giornata

  1. Mamma: Uff che caldo al mare guarda! Papà: Sì perché io invece sono stato a bordo piscina con piedi al fresco e cocktail in mano!
  2. Mamma: Certo che palle tutto il giorno al mare! Papà: Guarda in ufficio uno sballo! Uno sballo!
  3. Mamma: Uh come mi brucia la schiena! Papà: visto che ti annoiavi tanto, potevi metterti la crema, brava cogliona!
  4. Mamma: Cioè quando si torna 8 chili di sabbia! Papà: ok allora domani vai tu 8 ore in ufficio e spazzo 8 chili di sabbia ok?
  5. Mamma: Non sai la macchina che forno che è quando si torna a casa! Papà: No io ho un parcheggiatore personale che me la fa trovare perfettamente temperata con aria condizionata né troppo bassa, né troppo alta.
  6. Mamma: Oggi il mare era mosso che palle. Papà: Oggi il capo era mossissimo!!!!
  7. Mamma: Oggi l’acqua era sporchissima. Papà: Ma vaff…!
  8. Mamma: Che palle però portarmi sempre tutto il pranzo da casa. Papà: la roba della mensa invece fa un baffo a Cracco, Cannavacciuolo e Barbieri messi insieme!
  9. Mamma: Oddio come sono brutta in costume! Mi vedi ingrassata? In questo caso il papà potrebbe tirarvi direttamente una testata.
  10. Mamma: I bimbi hanno litigato tutto il giorno col vicino di ombrellone! Papà: eh sì capisco lo stress di intervenire e mediare…altro che le mie trattative di lavoro!

L’unica cosa da rispondere care mie, mentre accogliete il vostro accaldato-sudato-stanco marituccio con viso viola dal sole, è TUTTO BENE!

Perché già i mariti tornato a casa incazzati d’inverno, figuriamoci l’estate!

Peace & Love.

 

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Le mamme e i papà non sono uguali

| maschi e femmine, Senza categoria

Care Mamme,

avete presente i papà? Non tutti, diciamo una decina. Ecco. Vi sembrano uguali alle mamme? A me no, per nulla. Papà, nonni, zii, amici, non sono uguali a mamme, nonne, zie e amiche. Perché maschi e femmine non sono uguali.

Nel 1990, ridevamo per questa battuta così teneramente imbarazzante per quanto ovvia. Ma nel 2017 non sembra più così scontata. Perché tutti si battono per far sì che uomini e donne siano uguali, quando secondo me, la vera emancipazione, si ottiene riconoscendo e rispettando le diversità tra i sessi.

E allora se io ho la possibilità di diventare madre, voglio potermi godere la maternità e non dover far finta di non aver nemmeno partorito e tornare di corsa a lavoro perché sennò sono “meno” del mio collega.

E ciò non vuol dire che ho una mentalità chiusa e bigotta. Semplicemente credo che per anni,si siano  confuse le caratteristiche proprie dell’uomo e della donna.

All’uomo potere, posizione, autorità e alla donna sottomissione, pacatezza, mansioni domestiche.

Ma queste cose sono intercambiabili:

Avete mai visto come cucina mio marito? Come riesca a riorganizzare i pensili della cucina? Come sappia stare in disparte quando io parto per i miei scleri a voce alta?

D’altra parte, io ho comunque molte caratteristiche “femminili”: guido malissimo (e odio farlo), non ho il minimo senso dell’orientamento e trovo tutto quello che mio marito non trova nei cassetti!

Bene. Avete mai visto un uomo partorire? Allattare?

Datemi retta, l’emancipazione non è fingere di non avere un utero, ma andarne fiere!

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Le tipologie di amici su Facebook

| Senza categoria, tipologie di mamme su facebook

Care Mamme,

Ci avete fatto caso, che uno stesso evento, comunicato su Facebook, cambia completamente a seconda del tipo di amici che lo scrivono? Un fatto di cronaca, di gossip, di vita di tutti i giorni. Prendiamo per esempio le condizioni meteo instabilissime di questo periodo:

Gli incazzati neri: Porca vacca anche oggi questo tempo mi prende per il culo, brutto stronzo.

I Mai una gioia: Cioè già mi vanno tutte storte, poi ci si mette anche il tempo!

I polemici: Piove, governo ladro!

Le vittime: Cioè tempo, ma perché proprio a me? Perché hai voluto farmi triste e piovere? Perché?

I Figli dei Fiori: anche se il tempo non è tanto bello, poteva andare peggio e venire un tornado! Domani sarà sicuramente migliore, pensiamo positivo, l’importante è volersi bene!

I Curioso di sapere a cosa mi riferisco eh?!: No cioè ma io dico, non se ne può più…

I Romantici: Avete visto le nuvole in cielo? Formano un disegno fantastico che mi fa esplodere il cuore!

E se invece del tempo, ci fossero mamme delle stesse tipologie, che parlano di figli????????? Ad esempio di quelli che non dormono bene di notte?

Le incazzate nere: Porca vacca anche stanotte non ha dormito, ma vaff.., sono uno zombie!

Le Mai una gioia: cioè se almeno mangiasse tutto, se almeno non fosse stitico, che amarezza…

Le polemiche: Cioè voi mamme che dormite otto ore di fila vi odio, non è giusto!

Le vittime: Cioè ma perché non MI dorme? Lo sapevo sono una cattiva madre non ci sono altre spiegazioni…

Le Figlie dei Fiori: anche se ho dormito solo tre ore, la vita è bella, vado fuori, raccolgo dei fiori e mi ricaricherò di sole!

Le curiosi di sapere a cosa mi riferisco eh?!: No guarda…non ne posso più…

Le romantiche: anche se non dormo, come sarà bello guardarlo lì accanto a me?

Io sono una romantica-figlia dei fiori! E voi?

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Che tipo di mamma sei al mare?

| mamme al mare, Senza categoria

Care Mamme,

sin da quando sono piccola, al mare, ho sempre amato sdraiarmi al sole e fare finta di dormire mentre ascoltavo le conversazioni delle persone sotto gli ombrelloni vicini. Si sa che basta un po’ di brezza per far percepire benissimo parole dette da lontano e se poi il discorso ha un po’ di enfasi ed il tono di voce di conseguenza è elevato, tatan!  Il gioco è fatto.

Negli anni, mi sono fatta una cultura soprattutto dei discorsi da mamme. E una volta che lo sono diventata anche io, ho potuto testare che le parole danno seguito a fatti e che i fatti sono sempre gli stessi per le stesse mamme. Così ho potuto creare le tipologie di mamme al mare:

Le istitutrici tedesche: le riconosci perché quando chiamano i loro bambini, un brivido ti scorre lungo la schiena e ti senti in colpa. Non sai per cosa, ma ti ci senti. Tutto avviene ad un orario prestabilito, senza sgarrare e tutto di conseguenza ha una durata ben precisa: l’esposizione al sole, il bagno, la merenda. Anche alle 18 di un pomeriggio di luglio con 40°, hanno sempre bambini puliti, profumati e pettinati. E con un libro in mano. Mah.

Le socievoli: soggiornano sulla riva. Se incroci il loro sguardo è finita. Minimo minimo ti invitano a fare l’aperitivo con marito e figli in quel locale carino carino. Roba che tu manco hai capito come si chiamano. Per loro sei semplicemente “ciao bella” anche se hai 83 anni e sei la bisnonna dell’amichetto che gioca con loro figlio.

Le tonte rilassate: pensano a voce alta e ridono tanto. Le noti sulla passerella perché ogni giorno dimenticano qualcosa: il cellulare, la crema, un figlio.

Le tonte stressate: anche loro pensano a voce alta, ma con voce terrorizzata e chiedendo aiuto agli sconosciuti che stanno prendendo il sole : “Scusi me lo può guardare un attimo Marietto che ho scordato Geltrudina alle cabine? Grazie eh!?” E mentre scappano via, dalla borsa cadono così tanti oggetti, che Pollicino in confronto è un dilettante.

Le Isteriche: urlano urlano e urlano. Anche se il loro piccino Igor è seduto lì accanto a loro e devono chiedergli che ore sono. Il rivenditore del “cocco bello, cocco fresco”, le invidia fortissimamente per la loro  resistenza. E tu a fine giornata, conosci tutti i nomi dei loro figli e pure degli amici. E pure delle mamme degli amici.

Le sdraioinglobate: le riconoscete perché non le avete mai viste in piedi. Perché anche se il loro pargoletto sta mangiando un chilo di sabbia o strappando ciocche di capelli all’amichetta, loro non si alzano e se sono all’ultimo lontanissimo ombrellone, diranno al figlio che lo vedono benissimo mentre fa il bagno. Le suole delle loro infradito sono intonse, tanto che vi siete fatte la fantasia che una gru le porti con la sdraio all’alba e le riporti a casa al tramonto.

Le organizzate: Hanno una borsa che Mary Poppins è una tipa con un buffo ombrello e una pochette. Se ci guardi dentro rischi di essere risucchiata in un’altra dimensione, ma se chiedi qualcosa, stai pur certa che ti sarà data. Dal mini set di cucito, alla tenda con mantovana (magari da rammendare!). Da medicinali per il mal di mare (casomai andasse in pedalò!!!) al mini metal detctor. E cibo, tanto cibo. Perfettamente impacchettato-conservato-refrigerato. Che potresti sopravvivere due mesi senza mai tornare a casa.

Conoscete qualche mamma così?

E altre categorie?

Dai che l’estate è quasi finita! Voi state attente, ci si risente alla fine di settembre!

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Gli amici si vedono nel momento del… Parto

| amici, parto, Senza categoria

Care Mamme,

avete dei dubbi su dei vostri amici? Partorite! E scoprirete se vi mettono in cima ai loro pensieri o solo sepolti tra cosa guardare in tv e come sgrassare il frigorifero.

I parametri da considerare sono tre:

  • I giorni in ospedale: avete amici che fino al giorno prima vi tartassavano di messaggi ogni 18 minuti e se non rispondevate subito chiamavano il PS per sapere se eravate lì? All’ospedale verranno sicuro! Certo! Ovvio! Matematico!!! Ennò! Matematico come 2+2=5! Provate a partorire in una stupenda giornata di sole estivo, magari di venerdì, e poi vedrete…nella vostra stanza ci sarà l’eco e le giustificazioni saranno esilaranti: orde di 23 parenti sconosciuti che sono venuti a vivere da loro proprio il giorno prima, eruzioni strane alla “non vorrei mai attaccare qualcosa al piccino”, amnesie improvvise sul luogo dell’ospedale, o sull’orario visite “siamo venuti a mezzanotte ma non ci hanno fatto entrare!”

 

  • Messaggi e telefonate nei giorni successivi: Ci sono quelli che invece vengono all’ospedale; portano i fiori, dicono cose carine e ciao. A casetta loro. Senza figli. Perché di poppanti non gliene frega una cippa e quindi voi che aspettate in gloria un segno di vita, mentre siete lì mezze assonnate, con le poppe al vento, gli ormoni impazziti e i capelli rasta, niente. Vi andrebbe bene il vecchio “squillo” fine anni ’90. Ma nulla. Silenzio stampa.

 

  • Supporto psicologico: Ci sono gli amici che vengono in ospedale, che ti chiamano pure una volta che sei tornata a casa, ma come ti scosti dal “Sì sì tutto benissimo”, senti il gelo. Se tu sbraiti che non dormi un tubo, che vorresti fare una doccia, che non avevi idea di quanta cacca sia capace di fare un neonato e che spesso piangi senza motivo e appunto scoppiate in un disperato “uahhhhhhhh!” dall’altra parte senti “ehm scusa….pronto? Non ti sento, pronto? phhhhhfhhhhhhchchh” e attaccano.

Allora care mamme e future mamme, visto che anche le non bradipe, appena partorito non è che sprizzano energia da tutti i pori, non perdete tempo con certe persone. Ovviamente non è che chi non viene in ospedale non è vostro amico (ma le scuse devono essere più che valide). Se però quando tornate a casa, nessuno vi caga e vi dà una mano, bé, io un momento di riflessione lo farei.

Perché gli amici veri lo sanno qual è il momento del bisogno.

Perché un’amica che ti ninna il pupo mentre tu fai una doccia di 17 secondi, farà diventare la vostra amicizia immortale. Roba che i patti di sangue in confronto, sono un “Hei ci si becca in giro”.

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La fine della scuola e le mamme lavoratrici

| fine della scuola, scuola, Senza categoria

Care mamme lavoratrici,

cosa succede dentro di voi quanto sentite le parole FINE DELLA SCUOLA?

Vi pietrificate all’istante come se Medusa vi guardasse improvvisamente negli occhi?

Per una decina di minuti sembrate appena uscite da una seduta di infiltrazioni di Botox?

Cominciate a tremare come se ci fossero -10°?

Sbiancate come se aveste visto un fantasma?

Tranquille, è tutto normale! Normale se per circa tre mesi,  giocherete a fare le equilibriste tra campi estivi, baby sitter, educatori, nonni e la vicina 96enne, e a fine serata sarete non solo esauste, ma anche sudate e puzzolenti!

Io, che ho sempre odiato la scuola (e mi sono laureata e specializzata – mah- ), quando si avvicina la fine dell’anno scolastico, sento esplodere dentro di me la gioia incontenibile di una dodicenne piena di tatuaggi temporanei di Non è la Rai, con i denti storti come se gliene avessero tirati una manciata in bocca e i capelli pieni di sole e di salmastro.

Ma parlo bene io, che abito al mare e che non lavoro. Sticazzi direte voi. Ed avete ragione.

Però vi penso e se non potrete esplodere di gioia, vorrei almeno farvi vedere il bicchiere mezzo pieno e farvi notare che ci sono degli aspetti positivi rispetto all’inverno:

  • Risparmierete 3648 mille mila euro di fazzoletti di carta e non dovrete dire in continuazione “soffiati il naso”, “Non tirare su col naso, soffialo!”, “Devi soffiarti il naso?”;
  • Non dovrete passare 3 ore a vestire/spogliare i bambini;
  • Insalata di riso, caprese, GELATO e via il pranzo è fatto;
  • Non occuperete i pomeriggi liberi a studiare le coltivazioni della Sicilia;
  • Uscirete di più la sera e quindi cucinerete/sporcherete/rassetterete meno;
  • Non avrete freddo quando uscirete dalla doccia;
  • E non vi si appanneranno gli occhiali (sempre che li portiate) quando entrerete nei locali riscaldati.

Ma soprattutto…

Non dovrete avere a che fare con il super mega gigante smaronamento dell’angoscia da avvicinamento della fase dei Regali di Natale!

Quindi daje che ce la farete! Calma e sangue freddo…anche con 40°.

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