Mamma Bradipa ironica

Quando ti senti alla grande ma poi…

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Leggenda narra,

che una volta ogni equinozio del solstizio del sole nella luna eclissata abra cadabra, una mamma si svegli e si senta figa e spumeggiante; pensi che la sua vita sia piena di soddisfazioni e di amore  – e decide di vivere appieno la giornata appena iniziata.

Vestendosi non si vede grassa, anzi; i pantaloni aderenti si sono senz’altro ristretti nell’asciugatrice, quei tre addominali che fa una sera sì e 25 no, in effetti – stanno dando i loro frutti – e giura di ricordarsi che al momento dell’installazione dello specchio del bagno, l’addetto le specificò “Signora, guardi che ingrassa molto”.

Passando in salotto, si convince di come l’ordine sia solo per persone ossessive, per non parlare dell’eccessiva pulizia – scavalcando giochi e vestiti sul pavimento – si sente creativa e non incatenata nello stereotipo della donna casa e cucina.
Aprendo il frigo sorride pensando con gioia che le crocchettine di pollo preimpanate e prefritte, ogni tanto, che vuoi che siano.

E addirittura, non si sente nemmeno una sfigata/incompetente/frustrata/fallita perché al momento non lavora.

A guardarla bene, si nota esser preceduta da un alone roseo –  e seguita da farfalle color arcobaleno.

Bellissimo. Stupendo.

MA.

C’è un MA.

Perché se anche voi, venite striturate da 8765 puntate di Lady Bug, saprete benissimo della sfiga della teoria dell’equilibrio dell’universo per cui ad ogni cosa bella, debba corrisponderne una brutta.

E allora, Essa + l’alone rosa + le farfalle, incontreranno nell’ordine:

1) La zia Pinuccia che ti saluta con un “Amore di Zia, come ti vedo bene, stai meglio con quei 2-3 chili in più“!

2) La sua compagna delle medie che ti fa festa al grido di “Daiiiiii aspetti un’altra volta!!!!!”

3) Al supermercato, mentre fa incetta di qualsiasi cosa sia cucinabile con un minuto di microonde, viene fulminata dalla DONNAINFORMAPERFETTACHEMANGIASOLOCOSESANE e che profuma di soia e tofu;

4) E infine, mettendo la spesa nella sua macchina sgangherata, si sente chiamare da una sua ex collega…”Ciao caraaaa…vedo che anche te sei uscita mentre facevi le faccende per fare un po’ di spesa…anche tu riunione senza pausa pranzo oggi?

E niente. Si sentiva ben curata, in forma, magra, easy e up e si ritrova con l’umore e l’aspetto di una cingomma spiaccicata in terra.

E non è mica giusto eh?!?!?

Perchè poi, i giorni che se ti senti una cessa, mai che tu incontri qualcuno che ti dice che sembri per lo meno un bidet! Mai!

E allora l’equilibrio ci deve essere solo a nostro sfavore? E checacchio!

Basta, da oggi SQUILIBRATE E FELICI!!!!!!

 

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Le mamme e lo shopping per i figli

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abbigliamento

Anche se un giorno su due non sembra, la primavera è arrivata. Nei negozi di abbigliamento impazzano colori pastello, fiori, farfalle e tessuti leggeri. Quando una mamma vede per la prima volta una vetrina così agghindata, la modalità “mezza stagione” va automaticamente su ON. Ma ogni mamma lo sappiamo, è diversa; ovviamente anche in questo caso.

Le mamme “macchine da acquisti”: loro sono sono le fortunate estratte a sorte, che quando sono rimaste incinte hanno ricevuto in regalo il pacchetto corso pre parto + corso all’acquisto. Non sono mai impreparate, anche se in una fredda giornata di gennaio, improvvisamente arrivasse l’estate. Hanno SEMPRE tutto per tutte le occasioni e tutte le temperature, oggetti di qualità, acquistati a prezzi stracciati che non ti possono far nemmeno esclamare con sdegno “Eh, avessi tanti soldi da spendere, saprei fare anche io!” Per gli acquisti on line hanno un’applicazione che crea un ologramma ad ogni occasione da non perdere e negli store, si materializzano all’improvviso direttamente negli scatoloni dei nuovi arrivi. Oltre a questo, acquistano cose per anni ed anni a venire, grazie ad un algoritmo che calcola la crescita dei figli e le taglie con le relative pesantezze dei capi da acquistare.

Le mamme “solo on line”: da quando sono mamme, non entrano in un negozio di abbigliamento per bambini. Dover interagire con le commesse ed insinuarsi tra scaffali stretti, provoca loro l’orticaria. Anche loro posseggono l’app con ologrammi delle “macchine da acquisti”, ma oltre a questo, nel loro cervello sono mappati tutti i siti dei negozi e la vestibilità dei capi. Riconoscono un tessuto semplicemente toccando la foto sullo schermo e il corriere ormai le chiama per nome.

Le mamme “giorno per giorno”: loro sono acquistatrici seriali mimetizzate. Una maglietta un giorno che ancora ci sono 4 gradi, un pantaloncino mentre tu sei appiccicata al termosifone, un vestitino mentre tu infili i calzini dentro ai pantaloni; et voilà, esplode il caldo e loro hanno già tutto. E soprattutto non hanno un tracollo psicologico da improvviso conto in rosso da mega compere, perché sono quelle che ti dicono “Una cosina ogni tanto e neanche te ne accorgi” mentre tu stai leccando il cartone della pizza della sera prima come colazione.

Le “svuota negozio (con commessa)”: possono essere la gioia delle commesse o il loro peggior incubo. Questo dipende ovviamente da quanto sono rompiballe esigenti: ci sono quelle che dicono “mi servirebbero 5 magliette taglia 8 anni per maschio, di vari colori ” o quelle che “mi servirebbe qualche maglietta, ma non di quelle banali, un po’ sfiziose, di taglia dipende…7-8-9 anni dipende dalla vestibilità…me le può aprire?…Vede vede questa è 16/4 di cm più grande dell’altra… no ma poi non mi piace la tonalità…ma quello è il tessuto che cangia o è sporca? senta ma un tessuto un po’ più corposo? Scusi, ma questa è veramente bruttina…ma se invece di magliette vedessimo delle camicie???????”

Le mamme “svuota negozio (senza commessa)”: Anche loro possono essere la gioia o l’incubo delle commesse, ma questa volta solo per come lasciano il negozio: ci sono quelle che cercano le taglie, guardano e rimettono tutto in ordine e quelle che sembra stiano facendo il gioco della bandierina con ogni capo che maltrattano ad ogni manipolazione. in ogni caso, in testa hanno una check list di quello che serve. Con lo sguardo di ghiaccio, guardano, valutano, scelgono e  vanno alla cassa; con i soldi contati persino di centesimi.

Le mamme “apparentemente organizzate, ma in realtà cazzare”: Io. Ogni volta io. Per sempre io. Io che provo ai bimbi le cose dell’anno passato per vedere quelle che vanno o non vanno più di taglia. Io, che faccio il foglietto con le cose da comprare. Io, che fisso sull’agenda il giorno in cui andare in quel negozio preciso per comprare quelle cose precise, spendendo quella cifra precisa. Io quando alla fine faccio un conto mentale della spesa mi sento una Dea perché ho preso tanto e speso poco. Io, che torno alla macchina cantando e ballando perché sono il genio degli acquisti per i bambini-ma chi mi frega a me – yea so fare – yea faccio le tracce audio alla mia amica, gasata come se avessi risolto il Cubo di Rubik in sette secondi. Io che quando arrivo a casa  e tiro fuori le cose dai sacchetti per bearmi della mia bravura, mi accorgo che mi manca metà delle cose che avevo creduto di comprare. Io che spero che siano rimaste alla cassa (pagate). Io che mi accorgo con angoscia che sullo scontrino non compaiono. Io che devo tornare al negozio e vergognarmi come una ladra, perché scegliendo un vestito, avevo appoggiato circa 5 completini su una mensola e devo riportare delle cose per non spendere un botto e prendere quel mucchietto famoso; perché sennò sono fornitissima per luglio, ma non ho niente per maggio. Io, che torno a casa mogia mogia come un canino della Carica dei 101 nella neve, dubitando della mia intelligenza.

E niente. E’ quello che mi è successo ieri.

Ditemi che anche voi a volte fate delle cavolate e non siete tutte macchine da acquisti. E se necessario, mentite. Vi prego.

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Melassa, Ortica e le altre Me

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L’altro giorno mi è capitato che mi chiedessero di descrivermi.

Dopo alcuni istanti di riflessione, ho snocciolato due o tre frasi generiche e me la son cavata, ma la sera, mentre mi lavavo la faccia, mi sono resa conto che se vogliono che mi descriva, devono specificare da quale Me vogliono ricevere informazioni.

No so se capiti anche a voi, ma io sono FORTEMENTE  influenzata dagli ormoni. E la stessa esperienza, visione di film, opinione –  cambia nettamente se mi trovo in una fase o nell’altra.

emozioni

Ammettiamo per esempio che i bambini si ammalino; non che in certi giorni impazzi di gioia, ma sicuramente, sarebbe bene per tutti che accadesse quando sono Arianna.

Arianna è la me attiva, creativa e propositiva, che alberga in me per il minor numero di giorni  al mese (ovviamente). Lei è quella che mi fa scrivere molto, soprattutto cose ironiche e divertenti; quella che programma le faccende/commissioni da fare nella giornata sui Post It; che se piove ok, facciamo qualcosa di divertente o utile in casa, se c’è il sole è subito estate e se i bambini sono malati, si mette la tenuta da guerra e fa fuggire ogni batterio in 24-36 ore!

Arianna lascia il posto ad Ortica. Ortica rischia la rissa. Vomita tutte le cose che fanno imbestialire le altre quattro personalità per tutto il resto del mese; è arguta, furba, pungente; ma anche pesante, complottista e rimuginante. Se avete litigato con Me, ero di sicuro in questa fase. Se mi viene in mente qualche articolo, mi forzo e non accendo il pc. Meglio.
Ovvio che se si sono ammalati i bambini è colpa di qualcuno che ha attaccato loro qualche virus. Odio.

Per fortuna poi riprende le redini Giulia, che abbozza, pensa positivo, cerca conforto e lo offre e si sente felice e soddisfatta. Il suo forte è il bicchiere mezzo pieno: dopo tutto, meglio tosse e raffreddore che il virus gastrointestinale! Ma tutta questa positività aumenta in modo esponenziale gli zuccheri nel sangue e così, una bella mattina si sveglia Melassa.

Melassa è la sedicenne che alberga in Me. Che vede tutto in buona fede, che è romantica, infantile, ingenua. Che può godersi i suoi bambini che non vanno a scuola, Melassa può soffiare i loro nasini prima che siano grandi, Melassa passa le ore a guardarli e la sera Melassa piange persino alla pubblicità sulla stitichezza. Melassa è l’autrice di tutti gli articoli mielosi-teneroni-coccolosi.

Ma poi, come tutte le cose belle e romantiche, finiscono (oddio questa cosa quale me la sta pensando???) e arriva Lacrima, la più indesiderata. Lei si sente inetta, inutile, insoddisfatta, fallita, una madre inabile che ha fatto ammalare i bambini come una totale deficiente, una moglie pessima, una di quelle trasparenti che si ricordano solo quando si muoiono con “Era una brava ragazza”. Figuriamoci se Lacrima scrive. Non sa scrivere, non ha niente di interessante da dire, chiudiamo il blog e ciao.

Per fortuna, ho una buona dose di razionalità dalla mia parte e quindi mi sono organizzata nel cercare di tirare fuori il meglio di ME in ogni giorno del mese e così riesco quasi sempre a mantenere un comportamento adeguato anziché oscillare tra abbracci e vaffanculo. E per questo motivo, non avete mai letto niente di Ortica e Lacrima.

Ma se avete voglia di piangere o di crogiolarvi sull’inutilità della vita, mandatemi un messaggio ed un argomento, sarete accontentate nel più incazzoso e deprimente modo.

 

E a voi capita? Ditemi che non sono sola!!!

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Categorie di mamme

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Ciao Mamme!

Qui trovate raccolti tutti gli articoli che riguardano tipi/categorie/stili di mamme! Per ironizzare e sdrammatizzare alcune nostre sfaccettature…

Vi riconoscete in qualcuna? Avete da suggerirmene altre?

Buona lettura!

 

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I figli ci smentiscono sempre!

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Ciao Mamme!

Ecco il mio primo video qui !

video1
I mezzi a mia disposizione erano scarsissimi:

  • cellulare attualmente in uso con telecamera a bassa risoluzione
  • Recupero di vecchio cellulare con vetro devastato, ma buona telecamera
  • Mancanza di sostegno per cellulare, egregiamente rimpiazzato dalla mitica accoppiata Clinex + scotch
  • Riuscire ad arginare la dueanniemezzenne nell’altra stanza
  • Esperienza di una capra

Non so come sia venuto, ma mi sono divertita tantissimo!
Se vi va, lasciate i vostri commenti e suggeritemi nuovi argomenti!

 

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Prima Primaria

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Ma veramente voi dite che vostro figlio frequenta la prima primaria?

Pensate se vostro figlio ha qualche difficoltà ad iniziare una nuova routine e voi vi trovate a dire “E’ proprio un problema questa prima primaria!”

E se vostro figlio si chiama Priamo?

“Priamo è in prima primaria”.

Ok sto esagerando. Di bambini che si chiamano Priamo non ce ne sono da tempo, ma c’è la PRIMA PRIMARIA!

Per me che sono degli anni ’80, si parla di elementari.

Dopo questa doverosa precisazione, torniamo a bomba.

Ci sono anni nella vita di una mamma, che sono più significativi di altri.

Senza dubbio lo sono quelli che danno inizio ad un nuovo percorso scolastico.

E chi si trova in questa fase, in questo periodo, è occupato a partecipare agli Open day per scegliere la scuola, a compilare iscrizioni on line ed e a fare i conti con i dubbi amletici che riguardano tutto ciò.

Ed allora via a considerare:

Quella che é più comoda come logica di vicinanza: “Se lo mandiamo alle Piripicchia possiamo farlo andare a prendere a piedi da zia Marietta quando noi non possiamo”…”Non è in centro città almeno non fatico con il parcheggio”… “Dal balcone di casa posso vederlo quando va in giardino! E tirargli i pallini con la cerbottana se non si comporta bene”!

Quella che preferiamo come ambiente e orari: “Ahhhhhhhhhh…c’è un bel giardino, ambienti ampi, caldi familiari sì sì mi piaceee! Molto comfort-easy-ambient-beutiful..E poi riesco ad uscire da lavoro e andarlo a prendere io, perché è a tempo pieno, sì sì fantastico”!… “Ah no io lo mando alle Zuricchie perché hanno il tempo corto”!

Quella che ci fa fa propendere per le insegnanti: “Ah ma l’hai vista che musona quella di italiano delle Pucettine? Ma su viaaa…no no lo mando alle Lovvosi che mi piacciono sono tutte sorridenti e felici e poi una assomiglia alla mamma di una mia fiamma delle superiori!”

Quella che preferiamo per le amicizie. “Ma tu lo mandi alle Zuzzurelle che ci va Iginio, Tancredi, Mariannina e Carletta o alle Rurruzzette che ci va Giampierina, Caterina, Tina e Camillina?

Insomma, un misto di aspetti essenziali e inutili che mandano in paranoia la maggior parte delle mamme.

Se tutti i lati positivi sono presenti nella stessa scuola, siamo a cavallo!

Ma se così non fosse?

Io, dopo che i miei mi mandarono ad una scuola lontana da casa, cercando la maestra “più migliore” del mondo, che così come non esiste in grammatica, non esiste nemmeno nella realtà – lasciandomi senza amici nel quartiere – feci fioretto e giurai che i miei figli li avrei mandati alla scuola più vicina a casa e ciao.

E voi? Qual è l’aspetto che considerate di più?

Ma sopra tutto, buona PRIMAPRIMARIA a tutti!

 

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I miei universi paralleli

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Vi capita mai di pensare agli universi paralleli?

universi

A me spesso. In alcuni periodi, quasi quotidianamente.

Per me sono una valvola di sfogo.

Non è molto meglio pensare che qualcosa di bello che non abbiamo potuto vivere qui ed ora, lo stiamo vivendo altrove? O che qualcosa che abbiamo evitato, ci faccia sentire ancora più fortunate al pensiero che da qualche altra parte invece ci ha beccato?

Mi capita di pensare che ci sono tante Me diverse nel mondo e che il destino ha voluto che mi accorgessi di questa .

Mi servono per non affogare nei vari “se avessi fatto”, “se avessi scelto”, “se avessi detto” che a 37 anni cominciano essere parecchi.

E mi servono per tirarmi su in quelle giornate in cui fuori c’è il sole e i bimbi sono malati. Per esempio ieri, quando dopo mille mila giorni di pioggia o vento o tutte e due, splendeva il sole e sembrava primavera. Mi concentro forte forte e sento l’odore del mare e mi sembra di poter toccare i coriandoli che avremmo dovuto tirare.

Sono pazza? Può darsi. Chi se ne frega.

Intanto quando mi guardo allo specchio vedo una me figacciona magra e in tiro. In un altro modo/luogo/lago/mondo/ValerioScanu, ma la vedo.

Mi spiace per voi se trovate sempre la me pigra e acqua e sapone.

E’ solo questione di probabilità.

 

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Blogger e Instagram: prendiamoci in giro

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Cari tutti,

dopo settimane di silenzio mediatico, ho voglia di fare qualche risata.

Ovviamente con le mie amate categorie. E ieri sera, stravaccata sul divano a tarda ora, mentre guardavo Instagram, mi è venuta l’idea.

Avendo solo il profilo del blog e non uno personale, ovviamente, la maggior parte delle persone che seguo sono mamme blogger;  scorrendo velocemente le varie foto, mi sono accorta che ognuna di noi (ve l’ho detto ho voglia di ridere quindi mi ci metto anche io), ha uno stile ben preciso, e a volte, diventiamo pure noiose, con foto sempre dello stesso genere.

Alcuni esempi?

Categorizziamo!

Mamme e figlie vestite uguali: guardi la prima foto e pensi -figataaaaa!- guardi la seconda e osservi -carine, anche questa volte uguali!- la terza esclami, -avranno anche capi spaiati??????-Che ogni tanto va benissimo, ma ogni giorno viene l’anZiaaaaaa!

Selfie: selfie buongiorno, selfie colazione, selfie lunedì-martedì-mercoledì-giovedì-venerdì-sabato-domenica, selfie pranzo, selfie pomeriggio, selfie sera, selfie buonanotte, selfie..du palle!

Foto a piedi nudi: è gennaio, in casa sei col maglione che ti copre dal naso alle ginocchia, ma no, ai piedi non hai freddo. Alla faccia dell’eventuale pavimento riscaldato, ma un paio di calzini! Non c’è niente di più figo dei pantaloni lunghi e i piedi scalzi lo so, ma sappiate, che io che dormo col calzettone combattivo sotto al piumone, vi odio.

Foto con animali: anche queste ogni tanto son tenerissime, ma quando dopo 876 il vostro cane/gatto/criceto/dinosauro non estinto vi fanno l’espressione che chiede pietà, fermatevi!

Foto di bambini: Ahhhhhhhhhhhhh! Ecco la top delle top. Anche io sono maniaca delle foto e più si hanno bambini piccoli, più foto si fanno, perché si sa, ogni secondo è una conquista e vogliamo illuderci che una foto ci basterà per non scordare nulla. Ma magari ai vostri followeersss non gliene frega un tubo di vedere Guglielmuccio di fronte/di tre quarti/di schiena/dal basso/dall’alto/sveglio/assonnato/addormentato, vi pare?

Foto di bambini di schiena: eccomi! Ho aperto un blog pubblico e non mi va di far vedere i miei bambini a tuttituttitutti. Perché magari tra 15 anni penseranno che scriva cavolate, faranno finta di non conoscermi ed almeno, non dovrò passare ore a sostituire tutte le foto. Però mi rendo conto anche io che a volte, potrei avere preso dei bambini a caso dato che se scorrete le mie foto, troverete schiene-nuche-orecchie-mani-piedi. Vabè penso che non sarete mangiate dalla curiosità di sapere che volto hanno giusto? Mi sa di no…

instagram

Foto dall’alto e sdraiati: che palle stare in piedi, verticali, che banalità! Vuoi mettere fare o farsi fare foto da sdraiati? Non le fate? Dilettanti!

Le foto finte natural: Per me esistono due tipi di foto: le foto “rubate” e quelle in posa; quelle che si vede lontano 12 chilometri che sono studiate e vogliono passare per naturali, mi infastidiscono. No perché non potete postare “Beccati mentre uscivamo in fretta e furia” con voi con espressione stupita di sorpresa con capello fatto, trucco ineccepibile, tacco 134, pupi impeccabili e buoni. Eddai. Fate più bella figura se commentate “che fatica fare foto fighe”e sarete più simpatiche a molti! (E alzerete l’autostima a molte!)

Foto di paesaggi: vuoi fare la filosofa/romantica/idealista/riflessiva/intelligente? Basta postare una foto di un paesaggio con didascalia con parole suggestive ed il gioco è fatto. “Pace”, “Interiorità”, “il senso delle cose”, “calma” e tra un rutto e una caccola, passerete come intellettuali moderne.

Foto casual di sponsorizzazioni: premetto che invidio terribilmente tutte quelle che ricevono prodotti in cambio di recensioni e quindi il mio commento è più soggettivo degli altri; ma. C’è un ma. Se vi regalano un set per fare greche sul soffitto, non commentate la foto di voi che con posa plastica state dipingendo con “Ecco quello che mi mancava per essere completa” daiiiiii! Chi ci crede? Perché non un bel “a caval donato non si guarda in bocca??!?!?!?!?!” Ok, sto rosicando.

Che ne pensate mamme blogger?

E voi mamme nonblogger?

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Ansia a palla. Di Natale ovviamente.

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ansia a palla

Bene, ho finito di acquistare i regali per i bambini. E di nasconderli.

Ed ecco puntuale salirmi lo stress a palla. Di Natale ovviamente.

Ho paura che mi sentano mentre parlo – ed allora utilizzo dei codici. Peccato che se dico spaghetti aglio, olio e peperoncino, a nessuno venga in mente l’associazione tra 3 + eroi del gusto + uno dei tre è rosso, con i Super Pigiamini. ‘Gnoranti.

Ho paura che scoprano il nascondiglio – ed allora li tengo in altre case, così, per semplificarmi la vita.

Ho paura che possano sentire qualche discorso sull’inesistenza di Babbo Natale e da ottobre,  cerco una storia plausibile, ma con scarso successo.

Non c’è stato esame universitario, appuntamento amoroso, colloquio di lavoro, che mi abbia mai messo questo tipo di ansia.

Che poi ce la fanno tutti i genitori giusto?

Ce la fanno i miliardari che magari sotto l’albero devono metterci un attico di New York, non ce la faccio io?!

Ce la fanno quelli che abitano con la bisnonna sorda che urla nomi di regali dal primo dicembre, non ce la faccio io?!

Ce la fanno quelli che regalano uno di quegli animaletti a pile che fanno ottantacinquemile versi, ma si scordano di spegnerli e per circa un mese devono improvvisarsi ventriloqui eccezionali ogni volta che il cagnolino/gattino/delfino/tartaruga/tigre inizia a parlare e non ce la faccio io?!

Ce la fanno pure quelli con 5 figli e 899 regali, non ce la faccio io?!

Quindi ogni giorno cerco di darmi un tono.

Così oscillo tra sentirmi rilassata stile “Bella raga, scialla, la vita è bella, il mondo è mio” a terrorizzata come quando ti accorgi di aver inviato una traccia audio alla persona sbagliata.

Comunque vada Natale arriverà, i bambini saranno felici, io come al solito mi chiederò dove cavolo metterò i giochi ricevuti e gioirò per la raccolta della carta del 26 mattina.

In ogni caso, il 25 pomeriggio, mi troverete bocconi al tavolino. Non per la mangiata, ma per il calo di tensione.

 

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La salvezza della lista di nascita

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Care mamme,

quando prendete il libretto di gravidanza, sappiate che dopo gli esami dei primi mesi, quando cominciate a stare meglio fisicamente e siete più serene emotivamente, c’è un foglio invisibile, con un esame invisibile, che nessuno vi dice esista, ma che prima o poi sarete chiamate ad affrontare.
Si tratta dell’inevitabile e apparentemente innocua domanda

COSA VUOI PER LA NASCITA DEL BAMBINO??????????

Voi, nella più totale inesperienza rispondete come se fosse il vostro compleanno, con un banale “mah, non so, quello che ti pare” o dando indicazioni di massima tipo “mi servirebbe il seggiolone…avrei bisogno del lettino…del trio…

Arghhhhhhh! Non lo fate mai! Non lo dite nemmeno sussurrando!!!!!!

QUELLOCHETIPARE è la formula magica che fa partire in azione tutte le zie, le nonne, le bisnonne e le cugine di bisnonna di 1°, 2° e 3° grado. Vi ritroverete poi con un copriletto fatto all’uncinetto nei colori ocra e verde acqua perché “tanto che non si sa il sesso!” con tanto di nappe che cadono dai bordi; persino con gli orecchini col pendente eredità della zia Pinuccia che sicuramente sono utili per una neonata; oppure con la culla costruita da bisnonno Sigismondo che puzza di anti tarme e che pende tutta da un lato.

Quindi direi proprio di escludere il quellochetipare.

Ma anche dare indicazioni generali sugli oggetti è rischioso. Ammettiamo che  chiediate un seggiolone. Sapete quanti tipi di seggioloni esistono? Magari, avete una casa piccola e lo vorreste ultracompatto e invece vi regalano uno mangia-dormi-relax-gioco che non sapete dove mettere, o nell’idea di fare un secondo figlio lo desiderereste unisex ed invece ve lo prendono fucsia tempestato di Swarovski.
Idem per il lettino: magari ne prendono uno che è troppo alto e picchia nella mensola, o troppo largo e non fa aprire un’anta dell’armadio; senza considerare che chiedendo un trio, vi potrebbero portare una raccolta musicale del Trio Lescano o se hanno già qualche nipotino, i personaggi del fantastico trio Superpigiamini.

Vi è venuta un po’ di paura eh?!?!?!?!?!?!

Per fortuna, da un po’ di tempo esiste la possibilità di fare la lista nascita:

Voi ed i futuri papà andate comodamente a scegliere i prodotti che più vi piacciono – e amici e parenti si recano in negozio e scelgono cosa regalarvi. Voi riceverete quello di cui avete bisogno e chi compra, è certo di avervi fatto felice. Comodo no?

Qualche lavoro fatto all’uncinetto o qualche regalo obrobrioso arriverà comunque, ma almeno avrete tutto il necessario quando nascerà il vostro bebè!

 

 

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