Month: Settembre 2019

Piacere, sono la tua mamma

| Senza categoria

 

L’altro giorno mi ha scritto una mamma:

La mia bimba ha 4 mesi ed io l’adoro, ma non potrò mai perdonarmi di non essermene innamorata follemente appena è nata. Me ne vergogno tantissimo, secondo te cosa c’è di sbagliato in me?

Avrei voluto che lo schermo del pc fosse un portale, tuffarmici dentro ed andarla ad abbracciare così forte da farle uscire subito tutta quell’angoscia, come quando strizzi le palline con lo slime dentro.

Sarei potuta essere io sette anni fa, quando avevo paura e non avevo ancora studiato le infinite declinazioni della maternità.

Quella di sette anni fa che si sentiva sbagliata, diversa, incapace. Quella che aveva fatto una caxxata perché non sapeva proprio fare a fare la mamma –  e se non la sai fare subito, non la saprai fare mai più.

Sette anni fa, quando poi  per caso, lessi che di sbagliato non c’era proprio niente. E piano piano feci pace con me stessa.

Ma non tutte le neomamme che provano quella paura, leggono quello di cui hanno bisogno o sono circondate da persone che dicano loro che va tutto bene. Spesso invece chiedono: “O come mai ti senti così?”.

Nell’immaginario collettivo infatti, il primo incontro di mamma e bebè deve essere magico. Ma non nel senso che tutto deve favorire la serenità della nascita, nel senso che come vedi tuo figlio devi diventare feliceebasta.

Si deve piangere di gioia, vedere la vita tinta di rosa, canticchiare come un usignolo anche se abbiamo le poppe dolenti, la pancia molle e senza sensibilità ed abbiamo dormito di fila solo per 15 minuti.

Non possono esistere sentimenti ambivalenti, qualcosa per cui non ci sentiamo serene, angoscia-paura-tristezza.

Perché finché ti lamenti di una gravidanza difficile o di un parto lungo e complicato okkei, ma poi basta.
Figlio fuori= problemi fuori. Come se nella placenta vivessero tutti i casini dell’universo e una volta tagliato il cordone diventassimo ottimiste come PollyAnna in un giorno particolarmente felice.
Hai tuo figlio lì con te, che vuoi di più?
What else? Per dirla alla George Clooney.
Ma noi non siamo macchinette del caffè e nostro figlio non è una cialda.

E l’amore a prima vista è uno dei tanti modi di innamorarsi.

A volte accade altre volte no.

Ma quando è no, è facilissimo cadere nel vortice dell’angoscia anche perché basta una sola persona a farci sentire in colpa e non ne bastano 100 a convincerci che vada tutto bene. E se non ne siamo convinte noi, arrivederci.
Quindi secondo me la cosa migliore sarebbe prevenire. Passare il messaggio che ogni cosa ha il suo tempo. E così come ogni bambino ha i suoi tempi per imparare a crescere, anche ogni mamma dovrebbe poterli avere.
Ma come fare per avvertire ogni futura mamma?

Io propongo di scriverlo direttamente nei test di gravidanza.
Le istruzioni le modificherei più o meno così:

Due lineette rosa = sei incinta. Va tutto bene sia che tu sia pazza di gioia o dilaniata dal terrore. Va bene oggi, va bene tra un mese e va bene pure quando nascerà il tuo bambino. Datti tempo mamma, non avere fretta, ascolta le tue emozioni. E mettiti tante porzioni di lasagne nel congelatore, fidati!

Che ne dite? Non sarebbe una grande ed utilissima figata?

E oltre a questo, voi spettatori “dell’incintezza” altrui, per favore non dite solo “Vedrai come sarà bello”, aggiungete “e pure un casino estremo ed in certi momenti ti sentirai un’idiota per non aver preso in considerazione l’idea di non avere figli! E’ normale tranquilla!“.

Perché se tutte lo avessero ben presente, non verrebbero colte dall’angoscia più cruda. Prenderebbero atto della situazione e basta.

E così tutte le mamme, indistintamente, potrebbero semplicemente dire “Piacere, sono la tua mamma” ed iniziare a scrivere la loro storia.

 

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Non aprite quella port(ier)a

| figli, Mamma Bradipa ironica, mamme, scuola, Senza categoria, settembre

“Una mamma arriva a scuola a prendere i figli, non appena apre lo sportello dell’auto per scendere a fare due chiacchiere con le sue amiche, il cielo si oscura, gli alberi si agitano, le temperature si abbassano e da quel momento assiste a racconti che faranno accapponare la pelle a lei ed a tutti gli spettatori! Appena uscito nelle sale, il thriller mozzafiato ambientato davanti ad una scuola: NON APRITE QUELLA PORTIERA.”

Eh sì, all’uscita di scuola possiamo essere travolte dall’ansia e dall’angoscia come se stessimo guardando un film dell’orrore,  semplicemente ascoltando i racconti delle nostre colleghe mamme.

Per capirci meglio, 20 minuti di chiacchiere fuori scuola ci danno una botta di adrenalina che Oblivion di Gardaland a confronto è una roba da cardiopatici.

Perchè quando ci siamo appena rilassate dopo aver finalmente finito di portare tutto il materiale necessario per l’inizio dell’anno scolastico, ecco che arrivano……………………………………..

……….LE ANSIE DA VIRUS.

Ce ne stiamo lì beate, ancora abbronzate – che ancora non vogliamo abbandonare le canotte e allora ci vestiamo multistrato tipo involtino primavera, che le sciarpette di cotone sono ancora in fondo al cesto dei panni da lavare da maggio scorso – e traaaaac! Eccola là che basta che una mamma pronunci le lettere V-I-R-U-S nella stessa frase che scatta il fuggi fuggi generale peggio di quando alla Conad annunciano “In apertura cassa 2”.

Da lì un’escalation psicofisica senza ritorno:

-Accusiamo malesseri improvvisi: a ben pensarci ci sentiamo leggermente pizzicare la gola, la pancia ci fa un po’ male,( ieri sera abbiamo mangiato la trippa in umido con i fagioli, ma no non può essere per quello) e cominciamo a sudare freddo.

-Recuperiamo la razionalità e ci buttiamo su un rassicurante sondaggio sugli integratori per le difese immunitarie, che non fa altro che mandarci in confusione dato che c’è chi prende “MaiTiAmmal” in farmacia, chi le erbe “ViaViaBatteri” in erboristeria, chi lo sciroppo di nonna Giosualda la cui ricetta viene trasmessa di generazione in generazione dal 1908.

-Una volta recuperati i bambini, con il cuore che batte all’impazzata, proviamo a condividere le nostre paure con altre mamme nella speranza che tutte ci dicano che no, questi Virus si sentono sempre nominare, ma poi nella realtà non colpiscono mai; ma con l’angoscia che a questo punto sale alle stelle, ascoltiamo invece un elenco infinito di bambini ammorbati, con raffreddori, virus gastrointestinali, febbri, sfoghi cutanei, mal di testa-spalla baby one two three.

-Dopo una notte insonne, la mattina dopo non appena siamo sole, iniziamo con la sterilizzazione a tappeto con tanto di apertura dell’armadietto delle armi pesanti;  con la stessa paura e determinazione di quando nei film  alzano il coperchietto sotto al quale si trova il pulsante dello sgancio missili, stacchiamo  la linguetta di protezione all’Amuchina. Iniziamo a sterilizzare tutti i mobili con quella spray, i pavimenti con quella liquida, l’aria con quella con il diffusore; per sicurezza la utilizziamo per una maschera per il viso, per i gargarismi e già che ci siamo pure per il bidet.

Ecco adesso siamo in pace, la paura è passata, ci sentiamo come quando nei film tutti “i buoni” si ritrovano e sono al sicuro. Allora ci buttiamo stremate sul nostro sterile divano, ma driiiiiin! Ecco che suona il telefono.

I protagonisti sono di nuovo in pericolo????

Sì!!!! Sul display appare il numero della scuola:

“Signora il bimbo sta male può venire a prenderlo????”

AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Ad ottobre al cinema a scuola.

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Seconda.

| scuola, scuola materna, Senza categoria, settembre

Seconda

Domani si ricomincia.

Seconda elementare, seconda asilo.

Per i bimbi, ma anche per me.

Che mi beo di questa calma della vigilia dopo il tornado emotivo della vigilia della prima.

Perché  per la maggior parte delle persone, la seconda volta è la seconda volta, punto e basta.

Per me invece, la seconda volta, è la prima volta senza ansia.

La seconda volta ha il sapore di confidenza, ma non di noia;

di entusiasmo consapevole,

di ritrovo.

La seconda volta l’ho sempre amata perché non dà mai nell’occhio; si muove con disinvoltura tra le prime volte osservate ed indicate da tutti.

La seconda volta è meglio anche rispetto alla terza volta:

“Non ho capito, me lo rispieghi?”;

“Mi dai ancora spaghetti?”;

“Posso ricominciare a suonare che non mi sentivo?”;

Una volta in più diventerebbe disdicevole, non trovate?

La seconda volta è la chiarezza di un sentimento, il consolidarsi di un’idea.

La seconda volta è imprevedibili novità: tutti se le aspettano solo dalla prima ed invece la seconda regala sempre qualche cos’altro.

La seconda volta è già memoria.

La seconda volta è sapere cosa significa.

Domattina ci saranno grembiuli nuovi, matite ben appuntate che sanno già cosa faranno, sorrisi o bronci del ri-torno.

Ed allora buona seconda bimbi, che sia intensa, felice e colorata, ancora più della prima.

Perché se la prima volta non si scorda mai,  la seconda volta si ricorda per sempre.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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