Month: Marzo 2019

Combattiamo il bullismo tra mamme (mother shaming)

| Mamma Bradipa ironica, Mamma Bradipa Psicologa, Senza categoria

E’ vero, a volte le critiche sull’educazione dei nostri figli che ci fanno più male, vengono dalle persone che non hanno bambini e che si permettono di giudicare senza aver mai provato una giornata scandita da 6273827 “mammaaaaaa?!”, 263728 piegamenti per raccogliere i giocattoli, o 27578282 cambiamenti di pannolini con tanto di 27273 straripamenti di cacca giallognola.

Però c’è anche chi è mamma, sa che una giornata con dei bambini può essere meravigliosa e complicatissima allo stesso tempo, che si può passare dalla gioia più sfrenata ed emozionata allo sgomento più angosciante nel giro di 0,7 secondi – eppure, giudica.

Così un po’ a caso. Come quando sei dalla zia Esmeralda che ti fa vedere Forum a volume 127 e ti diletti a sparare sentenze.

Voi, Santi Licheri de nojartre, calma. Ma più che calma, rinnovamento. Perché sta roba che parlate sempre di allattamento, nanna, autonomia ecc ecc avrebbe anche un po’ rotto.

E Loretta che dá troppa tetta,
Mariella troppo biberon e tettarella,
“Ginetta, sai la figlia di Pinuccio? Uh mamma mia troppo troppo ciuccio! ”
Eh ma Patrizia, a farla dormire nel lettone poi lo vizia!
E però Manola povera bimba la tiene nella culla da sola!

E poi se svezzi tradizionale sei antica, se fai autosvezzamento una pazza.
“Nido? Uh brava gli fa benissimo!”
“Nido? Madre degenere che l’hai fatto a fare un figlio?!”

Allora facciamo una cosa…contattiamo le mommy blogger famose…diciamo loro che questi argomenti son passati di moda… Se proprio è cool il cibo e il nutrimento, parliamo di quello dell’anima…che ne dite per esempio di musica?!?!?! E allora vai liti a colpi di cantanti italiani, “Il meglio è Mengoni!” ,”Noooo devi fargli ascoltare Elisa!” ,”Suvvia Jovanotti è un poeta moderno!” E poi al grido di w il bilinguismo vai di Bon Jovi, Mariah Carey, Bruce Springsteen.                                        Qualcuna dice che se gli fai ascoltare solo Baglioni e De Gregori sei antica, se punti su Beyoncè imparerà a parlare muovendo mani e fianchi senza sosta, o se metterai Masini, crescerà depresso.

Soliti giudizi, solito farsi gli affari delle altre, ma comunque, se dovesse esserci del Rancore, sarebbe solo quello che ha cantato con Daniele Silvestri a SanRemo.

Poi ad un certo punto qualcuna chiamerebbe in causa i Queen, tutte sarebbero d’accordo e tutte le mamme del mondo vivrebbero per sempre felici e contente.

Scherzi a parte, in attesa che l’animo delle più infervorate si plachi, date retta alla Regina (Queen…battutona!) dell’ansia da prestazione e del desiderio di compiacere gli altri:

Contattate le vostre emozioni, parlate con i vostri compagni e fate ciò che è meglio per la vostra famiglia.

E fate sì che dei giudizi facili e non costruttivi, non ve ne importi un fico secco.

Mother shaming

P.S. per sapere cosa si intende per mother Shaming, leggete qui 

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L’influenza e la Fabbrica di Cioccolato

| Mamma Bradipa ironica

Febbraio era iniziato ormai da una settimana, io sentivo il rumore dei passi della primavera che si era messa in cammino e trascorrevo le mie giornate con l’animo posseduto un po’ da Heidi, un po’ da Julie Andrews in Tutti insieme Appassionatamente un po’ da Pollyanna,

Mentre saltellavo nelle praterie della mia mente, sbadabam!!!!!!!!!! Una terribile testata in un palo piantato in mezzo ad un prato.

Attaccato al palo c’era un cartello e sul cartello, una scritta allarmante: INFLUENZA.

E così in 4 giorni ci siamo ammalati tutti. Circa 10 giorni trascorsi nel lettone come la famiglia de “la fabbrica di cioccolato”.

la fabbrica di cioccolato

La giornata era ritmata da attività esilaranti quali “il giro del termometro”, in cui vinceva chi aveva la temperatura più alta ed il premio ovviamente, erano scatole e scatole di paracetamolo. Sul comodino stanziava un blocchetto con le nostre iniziali e accanto gli orari dell’ultima somministrazione di medicinali e quando ci guardavamo lì, tutti insieme doloranti, ci chiedevamo “Ci riprenderemo mai?????”

Fortunatamente, seppur con fatica, l’abbiamo fatto.

Ma a parte tornare a sentire il profumo dell’aria aperta, non mi sarei mai immaginata, che “aver passato l’influenza” mi avesse potuto appartenenza sociale come la squadra del cuore o il fan club del cantante preferito.

E invece sono già parecchie volte che quando si parla dell’argomento, vengo avvolta da un abbraccio di supporto morale che si snoda in tre fasi:

  • Lo stupore: ogni volta che mi trovo in un negozio oppure davanti a scuola e dico “Influe…” subito almeno tre – quattro persone diventano mie amiche, sanciamo un patto di sangue e mi intestano la seconda casa in collina;
  • La compassione : Quando arrivo alla parte in cui tutti e 4 eravamo contemporaneamente malati, un coro di stupore misto a pena si leva unanime e passando mi danno una pacca di conforto sulla spalla;
  • la gufata :Dopo tutto il racconto dall’incubazione alla guarigione, arriva la terribile gufata: “dai dai vedrai che ora per due o tre anni non la prendete!”

Arghhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh aiutoooooooooooo ferro ferro ferroooooooooo!

E a voi come è andata quest’anno???

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