Month: Ottobre 2017

Volevo essere Mary Poppins

| Mamma Bradipa ironica, Mamma bradipa suggerisce

A pensarci bene, la linea che separa una mamma con i contro C., che educa suo figlio facendosi largo tra bizze e difficoltà e una mamma intransigente ed opprimente, è sottilissima.

Ma anche nei bambini di ultima generazione, le istruzioni non esistono, nemmeno da scaricare nello Store.

Mille dubbi, tantissime incertezze, infiniti “se avessi fatto così”, sono all’ordine del giorno.

Giorni in cui ci sentiamo le più pignole Signorine Rottermaier ed altri, le più libere Heidi.

Circondate da continui commenti di chi ha preso la laurea in Bambinologia ed Educazione con i bollini del benzinaio ed ha avuto persino uno zaino termico in regalo.

Arriva la zia Pinuccia che sbraita: “e lascialo fare ‘sto ragazzino che è piccino!”, ma sua sorella, zia Armanda ribatte: “Ennò! Se non lo tiene a bada, l’avrà perso per sempre!”

O Santa Polpetta!!!! Che angoscia! Come ti muovi ti muovi, o ti ritroverai uno stoccafisso che dice solo “Sì certo mammina!” o un rottweiler che ti ringhierà di andare a quel paese sette giorni su sette.

Bel dilemma.

Ci pensavo proprio in questi giorni all’ansia da prestazione che avevo con Giacomo piccolo. Quella per cui non solo non sai come sarà il domani, ma quasi quasi nemmeno la sera stessa.

Un po’ come quando si impara a guidare, di fronte a certi suoi comportamenti dovevo ripetermi la sequenza frizione-acceleratore-freno per non rischiare di sfracellarmi in un muro.

Per quanto tempo va bene che guardi la televisione? 34 minuti? 47? 19,23 o 116?

A che ora è meglio che vada a letto? E quanto deve mangiare prima di poter mangiare un dolcetto? O i dolcetti non vanno dati?!?!?!

La mia ansia era così feroce che stava diventando anZia.

Così, un giorno decisi di scrivermi le istruzioni da sola.

E tra la Signorina Rottermaier e Heidi, scelsi di ispirarmi a Mary Poppins.

Ahhhhhh sì, lei sempre così sicura, sorridente, capace in ogni momento di capire cosa fosse opportuno e cosa no; ma soprattutto, capace di mettere a posto la stanza dei bambini con uno schiocco di dita!!!!

Una borsa sempre piena di mille cianfrusaglie l’avevo, qualche anno di danza alle spalle mi permetteva di poter tenere i piedi in quel suo modo buffo –  e mi sarei potuta attrezzare per un ombrello con manico a forma di pappagallo.

Cominciai a cantare con i passerotti e a dire “opplà” ogni due parole.

Un giorno decisi di misurare la mia altezza, certa che avrei trovato scritto. “Praticamente perfetta sotto ogni aspetto”.

Ma con mio grande stupore, trovai un altra dicitura:

Com’era mai possibile? Mi indignai!!!!

Ma poi mi si accese la lampadina e capii l’unica cosa vera di tutta questa storia:

che noi mamme dobbiamo fare quello che ci sentiamo e non quello che ci dicono gli altri. Sia se siamo delle istitutriciinside, degli spiritiliberi o delle mammebradipe come me. Possiamo chiedere consigli, farci aiutare, ma ascoltiamo quello che dice il nostro cuore.

Non ci serviranno poteri magici, ma solo il nostro istinto.

Nulla ci vieta comunque, di sperare sempre in un po’ di magia portata dal vento!

Vento dall’est
la nebbia è là
qualcosa di strano fra poco accadrà.
Troppo difficile capire cos’è  
ma penso che un ospite arrivi per me.

 

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Di capelli bianchi e di pancetta.

| Mamma Bradipa polemica, Senza categoria

Stavo per compiere 30 anni, dopo qualche settimana mi sarei sposata e passando davanti allo specchio lo vidi. Lui.  Un capello bianco. Mi guardava villano. Era più spesso e più riccio degli altri capelli marroni. Direi che era un capello incacchiato. Come osa pensai, e lo strappai.

A quel punto comparve una nuvola viola con una vecchina con pezzola in testa e neo peloso sul mento che mi annunciò la profezia: “Cara mia, per ogni capello bianco strappato, altri sette ne nasceranno!” e Pouff, sparì.

Impavida, continuai a cercarne altri, dopotutto rischiavo di diventare schiava della tinta. Io, quella per cui due shampoo, sono già un esagerato trattamento di bellezza.

Con le mie pinzette da ninja, ho cominciato a cercarli con lo stesso sguardo assassino con cui si cerca una zanzara che ti ronza nell’orecchio, in una calda notte d’estate.

Anche prima lo stavo facendo. Stasera però, mi sono venuti in mente gli uomini. Gli uomini e i loro capelli bianchi.

E mi sono fatta una domanda:

Perché una donna con qualche capello bianco è trascurata, una mammamiasembramianonna, una ma non si vergogna? Ma lo sa che esiste la tinta? E via dicendo?

E perché un uomo no? Perché un uomo diventa maturo, affascinante, addirittura più erotico, un piùpassailtempoepiùmigliora?

Poi, mentre riponevo le mie pinzette, ho guardato in giù verso la mia pancia. Lei. Che mi rassicurava.

Perché cavolo almeno per la pancia, maschi e femmine, sono uguali. E’ facile, elementare:

piatta e soda ok, tonda e flaccida bleah.

E invece no! Ora pare che la pancetta sia rassicurante e sexy.

Vebbé dai, giusto, per i capelli vincono gli uomini e per la pancia le donne.

Dopotutto ha anche un senso: la donna partorisce, facendo diventare il suo utero dalle dimensioni di un’albicocca, grosso come un cocomero una, due o anche tre volte; quindi ci sta tutta che quella pancetta che resta, possa rappresentare un valore aggiunto invece che un chilo da levare e che i muscoli lassi che hanno abbracciato un bambino, possano sembrare qualcosa da ammirare.

Ma anche qui vi sbagliate. Perché la pancetta va bene per i maschi, non per le femmine. Mhmh, avete capito bene.

E allora non mi sono fatta nessuna domanda.

Mi sono data una risposta. Mi sono detta che tutti queste indicazioni su ciò che è figo, su quello che va bene e quello che no, le portiamo avanti noi donne. Noi donne che ci facciamo la guerra invece che spalleggiarci. E appena una è fuori dai canoni, la additiamo.

Avete presente due amici maschi con la pancetta che si incontrano? “Anche te hai messo su una bella ciccetta eh?! Vieni, beviamoci una birra per non farla andare via” e giù risate. Birra. Stop.

Avete presente due amiche femmine con la pancetta che si incontrano? “Oh ciao, ti vedo bene!!!!!” Con sorriso rigido e malefico mentre pensano <<evvai ne ha più di me!>> e giù finzione. Nessuna birra. Finzione, finzione e finzione.

Che per carità, non è che son qui a dire che uno non si deve prendere cura di se stessa se ne ha voglia o passare il concetto che si deve andare controtendenza per forza. Ma per lo meno facciamoci furbe! Facciamo diventare di moda quello che ci torna comodo, che ci fa sentire sicure e serene e non portiamo avanti degli standard difficilissimi da raggiungere.

Perché care mie, invece che stare a dire “Uh hai visto Tizia come è ingrassata?” oppure “Hai visto Caia come non si tiene?”, non sarebbe meglio una bella birra fresca?

Secondo me sì. E sono astemia.

 

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Le faremo sapere.

| emozioni, Senza categoria

Avete presente quando fate la doccia e vi guardate nello specchio e vi vedete tutte sfocate?

Ecco, ci sono giornate così.

Che non sei né triste né allegra; né incazzata o preoccupata.

Sei.

Sei nel senso di numero. Sufficiente per un pelo, rinchiusa in questa bolla che ti porta qua e là con il vento, ma che non scoppia mai.

In bolla. Pari. Non spumeggiante e non depressa.

Come me da sette giorni.

Non scrivo più, non programmo più, non immagino niente.

Penso alle cose brutte, quelle che non puoi controllare, quelle che quando nel letto chiudi gli occhi, ti si presentano in fila a saltar la staccionata.

Penso alle cose belle, ma senza emozionarmi.

Rido, ma non fino alle lacrime e nemmeno mi arrabbio.

A volte mi succede, divento miope d’animo. Credo succeda a tutti più o meno spesso.

E allora ho deciso di scriverlo perché magari non tutti sanno che capita, o perché magari mi risponde qualcuno che era in bolla fino a ieri e mi da’ una spinta per sbilanciarmi.

Così magari il prossimo articolo lo scrivo.

Perché in questi giorni come penso ad un argomento, il mio cervello mi guarda con biasimo e risponde:

“le faremo sapere”.

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