Month: Settembre 2017

La mamma del vicino è sempre più verde

| mamma perfetta, mamme, Senza categoria

La mamma del vicino è sempre più verde!

No, non ho dei vicini Visitors, è solo un modo per dire che tutte le mamme che vedo vicino a me, hanno qualche marcia in più in un senso o nell’altro.

Sono una persona tendenzialmente insicura, cioè molto sicura su certe cose, pochissimo per altre, quindi non insicurissima, ma neanche sicura sicura…ecco, capito no?!

C’è una cosa però in cui indubbiamente, nonostante anni di studio, vengo puntualmente rimandata a settembre: il confronto con le altre mamme.

Perché quando non ho a che fare con nessuno, sono da dieci e lode a sentirmi una Best Mom, ma appena entro nella pratica, ciao.

Arrivo soddisfattissima all’uscita dell’asilo perché sono riuscita a fare un po’ di commissioni con la duenne, mi dico che Yea, posso ormai fare tutto con lei senza troppi problemi; ma poi sento una mamma che ha altri tre figli di zero, uno, due anni e che ha fatto la spesa, un’ora di palestra con loro nel corso “fitness and children viva le mamme abbasso la cellulite” e ha pure pulito i vetri perché era nuvoloso e << sai ho approfittato perché si sa che se li pulisci col sole rimangono gli aloni>> e poi ha cucinato un pranzetto che io riuscirei a preparare -forse- se avessi due giorni a disposizione. E io che per una volta avevo una postura eretta, mi trasformo nella sorella del Gobbo di Notre Dame dalla vergogna.

Mi dico che “Io valgo”, come in una nota pubblicità di prodotti per capelli, quando arrivo a fine giornata con i bimbi malati con febbricola e raffreddore, senza essere caduta in depressione cosmica e poi, mentre assaporo la mia magnificenza, leggo su Facebook chi ha dovuto gestire attacchi di vomito con gittata di due metri o diarree da sembrare dentro ad una fogna e postano una loro foto perfettamente pettinate e truccate, con espressione ottimista e titolo “poteva andare peggio”. Eh????? Peggio?? Tipo che la testa dei tuoi bambini poteva cominciare a girare su se stessa??! E io che al massimo ho soffiato via un po’ di moccio, mi sento d’improvviso l’imbranato anatroccolo.

Mi sento una MadreMigliore quando Giacomo, dopo 373654 volte che gli dico di non strizzare il brick, rovescia sulla bella maglietta fresca di bucato e di stiratura, un litro e mezzo di succo di frutta (non fidatevi dei 200 ml riportati sulla confezione, quando vengono rovesciati sono almeno 780) e io resisto all’estremo desiderio di tirare un urlo ad ultrasuoni capace di far cadere tutte le foglie rimaste sugli alberi; respiro, tiro il freno a mano dell’impulsività, attivo l’airbag dell’empatia e riesco a rimanere calma e ferma ed a fargli pulire (o a fargli credere di averlo fatto) tutto il disastro – ma poi mentre lavo i piatti  carico la lavapiatti, assisto dalla finestra alla scena della mamma più Zen della terra che rimane impassibile e apparentemente serena di fronte al rotolamento tipo cotoletta nel pangrattato del suo duenne in mezzo alla strada; e penso che io al suo posto,  avrei lanciato anatemi a denti stretti e mi sarei messa il mantello dell’invisibilità per un paio di mesi.

In soldoni, arrivo a sera che due giorni su tre, sulla mia fronte spaziosa appare la scritta GAME OVER.

Avete mica qualche “vita” da regalarmi???

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Cosa leggeremo tra dieci anni?

| adolescente, mamme, Senza categoria

Care Mamme,

ieri sera non riuscivo a dormire. Come mio solito sono partita per un viaggio mentale da qui all’eternità e d’improvviso mi son messa a pensare a quali post ed articoli avrebbero attirato la mia attenzione tra dieci anni.

Perché da più di cinque anni, leggo, rido e rifletto, su post e articoli che parlano di “incintezza”, neonati, unenni-duenni-treenni, la coppia dopo l’arrivo di un figlio, come sopravvivere alle giornate con i bambini piccoli, con le notti insonni ecc ecc…

Ma quando i bambini diventeranno adolescenti?

Al posto dei terribili due ci saranno angosciati quindici;

I dibattiti tra lettino e co sleeping saranno lontani ricordi che quasi quasi rimpiangeremo quando cominceranno ad uscire di sera e staremo con gli occhi pallati finché non sentiremo aprire il portone e fingeremo di dormire;

Le bizze saranno sostituite da interminabili giornate di mutismo;

E invece che parlare con gli occhi a cuore della nostra gravidanza, cercheremo in rete, articoli sull’educazione sessuale;

Siamo alle prese con inserimenti al nido e materne, ma quando dovremo combattere con i 2 in matematica?

Ho pensato che anche io scriverò cose diverse.

La prima che mi è venuta in mente, è sulle mode assurde dei giovanissimi. Ai miei tempi c’era il famoso giubbotto “Bomber”, che mi rendeva aggraziata e slanciata come un criceto in sovrappeso.

La seconda, sui telefilm. Perché se c’è una cosa certa nella vita, è che i telefilm che guardi da teenager, da grande, ti sembreranno la parodia degli spettacoli dei villaggi turistici.

E i nostri profili Facebook come cambieranno? Ci saremo noi in tailleur che pubblichiamo il menù delle cene di beneficenza? O quadri d’arte? O poesie in francese?

Puahahahaha! A meno che non lo facciate già adesso.

Perché al di là dei dieci anni che passeranno, sono convinta che se noi mamme, oggi, ci sganasciamo di fronte a post e video che prendono in giro la nostra “mammitudine”, col passare del tempo, continueremo a farlo.

E allora girls, l’autoironia non è un bellissimo valore da trasmettere?

Prendiamoci in giro con affetto invece di farci la guerra.

E voi cosa pensate che leggerete tra una decina d’anni?

 

 

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Mr Morbo Improvviso versione invernale.

| asilo e malanni, Senza categoria

La scorsa primavera, avevo scritto Mr Morbo improvviso .

Vista la recente situazione della salute familiare, ho pensato che fosse necessario farne la versione invernale.

Questo autunno devo dire la verità, ero ottimista.

Avevo fatto un super training autogeno centrato su tre punti:

  • se l’anno scorso si sono ammalati tanto, non significa che si ammalino ugualmente quest’anno;
  • se sono costante con gli integratori, invece che darli un giorno sì e 4 no, sicuramente avranno un super effetto;
  • se fin dai primi giorni di asilo starò attenta a lavare mani e borracce dell’acqua come se avessi l’ossessione della pulizia, gliela farò vedere io ai bacilli!

Così, l’asilo comincia ed io sono fiera e sicura come una leonessa nella savana.

Perché basta con questo vittimismo e pensieri negativi, perché l’autunno a Viareggio è quasi come una semi estate, Giacomo quest’anno ha voglia di andare all’asilo, Aurora è una super accompagnatrice nei negozi e io, per tutti i sopracitati motivi, non posso altro che essere felice.

Ordunque.

L’asilo comincia.

Giorno 1: tutto ok.

Giorno 2: tutto ok.

Giorno 3: tutto ok.

Giorno 4: mamma ho freddo.

Giorno 5: mamma mi fa male la gola…………………….raffreddore…………………….febbre………..tosse a cane………………….

ed ovviamente di venerdì.

Non perdo la fiducia, mi dico che avrà sudato come un disperato nel giardino dell’asilo e che suvvia, di questa stagione “la frescata” è un must.

Certo. Peccato che dopo due giorni, si ammali Aurora e dopo quattro, io. Circondata da marito e mamma con mal di gola. Il Virus del Morbo Improvviso versione invernale ha colpito.

Okkkkei. Ora, anime del Web, aiutatemi.

Aiutatemi a restare ottimista, perché io, nella mia mente, sapete cosa ne faccio del training autogeno? Lo trasformo in un mantra devastante che mi dice:

  • Se l’anno scorso si sono ammalati tanto, quest’anno potrebbero ammalarsi di più;
  • Se sono costante con gli integratori, potrebbe non servire a nulla;
  • Se lavo mani e borracce ogni sette secondi, potrebbe non servire a nulla.

E da leonessa, che ve lo dico a fare, torno nelle mie vesti di bradipa.

E pure raffreddata.

(E non è ancora cominciato l’inverno).

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Cani e bambini: vi dico la mia

| cani, Senza categoria

I recenti articoli di cronaca riguardanti bambini e cani, mi hanno fatto venire l’urgenza di scrivere un articolo.

Sarete tutti d’accordo che poiché esistono persone senza buon senso, esistono di conseguenza anche padroni senza buon senso e genitori senza buon senso.

Fatta questa premessa, vorrei raccontarvi la mia esperienza.

Avevamo un Pastore Tedesco.

Una mattina, dopo che aveva passato la notte in casa a causa di un temporale (ne aveva la fobia e rischiava di sfondarci il portone e farsi male pur di stare con noi), saltò al collo di mio padre. Per fortuna era legato (per non gironzolare per casa) e riuscì solamente a strappargli il pigiama. Quella mattina fu l’unica volta che andai a scuola senza colazione. Ero sconvolta. Tex era un cane buonissimo, come poteva essersi comportato così?

Cominciammo mille visite e accertamenti ed alla fine, per esclusione, si ipotizzò un’epilessia con assenze. In pratica, nel dormiveglia, a volte aveva delle assenze e percepiva noi, come un qualsiasi altro estraneo. E da buon cane da guardia, attaccava lo sconosciuto nel suo territorio.

Così cominciammo le cure che però, non potevano come dire, darci la certezza che non sarebbe più capitato.

Era l’epoca in cui tornavo alle due di notte. Prima di entrare in giardino, dovevo chiamarlo ed essere sicura che mi riconoscesse. I miei uscivano a controllare che fosse tutto sotto controllo.

Insomma, tanto stress per noi e per lui.

Ma lo rispettavamo. Avevamo compreso, anche se con tristezza, che affrontava la sua malattia da cane. Perché lui era un cane.

Abbiamo sempre avuto Pastori Tedeschi, ma forse anche per quell’esperienza difficile, nel 2003, abbiamo preso una barboncina e subito ci siamo innamorati di questa razza, che almeno nel nostro caso, era sinonimo di bisogno di affetto, compagnia e coccole. La nostra Nina ha avuto i cuccioli e ne abbiamo tenuti due. Nina, Sally e Mousse, adoravano stare in braccio e dormire (tutte la padrona :-p) e sembravano un’altra specie rispetto ai cani di grossa taglia avuti in precedenza.

Credevamo che non ci sarebbero mai potuti essere problemi di convivenza.

Così, quando sono rimasta incinta di Giacomo, immaginavo la nostra vita tutti insieme. Di giorno con noi e la notte da mia mamma, nell’appartamento di sotto.

UGUALE A PRIMA.

Ma così non accadde. Nina, aveva per Giacomo un interesse morboso, come se se ne dovesse occupare lei stessa, rischiando di farsi venire un infarto per il grado di eccitazione che non riuscivamo a placare in nessun modo. Addirittura fu lei a farmi capire che era arrivato il momento di partorire, mettendo in atto tutti i rituali che aveva fatto lei la sera del suo parto.

Avevamo chiamato la nostra amica etologa mentre ero incinta, per farci dare delle dritte, avevamo attuato tutte le procedure consigliate – mentre ero in ospedale e provammo a cavarcela da soli, una volta tornati a casa. Ma Nina era sempre più stressata. Così richiamammo l’etologa, provammo varie strategie sia farmacologiche che comportamentali, ma riuscimmo solo a farla stare calma per una decina di minuti, non di più.

Per fortuna, mia mamma abita sotto di noi. Così le canine (che volevano stare tutte insieme), si trasferirono giù in pianta stabile. Io potevo vederle quando volevo, ma un neonato e gli ormoni sballati, mi fecero vivere quel repentino ed inimmaginato cambio di abitudini, in modo tragico.

Ricordo ancora che la sera, d’abitudine, aspettavo mio marito alla finestra con Nina in braccio. Ora c’era più o meno lo stesso peso tra le mie braccia, ma non peloso e vestito in tutine celesti.

La felicità direte voi. Per me no, per me era tradimento. Sapevo benissimo che lo facevamo per il loro bene, ma io ero arrabbiata e triste.

Per fortuna poi le cose andarono migliorando e seppure impossibile una vera convivenza, la frequentazione c’era.

Soprattutto quando Giacomo cominciò a camminare e potevano giocare insieme a correre.

Con Aurora, ormai Nina era abituata a quegli esserini paffuti e profumati e tutto andò meglio.

Dopo tutto questo gran da fare, Nina è invecchiata ed adesso è Giacomo che va frenato nel cercarla, perché lei ha bisogno di quiete e calma.

 

Con questo lungo racconto, vorrei comunicare due cose:

 

Primo, che gli animali sono animali. Sembra una frase scontata, ma merita essere rammentata. I cani sono cani. E considerarli come persone in tutto e per tutto non vuol dire amarli, vuol dire snaturarli. Anche se ci mettereste la mano sul fuoco. Io con Tex, ci avrei messo mani, braccia e gambe. Eppure…
Oltre a ciò, gli animali hanno gli istinti e vanno rispettati. Istinti belli, meravigliosi il più delle volte. Ma istinti.
E allora, se avete cani di grossa taglia, o avete intenzione di prenderne, per favore non lasciateli soli con un bambino piccolo.

Secondo, che i cani, se decidiamo di prendercene cura, meritano rispetto “nella buona e nella cattiva sorte”. Perché potrebbero reagire male a grossi cambiamenti, ammalarsi, invecchiare. I cani, non  li spannoliniamo e fanno pipì e popò nel wc.  I cani non crescono ed escono col motorino. I cani saranno con noi tutto il tempo della loro esistenza.
E allora, se avete intenzione di avere un bambino, considerate la possibilità che qualcosa vada storto e che ci sia qualcuno che possa darvi una mano sostanziosa. Io e Nina abbiamo avuto molto molto culo ad avere mia mamma di sotto.

 

Scusate la sbobba lunghissima, che mi ha vista commuovermi e rattristarmi, che mi ha fatto ripercorrere tappe difficili dei miei anni, ma che avevo tantissimo bisogno di condividere.

 

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Asilo: quello che le mamme vorrebbero sentirsi dire dalle maestre

| Mamma Bradipa ironica, mamme, scuola, scuola materna, Senza categoria

Care Mamme,

l’asilo è cominciato ormai da un bel po’ – e con lui, anche il solito trantran porta e riprendi, porta e riprendi.

All’uscita, ci sono quei secondi in cui la maestra vi guarda, in una frazione di secondo collega il genitore al figlio corrispondente e poi, un sorriso ed uno sguardo accompagna il passaggio del bambino dalle sue alle vostre mani.

Ogni volta si conclude tutto con un “a domani”, ma chi di noi non spera che in quel momento la maestra ci dica qualcosa? E ognuna di noi qualcosa di diverso.

A quale mamma somigliate di più?

 

L’asociale: Questa mamma spera che la maestra dica che dal giorno dopo i bambini vengono consegnati a domicilio così non dovrà vedere più nessuna mamma. Anzi, che non le venga detto proprio nulla, ma che venga informata per scritto senza dover colloquiare. In subordine, si accontenta che la maestra non la guardi, non la saluti e non debba comunicarle NIENTE. Prega che i laboratori di Halloween e Pasqua vengano aboliti e le recite di Natale e fine anno, VIETATE.

La sognatrice: Arriva all’asilo volteggiando come nelle pubblicità degli assorbenti con le ali. Attende con impazienza che la maestra incroci i suoi occhi e ogni giorno , indugia quei due-tre secondi nella speranza che l’insegnante la fermi e le dica più o meno questo: “Signora, ma suo figlio è meraviglioso! Ho visto tanti bambini in vita mia, ma mai un ragazzino così sensibile, intelligente e dotato! Pensi che stiamo pensando di promuoverlo direttamente in quinta elementare! E poi ha decorato tutta l’aula incollando micro tessere di mosaico e formando la figura di un ornitorinco! Si vede che ha una mamma straordinaria!” Ogni giorno indugia, ma non succede proprio nulla e così se ne va via spegnendo passo dopo passo il suo sorriso a 45 denti.

La stressata: Di solito è sempre nervosa perché circondata da mamme sognatrici con figli super tranquilli e si sente sempre un po’ fuori luogo ed incompresa. Le sue amiche parlano di come il giorno prima abbiano ricamato a punto croce con i figli, mentre lei pensa che il suo, ha fatto una gara di caccole col fratello. Le dicono di come sia facile essere mamma del loro bambino, così amorevole e quieto e medita di lasciare il suo qualche ora a casa loro per vedere se le ritroverà con i capelli perfettamente in piega o come i suoi, –  che sembrano sempre reduci da un tornado. Così, un po’ incazzata e un po’ depressa, arriva a scuola aspettandosi come al solito di sentirsi dire che suo figlio è << solo un po’ vivace>>, quando per lei, è una pallina salterina impazzita che non si ferma mai e che combina guai ad ogni rimbalzo. Facendo appello a tutti i Santi che conosce, con tutta se stessa si augura un giorno di sentirsi dire: “Signora mi dia il cinque. Stare una mattinata con suo figlio manda in tilt qualsiasi cervello! Dovrebbero farle un monumento per non essere impazzita standoci tutti i giorni! Brava! Mitica!”

La preoccupata: Ha sempre paura che il figlio ne abbia combinata una delle sue ed arriva all’aula con le dita incrociate dietro la schiena. L’anno precedente, un giorno aveva tentato di sradicare un alberello in giardino, l’altro, di nascondere i grembiuli di tutti i compagni, un altro ancora, di allagare il bagno e così via. Controlla che all’entrata non ci siano Carabinieri od ambulanze perché così almeno non è successo niente di grave. In ogni caso, si aspetta con terrore lo sguardo castigante dell’insegnante e mentre arriva con gli occhi puntati a terra, confida che arrivi il giorno in cui si senta dire: “Signora da ormai 10 giorni suo figlio è proprio bravo! Ormai è maturato! Si vede che ha una famiglia alle spalle che lo segue e lo supporta!”

 

E poi ci sono io, che ogni volta spero che mi dicano “Abbiamo istituito l’entrata alle 10.30 per chi ha problemi di sonno”. Ma non succede mai…!

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Autunno: una giornata in casa senza impazzire.

| Senza categoria

Care Mamme,

vi confido che in questi giorni la mia creatività è andata sotto le scarpe. Il cambio repentino di tempo, temperature ed abitudini, mi ha narcotizzato le idee.

Volevo scrivere qualcosa di divertente, utile ed originale, ma non mi veniva in mente niente.

Poi, ho pensato che forse, molte di voi sono nel mio stesso stato di letargo psicofisico, o per lo meno, in bilico tra la gioia di non sudare più, avere più tempo libero perché i bambini sono a scuola, bearsi dei colori dell’autunno – e la pesantezza del pensiero di un inverno da affrontare tra influenze, mal tempo e ritmi serrati.

Ho riflettuto che una giornata a casa con i bambini, quando piove e non ci sono impegni fuori casa, può essere devastante per tutte e non solo per un’estatiana convinta come me.

Quindi bando alle ciance! Cosa possiamo fare per non arrivare alla fine di una giornata casalinga, con i capelli dritti, le occhiaie ai piedi e l’umore stile Diavolo della Tasmania?

Ecco cosa ho imparato negli anni e che devo rispolverare per la nuova stagione:

  • PROGRAMMARE LA GIORNATA:  Per non avere la sensazione che le ore ci sfuggano di mano e non accorgersi alle 19 di non aver messo a cuocere il brodo, meglio scrivere una lista delle cose fondamentali da fare ed alternarle ai momenti di gioco e relax. Inseriamo dei momenti creativi, dei giochi super amati e delle pause cibo e riposo. Inutile cercare di fare dei lavoretti di bricolage per due ore, se avete due bambini sotto i 4 anni…sarebbe un suicidio per tutti! E non pretendiamo nemmeno di spacciare per momento relax, guardare tutti insieme la tv sintonizzata su “Abito da sposa cercasi”, perché non è un momento relax, è un diabolico sotterfugio!
  • ABOLIRE LA FRETTA: Una volta che abbiamo fatto una tabella di marcia (non ritmata al millisecondo sia chiaro), godiamoci tutti i vari momenti, senza essere prese dalla frenesia di “se mi sbrigo faccio prima e posso fare altro”, perché rischiamo di stressarci ed innervosirci senza motivo. Un giorno che non abbiamo orari imposti dall’esterno, non imponiamoli noi stesse. Se i bambini ci chiedono di saltare sul letto e ridono e scherzano come pazzi, non diciamo loro “basta” per rifare i letti.
  • PENSARE DA BAMBINI: Sintonizziamoci con i nostri figli. E divertiamoci. La giornata casalinga vincente, è quella che non si preoccupa delle briciole sparpagliate per casa o dei giochi da rimettere a posto. E’ quella che nutre il nostro buonumore con la possibilità di stare in pigiama e non tenere il conto delle caramelle mangiate. E’ quella per cui la mega montagna di panni da saltare, può diventare una montagna da scalare. E in cui si possono lavare i piatti tutti insieme anche se per farlo ci mettiamo il quadruplo del tempo ed il pavimento poi sembrerà una palude.

 

Questi consigli, li scrivo a voi e a me stessa. Perché modificare le giornate in funzione della brutta stagione, mi ha sempre creato tantissime difficoltà. Poi prendo il via, ma partire è dura.

Confesso di cadere spesso e volentieri nel tranello dell’apatia. Comincio la giornata beandomi di non dover fare le corse e arrivo a metà mattinata con il cervello in pappa e stanca mentalmente come se fossero le 22.

E considerate che io amo stare in casa e pure i miei figli!

Quindi se voi odiate farlo, vi sono ancora più nel cuore!

Ma per stare bene in casa, bisogna considerare la giornata non come 12 ore in cui annoiarsi o massacrarsi di lavori domestici, ma come un’ATTIVITA’, così come andare in gita o ad un compleanno.

 

Proviamoci e facciamoci sapere come va!

 

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I bradipi non vanno in letargo

| mamme, Senza categoria

Ho provato a fare la “easy”, a raccontarmi che tra poco faremo i lavoretti di Halloween, che il Natale con la sua magia è già alle porte e che il ripiegamento casalingo dell’autunno è un caldo abbraccio coccolante.

Che suvvia Giulia, mica si ammaleranno subito!

Che dai, ci saranno tantissime giornate di sole che sembreranno primavera!

Che ci saranno un’infinità di mattine in cui i bambini si sveglieranno felici di andare all’asilo!

Poi, mentre tenevo botta a questo life style, son passata davanti allo specchio ed ho visto i miei capelli e il mio viso già abbandonati dall’estate – ed un urlo interiore si è fatto prepotente gridando un bel ma vaff……!

Perché se in qualche modo la mia mente posso tenerla a bada, il mio “esterno” no.

D’estate i miei capelli si colorano di riflessi biondi, prendono corpo e si arricciano naturalmente; da qualche settimana stanno tornando grigio topo, sono fini e fragili che si spezzano solo a guardarli e “hanno la piega” dei i nastri dei pacchi da regalo quando ti sbagli e provi ad arricciarli nel lato sbagliato.

E non ditemi che basterebbe lavarmi i capelli con uno shampoo diverso ogni volta, fare maschere ricostituenti, farmi la piega, usare la piastra ecc ecc ecc. Perché non lo farò. Perché i miei capelli si incazzerebbero più di me.

D’estate, il colore della mia pelle è umano e non zombico. Il mio viso è luminoso – anche appena sveglia e non sembra che sia anemica come d’inverno.

E non ditemi che posso usare il contouring, il blush e altre robe di cui non conosco nemmeno il nome, perché truccare mi trucco, ma poi tanto mi soffio 345 volte il naso per il freddo e sembrerei un procione anche con prodotti tatticissimi.

Che poi uno passa tre mesi a vedersi sempre più abbronzata, si sente sempre più “figa” e poi badabam! Ciao estate, ciao vestiti sbracciati e sgambati e bentornata tuta e color cadaverico.

E a pensare a salutare l’estate, stanotte, tra un risveglio e l’altro, mi son messa a pensare che figata sarebbe se in questi giorni, tutti gli amanti dell’estate, andassero in letargo.

Sulle saracinesche dei negozi vedremmo “chiuso per letargo, riapertura 21 marzo”;

Tutti gli inverniani andrebbero a lavoro felici ed io mi schioccherei una mega dormita.

Ma mentre sto per riprendere sonno illudendomi di un essere in una grotta, d’improvviso la triste realtà: ho scelto di essere una bradipa e non un’orsa.

E i bradipi ahimè, non vanno in letargo.

 

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Il parto dura un giorno

| mamme, neomamme, post partum, Senza categoria

IL PARTO DURA UN GIORNO. Ma emotivamente, per molte mamme, dura molto di più. Perché spesso accade che non vada come ce l’eravamo immaginato.

Noi mamme siamo bravissime a colpevolizzarci. Per tutto. Anche per la troppa pioggia caduta a marzo. Figuriamoci per un parto.

Possiamo sentirci insoddisfatte, traumatizzate, ferite.

Ogni mamma sa che sensazione prova quando ripensa a quel giorno. E spesso attribuisce a se stessa la colpa di quello che non è andato. Anche il nostro linguaggio colloquiale non aiuta.

Spesso si sente “Non sono riuscita a partorire naturalmente”, “Non sono riuscita a resistere, ho chiesto l’epidurale”, “Non sono riuscita ad arrivare al termine della gestazione”.

NON SONO RIUSCITA

NON SONO RIUSCITA

NON SONO RIUSCITA.

Perché non provare a dire “Ho partorito”, “Ho scelto l’analgesia peridurale”, “Ho partorito a 36+5”.

Senza darci una colpa che non abbiamo.

Anche perché a far sentire una mamma “Meno”, ci pensano gli altri.

Sì dai, “I colpevolizzatori professionali” (99 su 100, donne) che da quando rimani incinta, ti accusano di tutto:

“Hai preso troppi chili, che vuoi partorire un bue?”

“Hai preso troppo poco, partorirai una lenticchia!”

“Ma quanti libri leggi, guarda che essere mamma viene naturale!”

“Ma hai letto qualcosa sulla puericultura? Guarda che avere a che fare con un neonato non è uno scherzo!”

Sono quelle che poi romperanno se allatti/non allatti se la vesti tutta gale e pizzi o blu-celeste-turchese/se li vesti unisex, se lavori/non lavori ecc ecc.

E appena partorisci, le colpevolizzatrici number one, sono senza dubbio quelle che sul comodino custodiscono gelosamente la targa ” La Miglior Vagina dell’anno”.

Sì dai, le Mamme campionesse mondiali di parto (nuova disciplina olimpica nel 2020).

Quelle che se  hanno partorito con parto vaginale dopo 6787 ore di travaglio, senza analgesie e a 41 + mille, si sentono autorizzate a giudicare chi ha avuto un’esperienza diversa dalla loro.

Nessuno ha diritto di giudicare come migliore o peggiore un tipo di parto.

Le ore di travaglio non sono una gara di apnea che più tempo passa e più sei un fenomeno.

Se non vuoi usare analgesie, nessuno ti obbliga, ma non giudicare chi le richiede. Non è una gara, non c’è doping!

E soprattutto è La Natura a decidere quando deve nascere un bimbo, nessun altro ha più o meno meriti.

 

 

IL PARTO DURA UN GIORNO, nostro figlio lo avremo tutta la vita.

Non perdiamo minuti di felicità colpevolizzandoci o giudicando.

Un neonato è un miracolo. E ai miracoli non frega niente di come accadono.

 

 

 

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Piccolo spazio pubblicità

| Mamma Bradipa ironica, pubblicità, Senza categoria

Da quando vidi What Women Want, guardo le pubblicità con un altro occhio.

Penso a chi ha studiato, preparato bozze, avuto la meglio tra le idee in ballo – e chi invece ha fallito.
Penso a come è stata girata, a come potrebbe essere stato il set e così via.

Poi però penso se mi piace o no. Per quanto possa piacere una pubblicità ovviamente.

Da qualche tempo sul web, impazzano i commenti per una nuova pubblicità di una merendina. A chi piace, a chi no – fatto sta che tutti ne parlano e quindi in termini pubblicitari ha fatto centro.

Molte pubblicità sono promo di avvenimenti televisivi o hanno un contenuto preciso e puntuale, ma visto che ho un blog di mammitudine e dintorni, mi sono focalizzata su quello che io come mamma, penso di fronte alla tv.

Quindi? Categorieeeee!

Per bambini: sotto Natale, Befana e Pasqua, le passano milioni e milioni di volte. Anche il bambino più distratto del mondo le noterà. Quindi o hai un figlio che preferisce ricevere un flauto costruito a mano in Guatemala, o un’enciclopedia multimediale sui molluschi – oppure sarai spacciata. Perché nei periodi “morti” puoi cavartela con “amore non ho capito” contando sulla memoria labile di uno gnometto paffuto. Ma nei periodi hot no. No perché dopo esattamente 5,4 secondi, la pubblicità sarà nuovamente trasmessa. La soluzione? Comprarli!? Però pubblicitari miei, questi super giochi costano un botto. Sono stellari, per carità. Però secondo me dovrebbero abbassare un po’ il tiro. 100, 200 anche 250€. Tanto chi ha la possibilità, i giochi costosi li trova. Ma evitate di far rimanere con l’amaro in bocca un bimbo. Sotto le feste la bocca dei piccini, deve sapere solo di pandoro, carbone di zucchero e uova al cioccolato.

Le esagerate: ammetto che aiutano la mia autostima. E la mia pigrizia nelle pulizie. Sì di solito sono quelle di prodotti per pulire ad esagerarla un tantino. Teglie che sembrano resti delle lasagne del cenone di Natale dell’86, apostrofate con “Ops non l’ho messa in ammollo ieri sera!” Ieri sera???? No scusa, ma che ingredienti hai usato?????.
Oppure macchie sui vestiti che manco se ti butti dentro ad una friggitrice (con olio freddo eh) dove hanno versato delle tempere, della terra e dell’erba. Quelle sugli odori però sono il top. Per far sembrare di sentire veramente un odore sgradevole, fanno delle facce così assurde, che quelli che lavorano nello spurgo delle fogne in confronto, annusano aromi soavi.

Le semprefelici: queste invece l’autostima la buttano giù. Quelle che tutti sono felici e contenti. Soprattutto a colazione. Ora. Cari numerosi pubblicitari che mi state tenendo d’occhio per farmi dei cartelloni 10 metri per 10 per il mio blog, prestate attenzione. Le famiglie la mattina hanno sonno. Hanno fretta. Hanno le palle girate (non sempre, ma spesso). E allora via, qualche pubblicità con famiglie comuni, situazioni di tutti i giorni! Due occhiaie alla mamma? Un brufolo al figlio? Il papà che entra in mutande perché non ha camicie pulite? Secondo me è un po’ passato il concetto “se compro quello divento come loro”. Ormai, le persone hanno voglia di riconoscersi.

Le incomprensibili: per me sono quelle dei profumi. Ogni volta che ne becco una nuova mi fermo a guardarla come sfida personale, ma nulla; non ce la faccio a comprenderle. Intanto le “locations”, sono stratosferiche: sopra i tetti, in palazzi lussuosi, spiagge esotiche; poi ci sono delle bonazze da urlo semi vestite che ondeggiano sinuosamente o ti ammiccano in pose che secondo me, mentre le fanno, stanno pensando gli insulti più pesanti verso il regista. E fin qui vabbé. Profumi, lingerie, trucchi…più o meno si equivalgono. Ma quelle dei profumi che mi “catturano di più” (non parlo di tutti eh…neanche so quante ne esistano) poi giocano il Jolly: voce sexy che parla francese. Poco importa cosa stia dicendo, spesso parole a caso come “aria”, “amore” “passione” (ma potrebbero dire anche “lo stufato di nonna mi si ripropone”) e poi, per caso, –  una di queste è anche il nome del profumo stesso. Ma sta tizia, che ci fa su un tetto, sola, vestita che manco Barbie Luci di Stelle – con in mano un profumo? E soprattutto: che ci faccio io, a fissarla alla tv, vestita che manco una gattara con in mano lo swiffer? Lei è figa e io no? Ma va!!!!!!!!!! E’ merito del profumo, no? Au revoir!

Io intanto, faccio pubblicità al mio blog!

Ah! Il titolo è la citazione della canzone Bollicine di Vasco Rossi

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#top5summer2017. Ecco le mie preferite dell’estate

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Mi piacciono tantissimo questi giochi tra blogger. Lo trovo un modo divertente per conoscersi e farsi conoscere! Quindi quando Datemi una M mi ha invitata a partecipare, ho accettato subito!

Si tratta di fare 5 cose: parlare della ricetta, colonna sonora, libro preferito dell’estate; invitare una o più amiche e condividere!

3,2,1, via!

Parlare di ricette mi fa ridere perché odio cucinare e non ho nessuna fantasia. Quindi vi parlerò dell’insalata più facile del mondo che però a me fa pensare all’estate anche a dicembre e che ho sempre mangiato anche da piccola. Cioè quella ottenuta unendo tonno, fagioli, pomodori e cipollina fresca, con una cospicua quantità di olio ed accompagnata da cracker.

Ve l’ho detto che sono una frana. D’altra parte, quando ci sono 35° chi è che ama stare dietro ai fornelli?

La colonna sonora è altrettanto buffa: “tutti al mare, tutti al mare, a mostrar le chiappe chiare!!!” La cantiamo ogni volta che saliamo in macchina mentre ci andiamo ed ogni volta mi emoziono a pensare che da piccola, la cantavo con mia mamma sulla nostra cinquecento gialla!

(e mi stupisco di come 2 figli su 2 siano stonati come campane!)

Libro libro libro…come? Ah, sì, libro. Il catalogo delle offerte del supermercato vale? Il listino delle pizze a domicilio? MI sa che parlerò di un libro per bambini va…
Aurora quest’estate si è fissata con “I tre porcellini”. L’abbiamo letto centinaia di volte e ultimamente se lo racconta da sola con Giacomo che la corregge sui materiali utilizzati per le casette…
Oggigiorno tantissimi libri sono belli, l’importante è appassionare i piccini!

 

Grazie mille ad Elisabetta per aver creato l’iniziativa e visto che completo ogni articolo con una foto, vi metto pure la mia preferita dell’estate:

la luce calda, ma non accecante, il mare alle caviglie, i bambini che corrono felici. Gioia, libertà, pienezza, calore, benessere, vita! Questa foto mi rimanda a tutto questo! Vorrei chiudere in un barattolino quella sensazione e riprovarla al momento del bisogno…

Ma dovrò accontentarmi di consumare gli occhi su un album di fotografie!

 

 

 

 

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