Month: Luglio 2017

Poteva andare peggio: trucco salva giornata

| mamme, Senza categoria

Care Mamme,

avete presente quelle giornate in cui vi svegliate – e una dietro l’altra, tante microscopiche sfighe, vi si gettano addosso come i bambini al canotto?
Quelle giornate in cui se non aveste doveri e soprattutto se non aveste figli, direste ciaone e tornereste a letto?
Quelle giornate in cui, “ma nooooo non  è un giorno storto!”, alla quinta disdetta diventa un’immensa cazzata?

Ecco. Concentratevi proprio su quei giorni.

Non so voi, ma io due volte su tre mi incavolo come una scimmia e penso a come sarebbe stato semplice, bello e sereno, se fosse successo quello che mi aspettavo che succedesse.

Ma qualche settimana fa, ho avuto l’illuminazione (perché sono successe solo cavolatissime al limite della normalità) e ho pensato:

Ma se invece che fissarci su come poteva andare meglio, pensassimo a come sarebbe potuta andare peggio?

Ecco un’esempio di cosa mi è successo in un qualsiasi giorno d’estate:

L’altro giorno arrivo al mare e trovo posto al sole (mai accaduto da inizio stagione); seppure mi dica che siamo in piena estate, a luglio e ad un orario di punta, comincio ad annusare che qualcosa sarebbe andato storto.

Si susseguono cavolate varie tipo il panino nella sabbia, la crema nell’occhio, i bimbi lagnosi, il mare mosso con la piccina che aveva paura e non voleva che mi bagnassi manco l’alluce ecc ecc.

Arrivo comunque a fine giornata marina, entro in macchina e penso – daje, l’ho sfangata -.

Giunti a casa, mi smaciullo il mignolino del piede nel passeggino e lavando la vasca, rimango bloccata con il busto. Ghiaccio, cerotti per la schiena ed andatura mista tra il ballerino della pubblicità della compagnia telefonica e la Zia Valkiria di 97 anni.

 

Passo la serata ed il giorno dopo a lamentarmi e poi penso che poteva andare peggio.

Il mignolino potevo rompermelo e al posto di un banale stiramento muscolare potevo vincere il colpo della strega tra punturoni e riposo forzato

Non voglio fare un articolo alla Pollyanna nè farci/vi pensare a tutte le cose brutte nel mondo perché non mi sembra il luogo adatto. No. Voglio suggerirmi/vi un salva giornata.

Perché se pensi negativo e storto, poi va a rotoli anche quello che è dritto. I bimbi sentono la tensione, il marito sente la tensione, pure il nostro intestino sente la tensione.

Se invece sdrammatizziamo, nove volte su dieci tutto va migliorando.

Ed allora che ne dite di provare a far così? Io non garantisco di riuscirci eh?! Però mi impegno!

Dai chi ce la fa, lo commenti qua sotto.

Chi ci riesce tre volte su tre vince la mia piscinetta/pozzanghera della scorsa stagione. E’ bucata. Ma con la toppa in regalo però!

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Le mamme e…I lamenti

| lamenti, Mamma Bradipa ironica, mamme, Senza categoria

Care Mamme,

 

Quanto vi lamentate? Poco, tanto, per nulla, sempre? E non intendo arrabbiarsi, dico proprio il monologo di uffa, che palle, oimmena… Ecco a voi la mia classificazione di mamme-lamento!

La figlia dei fiori: Non solo non si lamenta, ma è sempre felice e radiosa. I figli dormono 45 minuti per notte (alternati)? E lei bella serena ti dice che ha più tempo per stirare, perché per esempio la notte d’estate è più fresco! Sono due mesi che i bambini si alternano influenze, attaccandole anche a lei e la incontri in farmacia che “Cliomeikap”  dopo averle visto il viso si è messa a fare la commessa di surgelati? E lei serafica ti dice che sta meglio, che ha solo 38.2 e ieri invece aveva 39.4!!!
(Ti stimo sorella).

La goccia che fa traboccare il vaso: Non ai livelli della figlia dei fiori, ma è tendenzialmente sempre serena. Fino a quando Pieruccio suo è stanco e pianta una bizza. Ed allora la terra trema e il cielo si fa scuro. Gli uccelli volano improvvisi e i cani ululano. Comincia a lamentarsi partendo dal 1987 quando la sua compagna di classe le rubò la sua matita preferita e via così fino al 2017. Passano i giorni, cambiano le stagioni e lei è sempre lì, che si lamenta.

La preciclo: Sembra una mamma-lamento non degna di nota, una qualunque. Ed in effetti lo è per circa 20 giorni al mese. Poi per tre-quattro si trasforma in Crudelia Demon. Seppure più sclerata/incazzata, ovviamente si lamenta anche. Principalmente di cretinate tipo che le da’ fastidio come mastichi o quel ticchettio con il braccialetto, o la pettinatura della conduttrice televisiva o la luce della giornata. Viene preceduta da una nuvola di fumo per la velocità dei suoi passi…fuggite finché siete in tempo!

La maratoneta: Questa mamma ha bisogno di tempo per tessere le sue lamentele e per questo la si trova spesso nelle over 45 che hanno figli adolescenti e più tempo per stare sole. Hanno la capacità di lamentarsi di tutto con flemma incredibile; come maratonete, senza mai alzare la voce, durano ore ed ore a sparlare del tempo, della politica, dei giovani d’oggi, della crisi economica, dei vicini di casa e dei parcheggi a pagamento. E attente, come girerete l’angolo, si lamenteranno anche di voi.

La sempre e per sempre: Si lamenta del figlio per ogni cosa e per il suo contrario. Roba che ti verrebbe voglia di adottare ‘sta povera creatura. Quando non cammina: “Uh che palle sempre in braccio!”, quando cammina: “Uh che palle sempre a rincorrerlo”, quando ha due anni :”che stress non socializza”, quando ne ha cinque: “ma perché ti diverti solo se sei con qualche amico?”, quando ha dieci anni: “Eh ma non mangi nulla!” quando ne ha tredici: “Ma la smetti di mangiare in continuazione?”, quando ne ha quattordici: “Ma esci un po’!”, quando ne ha sedici: “Questa casa non è un albergo!”.
Mamme, io vi avviso, prima o poi vi lamenterete per un vaffanculo ricevuto!

 

Comunque Mamme, una cosa è certa: il lamento è sacrosanto, perché come dice Shrek, “Meglio fuori che dentro!”

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Cartoni animati senza stress

| cartoni animati, mamme, Senza categoria

Care Mamme,

 

la prima volta che ho sentito parlare di tv baby sitter, bambini parcheggiati al televisore e cartoni animati che rimbambiscono le giovanissime menti dei piccoli, non ero ancora mamma.

Così, pensando ai cartoni animati che c’erano negli anni ’80, mi dicevo che sicuramente avrei dovuto stare lì a seguire ogni puntata ed inventare una qualche bugia bianca per non impressionare i miei figli.

Ma come perché?

Ma voi ve la ricordate la sgragnolata di bambine orfane che venivano sbattute in collegio e traumatizzate da mille angherie di matrigne/direttrici/amiche perfide? Roba che se lo guardo adesso mi metto a piangere.

Poi andavano di moda anche le disgrazie fisiche (tipo chi era caduto in un burrone e non camminava più) e la ricerca, per tutta la serie, di una cura adatta, ovviamente attraverso mille peripezie.

Sangue a sfare nei cartoni coi combattimenti e persino in quelli sportivi: ricordo come fosse ieri, gli allenamenti di palla a volo con le catene sui polsi e il sangue che sgorgava a terra!

Praticamente ti insegnavano che nella vita esistono un sacco di cose brutte. E basta.

Le puntate non avevano un finale, spesso per esempio, una partita di calcio poteva durare due o tre episodi e molte cose venivano risolte solo alla fine delle serie.

In molti non avevamo ancora il videoregistratore, non c’era modo di vedere su internet il finale di stagione e tanti dubbi me li sono tolti da grande! Perché se dovevi fare i compiti, o andare a un compleanno, ti perdevi l’episodio e ciao.

Oggi i cartoni sono stati impastati con buoni sentimenti ed espressione delle emozioni e in più, molti insegnano anche tante cose: i numeri, le sequenze matematiche, la gestione delle emozioni, il problem solving e chi più ne ha più ne metta!

Gli episodi durano poco, vanno a finire bene benissimo così strabene, che “e vissero tutti felici e contenti”, in confronto sembra un finale amaro dei film verità.

Quindi seppure il troppo stroppi anche di baci e carezze, un po’ di cartoni mentre noi mamme facciamo in sette minuti quello che coi bambini faremmo in due ore e venti, li trovo sacrosanti!

E soprattutto, dopo giochi, corse, salti, risate, non sarà magnifico spaparanzarsi sul divano a guardare la tv?

E voi quando i vostri bimbi guardano i cartoni, siete agitate e tenete sotto controllo l’orologio, o tranquille e senza stress?

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Mamme a pois

| mamme

Care Mamme,

stanotte non riuscivo a dormire e così viaggiando di fantasia, mi è venuto in mente di come spesso, a noi mamme viene chiesto di provare un’emozione specifica nei confronti della nostra mammitudine. Se ben ci pensate, internet, tv e rotocalchi, vogliono etichettare le mamme come felici, stanche, non realizzate, egoiste, tristi ecc ecc ecc e questo a parer mio, non fa altro che alimentare in noi, un senso di stress per far trasparire o meno quello che pensiamo veramente. E allora stanotte, con la lucidità mentale delle 3.44, mi si è visualizzata davanti agli occhi una stoffa a pois, per l’esattezza color panna e piena di pallini colorati. Ed allora, sempre con il pensiero razionale che si può avere nel dormiveglia, mi son detta che ognuna di noi ok, ha un carattere di partenza, ma non è solo quello. Nel mio bel vestitino panna bradipa, ho dei pois scuri di rabbia e tristezza, ma anche azzurri e verdi di serenità e gialli ed arancioni di gioia e divertimento. Anche uno o due fluo di velocità uguale alle persone normali.

Perché se una mattina becchiamo una mamma che sbotta, non significa che sia una MammaStressata;

Se incontriamo una mamma che ride, non sappiamo se sia SempreFelice;

E se chiacchieriamo con una mamma incazzata, ciò non significa che sia una RabbiosaH24.

Questo bisogno di dare un’immagine a tutti, è quello che mi ha spinta anche al nome del mio Blog. Ed è vero che io sono così, pigra e svogliata, che mi piace far fare agli altri per non fare io e che adoro il riposo più di qualsiasi altra cosa.

Ma oltre a questo sono anche ansiosa, giocosa, organizzata, programmatica ed a tratti pazza. Innamoratissima e romantica.

La cosa peggiore è che siamo proprio noi mamme, la maggior parte delle volte, ad etichettare ed a criticare chi si differenzia troppo da noi.

Proviamo a smettere ed a considerarci tutte mamme, semplicemente con pois diversi?????

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Chi è felice…Pubblica!

| felice, Senza categoria

Care Mamme,

attenzione attenzione post polemico.

Sta cosa che chi è felice non pubblica foto, mi ha rotto le scatole. Ho già letto due-tre articoli a riguardo. Mi sa molto di cazzata alla “Ti lascio perché non ti merito” o “Non ho il quaderno perché me l’ha mangiato il cane”.

Tra le varie cose, si legge che chi pubblica foto sul suo innamoramento, vorrebbe in realtà solo apparire.

Ok. Ammettiamo che ci sia una percentuale di persone che lo fa.

Tipo se ti fai un selfie col fidanzato, dove in primo piano ci sono le tue tette e tu hai un’espressione alla “Oh Meo Dio” della mia amata Virginia Raffaele e la posti con didascalia “la mia vita, il mio respiro, la mia anima piena di te”, bé qualche dubbio può pure venire.

Ma perché quelli che sfracassano le palle su come sono sfigati, senza magari spiegarne il motivo, così giusto per essere compatiti? Loro non vogliono apparire? No, loro vanno bene.

Tristezza 1- Felicità 0. Ah già, basta non ci sia una foto.

In secondo luogo, su Facebook, le foto si postano perché si è egocentrici. Perché sennò allegro/malinconico/incazzato come uno che trova la macchina nuova rigata, non pubblicheresti proprio nulla.

Io mi son messa a scrivere un blog, che non spiega i principi matematici-fisici o traduce versioni di latino. Cazzeggia sulla maternità e varie. Quindi, se vi foste perse le 78503974’52 foto che ho sul mio profilo Facebook, arrivereste comunque a capire che comunicare mi piace.

Ora. Quale legge scientifica esclude a questo punto che io sia felice?

No perché in effetti, a tutte viene in mente di farsi una foto mentre piangono perché il fidanzato le ha lasciate e a nessuno nessuno nessuno, di farsela durante una giornata felice insieme.

Ah poi notiziona, si può pure pubblicare in differita eh?! Fai la foto e dopo, a casa, in un momento in cui non stai VIVENDO, magari sul water (anche i felici fanno pipì!), la pubblichi.

Sapete che vi dico? Che secondo me è l’esatto contrario: se sei innamorata pazza, proprio che saltelleresti come un canguro in giro per la città e lo urleresti a squarciagola a tutti, l’unica cosa che puoi fare senza venire internata, è postarlo su Facebook.

Ed è quello che ho fatto io per il mio anniversario di matrimonio: abbiamo rifatto una foto nella stessa posa di una del nostro matrimonio e ce l’ha scattata nostro figlio.

Il cellulare è in borsa, facile anche per un bambino di 5 anni. Lui gasatissimo, la piccola incuriosita e noi emozionati. A casa poi l’ho pubblicata.

Felice? Giudicate voi.

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Tra moglie e marito non mettere il dito. Ma tra mamma e figlio mettici pure tutta la mano!

| figli, moglie, neomamme, Senza categoria

Premessa:

ieri ero in fila alla posta e davanti a me c’era una coppia. Quando è stato il loro turno, la moglie ha fatto una mega parte al marito perché aveva dimenticato a casa un bollettino da pagare.
L’ha preso a male parole lì davanti a tutti e lui zitto.
Io mi sarei sotterrata, invece tutti gli altri non si son fatti né in qua né in là.
E anche una volta usciti nessuno ha commentato.

Ma se la partaccia fosse stata fatta dalla mamma al figlio?
Ve lo immaginate???

Non credo occorra che vi faccia esempio dei 153 possibili commenti a favore di uno o dell’altro.

Perché è assodato che dare giudizi travestiti da consigli alle neomamme, è uno degli sport che saranno ammessi alle prossime olimpiadi dato l’immenso successo e frequenza nella popolazione femminile.

Tutte si sentono autorizzate a dirti : “ma come non gli prepari il brodo fresco ogni mattina con la luce delle sei mentre il gallo canta???”
“Ma come non lo fai dormire nel lettino Montessoriano?”
“Perché non gli fai il bagno con l’amido?”

Ma ci avete fatto caso che invece è passato di moda dare consigli alle neomogli?

E nessuna che ti dica: “ma come non friggi mai? A tutti gli uomini piace il fritto!”
“Ma come lo mandi a dormire sul divano perché russa?”
“Perché non gli compri il bagnoschiuma Supermanstraficoemaledetto? Guarda che sarebbe contento!”

Notate la differenza?

Alle prime domande si risponde sempre, alle seconde, se venissero fatte, si fanculizzerebbe.

E per me figlio e marito son privati uguale, non so per voi.

E sapete secondo me come mai è passata questa moda di impicciarsi delle giovani mogliettine inesperte? Perché tanti non si sposano! E allora le sputasentenze rimangono fregate perché se non ti vedono con velo e l’abito bianco non possono dirti :”Hehe!!! Contenta oggi eh?!!! Ma devi impegnarti perché sennò il matrimonio diventa la tomba dell’amore!”
E quindi le ragazze che poi diventano donne, pian pianino si fanno la loro vita di coppia e nessuno rompe loro le palle.

Invece quando diventi mamma è un po’ come il famoso battito di ali di farfalla che provoca di tutto.

Io sono stata molto fortunata, ma me ne hanno raccontate di tutti i colori. E allora faccio una proposta:
che ne dite se invece di diventare mamme restiamo incinte a vita? Un po’ come le compagne che sono eterne fidanzate!?
Ma non per davvero non preoccupatevi! Nove mesi incinte (in) e poi incinte (out). Le freghiamo tutte! Nessuna coccarda di nascita, nessun annuncio. Non abbiamo partorito, abbiamo spostato di stanza nostro figlio! Io sono incinta out da cinque anni per esempio.

Scherzi a parte, ce la facciamo a far smettere certi sproloqui?

Perché non si sa come mai tra moglie e marito non mettere il dito, ma tra mamma e figlio metteteci pure la mano e tutto il braccio!

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Le mamme e…le stagioni.

| Senza categoria, stagioni

Care Mamme,

cosa state pensando in questo momento? I love estate, w il caldo, w il sole, w tutto? Quanto manca a Natale? Che i fiori stanno cadendo? Oppure che giurate di aver visto qualche fogliolina ingiallirsi?

Orsù, ditemi che stagione amate e vi dirò chi siete.

Le Estatiane: amano l’estate a 360°. Amano il caldo, i non malanni (!), il sole, il mare se stanno al mare e pure la città se abitano in città. Amano tutto, perfino il sudore quasi costante, la macchina rovente e le zanzare. Perché se ci sono le zanzare è estate e se è estate non c’è scuola, ci sono ferie prolungate proprie o del consorte e soprattutto non hanno mai freddo. Possono uscire fuori casa esattamente con gli stessi vestiti con cui stanno in casa, non si congelano quando escono dalla doccia, non devono asciugarsi i capelli, le lavatrici si asciugano in un puff e stirare non è necessario perché tanto dopo un minuto è tutto sgualcito!!!!! Non è una scusa!!!! Veramente!!!!

Le Primaveriane: scovano un bocciolo in mezzo alla neve e quasi quasi potrebbero essere assunte per l’impollinazione se ci fosse uno sciopero delle api. Tendenzialmente sono romanticone che si esaltano per le tonalità e le sfumature delle rose che hanno in giardino. Non seguono il calendario tradizionale, ma quello “fioristico” delle loro piante: sanno in che mese o quindicina siamo, sulla base delle piante e delle loro fasi di crescita. “Vedi il mio gelsomino ora proietta un’ombra a forma di cercopiteco obeso? Ecco vuol dire che siamo nella prima quindicina di maggio. Ad aprile invece è a forma di teiera.” Ah.

Le Autunniane: non amano veramente l’autunno, ma quel che comporta: inizio della scuola, fine del sudore e delle zanzare, avvicinamento dell’inverno e soprattutto aumento della superficie del corpo da coprire e quindi la possibilità di smettere di stare in apnea. Quelle asociali gioiscono per la fine della stagione di spiaggia, parchi, acquapark e varie, che le costringono alla frequentazione di altri. In autunno ci si rinchiude e a casa mia invito chi voglio.

Le Inverniane: le persone più lontane dalle Estatiane. Se si incrociano per strada, puoi notare il fumo tra di loro come quando un cubetto di ghiaccio incontra una mano calda. Adorano la neve, il ghiaccio, il freddo. Praticamente Elsa di Frozen. Cominciano gli addobbi di Natale a ottobre, pianificano la settimana bianca mentre sudano sette camicie a luglio e non vedono l’ora di mettere stivali e cappottoni anche se di fatto, non soffrono mai il freddo; anzi le riconosci per il piumino aperto pure a gennaio. Gioiscono se c’è il temporale, il tornado, la valanga.

 

E voi che mamma-stagione siete?

Io manco a dirlo sono Estatiana e quindi neanche a dirlo, sono in depressione conclamata. Mettetevi una mano sulla coscienza e mettete tanti Like!!!!!!

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Emozioni come bambini. Senza Filtri.

| emozioni, no filtri, Senza categoria

Care Mamme,

Quest’estate la pensavo così, e lo penso ancora…

Stamani sono uscita per commissioni ed ho incontrato una mia lontana zia che si è trasferita in campagna per vivere come una volta. Dopo un po’ incrocio una mia compagna delle medie, di quelle – all’epoca, supercarine/supercorteggiate/superoche. Giro l’angolo e mi imbatto in una mia cara amica, con cui mi sento spesso, ma mi vedo mai. Nel frattempo compro il pane al negozio che frequento da una vita, i chewing gum ad un tabaccaio mai visitato e tornando alla macchina becco persino un mio zio.

In tutti questi giri, Giacomo ha detto a tutti la stessa cosa: “Sai che dopo vado al mare e stasera sono a cena dal mio amico Matteo?” Ognuno ha reagito a suo modo; sulla base del proprio carattere, ma anche e soprattutto del livello della nostra confidenza. A tutti però è scappato un sorriso e nessuno si è mostrato infastidito:

da bambini, non ci si comporta come ci si aspetta che ci si comporti o per come le emozioni vissute con quelle persone ci hanno plasmati.

Hai voglia di far sapere all’altro cosa pensi. Se sei contento, se sei arrabbiato, se sei triste. Ti interessa comunicare e basta.  Perché dai importanza a quello che provi e dai la possibilità di ricevere le tue informazioni, a tutti nello stesso modo, senza filtri.

Io invece, adulta, assolutamente il contrario.

Ero contenta ed emozionata perché avevo appena ritirato più di 200 foto dal fotografo e non vedevo l’ora di ordinarle per data, attaccarle, scrivere i commenti. Ma di tutte le persone che ho visto, l’ho detto solo alla mia cara amica.

Ho pensato che alla mia lontana zia non interessasse, con la mia compagna delle medie quasi ancora mi sentivo in imbarazzo, alle panettiere lo trovavo inopportuno e figuriamoci ad un negoziante sconosciuto. Mio zio ho pensato fosse troppo di fretta, come sempre.

Ma se invece avessi fatto come Giacomo? Se avessi fatto vedere a tutti le foto, facendo trasparire la mia emozione e la mia allegria? Libera? Pazza? Buffa? Egocentrica? Ganza?  Come mi avrebbero definita?

A volte bisognerebbe fare come i bambini: comunicare quello che ci importa dire fregandocene di quello che potrebbero pensare gli altri di noi.

E allora sapete cosa?

Stasera sono molto serena. Ho passato un we di cazzeggiamento con i miei tre amori. Niente stress, niente fretta, niente malumori.

Ho cenato con una buonissima pasta fredda che mi fa estate ; ho messo al centro del tavolo quei vassoi che girano, con tutti gli ingredienti, così ognuno l’ha condita a suo piacimento;

dopo cena abbiamo giocato con la pasta modellabile, con le costruzioni e abbiamo guardato i cartoni;

ora i bimbi dormono ed io finisco questo articolo e poi, mi metterò il telefilm che mio marito odia e che io guardo solo per l’attesa che i due protagonisti si bacino. Siamo già alla seconda serie, nessun bacio e ogni settimana penso che chi ha deciso i nomi dei personaggi, deve avere dei problemi seri.

Andrò a letto circa  a mezzanotte e prima mi metterò la canottiera sotto al pigiama. Perché alla pancia ho sempre freddo. Di notte anche a luglio.

Imposterò due sveglie, una alle 7.15 e una alle 7.30.

E adesso voi che siete arrivati fino qui, che mi conoscete benissimo, bene, di vista o per niente, cosa pensate?

Non sarebbe bello far trasparire le nostre emozioni e non tenerle troppo dentro?

Domattina entrare al bar e dire Buongiorno, oggi mi girano le palle.

Oppure, stanotte non ho dormito. O sono felice. O sono innamorata.

Così solo per far girare le emozioni. Come solo i bambini sanno fare. Così, senza filtri.

 

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Una volta ero adolescente anche io.

| adolescente

Care Mamme,

Quest’anno al mare ci stiamo di più. I bimbi sono più grandi ed abbiamo cambiato orari.

Questo mi permette di venire a contatto con il mirabolante e fantasmagorico mondo degli adolescenti. Non ne osservavo così tanti da diciamo, quasi una ventina d’anni!
Per me sono ipnotici, non riesco a non leggere i loro pensieri che mai come a questa età passano dagli sguardi, dagli atteggiamenti e dai movimenti del corpo.

Quello che ti fa procedere lentamente sulla passerella, verso le cinque del pomeriggio,non sono né il caldo né le troppe persone. Sono gli ormoni. Pare che si intreccino e subito dopo si sciolgano,mano a mano che i ragazzi e le ragazze si allontanano dopo essersi incrociati.

Sono lì con cinquenne e duenne, che cammino e guardandoli mi ritrovo a pensare: “Guarda come è fatta bene quella ragazza, non sarò mai così”.
What’s?????? Terra chiama Giulia, Terra chiama Giulia!!!! Giulia hai 37 anni!!!!
E niente. Mi parte in loop il pensiero che ho provato per tantissimi anni e che da qualche parte esiste ancora nonostante si sia visto scalzare da quello dell’accettazione per come ero, da quello del cambiamento delle gravidanze, dall’abitudine di un corpo orgoglioso di essere diventata mamma due volte.
Allo stesso tempo, con il mio cervello di adesso penso a quanto siano oche le ragazze e ghiozzi i ragazzi; a quanto siano maleducati perché non si scansano per farti passare col passeggino e che io ai miei tempi lo facevo. Insomma una tritacazzi.

L’altro giorno sulla riva mi son beccata una pallonata in fronte. Ero chinata davanti ad Aurora e quindi, per puro caso, l’ho presa io invece che lei. Il primo pensiero è stato “Aio che botta”; il ragazzo si è subito scusato. Due volte. Due perché io non ho risposto. Perché ho avuto un conflitto generazionale: una parte di me voleva rispondergli “Ma porca paletta c’è tutto l’arenile libero, se facevi male alla bimba??????” e l’altra: “Nulla nulla, niente non preoccuparti”. Adulta vs adolescente. 37 vs 17. Mamma vs ragazza timida.

E allora ho fatto una riflessione. Quando tu ti trovi a passare nell’intreccio di ormoni, per un infinitesimo di secondo li respiri anche tu. E quel respiro, un po’ come il Pensatoio di Harry Potter, ti ricorda che anche tu sei stata adolescente, che anche tu oggi sei come sei perché miravi ad avere meno fianchi e ridevi come un’oca giuliva.

E allora scusa ragazzo che mi hai tirato la palla. La prossima volta, ti dirò che non è nulla. Anche se non è vero. Solo e soltanto perché una volta ero adolescente anche io.

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Le Mamme e… L’uscita dalla scuola materna!

| Senza categoria

Care Mamme,

Siete andate a prendere i vostri bimbi all’asilo oggi? Fate mente locale sul vostro atteggiamento e facciamoci una risata… Leggete qua se vi riconoscete in qualcuna!

  • LA SPIA: arriva a cancelli già aperti, occhiali scuri pure se piove, rasente muro e non saluta mai nessuno. Va, preleva il figlio e se ne va.
  • LA CIACCIONA: è così chiacchierona che riesce ad attaccare bottone pure con la nonna di Beppino che ha detto solo 36 parole in vita sua. E 13 solamente a lei, davanti a scuola. Ha sempre un argomento da commentare, intorno a lei le persone si dispongono in circolo e quando tu arrivi non capisci se è svenuto qualcuno o se c’è un discorso di propaganda elettorale.
  • L’ABITUDINARIA-OSSESSIVA-ANSIOSA: arriva sempre alla stessa ora, parcheggia sempre nello stesso posto, ha sempre paura di fare tardi. Praticamente sono io. Ero abitudinaria quando andavo a scuola io e ora lo sono per mio figlio. Accetto psicofarmaci di sgamo quando tra un anno Giacomo comincerà le elementari e Aurora la materna!
  • L’ASOCIALE: arriva un po’ in anticipo, ma resta a metri e metri dall’entrata. Per un pochino aspetti che si avvicini, poi ti chiedi se sia veramente lei o un ologramma. E non si sa come, riesce a recuperare il pargolo rimanendo a più di tre metri sia da te che da tutte le altre mamme.
  • LA “ACCASO” O VAGA: arriva quando le pare, va via quando le pare, porta via il figlio o quello di un’altra. Ride sempre, non è mai al corrente su nessuna comunicazione, mai al passo con le stagioni. Parcheggia sempre in terza fila e fa quasi sempre un pezzo di strada contro mano.
  • L’INCAZZATA: la guardi e dici “Cazzo, devono averla chiamata da scuola che è successo un casino”. Ma non è mai successo un tubo. Fatto sta che quando ti passa accanto, la pelle ti diventa ghiaccio e fai il fumo dalla bocca come quando siamo sotto zero, anche se è il 15 di maggio.

E voi che mamme siete? Suggeritemi altre categorie!

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