COME INSEGNARE IL RISPETTO AI BAMBINI
Ogni volta che arrivo nella casa delle vacanze qui mi rendo conto di quanto le nostre vite cittadine siano assolutamente inadatte per i bambini e per gli anziani. Ma mi soffermo sui primi riflettendo sulle stesse considerazioni per i secondi.
I bambini che vengono rispettati imparano a rispettare.
Qui i bambini vengono rispettati nei loro bisogni:
- CAMMINARE: quando si cammina in strada si rispettano i loro tempi con la lentezza dei piccoli piedini. E più sono piccoli e più si va lentamente. Se i bambini vogliono fermarsi ad osservare un fiore possono farlo. Nessuno li incalza intimando loro di fare in fretta. Così imparano a notare anche le piccole cose e a rispettarle. Se ci sono delle scale da salire o da scendere non vengono presi in braccio come gli incapaci: si prendono per mano e si conta… 1, 2, 3…
- MANGIARE: Qui mangiare non è una questione di puro bisogno. Qui mangiare è cultura. E’ assaporare ogni gusto. Il panettiere offre ai piccoli il pane o la pizza ancora caldi, in ogni casa, in ogni bar, in ogni ristorante nel quale i piccoli vengono portati c’è sempre qualcosa di adatto a loro. Qui non esiste il cibo spazzatura. Non esistono le grandi catene di fast food.
- GIOCARE: non occorrono i giocattoli per giocare. Qui ognuno è ancora disposto a dedicare del tempo all’ascolto dei piccoli. In ogni strada ci sono porte. E in ogni porta c’è una storia. Basta solo entrare e si verrà accolti. Lo facevo io da piccola. La fa mio figlio oggi. E in ogni casa, scusate, c’è qualcosa da mangiare!
- AUTONOMIA: Qui non si ha paura degli altri. Ogni sera si esce sulla piazza, senza automobili. Gli adulti sono seduti ai tavoli in cerca di fresco mentre sgranocchiano semi di zucca. I bambini sono liberi di giocare. Li vedi a gruppetti divisi per fasce d’età mentre, a seconda delle proprie inclinazioni, sono liberi di correre, entrare a prendere un bicchiere d’acqua al bar, andare in bici, passeggiare e anche prendere una granita. Nessuno si sognerebbe mai di rimproverare un bambino. Qui i bambini non disturbano. Ma non disturbano per davvero. Tutti gli adulti hanno un occhio per ogni bambino. Ogni bambino è libero. Sotto l’occhio vigile di tutti gli adulti.
- SCUOLA: Qui la maestra è ancora signora maestra. Nessuno si sognerebbe mai di fare una battaglia per un rimprovero. Qui se la maestra ti ha rimproverato sei tu che hai sbagliato. E la signora maestra nutre nei confronti dei bambini quella gioia di educare che, spesso, altrove, abbiamo perso.
- ROUTINE QUOTIDIANA: Qui i bambini non corrono tutto il giorno. Non hanno la possibilità di avere accesso a 3000 attività entusiasmanti. Qui, dopo la scuola, nella maggior parte dei casi, si sta a casa. E non perché i genitori non lavorino. Perché le famiglie non sono monadi. Ci sono sempre nonni e zii che si possono prendere cura dei piccoli. C’è un tessuto sociale che funziona.
- IL DENARO: I bambini imparano il valore dei soldi subito. Mi è accaduto anche con Matteo. Vanno a fare le commissioni per gli adulti molto precocemente, comprano il pane e il latte, il giornale. Nessuno si approfitta di loro. E loro imparano il valore delle cose non solo quello dei soldi.
I bambini che vengono rispettati imparano a rispettare. Riconoscono nelle persone adulte i maestri di vita. Sanno stare seduti, composti e dare del lei. Sanno comportarsi e non c’è bisogno di urlare e punire. E ci saranno 1000 voci che diranno:” lascialo stare, è un bambino” se provi a rimproverarlo per aver fatto una marachella.
Le birichinate si fanno quando si è bambini e qui tutti lo sanno. Bambini compresi. Ma sono in grado di non approfittarsene. Molto probabilmente perché il rispetto qui è una cosa reciproca.
E dunque, vedendo la differenza di atteggiamento tra bambini viziati e bambini rispettati, vedendo la differenza tra una società che non è più capace di educare ed una in cui l’educazione è permeata all’interno del tessuto sociale, mi viene da pensare che non abbiamo speranza.
L’educazione dei bambini è un dovere morale e sociale. Dovrebbe partire dalla famiglia, investire la società, la scuola e le istituzioni invece di essere demandata e rimpallata.