Il percorso per certificare la disgrafia

COME CERTIFICARE LA DISGRAFIA

Il nostro percorso verso la certificazione della disgrafia di Matteo si è concluso con un esito positivo: Matteo è un bambino disgrafico e disortografico.

NO. Non è distratto. NO. Non è che non si impegna. NO. Non è che deve fare più attenzione. E’ disgrafico e disortografico.

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Sono felice di aver avuto l’appoggio della nuova scuola di Matteo, la sensibilità che il personale docente e non ha mostrato nei confronti dell’aiuto che si poteva dare a Matteo mi ha fatto sentire accolta, ascoltata e, dopo un anno in cui mi sono sempre sentita dire che “signora lei è troppo ansiosa” ora posso dire: sì, sono ansiosa e voglio aiutare il mio bambino ad avere un percorso scolastico che sia il migliore possibile.

All’inizio di questa storia, in collaborazione con la scuola, sono stata indirizzata verso una logopedista specializzata in DSA per vedere se, effettivamente, il problema ci fosse e in che modo affrontarlo. La logopedista stessa ci ha indirizzati verso il neuropsichiatra per avere una certificazione. Perché solo il neuropsichiatra può fare la certificazione. Alla scuola non sarebbe nemmeno servita ma, essendo un istituto parentale con esami fuori sede ogni anno, è meglio portare una relazione che attesti il disturbo del bambino.

Anche in questo caso, ringrazio il cielo, sono stata indirizzata verso un neuropsichiatra molto accogliente e disponibile all’ascolto.

Quando un genitore sente il termine “neuropsichiatra” rivolto al proprio figlio si scoraggia immediatamente. Molti sottovalutano i problemi o pensano che poi si risolveranno. Quello che volevo io, sopra ogni altra cosa, era che le difficoltà incontrate da Matteo fossero riconosciute, comprese e volte verso strumenti in grado di aiutarlo a migliorare. Magari migliorava anche da solo. Ma se si può avere un aiuto perchè rifiutarlo?

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