Scuola senza voti? Sì, grazie

SCUOLA SENZA VOTI – Nella scuola che frequenta Matteo non ci sono i classici voti. Magari loro ce li hanno, tra insegnanti. Ma a casa non arrivano i quaderni con scritto “bravissimo” o “10 e lode”. Lo scorso anno, la prima cosa che facevo quando Matteo tornava a casa era “controllare” i suoi quaderni. Ero una cattiva madre? Credo di sì. In quella circostanza e nell’esperienza della scuola primaria, sono stata pessima. Oggi mi chiedo perché e scopro che non ho più l’ansia dei voti. Ma non è che io non l’abbia più di mio. Non ce l’ho più perché mio figlio non me la trasmette. Perché non teme più il MIO giudizio.

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RIFLESSIONI SU UN MONDO CHE NON VALUTA E NON GIUDICA – Oggi ho fatto improvvisamente questo pensiero, mentre riflettevo sulla serenità conquistata nella nuova scuola e su quanto sia positiva questa nuova esperienza. Matteo si è inserito subito in un gruppo già consolidato. Tutti lo hanno accolto con gioia e affetto, tutti si sono sempre mostrati molto amichevoli. Merito suo, del suo carattere solare, socievole e allegro, Ma no, non solo. Merito delle maestre che non hanno mai permesso il dilagare di atteggiamenti di esclusione. Non c’ero in classe. Ma Matteo è uno che racconta tutto.voti a scuola

Non abbiamo quaderni con stickers, non abbiamo libri con scritte a penna su cosa fare, non abbiamo più l’ansia del voto. E mi sono sentita libera di giudicare mio figlio secondo quello che può fare e non secondo uno standard imposto.

LO STANDARD CI VUOLE? Il metro di giudizio, confronto e paragone è necessario? Non lo so come fanno le maestre, come “valutano” i bambini. Forse non li valutano in base ad un voto nemmeno loro visto che il voto non c’è. Li valutano in base alle loro capacità. La maestra L. ha detto in riunione di aver raccontato ai bambini (che si prendevano in giro tra loro perché alcuni erano più veloci e altri meno) la storia dei fiori. Sulla cattedra la maestra L. tiene una pianta di fiori:” Vedete? Voi bambini siete come i fiori, alcuni sono già sbocciati, altri ancora no. Ma quelli ancora chiusi si apriranno nei prossimi giorni.” Allora, quando elabori queste parole e lo fai, come me, a una settimana di distanza dalla riuonione, mentre pensi ai voti che tuo figlio non ha, rifletti profondamente. Per noi, a casa, tutto è cambiato. Matteo si autogiudica e si autocritica. E quando è consapevole di aver fatto bene lo sa. voti a scuola1

ABBIAMO BISOGNO DEI VOTI? Forse si. Se pensiamo al voto come metro di giudizio e paragone. Come le tabelle di accrescimento, come le tabelle dell’ IQ come tutti gli standard abbiamo bisogno di capire dove ci troviamo. Oggi vi dico che i voti non mi mancano. L’assenza di un voto ha generato in me la consapevolezza che è tutta l’esperienza scolastica globale ad essere importante. Che il voto non è il metro di valutazione del bambino ma di un compito che gli è stato assegnato e corretto da qualcun’altro che non è lui. Non gli è stata data la possibilità di correggersi e di rimediare.

IL VOTO DEL BAMBINO – E allora mi interrogo ancora e penso che il voto che veniva dato a mio figlio mi impediva di vedere oltre il voto stesso. Un bravissimo era da elogiare e un benino era da rimproverare senza capire il perché del voto. Hai fatto bene o male e basta. E poi mi viene in mente che, attraverso il voto di mio figlio, forse, mi sentivo giudicata io come madre. E quel bravissimo non era solo relativo al compito, a mio figlio. Ma era il mio bravissimo. Era il mio benino. E lo era senza consapevolezza, senza malizia e senza pensarci. Perchè rifletto ora, intimamente, sulla questione dei voti. E allora…che tristezza pensare ad un rapporto così malsano con i voti.

E mi chiedo: voi come vi rapportate con i voti dei bambini?

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