Non perdete mai la speranza: il racconto di Valentina

10-falsi-miti-della-gravidanzaUna nostra utente, ci ha inviato il racconto del suo difficile cammino, passato attraverso la procreazione assistita, per poter avere la gioia di diventare mamma.. una bella testimonianza che Valentina ha voluto regalare a tutti voi, perchè per chi come lei, deve affrontare questo, possa non perdere mai la speranza..

IL RACCONTO DI VALENTINA-   Mi sono sposata nel 2011, io e mio marito avevamo entrambi 23 anni, allora eravamo intenzionati ad  non avere figli per almeno 10 anni, in modo che io potessi terminare la mia carriera universitaria e trovare un buon lavoro. Poi tutto è cambiato all’improvviso, a maggio del 2013,  cominciò ad avvertire strani dolori, si recò al pronto soccorso e facendo ulteriori accertamenti scoprirono una notizia che ci lasciò basiti: soffriva di oligozoospermia severa, in parole povere, era quasi sterile. L’urologo da cui ci recammo sminui’ il problema, ci disse di aspettare e provare ad avere figli naturalmente,visto la nostra giovane età sarei sicuramente rimasta incinta.

 

INSEMINAZIONE ARTIFICIALE-  Iniziammo a consultare vari specialisti e la verità che ne usci era un’altra: alla fine un ginecologo ci disse chiaramente che avevamo meno dello 0,0010% di probabilità di diventare genitori naturalmente. Ci consigliò di non aspettare ulteriormente e ci diede il nominativo di uno specialista  in queste problematiche che lavorava in una clinica privata. In quel momento ci sentimmo distrutti: eravamo così giovani..com’era possibile?Perché stava accadendo a noi?

In clinica venimmo sottoposti ad ulteriori accertamenti per avere un quadro clinico più chiaro. Dopo vari esami accertarono che io stavo benissimo, avevo esami ormonali perfetti  e una grande riserva ovarica ma in seguito,  l’urologo ci comunicò che mio marito rischiava la sterilità totale in breve tempo e che quindi avrebbe dovuto crioconservare dei campioni e che in ogni caso avremmo dovuto sottoporci ad un ICSI ( iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo)  per avere qualche probabilità di avere un figlio.I mesi che seguirono furono duri, non accettavo il fatto di non riuscire a rimanere incinta..era svuotata, disperata..il successo di questa tecnica è ancora relativamente basso. (30% a 26 anni). A luglio del 2014 cominciai il ciclo di ormoni per permettere la sovrapproduzione di ovociti, ogni due giorni dovevo recarmi in clinica per controllare la crescita dei follicoli e per evitare che si formassero cisti ovariche. Dopo circa dieci giorni feci l’ultima iniezione che avrebbe permesso a distanza di 48 h di rilasciare gli ovociti e permetterne il prelievo.

 

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TRASFERIMENTO EMBRIONI- Il 29 luglio mi sottoposi all’intervento di pick-up per il prelievo degli ovociti in anestesia generale, non sentii dolore se non male al basso ventre per il resto della giornata. Mi comunicarono che erano stati prelevati 9 ovociti, di cui solo 6 maturi. Il 2 agosto mi recai nuovamente in clinica per il trasferimento degli embrioni: erano rimasti in vita solo 3 embrioni . I dottori me ne impiantarono due: è stata una grande emozione vederli..erano i miei “piccoli”. Mi dissero di stare a riposo assoluto e mi diedero dei medicinali per favorire l’attecchimento. Dopo circa 15 giorni sarei dovuta recarmi a fare il dosaggio delle beta per confermare o meno l’esito positivo del trattamento.

TEST DI GRAVIDANZA-  Ma la natura si comporta in modo imprevedibile e lo capii a mie spese: l’11 agosto  (giorno in cui sarebbe dovuto venirmi il ciclo)feci un test di gravidanza ed era positivo, ma la mia felicità duro’ lo spazio di qualche ora.                                                        A metà mattina mi recai in bagno e cominciai ad avere un emorragia: ero senza parole, non era possibile, non stava succedendo a me!                                                                                     Dopo un paio di giorni, visto che l’emorragia non cessava, mi recai al pronto soccorso: ricorderò sempre la faccia dell’ostetrica quando vide il sangue che stavo perdendo, appariva più rassegnata di me. In ogni caso mi visitarono, non avevo il ciclo e le beta erano positive, la ginecologa mi disse che non si poteva sapere se la gravidanza sarebbe proseguita ma che avrei dovuto ripetere il dosaggio delle beta a distanza di qualche giorno.                               Avevo perso ogni speranza, ma comunque mi recai in clinica per fare l’esame. Nel pomeriggio mi chiamò l’ostetrica, il risultato non era confortante quindi avrei dovuto ripetere a distanza di qualche giorno l’esame per avere un quadro più chiaro della situazione. Le ripetei dunque un’altra volta, stavano crescendo, ma per ulteriore conferma avrei avuto farle ancora una volta. Mi spiegò che quando ci si sottopone a procedure di PMA può capitare di avere emorragie impiegabili e valori delle beta alterati, ma ovviamente in quei giorni a me sembrava di vivere un incubo.

 

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GRAVIDANZA-  Mio marito mi convinse ad andare un paio di giorni al mare per permettermi di stare tranquilla e riposarmi dallo stress che stavo subendo. Le valige erano pronte ma nella notte ricominciai ad avere perdite di sangue. Stavolta mi recai in un pronto soccorso specializzato di Torino: dall’ecografia videro la presenza di una camera gestazionale ma  mi comunicarono che comunque non potevano sapere come e se la gravidanza si sarebbe evoluta. Dopo una decina di giorni feci un ecografia e vidi mio figlio per la prima volta..il suo cuore batteva forte..fù un emozione indescrivibile..ma c’era una sorpresa: erano due, rimasi allibita, si era vista una sola camera gestazionale nell’ecografia precedente. Il ginecologo mi disse che non si sentiva il cuoricino del  secondo gemellino e che sarei dovuta tornare una settimana dopo per valutare la situazione. Dopo una settimana avevo perso il secondo gemellino.. al suo posto si era formato un distacco, ma mi rassicurarono dicendo che si sarebbe riassorbito senza problemi e soprattutto senza compromettere l’altro piccolo.

MINACCIA DI ABORTO- Io ero comunque in ansia, non mi sentivo tranquilla, infatti qualche giorno dopo mentre ero a fare spese sentii qualcosa colare in mezzo alle gambe:era sangue. Corsi disperata al pronto soccorso dove visitandomi mi dissero che il sangue proveniva dall’utero..stavo avendo una minaccia d’aborto. Ero distrutta fu il periodo peggiore della mia vita, non mangiavo, non uscivo, avevo paura di fare qualsiasi movimento..pensavo che tutto sarebbe potuto finire. Ora sono incinta di sei mesi, mio figlio cresce e sta bene..ad aprile potrò finalmente abbracciarlo.  Sono ancora in ansia , la paura che ho vissuto negli scorsi mesi è difficile da scacciare; ancora oggi ogni minimo segnale mi fa temere il peggio.

Ho voluto raccontare la mia storia per dire a tutte le mamme che affrontano un percorso di PMA di non arrendersi, di non perdere mai la speranza: è un percorso molto duro, sia dal punto di vista psicologico che economico..ma non bisogna mollare..la mia storia ne è la prova, anche quando tutto sembrava finito mio figlio si è aggrappato alla vita con forza e tenacia..e ora cresce dentro di me.

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