Se potessi scegliere di non lavorare, non lavorerei e senza rimpianti

Se potessi scegliere di non lavorare, non lavorerei e lo farei senza rimpianti.

E’ di pochi mesi fa il mio articolo No non volevo fare la mantenuta e mai lo farò e distanza di pochi mesi, dopo aver ripreso a pieno ritmo la vita di mamma lavoratrice, ritratto tutto e ad oggi affermo senza vergogna che: se potessi fare la mantenuta lo farei pure volentieri.

Ci sono donne che non possono fare a meno del lavoro, e credevo anche io di fare parte di questa categoria, ma, dopo mesi di stress, fatica, e tanti momenti di sconforto e momenti no dovuti alla stanchezza costante ritratto tutto.

Andare a lavorare con una famiglia, bambini, impegni sulle spalle per una donna significa fare non uno, ma due lavori.

Oltre alle ore fuori casa, una mamma lavora anche le ore in casa. Le cose da fare aumentano e non si riducono mai.

Non esiste week end perché anche la domenica, o i giorni di riposo, il lavoro in casa non lascia sosta, anzi raddopppia nel disperato tentativo di recuperare le cose non fatte durante la settimana.

Ci sono mariti molto bravi niente da dire. Ma lavorando in due, la sera a casa la gara è a chi è piu stanco.

La verità è che ad oggi non si può più scegliere se dedicarsi ai bambini o lavorare perchè nella maggior parte delle famiglie due stipendi sono essenziali per andare avanti. E nemmeno per mantenere un tenore di vita da nababbi ma giusto per far fronte alle spese ordinarie che aumentano di giorno in giorno.

Scegliere di non lavorare è un privilegio per poche.

Io non mi vergogno a dire che se fossi ricca di famiglia, o se il mio compagno guadagnasse abbastanza starei volentieri a casa coi miei bambini senza sentirmi affatto mortificata.

Perché non c’è motivo di sentirsi mortificate. Stare a casa significa poter dedicare maggiore tempo e di maggiore qualità ai propri figli. Essere afflite da meno stress e pensieri. Poter fare tutto ma proprio tutto coi giusti tempi.

Stare a casa significa non entrare nel vortice panico, ansia, senso di colpa per una febbre improvvisa propria o dei bambini.

Significa non dover organizzare la propria vita a suon di incastro di tempi, km da macinare e aiuti da chiedere agli altri.

Significa avere il tempo anche solo di respirare e magari qualche minuto in più da potersi sedere sul divano di casa.

Significa non investire tutto il proprio stipendio in baby sitter e conseguenti sensi di colpa per non esserci state abbastanza.

Significa potersi ogni tanto potersi fermare. E guardarsi dentro.

E non odiare cosi tanto il lunedi e le giornate quelle nere, quando tra una corsa e l’altra finisci a cenare con una pizza. Come accade troppo spesso. Tra sensi di colpa e insoddisfazione che arriva inevitabile quando si pretende troppo da se stesse.

Ci dicono che siamo noi a pretendere troppo da noi stesse. Ma non siamo solo noi, è la società, l’organizzazione sociale e sopratutto i sostegni che mancano alle mamme per una qualità di vita dignitosa anche senza costringerle a lavorare per sentirsi degne.

Perché la verità è che al giorno d’oggi le donne sono costante oggetto di critiche.

Perché lavorano troppo, o troppo poco. Non va mai bene nulla.

E alla fine nemmeno noi ci andiamo bene.

Si se potessi farlo farei la mantenuta e farei anche una bella parnacchia a chi mi invidia.

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Pubblicato da mammansia

Nata a Modena nel 1982, laureata in MATEMATICA. Mamma di due piccoli terremoti e lavoratrice nel campo informatico.

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