Non c’è sorriso che non nasca dal dolore. Il taglio cesareo.

Non c’è sorriso che non nasca dal dolore. Il taglio cesareo.

In questo articolo voglio spiegarvi cosa comporti a livello fisico subire un taglio cesareo. Non lo farò ovviamente in termini tecnici, mi limiterò a spiegarvi cosa si prova fisicamente durante e dopo. Sarà il punto di vista della paziente.

Perché ho voluto fare questo articolo? Ne ho fatti altri in cui ho parlato della ferita emotiva che ha lasciato a me il cesareo( Leggi qui ) ma molte donne, mamme non l’hanno capito.

Mi sono sentita dire

“l’importante è che stiate bene”

“Beata te che hai avuto il cesareo io invece ho avuto mille punti la sotto”;

“Quante storie per un cesareo, cosa sarà mai!”.

Sono convinta che la percezione del dolore sia altamente soggettiva e posso immaginare che un parto naturale complicato abbia delle pesanti ripercussioni fisiche, infatti, dal mio canto, non mi permetto di giudicare questo tipo di  dolore, però oggi vorrei dettagliare il dolore fisico del cesareo, perché possa finalmente essere capito e non sminuito come tanti fanno.

Subire un taglio cesareo significa subire un intervento medico in sala operatoria. Con tanto di intubazione se si subisce un anestesia generale.

Questo comporta l’inserimento di un catetere (che vi assicuro non è per niente piacevole) e almeno un paio di flebo.

Si entra in sala operatoria dove ti viene fatta l’anestesia peridurale, quindi un siringone nella schiena, a quel punto senti dei brividi di freddo e nel giro di pochi minuti perdi completamente la sensibilità alle gambe.

Ti sdraiano, ti legano le braccia, alzano il telo e iniziano ad operare.

taglio cesareo

Non senti dolore, però senti dei movimenti, percepisci chiaramente le mani che entrano nelle viscere, senti il bambino che esce e il primo pianto liberatorio.

A questo punto te lo fanno vedere, pochi attimi e lo portano via e tu ti trovi li completamente sola con i medici che ti richiudono la pancia.

Si sente freddo, si sente il rumore dell’aspiratore, gli attrezzi che girano e tu li inerme, vorresti essere felice per la nascita di tuo figlio ma ancora non realizzi del tutto.

Non puoi realizzare perché sei li, da sola mentre il tuo bambino è fuori.

A questo punto io ho iniziato a star male, e mi hanno sedata.

Mi sono svegliata in camera e di fianco a me, già bella vestita c’era la mia piccola Carlotta.

Ci ho messo un po’ a realizzare che fosse proprio lei quella che per nove mesi avevo portato in pancia.

Avrei voluto alzarmi a prenderla ma non potevo perché non sentivo ancora le gambe, le toccavo e sentivo un corpo estraneo. Sentivo la sete, tanta sete ma non potevo bere mi bagnavano le labbra con la garza.

Diverse tubicini di flebo mi circondavano e sentivo un gran dolore alla pancia.

Dopo qualche ora sono venuti a lavarmi, vestirmi ed alzarmi.

La prima volta che mi hanno alzata ho sentito un dolore terribile alla pancia e cosi è continuato per i giorni seguenti.

Ogni volta alzarmi o sdraiarmi a letto era una sfida col dolore che però affrontavo con tutte le mie forze perché li c’era la mia bambina che aveva bisogno di me.

Non puoi stare ferma a letto ed aspettare che i giorni passino e il dolore vada scemando perché hai un neonato da accudire, allattare e cambiare.

Poi tolgono il catetere e devi sforzarti di fare pipì, può  sembrare semplice ma fidatevi non lo è affatto!

In ospedale, durante la degenza, se la tua compagna di stanza può mangiare quello che vuole perché ha avuto un parto naturale, tu cesarizzata invece avrai solo un misero brodino perché prima di mangiare devi andare al bagno e se non lo fai al terzo giorno ti danno un bel lassativo. Vi lascio immaginare che piacere!

Ti dicono di camminare perché aiuta la ripresa, cosi cammini, gobba, perché la pancia tira fortissimo.

Il taglio è lungo circa 10 cm. Immaginate di avere un taglio del genere sulla pancia.

Gli antidolorifici sono il pane quotidiano. Cosi come le punture di eparina perché avendo subito un intervento sei a rischio trombosi.

Dopo tre notti di ospedale ti dimettono, ma non vuol dire che sei a posto. Per riprendersi ce ne vogliono almeno trenta.

La ferita deve cicatrizzare, gli organi interni sistemarsi. Anche andare al bagno può non essere semplice infatti durante l’intervento l’intestino viene spostato.

La ferita va medicata e controllato che non si infetti. Vestirsi è complicato perché bisogna scegliere cose che non vadano ad appoggiarsi sul taglio.

Questo è cosa fisicamente comporta un cesareo.

Non è un parto facile, nessun tipo di parto lo è. Il cesareo non è una scorciatoia, perché anche se una donna lo fa anche senza avere travagliato prima i dolori li patisce dopo.

Non è un modo naturale di nascere e ruba alla mamma il primo abbraccio, non è una cosa da sottovalutare.

Chi ha partorito con cesareo ha partorito come tutte le donne, non esiste infatti modo indolore di mettere al mondo i figli.

Resta una cicatrice a forma di sorriso.

Un sorriso perché è una cicatrice che nonostante tutto ricorda un evento felice.

Un evento felice che però viene dal dolore, ma in fondo non può esserci gioia senza un po’ di sofferenza.

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Pubblicato da mammansia

Nata a Modena nel 1982, laureata in MATEMATICA. Mamma di due piccoli terremoti e lavoratrice nel campo informatico.

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