No non volevo fare la mantenuta e mai lo farò

No non volevo fare la mantenuta e mai lo farò.

E questo articolo rappresenta il mio dito medio contro tante persone. Che hanno giudicato, criticato e offeso le mie scelte.

Dopo la nascita di Enea a malincuore ho dovuto lasciare il mio lavoro. Ho scelto di lasciare il mondo lavoro in maniera del tutto temporanea.

Perché gli orari e le distanze erano incompatibili con qualsiasi asilo. E comunque non c’era posto al nido per lui.

Perché il non marito fa un lavoro che lo porta fuori casa letteralmente dall’alba al tramonto.

Perché non sapevo come organizzarmi.

Perché non avevo il minimo aiuto.

E perché in fondo i figli me li volevo godere il più possibile.

Per chi non lo sapesse le dimissioni volontarie entro l’anno del bambino sono equiparate alle dimissioni per giusta causa, quindi danno diritto all’indennità di disoccupazione se ne sussistono i requisiti. Ho approfondito l’argomento QUI

Ma nonostante tutte queste buone ragioni mi sono sentita in colpa. Perché una mamma riesce sempre a sentirsi in colpa anche quando colpe non ne ha.

Mi sono sentita annientata di una parte di me. E davanti ai miei bambini anche incapace.

E come sempre non sono mancate le critiche.

Quelle dette ad alta voce:

  • Sei stata pazza, adesso una mamma chi la assume più?
  • Non troverai mai più lavoro come farai?
  • Si vede che in fondo non avevi voglia di lavorare.

O le battute più sottili e taglienti: si sta bene a casa eh!

Solo chi ci è passato può capire. A casa non si sta bene nel senso che non sei in vacanza su un isola tropicale a sorseggiare cocktail, sei a casa con dei bambini, pannolini da cambiare e rigurgiti da pulire. Sonnelini da gestire e capricci da domare.

Si tratta di un lavoro a tempo pieno straordinari inclusi. Senza ferie, retribuzioni e i cui premi sono sorrisi baci e abbracci. Che hanno un valore inestimabile intediamoci, ma solo agli occhi di una mamma.

Sei a casa ma la mattina non ti rotoli nel letto stiracchiandoti e a fine giornata ringrazi sei hai avuto almeno il tempo di fare una doccia. Veloce.

Sei a casa non sei in vacanza è molto diverso

E mentre cerchi nel marasma di mantenere la tua identità di donna non solo di mamma, sei accerchiata da giustizieri e moralizzatori che ti ricordano che mentre loro hanno lavorato una vita, tu sei beatamente a casa a campare coi soldi guadagni dal marito.

Perché i contributi che hai versato nei dieci anni di lavoro precedenti se li sono già dimenticati.

Bella vita eh.

Sono stata criticata, contestata presa in giro e anche offesa.

In tutto questo c’è una sola persona che con una frase molto semplice ha smosso qualcosa in me. Questa persona ha detto: ” Fai quello che ritieni più giusto, ma secondo me a casa tu sei sprecata.”

E con queste parole ha risvegliato una consapevolezza che avevo accantonato.

Che io posso essere ciò che voglio. Che non è scritto da nessuna parte che debba limitarmi ad un ruolo che per quanto gratificante, arrivati ad un certo punto, con figli già più grandicelli, a me, e sottolineo a me non basta.

Che i bambini stanno crescendo e i loro bisogni sono cambiati e più compatibili con gli orari da ufficio.

Ma soprattutto la voglia di fare un immenso dito medio e chi diceva che ero finita e a chi sosteneva mancassi di voglia di lavorare.

Eh non cari miei. Se una mamma è stata una professionista seria questo non viene dimenticato, e anche dopo due anni di fermo una mamma può tornare. Nello stesso posto di lavoro cari miei.

Ce l’ho fatta. Ve lo urlo in faccia con tutta la rabbia e i rospi che ho dovuto ingoiare davanti alle vostre stupide affermazioni e alle vostre paure di vedermi fare la mantenuta.

Io posso essere tutto ciò che voglio.

Ho passato due anni meravigliosi ad essere solo una mamma, ed è stato fondamentale per me e per i miei bambini. Non rinnego neanche una delle scelte che ho fatto, le rifarei cento volte.

Da oggi ricomincio ad avere del tempo solo per la mia carriera e me stessa.

Perché io non sono finita. E voi siete solo delle vipere con la lingua biforcuta e finalmente ve lo posso dimostrare.

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Pubblicato da mammansia

Nata a Modena nel 1982, laureata in MATEMATICA. Mamma di due piccoli terremoti e lavoratrice nel campo informatico.

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