L’estate della mamma che lavora non è estate

L’estate della mamma che lavora non è estate.

L’estate della mamma che lavora è un percorso tutto ad ostacoli. Fatto di incastri, coordinamento, organizzazione, e tanta tantissima calma e sangue freddo.

Scrivevo questo post quattro anni fa dopo essere uscita dall’ufficio con il golfino addosso e le gambe gelate e il caldo improvviso appena fuori dalla porta che mi aveva scatenato un mal di testa di quelli epocali.

La mamma che lavora nel periodo estivo, anziché riposare ha sulle spalle un carico di lavoro molto maggiore.

Scuole e asili sono chiusi per mesi.

MESI.

E no per favore non venite a dirci che La scuola non è un parcheggio ma la scuola è vita.

Ma nessun contratto di lavoro prevede cosi tante ferie estive.

I centri estivi si pagano a settimane e costano come un rene.

Ho appena fatto l’ennesimo bonifico al centro estivo e fatto ciao ciao ai giorni di mare perché soldi in più non ce ne sono.

Ma si sa per un figlio si fa di tutto e di più. O almeno per mantenere un posto di lavoro si fa di tutto e di più, anche il triplo carpiato.

I nonni per la maggior parte lavorano ancora, e quindi nemmeno loro possono avere mesi libero a disposizione.

E cosi la mamma che lavora si organizza. Pianifica.

Due settimane al centro estivo, una coi nonni, una con me, poi altro centro estivo e cosi fino al tanto agognato settembre.

Ma al di al di tutta l’organizzazione c’è anche il lato emotivo della mamma che lavora d’estate che ha un suo peso.

Il caldo amplifica le emozioni. Ogni sforzo fisico è più duro.

Io ripenso alla mia infanzia, col privilegio di passare l’intera estate al mare, quando le mamme non lavoravano e con un solo stipendio si poteva vivere bene.

Quando l’estate era estate. Era sole, mare, salsedine, spiaggia. Era senso di libertà, aria nuova, amici nuovi.

Era la pelle abbronzata. Ma soprattutto era la quantità di tempo che potevo passare con chi mia amava per davvero.

Oggi.

Oggi i miei figli vanno al centro estivo. Loro soni sereni certo, e divertono anche. Ma non sono le vacanze estive che ho sempre fatto io da bambina. 

Il senso di colpa di doverli svegliare sempre al solito orario perché i miei orari non sono cambiati e loro devono per forza adattarsi a quegli orari. 

Alla sera che crollano distrutta.

Il senso di impotenza e di insofferenza non me lo toglie nessuno.

Perché non posso far vivere loro l’estate che vorrei. Perché in fondo, come me, anche loro non staccano mai, e settembre non sarà un inizio ma una banale continuazione.

Perché correre sotto il sole che in estate toglie il respiro per arrivare prima e dar loro un minimo d’estate che sia davvero estate.

Perché per una mamma che lavora l’estate è solo una continuazione più difficile dell’inverno.

Perché una mamma che lavora non stacca proprio mai.

Se riuscite ad andare in vacanza ecco a voi Al mare coi bambini: kit di sopravvivenza per mamme

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Pubblicato da mammansia

Nata a Modena nel 1982, laureata in MATEMATICA. Mamma di due piccoli terremoti e lavoratrice nel campo informatico.