La famiglia o la carriera

La famiglia o la carriera . E’questa la scelta che troppo spesso si ritrovano a fare la mamme.

Fino a un figlio, anche senza aiuti , ma con tanta forza di volontà e sopratutto con uno stomaco di ferro le cose sono conciliabili quasi per tutte. Ma dal secondo figlio in poi le cose si complicano parecchio.

Se dopo il primo figlio il lavoro ce l’hai ancora, stai pur sicura che non avrai di certo lo stesso ruolo di prima della gravidanza.

Ricordo con amarezza il giorno in cui sono rientrata dalla prima maternità, Tempestina aveva solo 8 mesi quindi in totale ero rimasta a casa 10 mesi :” Bentornata! E ora c’è da rimboccarsi le maniche che si ricomincia da zero!

Avete letto bene: SI RICOMINCIA DA ZERO

Avevo iniziato a lavorare tre giorni dopo la discussione della mia tesi. Per anni avevo lavorato sodo, i primi mesi percependo solo un rimborso spese. Con costanza ed impegno avevo raggiunto il mio ruolo, i miei obiettivi.

Facevo la consulente informatica e come cliente avevo una delle aziende più importati d’Italia. Se facessi il nome restereste tutti a bocca aperta.

La famiglia o la carriera

Eppure era bastato restare assente 10 mesi per perdere tutto. Il mio ruolo era ormai stato assegnato a un’altra consulente di un’altra azienda e io mi dovevo solo rimboccare le maniche.

Quelle parole sono state peggio di una lama dentro la pancia. Quella mattina avevo lasciato per la prima volta la mia bambina di soli 8 mesi, avevo pianto il tragitto verso il lavoro e una volta arrivata a destinazione ero stata pugnalata.

Ma io sono forte e non mi arrendo, ho accettato, ingiustamente, di ricominciare da zero e piano piano ho conquistato un nuovo ruolo anche se ho dovuto cambiare completamente mansione e cliente.

Voi potete immaginare cosa significhi andare in ufficio e ELEMOSINARE qualcosa da fare? Quando al rientro dalla maternità non ti considera più nessuno. Non hai più il tuo ruolo, il tuo lavoro. E allora stringi i denti e cerchi di rientrare, dalla porta di servizio mentre qualcuno fa di tutto per tenerla chiusa.

La mia non è stata la situazione  di meschini datori di lavoro che al colloquio ti chiedono se intendi avere figli, anzi alla notizia della gravidanza tutti apparentemente felici e tanti abbracci per poi far trovare l’amara sorpresa al rientro.

E’ stato tutto molto più meschino.

Col secondo figlio però ho voluto darmi definitivamente la zappa sui piedi perchè se la situazione lavorativa si sa non aiuta le mamme, tutto il sistema le rema contro.

Mamme che corrono dal mattino alla sera incastrando pre e post scuola (perchè ricordiamoci che gli orari scolastici non coincidono mai coi normali orari di lavoro d’ufficio) che, nonostante tutto, danno il massimo, ma comunque si trovano sminuite, degradate. Perchè non si possono fermare alla riunione delle 20, perchè il week end vogliono dedicarlo alla famiglia perchè l’orario straordinario devono concordarlo con anticipo.

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Ma sopratutto perchè il tempo è prezioso e vogliono passarlo coi propri figli.

Per gli uomini è tutto più semplice. Loro non lo devono fare materialmente i figli, non li devono allattare e la nascita di un figlio non da mai troppo disturbo al datore di lavoro. Si prendono giusto quella settimana dopo il parto e stop.

E quante mamme a fine giornata sfinite si chiedono quanto ne valga la pena.

Vale davvero la pena lavorare tutto il giorno solo per pagare asili e baby sitter?

Vale davvero la pena stare cosi poco tempo coi propri figli?

Vale davvero la pena correre, correre tutto il giorno per arrivare a sera sfinite, con la casa in disordine e altre mille faccende da sbrigare?

Per alcune la risposta è si, per altre la risposta e no.

Ma il problema VERO è: PERCHE ci dobbiamo porre queste domande?

Non può esistere un sistema di wellfare che concretamente aiuti le famiglie, le mamme e le tuteli seriamente come lavoratrici?

Perchè adesso non lo sono, e nei rari casi in cui lo sono è esclusivamente per  il buoncuore del datore di lavoro.

Ma è questo il mondo che vogliamo lasciare alle nostre figlie?Per me NO.

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Pubblicato da mammansia

Nata a Modena nel 1982, laureata in MATEMATICA. Mamma di due piccoli terremoti e lavoratrice nel campo informatico.

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