La storia di una mamma e del suo bimbo: Martina, Francesco e il reflusso gastro esofageo

Oggi mi ha scritto una mamma. 

Martina mi ha chiesto di poter raccontare la sua storia. 
Ho accettato, perché, in parte, assomiglia anche alla mia. Forse assomiglierà anche alla storia di qualcun’altra mamma, di qualche altro papà, di qualche altro piccolo.
Così, speriamo, possa aiutare a capire…
Vi racconto la mia storia. Per vari motivi. Un po’ perché è terapeutico per me, lo ammetto. Un po’ perché potrebbe aiutare altre mamme a capire. Un po’ perché potrebbe aiutare altre mamme che già hanno capito a non sentirsi sole. 
La mia storia inizia il 16 febbraio 2014, la famosa data dell’ultima mestruazione. Quante volte ce lo chiedono …. Fin da subito ho avuto tanti disturbi, alcuni più grandi, altri meno. Con la prima figlia mi è stata diagnosticata l’ipertensione gravidica, per cui a 37 settimane ho dato alla luce Rebecca. Questa volta si sono aggiunte tante altre questioni tra cui il diabete gestazionale. Il 13 novembre 2014 do alla luce Francesco, con un travaglio veloce e privo di complicazioni. Anche questo indotto. Dopo qualche ora misurano la glicemia al bimbo, poiché dicono essere la prassi nei bambini nati da madri affette d diabete gestazionale. Alla terza misurazione, essendo la glicemia un pochino bassa, preferiscono somministrare una siringa di latte artificiale giusto per essere tranquilli. Francesco la succhia.  E ci addormentiamo insieme. Dopo tre ore si sveglia e tirandolo su vomita a getto tutto il contenuto di quella siringa. Io mi insospettisco, ma al contempo cerco di farmi training autogeno per convincermi che è stato un caso. <br>Torniamo a casa. Dopo circa venti giorni cominciano vari disturbi che vado ad elencare. 
Diarrea persistente, bambino che vuole dormire soltanto in braccio e non concepisce di stare sdraiato, se steso si irrigidisce e fissa lo sguardo. Intanto comincia il giro degli ospedali , tra quelli che non ti credono e quelli che pensano tu stia esagerando, solo perché ti preoccupi del fatto che un paio di volte al bambino e’ evidentemente mancato il fiato proprio da disteso… Così non otteniamo niente. Cercano di convincermi che è tutto a posto, ed io che cerco di convincerli che tutto a posto non è . Mi chiedono se è il primo figlio, io che rispondo che, no, non è il primo figlio, per dire che so se è tutto ok. Nel frattempo dopo aver fatto molti giri su internet, mi rendo conto che è il momento di andare da uno specialista, dato che avevo ricevuto molte delusioni. Dallo specialista non solo sono creduta, ma quasi anticipata nell’elenco dei sintomi che raccontavo. Così cominciamo la cura. Inizialmente il bambino sta molto meglio. Continua a vomitare , quello purtroppo non si può modificare mi dicono , ma non ha più quelle manifestazioni simil neurologiche che lo affliggevano. E vi pare poco? Perché si’ , a chi vi dice che il reflusso gastro esofageo non esiste ed è solo fisiologico, non credete. Mio figlio, per il dolore provato, aveva sviluppato posture ed atteggiamenti che ancora non se ne sono andati del tutto, come il collo torto e la tendenza ad inarcare la schiena. Il collo storto ha provocato plagiocefalia ed una piccola asimmetria cranica. Di poco conto, ma era pur sempre li. Quindi facciamo fisioterapia. Altro strascico. Tendenza a puntare i piedi oltre la norma. Ovvero, tendenza ad iperestendere gli arti. E vai ancora con la fisioterapia . Intanto visita dal neurologo per accertarsi che questo sia solo un atteggiamento. Fatto questo, quando ormai il concetto di reflusso e’ sdoganato e cerchiamo di vedere in lontananza la fine, la cura smette di fare effetto. Questo è recente, stiamo ancora cercando di aggiustare medicine e dosaggi per vedere di ritrovare l equilibrio che fu, seppur precario. Su questo vi aggiornerò . Intanto francesco a sei mesi e mezzo, nonostante le pappe e tutto il resto, continua a stare male. Ma se è vero che il cielo toglie da una parte per dare altrove, e’ incredibile come questo bimbo alla sua età sappia già gattonare e cerchi di tirarsi su, talvolta riuscendoci. Voglio credere che lo faccia perché sente che così starà meglio. 
Da mamma vi dico:
1- c’è ancora molta ignoranza su questo argomento. Se non vi soddisfano le risposte che vi danno, cercate altrove
2- niente si può sostituire all istinto materno. Se voi avete il sospetto che qualcosa non va, insistete finché non siete ascoltate. 
3- non tutti i reflussi sono visibili. Mio figlio ha iniziato a vomitare a circa 2 mesi e mezzo . Fino ad allora stava male, ma il suo reflusso era interno. Il peggiore. 
4- facciamoci forza e coraggio. Avrei tanto voluto accanto qualcuno che mi capisse e mi aiutasse ad andare avanti. Un’altra mamma. Ma chi non ha vissuto questo disturbo . 
5- la priorità medica deve essere quella di non lasciare il bambino con il dolore. Il bambino è un paziente a tutti gli effetti. Se il reflusso è forte e si vede che il bambino sta male, per cui andrà incontro ad esofagite, perché non curarlo? 

Questa e’ la mia storia, con le mie considerazioni e le mie emozioni. Molte sono rimaste nella penna , o per meglio dire, nella tastiera. Vorrei tirare fuori quello che ho dentro. Ma non ci riesco fino in fondo. Spero capirete e vi sentirete meno sole. Baci

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