Primi tempi da mamma

Eccomi ritornata!

Solo ora sono riuscita a rimettermi a scrivere perché quest’estate abbiamo fatto una marea di cose. Questa possibilità ci è stata data dal fatto di abitare al mare dove d’estate ti puoi rifare di tutto ciò che non fai in inverno.

primi tempi da mamma
Selfie a due (sempre perchè mi mancava un “fotografo”).

Mi ero dimenticata persino io di dove ero arrivata a scrivere e mi auguro che anche voi avrete avuto di meglio da fare.

Eravamo rimasti all’ Entrare nei nuovi ritmi. quando un bebè varca la porta di casa fuori dal pancione e vi avevo detto che tutto sommato non erano così insostenibili, fermo restando che ovviamente si va incontro a vari “intoppi” frutto dell’inesperienza. Ora vi racconterò i primi tempi da mamma e cosa mi aspettavo e cosa no.

Col tempo le cose migliorano ancora e molto probabilmente avrete già imparato a distinguere addirittura i vari tipi di pianto che sono come un linguaggio, a noi inizialmente sconosciuto, a cui dobbiamo abituarci per capire quali esigenze ha il bebè.

Ovviamente è inutile che io stia qui a descriverli perché ogni bambino è diverso e sinceramente non saprei come raccontarvi le mille sfumature di un vagito… oltre al fatto che le ho dimenticate (attualmente sono alle prese col linguaggio cinese di un bambino in piena epoca dei terrible two!).


Facendo un breve riassunto dei primi tre mesi di mio figlio posso dirvi che non erano come li aspettavo. Per mia fortuna sono andati mooolto meglio.

Come vi avevo detto mio marito lavorava all’epoca a due ore di treno da casa e quindi ho sbrigato tutto completamente da sola e felice di esserlo. Quando ero incinta avevo già espresso la volontà di fare da sola, e spesso la gente che magari ha a disposizione un’arsenale di nonne, zie, pro zie, cugine, vicine di casa e chi più ne ha più ne metta, mi guardava come se fossi una pazza furiosa anche se sbandierava la sua stanchezza comunque. Avevano quasi un ghigno come per dire “vedrai come cambierai idea”… Io non ho parenti vicini quindi avere un aiuto avrebbe voluto dire metterseli in casa e si sa che la convivenza provvisoria spesso porta a disaccordi, specie nella crescita di un bambino che infondo è tuo e rimane poi con te.

Ho sempre ritenuto giusto crescerlo come NOI volevamo crescerlo, e non come lo avrebbero cresciuto gli altri. Beh, non mi sono ricreduta, sono stata bene così, perché io e mio figlio (al momento più io che lui) a tu per tu avevamo una cosa preziosa: la libertà totale nelle scelte. 

primi tempi da mamma

Come letto negli articoli precedenti io non ho allattato, non ho allattato per mia scelta (per saperne di più vedi Io non ho allattato, ma non me ne vergogno.) e non ho problemi a dirlo benché io non vi stia consigliando di fare uguale a me! Le facce compassionevoli stile D’Urso mi hanno seguito dal momento della mia scelta fino all’epoca in cui queste egregie sconosciute non hanno deciso che era giusto che non prendesse più la tetta (e anche qui mi chiedo in base a cosa). Intanto sappiate che per il prossimo non va mai bene nulla. Se non allatti sei una criminale, se allatti 3 mesi è poco, 4 mesi è poco, se dai l’aggiunta perché gliela dai? Se allatti un anno è troppo, 2 anni troppissimo e così via! Quindi padellate di fatti propri saltate in padella sono ben gradite!

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Thomas e il suo bibe dato dal papà

Credetemi che amavo quel biberon come voi potete amare la vostra tetta. Mio figlio non avendo provato altro non credo si dispererà mai per questo, quando sarà più grande magari glielo domanderò!

Chiusa questa parentesi che mi sembrava giusto spiegarvi, vi dico le cose che credevo “vietate” da vari racconti di chi era mamma prima di me, letti su internet o riportati per sentito dire. Come credo ognuna di voi, in gravidanza ho letto innumerevoli forum o gruppi di Facebook per mamme. Ecco, non fatelo mai! Molto spesso vi prenderà un’ansia infondata perché le esperienze sono appunto soggettive. Se leggete fatelo per curiosità (questo vale anche per il mio blog), non leggete per crearvi delle aspettative perché facilmente vi porteranno solo a notti insonni prima ancora che arrivino le poppate e le coliche.

Ciò che credevo e che non è stato:

  • Divieto di qualunque genere di rumore durante il sonno del bambino;
  • Credere di fare una doccia in tre minuti e scordarmi di fare una piega con probabile conseguente taglio della mia chioma ormai probabilmente diventata rasta;
  • Dire addio all’estetista;
  • Dire addio a cene fuori e aperitivi;
  • L’allattamento artificiale sarebbe stato scomodo;
  • Col bambino devi andare al mare al sorgere del sole, andare via e tornare al tramonto;
  • Il non aver mai tempo per qualsiasi altra cosa che non sia il bambino;
  • i neonati sono tutti belli;
  • e se ci penso potrebbero venirmene altre.

Ciò che per me è stato in realtà: 

  • Rumori durante il sonno diurno: io ho optato per il far capire da subito che il pisolino mattutino o pomeridiano che sia, era diverso dal sonno notturno che avviene in camera, nella culla al buio e nel silenzio com’è per tutti. Quindi di giorno ha sempre fatto i suoi pisolini nella carrozzina vicino alla tv mentre facevo ciò che sempre avevo fatto prima del suo arrivo. Che sia frullatore, aspirapolvere, phon o parlare al telefono. Ciò, anche ad oggi che è più grande, mi consente di fargli fare il pisolino pomeridiano ovunque ci troviamo.
  • Doccia: i neonati dormono, e dormono solitamente tanto, i primi tempi sarai rapida, ma una volta appurati i suoi ritmi, averlo messo a dormire a pancia piena e ruttino fatto, portavo la carrozzina in bagno dove potevo vederlo e avevo un’autonomia di circa due ore in media, a volte una e mezza, a volte tre, ma insomma….. sai quante docce, maschere ai capelli, asciugature e pieghe facevo??? E ve lo dice una con 6000 capelli ed ingestibili! Capelli salvi da tagli repentini ed improvvisi, evvai!
  • Faccenda unghie dall’estetista: a malincuore prima del cesareo ho dovuto dire addio alle unghie al gel… Beh, sempre con la stessa dinamica che vale per doccia, dopo 15 giorni ero di nuovo lì con carrozzina a seguito. Tutto stava nel calcolare bene i tempi, e comunque le estetiste non sono Hitler, se il bambino piange le mani per cullarlo o nutrirlo te le liberano eh!
  • Cene fuori e aperitivi: appena inquadrati i ritmi via libera! Quando Thomas aveva 10 giorni sono venute a trovarmi le mie amiche che abitano purtroppo lontano da me. Una delle due era Carlotta, vi ricordate l’articolo Amica incinta, se lo è insieme a te hai vinto! ?, Finalmente ho potuto conoscere la sua Carolina che aveva già un mese. Lei che era al secondo figlio mi ha anche dimostrato che cambiare il pannolino al bimbo dentro la carrozzina è una passeggiata, senza che ti disperi per il fatto che al ristorante non c’è un fasciatoio! (io ero già in panico ahahah). La foto di Thomas a 10 giorni e Carolina a un mese ve la DEVO postare perché a noi fa morire dal ridere! Thomas minuscolo e magrissimo, Carolina un lottatore di sumo! Ci ridiamo ogni volta!

 

Primi tempi da mamma
Thomas e Carolina 20 giorni di differenza!!!
  • Scomodità del latte artificiale: Da me non percepita! E’ bastata un po’ di organizzazione e via! Avevo più di un biberon, quindi nel caso fossimo stati in giro più di tre ore (intervallo medio tra una poppata e l’altra), ne portavo più di uno, il latte in polvere lo mettevo in un comodissimo contenitore predosato che conteneva tre dosi di latte, quindi su per giù 9 ore di autonomia, e per scaldarlo, a meno che una non vada a fare una gita in alta montagna, un bar è reperibile ovunque e scaldare il latte a bagno maria è molto più rapido che farlo con lo scaldabiberon (almeno quello che avevo io). Alla poppata successiva cambio di biberon e via. Poi tutti a casa nello sterilizzatore! Poi cosa assolutamente non da poco.. vogliamo esprimere la comodità del papà che da il latte al bebè… soprattutto di notte?? A chi non è gradito un po’ di “cambio”?!? Se hai almeno tre biberon a disposizione una volta usati tutti li metterai nello sterilizzatore insieme ad altrettanti ciucci, una volta sterilizzati lo sterilizzatore si spegne e te li ritrovi puliti e disinfettati!

 

Primi tempi da mamma
Thomas e Carloina al mare (differenza di stazza sempre evidente ahhaha)

 

  • Orari al mare: Sul fatto degli orari per il mare essendo io nata e cresciuta al mare da sempre compresi i miei 3 cambi di città, scriverò un articolo a parte che probabilmente farà arricciare il naso a chi al mare ci va una settimana all’anno e non concepirà certe abitudini di noi “gente di mare“.
  • Il fattore tempo: Dipende anche dal tipo di vita che facevi e che vuoi fare una volta diventata mamma. Io sono sempre stata una che ama stare in giro e quindi non ho voluto modificare questa mia abitudine. Sempre fatto tutto anche dopo l’arrivo di Thomas, certo, certe cose diventano più complicate e bisogna adattarsi ai ritmi del bimbo, ma quasi tutto è fattibile, con taaanta pazienza, catinate di pazienza e imprevisti dietro all’angolo, adattabilità e sicuramente modificando un po’ le proprie abitudini. Questo sicuramente varia da neonato a neonato ma secondo me anche le abitudini che gli dai fanno sicuramente la loro parte.
  • I neonati sono tutti belli: Sì, agli occhi dei genitori sì. Diciamo che tutti i neonati sono belli…. finché non crescono e riguardi le foto!!! Esempio di Thomas e Carolina in foto (con autorizzazione della mamma) come sono ora.

Anche se tutto è andato meglio di come mi sarei immaginata non vi dirò mai che sia stato tutto rose e fiori perché mentirei spudoratamente!

Ci sono stati giorni da testate nei muri costellati di pianti isterici dovuti a coliche o a chissà che (un neonato non saprai mai cosa realmente aveva in certi momenti, possiamo solo fare supposizioni), giornate in cui mi sono domandata “chi me lo ha fatto fare?”, beh io credo che questa domanda almeno una volta se la siano fatta tutti in qualche giornata buia, credo solo che tanti si vergognino a dirlo! Per tutti dopo la domanda “dorme la notte?” se la risposta è affermativa, inevitabilmente non hai nulla di cui lamentarti! Se poi piange a giornate intere la risposta solitamente sarà “è un neonato e i neonati si esprimono solo piangendo” e tu nel tuo immaginario battacchi la testa del tuo interlocutore contro un muro di mattoni rossi!

Vi ricordo o vi dico se è la prima volta che leggete un mio articolo, che racconto ironicamente la mia maternità e quello che vorrei dare è una “consolazione” a quelle mamme o future mamme che sentono solo le cose di cui un figlio ti priva o di cui loro stesse si vogliono privare dando la “colpa” al bebè, o che leggono solo post assolutamente smielati da diabete di quanto i loro bambini siamo bellissimi, bravissimi amorevoli e coccolosi! Vi invito a seguire la mia pagina Facebook Mamma ho perso la pazienza dove troverete i link diretti ai miei articoli.


Vi lascio con questo testo trovato in rete di cui non so dirvi l’esatta fonte perché l’ho trovato riproposto qua e là. Alcune righe fanno davvero riflettere, specialmente hanno cambiato il mio modo di approcciarmi ad una neo mamma. La prima cosa che chiedo da quando sono mamma è come sta lei e poi dopo la sua risposta chiedo come sta il nuovo arrivato. Sono piccole cose che fanno la differenza!

Fare la mamma è una roba difficile, per stomaci forti.
Quando sei incinta, non sei più padrona del tuo corpo: dentro di te tuo figlio pretende attenzioni, riposo, cibi sani, risate, serenità… e tu non sei tu, tu sei il tuo pancione, tu sei una pancia che cammina e che attrae gli sguardi di tutti, e le mani di tutti, e le considerazioni (stupide) di tutti: lo sai che se la pancia è bassa è un maschio? lo sai che se mangi le cipolle il bambino piange? lo sai che non dovresti guidare la macchina?
Poi il bambino nasce e tu non sei nemmeno più la pancia che lo conteneva: adesso sei l’attrice non protagonista, quella che nemmeno appare sulle locandine, quella di cui nessuno ricorda il nome. E così, anche se hai ancora il sedere grande come una portaerei, entri in una stanza e diventi improvvisamente invisibile: nemmeno tua madre si ricorda di te, e finisci a far da tappezzeria in casa tua, mentre amici e parenti ti strappano il neonato dalle braccia e se lo rimpallano come un pallone da rugby.
Per fortuna c’è sempre qualcuno che sa fare la mamma meglio di te: ma lo sai che lo vesti troppo o troppo poco? ma lo sai che il tuo latte non è buono? ma lo sai che quando il bambino è stitico devi usare il gambo del prezzemolo?
Ma una mamma lo sa. Una mamma sa tutto.
Una mamma sa che il legame tra lei e il suo bambino è intenso e profondo e atavico. E’ un legame che nasce da un odore, dal contatto di pelle, da un suono. Un legame che nasce dai tessuti, dai pori, dalle cellule… un legame desossiribonucleico.
Perché una mamma è mamma tante volte: quando appaiono le due lineette rosa sul test di gravidanza, quando partorisce, quando allatta, quando cambia un pannolino, quando prepara il primo brodino, quando insegna a suo figlio a ridere, a camminare, a parlare, a correre… ad essere una persona.
Una mamma rinasce durante ogni tappa di crescita del proprio bambino.
E quando il neonato è diventato un bimbo grande, una mamma rinasce di nuovo, perché sa che suo figlio non le appartiene, e che adesso appartiene al mondo a cui lei lo ha consegnato.”