Perchè i blogger martellano

I blogger martellano… sì sa, lo sappiamo… a volte siamo quasi quasi molesti. Che palle questi blogger!

Ma voglio spiegarvi il perchè.

Perchè i blogger martellano

 

Partiamo dal presupposto che io non riesco a definirmi blogger, mi si spengono le parole in bocca quando mi chiedono cosa fai e rispondo semplicemente “la mamma” e quindi, agli occhi di chi lavora, non faccio niente già così…

Io non mi sento blogger, diciamo che tento di fare la blogger (vedi Ci sono le blogger… e poi ci sono io!). Mi piacerebbe potermi definire blogger, ma ancora non ci riesco. Voglio però raccontarvi cosa vuol dire anche essere una pseudo blogger.

Chiunque può aprire un blog, ci sono diversi modi per farlo, si può partire appoggiandosi ad un portale come ho fatto io con Pianeta mamma, si può aprire un proprio sito, ci si può appoggiare a varie piattaforme… tutto sta in che cosa vuoi tu dal tuo blog.

Io l’ho aperto per sfogo, l’ho aperto perchè non mi ritrovavo nel 90% di ciò che leggevo in giro sul mondo delle mamme. Avevo messo in preventivo che avrei “parlato da sola” per parecchio tempo, che non mi avrebbe considerata nessuno… la concorrenza al giorno d’oggi è enorme… chiunque abbia qualcosa da dire apre un blog pensando di poterlo piantare lì e riprenderlo quando ne abbiamo voglia o abbiamo tempo… ma non è proprio così. Io i primi mesi facevo così… lo avevo preso per un diario dove poter scrivere quando mi pareva, ma in realtà non sapevo bene cosa stavo facendo.

I lettori non arrivano così, dal niente…

…e credere che oggi, potendoci appoggiare a grandi social come Facebook, sia un attimo avere visibilità è il più grande errore che si possa fare, ma questo si capirà solo poi, io l’ho capito dopo il primo MammaCheBlog (vedi l’articolo sul Mamma che blog per sapere di che parlo)..

Quando tu scrivi, pubblichi e ti leggono in 6 gatti, anche se hai aperto il blog solo per sfogo, è deludente. E’ anche sbagliatissimo aprire un blog avendo la presunzione di diventare Chiara Ferragni, com’è sbagliato stalkerizzare gli amici di Facebook obbligandoli a condividere a manetta roba che magari nemmeno gli interessa.

Magari lo fanno una volta, due…. ma si stuferanno (giustamente)… quindi non puoi contare nemmeno su di loro e anche se hai 5000 amici, a poco servono (la maggior parte dei miei amici nemmeno ha accettato l’invito a mettere “mi piace” alla pagina, alcuni involontariamente, altri non mi hanno filata proprio, quindi se sei mio amico di FB e stai leggendo…. fila subito a mettere il like perchè forse non lo hai fatto!!!). Anche cliccare “segui” senza mettere il like alla pagina, visivamente parlando, è meno utile… contano solo sti malefici grandi numeri (quindi verificate anche questo 😂).

Non solo la stragrande maggioranza degli amici non ti aiuta, ma ti prendono anche in giro quando cerchi di fare o farti delle foto decenti (magari sbattendoti col bacchetto da selfie già di per sè avvilente, perchè il marito è la negazione delle foto) da allegare agli articoli, oppure ti rimproverano di essere sempre con il cellulare in mano mentre tu magari stai guardando cosa ti scrivono le tue lettrici.

In un mare pieno di pesci non è cosa semplice dare qualcosa in più.

Succede poi che un po’ di cerchia te la crei… inizi anche ad interagire ed affezionarti alle tue lettrici, ma non puoi continuare a ricordare loro di far circolare i tuoi articoli, perchè non vuoi disturbarle, loro non possono capire cosa c’è dietro all’articolo che hanno appena letto, anche se è piaciuto, non è affatto detto che venga condiviso e non è nemmeno così scontato che pensino di metterti un like che sembra solo un click da 0,01 secondi, ma che per noi è importante.

Loro non sanno che tu vivi col naso sul cellulare, che tu pensi in continuazione a come soddisfarle e far trascorrere loro un minuto scarso sulla tua pagina Facebook strappando almeno un sorriso o un “questo è vero, succede anche a me“. Loro non sanno che a mezzanotte vai a vedere il resoconto delle visite del tuo sito per vedere se stai facendo bene. Loro non sanno che per avviare collaborazioni (retribuite o non) le aziende ti chiedono il resoconto mensile delle effettive visite ricevute sul tuo blog, altrimenti non ti propongono nemmeno un pacchetto di fazzoletti usati da promuovere. Loro non sanno che tu puoi stare anche due o tre ore al giorno nel dietro alle quinte del tuo blog…. Un utente sa solo che la blogger in questione ha scritto la prima cosa che pensava, si è fatta un selfie, ha schiaffato tutto in rete con un click e arrivederci. Ma anche no! O almeno… io!

Un’altra cosa che un non blogger non sa è che tu hai a che fare quotidianamente con gli algoritmi (che mai e poi mai capirai) in continuo cambiamento di Facebook (che tra l’altro ci sta soffocando levandoci visibilità sempre di più perchè vuole che paghiamo per sponsorizzarci), Instagram e niente po po di meno che dell’ Egregio Signor Google

Loro sono i Signori onnipotenti del web… e anche se hai studiato perfettamente come impostare la SEO (e non sto a spiegarvi cos’è perchè sudo già e credo che non ve ne possa fregar de meno), i Signori in questione decidono se darti visibilità o meno in base a come gli gira l’algoritmo del giorno (tipo donna in fase premestruale, che da un mese all’altro varia!). Ed è per questo che noi blogger emergenti stiamo a martellare gli zebedei a chiunque incontri la nostra scia… per paura di cadere nel precipizio della perdizione… è per questo che le condivisioni sono per noi ossigeno ed i like sono cosa molto ambita.

Facebook è il paradiso per un profilo privato, ma un campo minato per un profilo aziendale. In questo mondo contano solo i numeri, non importa se quelli che ti seguono sono super soddisfatti, importa solo quanti sono e quanto leggono… e questa cosa è snervante, credetemi.

 

Perchè i blogger martellano

 

Solo con le condivisioni siamo certe che i nostri articoli salpino per il web a vele spiegate come l’Amerigo Vespucci. Poi ci sono gli articoli più di successo, quelli meno e quelli che non vanno nemmeno coi remi… ma una possibilità, se vi piacciono ovviamente, diamogliela 😉 , vi assicuro che trovare il nostro target è dura, specialmente se, come me, non scrivete per tutti e non volete piacere a tutti.

Non tralasciamo la parte in cui prendi insulti, a volte anche pesanti, da chi la pensa diversamente e non si limita ad esprimere il disappunto… no, ti scarica addosso secchiate di veleno o sentenze a volte incredibili… e tu non puoi mai rispondere come vorresti e per le rime, perchè loro possono ma tu no!

E’ la dura legge del web…

…e il web può macinarti come un tritarifiuti e gettarti via in un attimo, poco importa se tu hai scritto per anni!

Spero di avervi fatto capire qualcosina in più di quello che c’è dietro.

Io sono alla continua e costante ricerca di mamme ironiche, mamme che sappiano ridere anche dei guai, mamme che sappiano sdrammatizzare i retroscena della maternità sfogandosi insieme, mamme che non prendano con estrema serietà tutto quello che leggono e che si ricordino di essere anche donne oltre che mamme. Se ne conoscete qualcuna, bhè io sono qui ed accetto volentieri una mano in questa dura caccia al tesoro svolta in una fitta nebbia composta da stereotipi fissi che non sento miei.

Se vi rispecchiate in questa descrizione, o avete una o più amiche così, vi aspetto su Facebook alla mia pagina Mamma ho perso la pazienza e su Instagram @mammahopersolapazienza (per saperne di più su di me vedi Perchè sono così e scrivo così) .