“Il giocoscopio”: mostra laboratorio dal 7 al 26 ottobre a Bologna

Alianti, macchinine a molla, fucili a elastico e trottole per conoscere i principi della fisica giocando. Sono le invenzioni del “mastro giocattolaio” Roberto Papetti, raccolte nella mostra-laboratorio “Il giocoscopio” organizzata dal 7 al 26 ottobre dalla Fondazione Gualandi. Giochi fatti con materiali poveri, che i bambini possono costruire da soli e poi portarsi a casa.
Come funziona una leva? Che cosa sono la forza centrifuga e quella di gravità? Che cosa fa volare un aereo? Che cosa spinge in avanti un’automobile? Non è facile spiegarlo con poche parole ai bambini. Più semplice farlo, soprattutto se i bimbi hanno disabilità uditive o cognitive, attraverso trottole e piccole catapulte in legno, paracaduti di carta, macchinine a molla e fucili a elastico. Meglio ancora se i giochi si possono costruire con le proprie mani, come quelli della mostra-laboratorio “Il giocoscopio”, organizzata dalla Fondazione Gualandi a Bologna, negli spazi dell’ex cinema Splendor (via Nosadella 51/b), da venerdì 7 a mercoledì 26 ottobre.
Dedicata ai bambini delle scuole materne ed elementari, ma aperta a tutte le famiglie, la mostra presenta 45 giocattoli realizzati a mano dal “mastro giocattolaio” di Ravenna Roberto Papetti e raccolti dal pedagogista Mario Lodi per la Casa delle arti e del gioco di Cremona. Ci sono alianti in compensato per conoscere le leggi del volo, barattoli-cagnolini che si muovono da soli grazie a un elastico e a un dado, strumenti musicali fatti con canne, tubi di plastica e cartoncini, auto a molla, burattini equilibristi e caleidoscopi. Giochi per imparare divertendosi, che i bambini possono non solo toccare, ma anche smontare e ricostruire: “Il giocoscopio” oltre che una mostra è infatti un laboratorio, con animatori, materiali e utensili a disposizione dei più piccoli, che si possono pure portare a casa i giochi che si costruiscono.
Nella mostra-laboratorio, scolaresche e famiglie potranno cimentarsi con molti dei giochi di una volta, quelli che i nonni insegnavano ai nipotini. “Sono almeno 150 i giochi della tradizione, con infinite variazioni, ma ora rischiano di andare persi, soppiantati dalla Playstation – continua Papetti –. Bisogna rimettere in moto un meccanismo che si è bloccato, quello della trasmissione della cultura, che era legato alla strada, alla piazza, agli spazi aperti, dove incontravi qualcuno che ti insegnava”.
La mostra-laboratorio “Il giocoscopio” è aperta alle scuole tutti i giorni, su prenotazione. Per le famiglie e per quanti vorranno giocare, le giornate d’apertura sono il mercoledì (dalle ore 16.00 alle 19.00) e il sabato (dalle ore 10.00 alle 17.30). Domenica solo per gruppi, su prenotazione. Ingresso 5 euro, sconti per le famiglie.
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