Gravidanza: gli esami speciali

foto tratta da my-personaltrainer.it
Durante la gravidanza per accertarsi che lo sviluppo del feto sia regolare e non vi siano complicazioni o anomalie, esistono una serie di esami speciali che possono confermare che il feto non presenta nessuna malattia o difetto genetico e anche purtroppo rilevare la presenza di gravi anomalie che potrebbero addirittura indurre all’interruzione della gravidanza. Il carico emotivo che i futuri genitori devono sopportare in simili situazioni è davvero enorme, quindi prima di decidere se effettuare o meno i test, parlatene serenamente con il vostro medico e siate consapevoli della vostra scelta.

TEST DI SCREENING

Oggi quasi tutti i medici richiedono esami specifici per il rilevamento di eventuali anomalie fetali. Questi test non sono in grado di accertare al 100% le presenza del problema ma ne rilevano la probabilità di insorgenza: nel caso in cui sia elevata, dovrete sottoporvi a una serie di accertamenti specifici in grado di confermare o escludere il sospetto.

La translucenza nucale

Questo esame viene effettuato tra la 10 e la 13 settimana di gravidanza, per escludere il rischio di partorire un bambino affetto dalla sindrome di Down. Questo effettuato attraverso la normale ecografia, consiste nel misurare la distanza tra i muscoli paravertebrali e la cute nella regione posteriore del collo del feto. Questa distanza aumenta proporzionalmente con il rischio di sindrome di Down. Pertanto se nella zona esaminata viene diagnosticata la presenza di un’ombra di forma e dimensioni particolari (causato da un edema sottocutaneo) il rischio di anomalie cromosomiche è elevato. In tal caso il medico vi consiglierà di sottoporvi all’amniocentesi oppure all’esame dei villi coriali per confermare la diagnosi.

Il triplo test di Bart

Questo test è comunemente chiamato Tritest . Si tratta di un comune prelievo di sangue materno che viene effettuato tra la 14 e la 20 settimana di gravidanza per valutare la concentrazione di tre sostanze prodotte dal feto: l’estrogeno, la gonadotropina corionica umana e l’alfa-fetoproteina. A seconda dei valori rilevati, la settimana di gravidanza, l’età della gestante, si calcola il rischio di anomalie cromosomiche. Se le probabilità sono elevate (più di una su 250), allora si procederà con l’amniocentesi. Il tritest non è obbligatorio, quindi è necessario richiederlo.

Il test dell’alfa-fetoproteina

Tra la 16 e la 18 settimana di gravidanza i livelli di glicoproteina presente nel sangue materno sono decisamente bassi; quindi se in base al test i suoi valori dovessero risultare due o tre punti superiori alla norma, potrebbere esserci il rischio che il feto presenti problemi neurologici, come la spina bifida o idrocefalia. Se al contrario i livelli di glicoproteina sono particolarmente basssi, allora c’è il rischio che il feto sia affetto dalla sindrome di Down. Per rilevare comunque anomalie di questo tipo i medici preferiscono eseguire un esame ecografico.

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